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Anche mons. Cevolotto all’incontro dei Vescovi italiani con il Papa

vescovo cevolotto dal papa

“«Siate audaci»: è questo l’invito che ci ha trasmesso Leone XIV. Non difenderci dalle provocazioni dello Spirito, non abituarci a situazioni radicate ma saper affrontare la vita con il coraggio profetico di chi innova senza strappi e apre nuovi scenari”. Così il vescovo di Piacenza-Bobbio mons. Adriano Cevolotto sintetizza l’incontro di martedì 17 giugno tra il Pontefice e i Vescovi italiani nella Loggia delle udienze in Vaticano (nella foto sopra, mons. Cevolotto durante il momento del saluto ai singoli Vescovi da parte di Leone XIV).

Un nuovo slancio nell’annuncio
“Oggi - è questo per mons. Cevolotto l’appello del Papa - serve un nuovo slancio nell’annuncio del Vangelo e nella trasmissione della fede. La Chiesa può essere nel contesto attuale una scuola di riconciliazione, un laboratorio per superare i conflitti”.
“Nelle parole del Papa - prosegue il Vescovo - mi ha colpito l’attenzione alla difesa della dignità della persona umana; quest’ultima non è un sistema di algoritmi, ma relazione e mistero. Ci ha incoraggiato a ricercare sempre in uno stile di dialogo l’unità nello Spirito che caratterizza il Cammino sinodale e a guardare al domani con serenità e fiducia. Nessuno potrà impedirci di stare in mezzo alla gente per portare il Vangelo”.

Far scoprire la gioia del Vangelo
“Porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo”. È questa la prima consegna affidata da papa Leone alla Chiesa italiana: “portare Cristo «nelle vene» dell’umanità, con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio”.

Artigiani di pace nel quotidiano
La seconda consegna è diventare artigiani della pace “nei luoghi della vita quotidiana”: “Penso alle parrocchie, ai quartieri, alle aree interne del Paese, alle periferie urbane ed esistenziali. Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione”.
Leone XIV ha auspicato che “ogni diocesi possa promuovere percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro”.

La questione antropologica
Fra gli altri aspetti affrontati dal Pontefice, c’è la questione antropologica: L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media - ha detto - stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita”. “In questo scenario - ha aggiunto -, la dignità dell’umano rischia di venire appiattita o dimenticata, sostituita da funzioni, automatismi, simulazioni”. “Ma la persona - sono sempre le sue parole - non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero”.

Dove c’è ascolto, c’è comunione
Da ultimo, l’invito a “coltivare la cultura del dialogo”. “È bello che tutte le realtà ecclesiali - parrocchie, associazioni e movimenti - siano spazi di ascolto intergenerazionale, di confronto con mondi diversi, di cura delle parole e delle relazioni. Perché solo dove c’è ascolto può nascere comunione, e solo dove c’è comunione - ha puntualizzato il Papa - la verità diventa credibile”. “Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose!”.

Pubblicato il 18 giugno 2025

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