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Festa al monastero di San Raimondo: quattro nuovi oblati benedettini

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Il monastero di San Raimondo, in corso Vittorio Emanuele a Piacenza, il 20 settembre, ha accolto fedeli e amici per la festa dedicata al Santo Patrono e al ricordo della rifondazione della comunità monastica avvenuta il 9 agosto 2012 con l’arrivo, a Piacenza come abbadessa, di madre Maria Emmanuel Corradini dal monastero benedettino dell’isola di San Giulio.
L’evento è stato arricchito da un momento particolarmente significativo: il rito di oblazione di quattro laici di Pavia - Alessandra Sangalli, Anna Brizzi, e gli sposi Gianluigi Brizzi e Angela Coppolecchia - che da anni frequentano il monastero seguendo un cammino ispirato alla Regola di San Benedetto. La solenne concelebrazione eucaristica, animata dal coro del monastero e dal canto delle monache, è stata presieduta dal vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti.

L’omelia del vescovo: la vera ricchezza è offerta a Dio

Nella sua omelia, mons. Sanguineti ha posto al centro il rapporto tra l’uomo, i beni materiali e Dio, con una riflessione profonda sul valore autentico della ricchezza. Ha condannato l’accumulo ingiusto e l’idolatria del denaro, ricordando che «non si possono servire contemporaneamente Dio e la ricchezza». Il presule ha sottolineato che l’unico uso corretto dei beni è quello orientato al bene comune, alla condivisione e alla carità. Richiamando la parabola dell’amministratore disonesto, ha invitato i fedeli a usare “scaltrezza spirituale”, ossia prontezza nel rivolgere a Dio le occasioni di grazia. La sua riflessione ha toccato anche il concetto della “forma eucaristica” della vita cristiana, ricordando che ogni azione quotidiana, se vissuta con amore e offerta al Signore, diventa parte di una grande liturgia e di un cammino di santità.

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Nelle foto, in alto, da sinistra, i nuovi oblati benedettini: gli sposi Gianluigi Brizzi e Angela Coppolecchia, Alessandra Sangalli, madre Maria Emmanuel Corradini e Anna Brizzi; un momento della celebrazione eucaristica in San Raimondo.

Chi è l’Oblato Benedettino?

Un cristiano laico (uomo o donna, sposato o celibe) che vive nel mondo senza entrare in monastero. Segue la Regola di San Benedetto, adattandola alla vita quotidiana: preghiera, lavoro, sobrietà, servizio. Coltiva un legame con una comunità monastica, dalla quale riceve sostegno e guida spirituale. Non cambia il proprio stato di vita, ma lo trasfigura alla luce del Vangelo. Promette di crescere nella fede, vivendo ogni impegno familiare, professionale e sociale come offerta a Dio.

Le parole dell’abbadessa

A conclusione della celebrazione, madre Maria Emmanuel Corradini ha ringraziato i presenti e quanti, provenienti da diverse città, trovano nel monastero un luogo di ristoro spirituale:
«Chiunque cerca il Signore - ha detto - è un cercatore di Dio. Noi vogliamo testimoniare a tutti che l’amore di Cristo è la cosa più necessaria al mondo. Abbiamo vissuto un momento di vera comunione, visibile sui volti raggianti dei presenti, perché chi incontra Dio non è confuso, ma illuminato dalla sua luce». L’appuntamento si è trasformato così in una giornata di fede, amicizia e riflessione sul senso autentico della vita cristiana, capace di unire monache, oblati e fedeli in una stessa ricerca di Dio.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 21 settembre 2025

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