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Papa Francesco, la gratitudine degli imprenditori cristiani

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Il Presidente UCID Nazionale Gian Luca Galletti a nome degli imprenditori cristiani esprime cordoglio e gratitudine verso papa Francesco:“ha ridato una missione evangelica all’impresa. A noi il compito di tradurre in pratica i suoi insegnamenti”.

La testimonianza

A nome dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti e mio personale, desidero esprimere il dolore profondo e la commozione sincera per la scomparsa di Papa Francesco, pastore coraggioso, voce dei poveri, difensore del creato, e guida instancabile per un mondo più giusto e fraterno.
Con la sua testimonianza di vita, con la forza del suo magistero e con la radicalità evangelica del suo sguardo, Papa Francesco ha saputo parlare a tutti: credenti e non credenti, potenti e invisibili, imprenditori e lavoratori. A ciascuno di noi ha rivolto un invito esigente e insieme pieno di speranza: “nessuno si salva da solo”, rinnovando davvero la grande comunità dell’umano.
Come imprenditori cattolici, abbiamo trovato in lui non solo un Papa, ma un fratello nella fede, un maestro di responsabilità, un promotore della giustizia sociale e un uomo in grado di restituire all’impresa la sua missione nel mondo. In un tempo di disincanto, ci ha ricordato che l’economia, per essere umana, deve servire la dignità della persona, la comunità e la cura della casa comune. In tempi in cui si rischia di ridurre l’uomo a un numero (nei bollettini di guerra come nel cinismo dei mercati), Francesco ci ha restituito la forza del volto, dell’incontro, della coscienza.
Ricordo con emozione la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’, nel 2015: un’opera che ha saputo coniugare la spiritualità con l’ecologia integrale, l’impegno civile con il rispetto del creato, e che ha avuto un ruolo fondamentale anche nel percorso che ci ha condotti, quello stesso anno, all’Accordo di Parigi sul clima. Da Ministro dell’Ambiente, posso testimoniare quanto forte e concreto sia stato il contributo di quel testo profetico, citato da tutti: istituzione laiche in primis. Francesco non ha solo parlato al cuore dei popoli, ma ha saputo incidere anche nelle agende dei governi, offrendo un linguaggio nuovo, comune, che unisse scienza e coscienza. La morte di Papa Francesco ci mette faccia a faccia con le sue domande, così affilate, come lame a incidere la coscienza civile, prima ancora che religiosa, di ognuno di noi. “Crediamo ancora che possiamo curare le ferite della Terra? Crediamo ancora che possiamo costruire un mondo diverso?” ci interroga, nella Laudato si’. Papa Francesco ci ha chiesto proprio questo: di credere nel cambiamento, non per ideologia, ma per amore. Ci ha spinto a non rassegnarci all’ingiustizia, a non cedere alla cultura dello scarto, a non avere paura della tenerezza. Come si traduce questo per le imprenditrici e gli imprenditori, le dirigenti e i dirigenti? In una vera e propria sfida. Papa Francesco ha sfidato chi fa impresa ad alzare lo sguardo, a immaginare un modello economico più equo, più solidale, più sostenibile. Ci ha chiamati ad essere artigiani del bene comune, testimoni di una fede viva che sa abitare il mondo del lavoro con coerenza, con speranza.

Il 3 maggio il Giubileo dei lavoratori

Il 3 maggio, nel Giubileo dei Lavoratori, da tutta Italia i soci di UCID si ritroveranno a Roma per attraversare, come comunità, la Porta Santa, imprenditori e collaboratori assieme.
Francesco ci ha lasciato un’eredità morale e spirituale che ci interpella, che ci responsabilizza. Tocca a noi portarla avanti, ciascuno nel proprio ruolo, con fiducia e senso di comunità.

Pubblicato il 22 aprile 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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