L'Antonino d'oro 2025 ai Missionari vincenziani
I Canonici del Capitolo della Basilica di Sant’Antonino martire hanno assegnato il premio “Antonino d’oro 2025” alla Congregazione dei Missionari Vincenziani del Collegio Alberoni di Piacenza.
Le origini nel 1625
La Congregazione della Missione nasce il 17 aprile 1625, per volontà di San Vincenzo de’ Paoli, nella Francia del dopo Concilio di Trento. In quel periodo, la Chiesa ha cercato di affrontare la crisi causata dallo strappo con il mondo protestante puntando sulla formazione del clero e sull’amore ai più poveri. L’opera di San Vincenzo si inserisce in questo desiderio di rispondere alle necessità spirituali ma anche materiali dei più poveri. Coinvolgendo religiosi, religiose e laici, nel tempo ha accolto in sé forme diverse: dalle missioni di evangelizzazione al popolo alla formazione dei sacerdoti per giungere all’impegno caritativo grazie alle “Dame di carità” - oggi Volontariato Vincenziano -, al servizio dei poveri a tempo pieno con le Figlie della Carità. San Vincenzo è stato un uomo moderno perché ha collaborato alla pari con Santa Luisa di Marillac, vedendo nella figura femminile un sostegno indispensabile per la costruzione di una Chiesa fedele a Colui che l’ha fondata.
Riformare la Chiesa di Francia, riportare i sacerdoti agli impegni pastorali e fare qualcosa per la popolazione più svantaggiata furono gli obiettivi della Congregazione della Missione. All’inizio del 1600 molti preti non conoscevano nemmeno le formule di assoluzione, San Vincenzo le scriveva perché i sacerdoti potessero leggerle. C’era una noncuranza dei doveri pastorali e lo stato clericale era diventato un mestiere per vivere. Nell’ambito della riforma del clero francese in cui fu impegnato San Vincenzo, tre anni dopo la fondazione canonica della Congregazione si decise di rivolgere la predicazione ai preti stessi per formarli alla cura delle anime. Nasce così l’idea di ritiri ad hoc, che si evolve nell’esperienza dei seminari, il primo nel 1636. Nel 1625 nascono i sacerdoti missionari per la missione. Infine, nel 1633, le Figlie della carità come forma stabile di consacrazione per il servizio ai poveri.
A Piacenza la Congregazione della Missione arriva per volontà del Cardinale Giulio Alberoni. I primi seminaristi entrano al Collegio Alberoni nel 1751. Quello piacentino è l’unico Seminario guidato dai Vincenziani in Italia. Oggi il Collegio Alberoni ospita seminaristi provenienti da tutto il mondo.
La motivazione
Il conferimento del premio vuole essere un segno di stima e di gratitudine nei confronti della Congregazione della Missione che da oltre duecentosettant’anni, con passione e fedeltà, svolge un prezioso servizio a favore della Chiesa di Piacenza-Bobbio, in particolare accompagnando il cammino di crescita umana, spirituale, intellettuale e pastorale dei candidati al presbiterato della nostra Chiesa diocesana e di altre Chiese “sorelle” sparse nel mondo. In questi ultimi venti anni sono passati in Collegio Alberoni seminaristi di tante parti del mondo: dall’Europa dell’Est al Libano, dall’Africa all’America Latina, oltre a quelli provenienti da diverse diocesi italiane.
Grazie alla presenza dei Padri Vincenziani, il Collegio Alberoni è una realtà aperta sia verso la diocesi di Piacenza-Bobbio, sia verso la società civile per un continuo interscambio umano e culturale. Non possiamo dimenticare che questa illustre e importante istituzione della nostra città, ufficialmente aperta dal Cardinale Giulio Alberoni nel 1751, fu affidata ai Padri Vincenziani per formare sacerdoti della diocesi di Piacenza che non avevano mezzi necessari per sostenere gli studi. Ancora oggi tale intento è rispettato grazie alla gestione dei beni di proprietà da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Alberoni della quale, da dodici anni, è presidente il dott. Giorgio Braghieri. Il Collegio custodisce opere culturali, scientifiche e artistiche che lo hanno reso famoso nei vari campi della cultura, oltre che nel mondo religioso ed ecclesiale. Ne sono una prova i tanti strumenti scientifici, come pure la ricca documentazione bibliografica con testi antichi e moderni, che hanno fatto diventare il Collegio oggetto di visita e di attenzione sia per motivi artistici che scientifici intellettuali.
La presenza dei Vincenziani nella nostra diocesi
La presenza dei Padri Vincenziani la riteniamo un dono prezioso per la vita della nostra Chiesa e per la citta di Piacenza. La nostra speranza è che, grazie anche alla loro testimonianza e di tutta la grande famiglia di San Vincenzo, ciascuno di noi possa sentirsi chiamato a partecipare alla costruzione di un modo migliore ascoltando il grido lacerante di tanti giovani, adulti e anziani senza voce, senza futuro e senza speranza. Siamo certi che il metterci a servizio dei più poveri ispirerà in ogni tempo ed in ogni circostanza il nostro modo di sentire, di vedere, di giudicare e agire. In fondo, con San Vincenzo, possiamo scoprire che tutti siamo poveri e bisognosi di aiuto per ritrovare il senso della vita.
L’auspicio è che possiamo fare tesoro dell’esortazione che San Vincenzo de’ Paoli rivolse ai primi membri della Congregazione: "Coraggio dunque, fratelli, dedichiamoci con rinnovato amore al servizio dei poveri, cerchiamo anzi i più miserabili e più abbandonati. Riconosciamo dinanzi a Dio che sono essi i nostri signori e padroni, e che non siamo degni di prestare loro i nostri umili servizi”.
La spiritualità di San Vincenzo de’ Paoli aiuti la nostra Chiesa diocesana e l’intera comunità civile a ritrovare la bellezza e la profondità di questo “sguardo” che sa riconoscere nei “piccoli e nei poveri” i nostri “signori e padroni” ai quali non siamo degni di prestare i nostri servizi. La qualità delle nostre relazioni umane ne riceverà sicuramente un impulso positivo, arginando il pericolo di essere inquinata da varie forme di chiusura e di discriminazione, purtroppo mai del tutto debellate.
Per tali motivi il Capitolo dei Canonici ha valutato opportuno conferire tale onorificenza ai Padri Vincenziani presenti nella diocesi di Piacenza-Bobbio in occasione del 400 anniversario di fondazione della loro Congregazione. Un grazie particolare è rivolto a padre Giuseppe Perini, che da oltre quarant’anni svolge con fedeltà e sapienza evangelica il servizio di penitenziere della Basilica di sant’Antonino.
La cerimonia di consegna il 4 luglio
Il premio “Antonino d’oro”, giunto alla 40ª edizione, viene annualmente sponsorizzato e patrocinato dalla Famiglia Piasinteina. Verrà consegnato personalmente dal vescovo Adriano Cevolotto al Superiore del Collegio Alberoni padre Nicola Albanesi, venerdì 4 luglio nella Basilica Sant’Antonino a conclusione della solenne celebrazione eucaristica delle ore 11.00.
Per il Capitolo
dei Canonici di sant’Antonino
il Presidente
don Giuseppe Basini
Nella foto, la comunità dei Padri vincenziani con i seminaristi del Collegio Albaroni e il vescovo Cevolotto.
Pubblicato il 18 giugno 2025
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