Festa di Santa Teresa al Carmelo con il cardinal Semeraro
È stato un 1° ottobre all’insegna della comunione dei Santi, qui al Carmelo. Nel suo saluto iniziale, madre Maria Francesca ha ricordato come Santa Teresa di Gesù Bambino, vissuta in un’epoca in cui il giansenismo oscurava la misericordia di Dio, ha scelto di percorrere la via dell’abbandono fino a divenire maestra e Dottore della Chiesa e compatrona delle missioni con San Francesco Saverio.
Abbiamo festeggiato Teresa, è vero, ma il pensiero correva anche a don Giuseppe Beotti, appena proclamato Beato, martire della carità e uomo di fede. Due giovani, Giuseppe e Teresa, che hanno amato e servito la Chiesa e ogni uomo e donna, fino alla morte: uno nel martirio, l’altra nella malattia. Due figure che ancora oggi possono dire ai giovani e a tutta l’umanità che è bello donare la vita, perché la vita è servizio e solo in esso è possibile trovare la vera gioia.
A suggellare questo legame tra Teresa e Giuseppe è stato il cardinal Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle le Cause dei Santi, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella festa di Teresa dopo aver beatificato il girono prima il sacerdote piacentino don Giuseppe Beotti.
Oltre la notte oscura
Nella sua omelia il cardinal Semeraro si è soffermato sul dono dello Spirito Santo che ci rende figli nel Figlio: mistero, quello dell’adozione, che Teresa di Gesù Bambino ha compreso molto bene, scoprendosi giorno dopo giorno figlia. Questa grazia - ha ricordato il card. Semeraro - l’ha accompagnata anche quando è entrata nella notte oscura della sofferenza, dell’esperienza della lontananza da Dio. Teresa comprendeva infatti che colui che le appariva così lontano, mai come allora le era stato così vicino: questa piccola grande Santa ci ricorda che nel corso della vita non abbiamo solo i momenti del gaudio, ma proprio quando pensiamo che il Signore ci abbia lasciati soli, proprio in quel momento ci ha preso nelle sue braccia.
La festa di Teresa è stata anche l’occasione per raccontare alcuni stralci di vita: il cardinal Semeraro è convinto che, quando papa Francesco parla della santità della porta accanto, della santità fatta di gesti non eclatanti, pensi a Teresa di Gesù Bambino, della quale è molto devoto.
Papa Francesco e Santa Teresa di Lisieux
Ogni volta che riceveva una lettera dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, infatti, il cardinal Semeraro trovava sempre nella busta anche un’immaginetta di Santa Teresa. “Alcuni anni or sono - ha raccontato il Porporato - feci da intermediario perché una persona che conosco donasse a papa Francesco un autografo di Santa Teresa, ritaglio fatto da Celina su una lettera: Francesco in quell’occasione non diede l’immaginetta all’aiutante di camera, come è consuetudine, ma disse: «questa va nella mia stanza!»”.
Il cardinal Semeraro ha anche condiviso il suo affetto per Teresa di Gesù Bambino, dovuto ad alcune circostanze cronologiche che la legano alla sua vita: il 1° ottobre del 2004 fu infatti reso pubblico il suo trasferimento alla diocesi di Albano Laziale, così come nella prima mattina della Festa di Teresa del 2020 ricevette la telefonata del Papa, che gli chiedeva di partire di nuovo. “Il giorno di Santa Teresa non è solo per me il giorno della partenza da Piacenza per Roma - ha detto il cardinal Semeraro - ma è per me il giorno di due importanti partenze, nelle quali ho dovuto cambiare la mia vita: da una diocesi all’altra, distante 600 chilometri, e poi per un altro impegno nella vita della Chiesa. Sono grato al Papa, perché nell’attuale ministero tocco ogni giorno con mano il volto più bello della Chiesa, quello della santità”.
Le Carmelitane del monastero
di San Lazzaro
Nella foto, le monache carmelitane del monastero di San Lazzaro a Piacenza insieme al cardinal Marcello Semeraro e a mons. Massino Cassola il 1° ottobre alla messa per la festa di Santa Teresa di Lisieux.
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