Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Più ombre che luci nella lotta all’emergenza climatica

Il saluto del presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna

 

«La catastrofe climatica è sottovalutata più di quanto si pensi. Nel 2035-2040 avremo 1,2 miliardi di rifugiati climatici. Molti arriveranno dai paesi africani, dove non ci sarà più acqua. Il fatto è che il 10 per cento di questi rifugiati verrà da noi». Non è proprio rosea la visione del futuro mondiale prospettata da Roger Abravanel (ingegnere, consulente, ha lavorato per McKinsey, fa parte dei consigli di amministrazione di diverse società internazionali ed è presidente dell’Insead Council in Italia, selezionato tra i “50 che hanno cambiato il mondo” da Insead nel 2010), autore (con Luca D’Agnese, manager d’azienda con esperienze nei settori energia e infrastrutture) del volume “Le grandi ipocrisie sul clima” edito da Solferino e presentato al PalabancaEventi (in una Sala Corrado Sforza Fogliani gremita) per iniziativa di Banca di Piacenza e Arca Fondi SGR.

Dopo i saluti del presidente della Banca Giuseppe Nenna, l’ing. Abravanel ha illustrato i contenuti del libro aiutandosi con alcune slide. «Non sono né ambientalista, né giornalista, né scrittore (anche se è alla sua sesta fatica editoriale e collabora con il Corriere, ndr), ma un uomo d’azienda - ha premesso l’autore - che cerca di sensibilizzare la società civile e soprattutto i giovani su un tema fondamentale che influenzerà la vita di tutti noi e sul quale sto riscontrando molta ignoranza». Qualcosa di buono si è fatto, secondo l’esperto di origini libiche: l’aumento degli investimenti nelle fonti rinnovabili rispetto a quelle fossili e l’avvento dell’auto elettrica (oggi nel mondo ne circolano più di 1 milione). «Ma c’è ancora tantissimo da fare - ha sentenziato il relatore - per rallentare la crescita della temperatura. Occorre un nuovo approccio sul clima partendo dal “triangolo della sostenibilità” (formato dalla politica con il protocollo di Kyoto e gli accordi di Parigi, dalla società con l’allarme degli scienziati e la pressione degli attivisti, dalle imprese innovative come Iberdrola ed Enel per le rinnovabili e Tesla e BYD per l’auto elettrica) che ha già realizzato progressi prima impensabili».

Il miglioramento climatico ha, a parere dell’ing. Abravanel, un grande nemico: «L’ipocrisia sia da un lato che dall’altro». Quella dei vecchi negazionisti (Trump) e dei nuovi, che in attesa di soluzioni migliori tendono a non fare niente (“Inutile ridurre le nostre emissioni se altri non fanno altrettanto”) e quella dei falsi profeti della sostenibilità: con la finanza verde («35mila miliardi di investimenti e solo 3mila con un vero impatto»); l’ambiguità del nuovo capitalismo con il rigetto americano che sostiene la libertà d’impresa; il rifiuto della burocrazia europea nata in nome dell’ambiente e del sociale, nota nelle aziende con la sigla ESG. «Il rischio - ha concluso l’autore - è di buttare via il bambino (l’emergenza climatica) con l’acqua sporca (falso capitalismo sociale e burocrazia) e tornare indietro di 30 anni. Come se ne esce? Ragionando in modo più intelligente. L’Europa, per esempio, potrebbe incentivare le rinnovabili in Paesi in via di sviluppo (India) che non sono in grado di farlo. Poi da parte delle imprese occorre sfruttare l’innovazione. Il triangolo della sostenibilità visto prima deve cambiare: la politica deve passare dal green deal allo smart deal e far diventare l’adattamento una priorità, perché dobbiamo proteggerci da un clima che sarà sempre più caldo; la società civile sia meno settaria e più informata e le imprese investano con incentivi e infrastrutture giusti».

L’incontro - moderato dal vicedirettore generale di Arca Simone Bini Smaghi, che ha evidenziato l’importanza del confronto su temi complessi come quello della sostenibilità - è proseguito con gli interventi di Ettore Capri, professore in Chimica Agraria alla Cattolica e Marco Allena, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, sempre della Cattolica di Piacenza.

Il prof. Capri ha difeso il ruolo dell’agricoltura - spesso non riconosciuto - nel contribuire al benessere dell’ecosistema. «Bisognerebbe trasformare il concetto di sostenibilità - ha spiegato - e sostituirlo con “avere cura”. L’agricoltore è il primo anello della catena: coltivando con cura preserva l’ambiente e il territorio. Il problema è che l’agricoltura rappresenta l’anello debole del sistema comunicativo».

«L’apocalisse climatica - ha osservato il prof. Allena - è un tema troppo serio per lasciarlo agli apocalittici. Da giurista accolgo con favore la visione “triangolare” spiegata dall’ing. Abravanel e ritengo fondamentale il ruolo dello Stato come regolatore. Stato che dovrebbe agire con misure drastiche attraverso divieti e incentivi».

Alle relazioni è seguito un ampio dibattito e agli intervenuti è stata consegnata copia del volume.

Nella foto di Del Papa, il saluto del presidente Giuseppe Nenna.

Pubblicato il 21 novembre 2025

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente