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«L’Ospedale Grande di Piacenza» nato su un’area ricca di storia

Valeria Poli ed Elena Montanari

L’ospedale di Piacenza dalle sue quattrocentesche origini fino ai giorni nostri. È il contenuto dello studio della ricercatrice Elena Montanari sintetizzato in un agile volume edito dalla Banca di Piacenza e presentato al PalabancaEventi (in un’affollata Sala Corrado Sforza Fogliani) dall’autrice in dialogo con Valeria Poli. Il libro contiene un’ampia biografia per chi desiderasse approfondire gli argomenti trattati ed è riccamente illustrato da immagini scattate dalla stessa Montanari, che nutre una forte passione per la fotografia, oltre naturalmente che per la ricerca d’archivio.

In apertura d’incontro la prof. Poli ha ricordato l’importanza della ricerca storica per la valorizzazione dei beni culturali, ricerca da sempre promossa dalla Banca di Piacenza e dal suo indimenticato presidente Sforza Fogliani, come dimostrano gli studi sull’area di Santa Maria di Campagna e dello stesso ospedale, avviati a partire dalla Salita al Pordenone e in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla posa della prima pietra della Basilica mariana, studi a cui l’arch. Montanari ha partecipato (è autrice, per la Banca, del volume “Le sepolture in Santa Maria di Campagna e il cimitero ipogeo - Il ritrovamento del Pozzo dei martiri”). Questa pubblicazione, dunque, va a realizzare il desiderio del presidente Sforza di celebrare i 550 anni dell’ospedale cittadino, ricorrenza che cadeva nel 2022, anno della sua scomparsa.

Pubblico numeroso in Sala Corrado Sforza Fogliani

“L’Ospedale Grande di Piacenza” - hanno spiegato le relatrici - fu fondato nel 1471 grazie alla bolla papale di Sisto IV e la sua costruzione iniziò l’anno successivo in un’area ricca di storia attigua al monastero di San Sepolcro. Nel 1471 avvenne la soppressione di 29 dei 31 “ospedaletti” (che erano strutture ricettive per i pellegrini della Via Francigena) presenti in città. Anche il nuovo Ospedale Grande non nasce come luogo di cura (lo diventerà solo a partire dall’800), bensì come centro di risoluzione dei problemi sociali.

Il nucleo più importante del complesso ospedaliero, la chiesa e il monastero di San Sepolcro progettati da Alessio Tramello, di cui sono state descritte, dalla prof. Poli e dall’arch. Montanari, le principali caratteristiche. Così come sono stati illustrati al pubblico presente l’origine della chiesa di San Giuseppe, l’ex convento di Santa Maria di Campagna, gli edifici novecenteschi (in particolare, la Casa della salute e il Dispensario antitubercolare). L’ultimo edificio realizzato, nel 1998, è stato quello destinato alla cura delle malattie infettive. Durante gli scavi sono emerse due tombe romane: una è stata conservata e si trova nel tunnel che collega la nuova palazzina al Polichirurgico. Un’ulteriore dimostrazione dell’importanza storica di un’area che meritava di essere studiata per meglio conoscere la storia della nostra città. Onore al merito, dunque, a Elena Montanari.

Agli intervenuti è stata riservata copia del volume.

Nelle foto, dall'alto Valeria Poli con Elena Montanari e il folto pubblico alla presentazione.

Pubblicato il 5 novembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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