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Una tragedia rimessa in gioco per poter aiutare altre persone

Da destra Luigi Cavanna Antonino Coppolino Marco Pirozzi

«Perdere un figlio dovrebbe essere vietato per legge, non sei preparato». È un’espressione forte di significati ad aprire la presentazione del volume Solo per sempre che si è tenuta al PalabancaEventi (Sala Panini) per iniziativa della Banca di Piacenza in collaborazione con l’Associazione Luigi Einaudi e la Fondazione Amop (Associazione piacentina malato oncologico). A pronunciarla l’autore Marco Pirozzi, papà di Francesca, portata via a soli 24 anni, nel 2016, da un linfoma non Hodgkin.
Il libro racconta l’ultimo anno di vita (“innocente, gioiosa, solare, che profumava di futuro, guastata dalla malattia”) di una studentessa del corso di laurea in Scienze e tecnologie erboristiche all’Università di Modena e Reggio Emilia, che pur dovendo lottare con la malattia ha tenacemente proseguito gli studi finendo di scrivere la tesi in “Alimentazione ed integrazione nei pazienti in chemioterapia”, che non ha però fatto in tempo a discutere. «
È stata la laurea alla memoria che l’Università ha voluto concederle nel 2017 consegnandoci la copia della tesi stampata - ha raccontato il papà Marco - a riaprire la finestra della nostra vita per farvi rientrare un po’ di luce». Da quel momento è maturata infatti l’idea «di fare qualcosa di utile» con la nascita della “Fondazione Francesca Pirozzi” allo scopo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca oncologica (sugli obiettivi dell’ente è stato trasmesso un video ad inizio serata). Tra le attività promosse, anche la pubblicazione di libri: il primo, Il cibo ideale, tratto dalla tesi di Francesca; il secondo, Parliamo di cibo, a testimonianza della maratona televisiva organizzata dalla Fondazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una corretta alimentazione per prevenire le malattie («un pasto è sano se ha il giusto mix di carboidrati, proteine e fibre»); e il terzo, Solo per sempre appunto. «Un volume che avrebbe voluto scrivere Francesca - ha spiegato l’autore - tant’è che prendeva appunti su tutto quello che le accadeva dopo la terribile diagnosi». Un’opera (distribuita a tutti gli intervenuti) dove si parla «non solo di dolore ma anche di speranza e di soluzioni per chi sta vivendo esperienze simili», ha osservato Antonino Coppolino, che ha coordinato l’incontro.
Nel libro si intrecciano tre percorsi: il percorso medico, con la fatica e lo smarrimento che comporta una diagnosi così pesante e il suo relativo iter terapeutico, ma al tempo stesso con la spiegazione di come si sono affrontati questi momenti, di conforto a quanti si trovano a vivere una simile tempesta; il continuo intrecciarsi di passato e presente; e, infine, la parte più intima e personale, che coglie sprazzi di luce, brandelli di vita quotidiana, affetti e passioni profonde in cui è racchiuso il senso di una lotta.

«Questo è qualcosa di più complesso di un libro - ha sottolineato il prof. Luigi Cavanna -; è una testimonianza di tanti aspetti della vita di tutti i giorni, semplici ma molto forti e utili. Dove si evince che avere cura del proprio aspetto fisico aiuta il paziente, così come restare impegnato nella propria attività, come ha fatto Francesca proseguendo gli studi, un fattore che aiuta la prognosi. Leggendo queste pagine mi sono reso conto che c’è sempre da imparare. Si parte da una tragedia che viene rimessa in gioco per aiutare altre persone. Un testo dove emerge speranza e profonda umanità. Quell’umanità che vorremmo trovare in tutti gli ospedali. È per questo che abbiamo fondato una scuola di umanizzazione della medicina con sede a Piacenza, che in due anni ha formato 40 medici».

Tra le nuove iniziative della Fondazione dedicata alla memoria di Francesca, Marco Pirozzi (che al termine ha consegnato al presidente della Banca Giuseppe Nenna, in segno di ringraziamento per il sostegno ricevuto, un quadro con la stampa della copertina del libro raffigurante “La bambina dell’acqua” di Emanuela Orciari) ha ricordato l’App Fisiomenu, che si può scaricare per seguire una dieta sana ed equilibrata.

COME AIUTARE LA FONDAZIONE FRANCESCA PIROZZI
Per chi lo desiderasse, ci sono tanti modi per sostenere l’ente filantropico (oltre all’acquisto dei libri).

Donazione on-line (fondazionepirozzi.it);

Bonifico (Iban IT57U0306909606100000162163 – Swift: BCITITMM;

5 PER MILLE. Nella tua dichiarazione dei redditi firma nel riquadro “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative” e inserisci il codice fiscale 02644500411 della Fondazione Francesca Pirozzi Ets.

Nella foto, da destra, Luigi Cavanna, Antonino Coppolino, Marco Pirozzi. (foto Del Papa)

Pubblicato il 12 novembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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