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La lezione di don Luca Fossati sull’utilizzo delle immagini

luca

Comunicare per immagini. Questo il tema del primo incontro del nuovo ciclo dei Sabati della comunicazione, iniziativa della diocesi di Piacenza-Bobbio per riflettere sulle migliori strategie da utilizzare sui canali web e social. L’incontro, tenutosi al Seminario vescovile nella mattinata del 19 ottobre e condotto dall’esperto don Luca Fossati, sacerdote della diocesi di Milano, si è concentrato sul tema delle fotografie da scattare, editare e pubblicare sui mezzi di comunicazione pastorale.

Foto nuove e “nostre”

La “lezione” di don Fossati è entrata nello specifico: come scegliere le immagini per pubblicizzare un evento? Cosa fotografare? Vale la pena “riciclare” le foto vecchie? Come si archiviano le foto? Come si usa l’archivio? Tutte domande pratiche a cui don Fossati ha risposto con veri e propri vademecum utili a non commettere errori. L’esperto raccomanda di “utilizzare foto nostre, anche se in certi casi possiamo prendere immagini senza copyright da internet”. Capita di frequente di “riciclare” una foto di un’edizione passata per pubblicizzare il ritorno di un evento, ma don Fossati avverte che questa pratica “non aiuta a creare interesse, rivedere la stessa foto porta a pensare di aver già letto quel contenuto”. Se sui siti web è un’operazione da limitare, sui social è da evitare categoricamente, dice don Fossati.

Cosa fotografare?

Esposizione, bilanciamento del bianco, angolazione… tutte componenti da tenere in considerazione – alcune in fase di scatto e altre in postproduzione – per una comunicazione efficace. “Le classiche foto di gruppo a fine evento sono tristi”, afferma don Luca Fossati. “Occorre tenere a mente almeno tre aspetti: coprire i momenti salienti, cogliere i dettagli evocativi e non perdersi le immagini dei protagonisti”. Un occhio va dato anche in prospettiva futura. “Se per l’occasione riesco a portare a casa anche immagini utili per eventi simili, tanto meglio”, consiglia don Fossati, che poi spiega i vantaggi del grandangolo (ottima visione d’insieme, utile a rendere l’idea dello spazio e delle persone presenti) e delle tele (per catturare il dettaglio e l’espressione del singolo). “Lo sfondo sfocato nelle immagini aiuta a porre l’attenzione al soggetto in primo piano senza perdere il contesto. È molto evocativo e d’impatto, ma non bisogna abusarne”.

L’archivio

L’archivio è una miniera d’oro per le redazioni perché permette di avere a portata di mano foto di persone, luoghi ed eventi. “Vanno conservate sempre alla massima risoluzione – consiglia il sacerdote – ed è importante conservare gli originali. Le modifiche vanno fatte sempre sulle copie”. Don Fossati consiglia di fare almeno tre copie, di cui una conservata in un altro luogo. E “i dischi esterni non sono un mezzo valido – dice – perché potrebbero rompersi da un momento all’altro”. L’archivio poi va usato. “La prima tentazione, quando si prepara la comunicazione di un evento – spiega – è quella di mettere la foto dell’anno precedente, ma non sempre è saggio. Cerchiamo immagini che trasmettano quello che vogliamo comunicare, anche se non sono del luogo o dell’evento. Usiamo l’archivio anche per riempire i momenti morti quando non ci sono notizie”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 21 ottobre 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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