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Partigiani cristiani: «Hanno donato la vita con la forza della fede»

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La memoria dei partigiani cristiani deve “ricordarci che non possiamo perdere la speranza e che abbiamo la responsabilità di vivere la bellezza della vita amata, della libertà e della democrazia”. Così il parroco di San Vittore a Piacenza, don Franco Capelli, nell’omelia della messa a suffragio dei cattolici che combatterono contro il nazifascismo, celebrata il 22 aprile a pochi giorni dall’80esimo anniversario della Liberazione. Durante la funzione, organizzata in collaborazione con la sezione piacentina dell’Associazione nazionale partigiani cristiani (Anpc), sono stati commemorati don Giuseppe Borea, Francesco Daveri, il beato don Giuseppe Beotti, Giuseppe Berti, Felice Fortunato “Nato” Ziliani, Giuseppe “Pino” Fumi, Italo Subacchi e tanti altri “amici che hanno lottato per la libertà e la democrazia nel nostro Paese”.

Dai partigiani l’esortazione a “prenderci le nostre responsabilità”

“Ricordiamo le persone che, con la forza della loro fede, hanno vissuto tutto questo e hanno donato la vita per amore di un Paese, del prossimo e per un mondo diverso e migliore. Sono figlio di un partigiano cristiano – ha detto don Franco Capelli – conosco bene quella storia grazie ai racconti di mio padre. Tutti erano animati da uno spirito di fede e da un grande desiderio: vivere l’esperienza della libertà. Non dimentichiamo coloro che si sono spesi e hanno fatto della propria vita un dono”. L’esempio di chi si è sacrificato per un ideale di libertà deve essere, secondo il parroco della Besurica, insegnamento per i cristiani di oggi. “Un laicato cattolico – ha sottolineato don Capelli – oggi deve interrogarsi sulle proprie responsabilità, a partire dalla vita di queste persone ma soprattutto a partire dal Vangelo. Permettiamo a queste persone di parlare alla nostra intelligenza e al nostro cuore, hanno cose grandi da dirci: ci parlano della bellezza dell’impegno e della necessità di prenderci le nostre responsabilità, a costo anche di pagare. Perché chi va controcorrente, anche oggi, paga. Se vogliamo come cristiani prenderci qualche responsabilità, essere testimoni di libertà di speranza, prendiamoci qualche minuto di silenzio per riflettere”.

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Spezia: “Papa Francesco ha accelerato i processi di beatificazione
per i sacerdoti uccisi nella Resistenza”

Al termine della celebrazione ha preso la parola Mario Spezia, presidente dell’Associazione nazionale partigiani cristiani di Piacenza, che ha accolto l’invito alla responsabilità lanciato da don Franco Capelli. “È la stessa responsabilità che chiediamo tutti noi – ha detto – e che si assumono gli amministratori locali, che hanno l’impegno di lavorare per il bene”. Al primo banco, presente l’assessora al welfare del Comune di Piacenza, Nicoletta Corvi. Il mondo della politica locale era rappresentato anche dal consigliere comunale di Piacenza Andrea Fossati (Pd), dall’ex senatore Marco Bergonzi (oggi presidente Acer), dall’ex assessore Silvio Bisotti e dal consigliere comunale di Gragnano Trebbiense Andrea Capellini (Pd). Inevitabile, durante la messa alla Besurica, il ricordo e la preghiera per papa Francesco, scomparso al mattino di lunedì 21 aprile in Vaticano. Nel suo intervento conclusivo, Mario Spezia ha evidenziato che “papa Francesco ha accelerato i processi di beatificazione dei sacerdoti uccisi durante la Resistenza”. “Il processo di beatificazione di Teresio Olivelli – ha detto – cominciò negli anni successivi alla sua morte, avvenuta nel 1945 (la Causa fu aperta nel 1987, nda), e si concluse solo nel 2017. Per don Beotti il processo, avviato nel 2000, si è concluso due anni fa. Questo papa ha voluto dare una testimonianza significativa dell’esempio che queste persone hanno dato per la libertà, uomini che hanno combattuto per i diritti civili e sociali”.

Francesco Petronzio

Nelle foto, la messa celebrata in San Vittore alla Besurica a suffragio dei cattolici morti per la liberazione dal nazifascismo.

Pubblicato il 23 aprile 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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