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Mungbere dice grazie a padre Romano Segalini

medico

La giornalista piacentina Maria Vittoria Gazzola si trova in Africa. Di seguito la sua visita all'ospedale di Mungbere nel nordest della Repubblica Democratica del Congo.

La gente ricorda con affetto padre Romano

La malaria è la prima causa di ospedalizzazione e di mortalità nei bambini al disotto dei cinque anni. Nell'ordine, le malattie più diffuse e mortali sono quelle respiratorie e ginecologiche, causate queste dall'ignoranza.
Sono all'ospedale di Mungbere, nel nordest della Repubblica Democratica del Congo. L'elevata temperatura, intorno ai 35 gradi, è mitigata dall'altitudine, quasi 900 metri.
Ovunque ti volti, nella provincia dell'Haut Uelé, ci sono tracce di padre Romano Segalini, trovi qualcuno che lo ha conosciuto e lo ricorda con affetto. Il missionario comboniano, che si trovava a Dondi da inizio Duemila, è tornato a Podenzano alla fine dello scorso mese di febbraio, dopo mezzo secolo di Congo. Il suo fare, oltre la cura delle anime, ha riguardato il benessere, per così dire, materiale del corpo: salute, alimentazione, infine l'istruzione.
A Mungbere, padre Romano nel 1980 aveva allestito un piccolo centro ospedaliero per affrontare una grave epidemia di colera, è diventato un ospedale di riferimento oltre la provincia.
Negli anni è cresciuto in qualità dell'offerta sanitaria, in quantità di posti letto, ora se ne contano 140, con sette medici, 32 infermieri professionali e 30 dipendenti fra laboratori e amministrazione. Vi afferiscono sette dispensari, e una popolazione stimata in 47mila abitanti, dei quali 24mila è sotto i 15 anni, meno del tre per cento ha più di 65 anni. Il tasso di mortalità infantile è del 6,8 per cento.
Prendiamo i dati dalla Relazione 2022 firmata dal dottor Gian Maria Corbetta di Albiate (Milano), dal 1984-87 in servizio civile internazionale proprio a Mungbere.
"Sono un bagai dell'oratorio", dice compiaciuto. "E' capitato che, un giorno, sono andato all'Ufficio missionario diocesano di Milano per mettermi a disposizione e lì c'era don Francesco Pedretti, fondatore del Coe, che mi ha proposto il Congo. In seguito ho deciso di entrare nella congregazione dei comboniani".

L'ospedale e le campagne di sensibilizzazione

L'ospedale, intitolato alla martire Anoalite Bakanja (una sorta di Maria Goretti congolese), ha promosso campagne di sensibilizzazione, spiega il dottor Gian Maria, come tutti lo chiamano, "abbiamo istruito gruppi di animatori che fanno incontri periodici con le mamme sulla malaria, per riconoscere i primi sintomi e come trattarla velocemente, sì è notata una sensibile diminuzione dei decessi; abbiamo attivato percorsi di prevenzione per il cancro al collo dell'utero e della mammella nella donna".
Poi c'è il dolente capitolo delle sponsorizzazioni "che vanno diminuendo, avevamo buoni introiti con la Cei (Conferenza episcopale italiana), ma la documentazione per accedervi è sempre più complessa, altri aiuti arrivano dall'ong Patologi oltre frontiera ".
Chiedo al medico se, in 39 anni di presenza accompagnati da guerre e colpi di stato, sul cui territorio si affrontano gli eserciti di 18 Stati, forze mercenarie al soldo di multinazionali minerarie, che stanno facendo della RDC "un grande bazar delle armi", come lo ha definito un giornalista congolese, abbia notato una evoluzione e in quale direzione.
"La linea non è una retta, una evoluzione positiva la vedo in una maggiore presa di coscienza della difesa dei diritti più elementari, ma ci sono ancora grossi problemi nell'assumere le proprie responsabilità. Poi c'è il fenomeno della corruzione, qui la insegnano ai bambini, sarà molto difficile sradicarla".

La democrazia nel Congo-Kinshasa è un lento cammino; il principale ostacolo è la sua strabocchevole ricchezza "il pericolo più immediato è il tentativo di balcanizzazione nell'est, sono le mire espansionistiche di Uganda e Ruanda", che hanno messo le mani avanti sui terreni oltre i loro confini, inzuppati di minerali preziosi che servono alla tecnologia informatica.

Maria Vittoria Gazzola

ospedal

Nelle foto, il dottor Gian Maria Corbetta di Milano e l'ospedale intitolato alla martire Anoalite Bakanja.

Pubblicato il 12 aprile 2023

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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