Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Il teologo Carmelo Dotolo a Piacenza il 13 gennaio

dotolo

Lunedì 13 gennaio alle 21 al Seminario vescovile di Piacenza in via Scalabrini 67 si tiene la seconda tappa del percorso “Talità Kum - Il risveglio degli adulti nella Chiesa” proposto dall’équipe diocesana adulti di Azione Cattolica. Interviene Carmelo Dotolo, teologo, docente alla Pontificia Università Urbaniana, sul tema “Dalla religione alla fede. Bellezza, attrattiva, gratuità: un linguaggio evangelico per parlare in profondità”. L’abbiamo intervistato.

Il mondo post cristiano

— Come si inquadrano religione e fede in un tempo post cristiano?

Oggi il cristianesimo non ci accomuna più per appartenenza generazionale. In una società plurale dal punto di vista culturale, etico e religioso, essere cristiani diventa una scelta, un percorso che rimette a tema l’identità cristiana in ordine ai significati che il cristianesimo stesso porta con sé. In questo contesto, parlare di religione e fede vuol dire parlare di due modalità di esperienza del- l’esistenza che possono essere distanti, ma anche abbastanza vicine.

Nel passato leggiamo l’idea che tra religione e fede ci possa essere una contrapposizione laddove la religione diventa un modo di vivere secondo una tradizione che non sembra incidere più di tanto sulla qualità dell’esistenza personale e collettiva. Dall’altra parte la fede sembra un’esperienza che rende qualitativa l’esperienza religiosa, un’opzione di vita tale che riformula la stessa esistenza, rimette in movimento le ragioni del credere e i motivi per i quali il credere diventa un esercizio molto più significativo.

Che cos’è la fede?

— Come comunicare agli adulti la presenza di Gesù e di una comunità alla sua sequela?

Nell’ottica cristiana la fede è una scommessa antropologica, credere significa diventare uomini e donne secondo il modello di Gesù di Nazaret, ed è questo processo di umanizzazione che dà alla fede la possibilità di diventare una scelta libera, gratuita e anche rischiosa. La fede è un rischio di libertà che produce una liberazione dai condizionamenti di tipo tecnologico, culturale, educativo ed esprime la possibilità di allargare lo spazio dell’esistenza, delle relazioni e degli affetti secondo il registro del dono che Gesù suggerisce.

Mettere al centro Gesù è mettere al centro quell’esperienza di fiducia che è una misura non di tornaconto. La fede diventa una scommessa di dono dell’esistenza, la gratuità e la capacità di inserire nelle scelte umane, politiche ed economiche uno sguardo umanizzante. In questo senso la responsabilità della comunità cristiana è quella di offrire uno spazio educativo a questo esercizio di fede gratuita che dona senso all’esistenza. La comunità diventa capace di dare vita a un modo di- verso di essere donne e uomini se diventa uno spazio significativo di condivisione di doni, o di quel dono che è il Vangelo di Gesù di Nazareth.

Il Vangelo e la storia

— Per raggiungere l’obiettivo di cosa si nutre la comunità?

Innanzitutto si nutre della capacità di mettere in relazione il messaggio di Gesù con una lettura dei segni dei tempi, delle domande che sperimentiamo tutti i giorni, sia come desiderio di un cambiamento sia come dichiarazione di un limite. L’ascolto della Parola e quindi anche l’esercizio di un’educazione alla conoscenza del testo biblico, a un’esperienza liturgica significativa, a una progettazione pastorale che esprime una nuova forma di essere donne e uomini, tutto questo abilita la comunità a essere un segno alternativo.

A me sembra che in questo tempo, se la comunità cristiana non vuole rimanere in una religiosità privatistica deve interloquire con il territorio e le sue attese. Mai come oggi, di fronte al tentativo di omogeneizzazione valoriale, politica, esistenziale, affettiva, deve diventare una sorta di funzione di un’umanità differente, spazio di un’esperienza di gratuità e di bellezza. Quando non diventiamo uno spazio di condivisione del Vangelo come luogo di umanizzazione rischiamo

di diventare una comunità di amministrazione delle cose sacre, di ridurre la religione a una sorta di equilibrio psico-fisico di un benessere personale legato a precetti e regole. La fede come esercizio di condivisione del Vangelo spinge a cose diverse.

La formazione è decisiva

— Quanto è importante la formazione?

È decisiva. Se l’esperienza della sequela di Gesù non viene elaborata culturalmente si rischia di impoverirne la qualità. Dicendo qualità non significa che ci debba essere una casta interna, ma s’intende una qualità che cerca di rispondere alle domande essenziali della vita. Quando il cristianesimo non riesce a rispondere a queste domande perde di senso. I processi formativi, anche quelli per adulti, sono sempre più necessari.

Laura Caffagnini

Pubblicato l'11 gennaio 2025

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. La Festa delle Genti: un festival di colori
  2. Morto il cardinale Amato. A Piacenza aveva presieduto la beatificazione di suor Leonella
  3. Il Te Deum in Cattedrale: Dio è luce
  4. Giubileo 2025.Il documentario Rai sul monastero di San Raimondo
  5. A Roncade il funerale della mamma di mons. Cevolotto
  6. Il Vescovo ai detenuti delle Novate: Gesù è speranza che apre nuovi orizzonti
  7. Il Natale cambia davvero il nostro modo di affrontare la vita quotidiana?
  8. Il Vescovo a Telelibertà: finché c'è dono, c'é speranza
  9. La pace non è un'utopia
  10. Il Vescovo alla Caritas: « Il Buon Natale dell’impossibile»
  11. Il Vescovo alla Sacra Famiglia: «Non sappiamo aspettare»
  12. Casa della Carità: 26 anni di amore e di servizio agli ultimi
  13. Il Vescovo ai giovani: il cuore ha bisogno di essere custodito
  14. Piacenza saluta la Casa della carità: «Possiamo gioire perché il Signore è con noi»
  15. Il Vescovo incontra lo Sport: impariamo ad affrontare le sconfitte
  16. L'ultimo saluto a Guidotti: un uomo di grande rettitudine
  17. Cpa 6: messa di chiusura in SS.Trinità. Il Vescovo: Siate servi dell’impossibile
  18. Il Vescovo all’Immacolata: «Fidarsi di Dio»
  19. Addio al sindaco Gianguido Guidotti
  20. Il Vescovo al mondo della scuola: mettere a disposizione sè stessi
  21. Gli studenti al Vescovo: «I prof ci ascoltino e siano più severi»
  22. Il Vescovo: custodire e valorizzare il patrimonio delle relazioni
  23. Il Vescovo: «Lavorare insieme per il bene della comunità»
  24. «Le famiglie immigrate devono far parte della sfida educativa»
  25. Il Vescovo: «Dio non è un Superman, ma è onnipotente nell’amore»
  26. Giornata del Ringraziamento. Mons. Ambrosio: «Una visione integrale completa»
  27. Ritessere fiducia: la preghiera diocesana per la tutela dei minori
  28. Suor Celina, da Cortemaggiore al Camerun
  29. Padre Capano: ognuno dovrebbe riformulare la propria fede
  30. Il Vescovo: «Non lasciatevi abbagliare»
  31. «Quel bambino non nato ha pregato per me»
  32. Dom Bernardo ai giovani: le vostre vite siano accelerate dallo Spirito
  33. "Cosa sta succedendo?”: le parole del Vescovo ai funerali di Aurora Tila
  34. La santità: un cammino nell’autenticità del Vangelo
  35. Il Vescovo: «dare un volto a ciò che riduciamo ad invisibile»
  36. Una Visita pastorale che ha scaldato il cuore
  37. El Señor de Los Milagros: segno di rinascita e ripartenza
  38. Padre Simplicio: andare, lasciare, seguire, annunciare…
  39. Il Vescovo agli operatori sanitari: la cura del vostro servizio ci riguarda
  40. Visita Pastorale. Il Vescovo: un’azione profetica per il nostro tempo

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente