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«Facciamo parlare l’arte, ci porta a Dio». A Piacenza convegno sui Parchi culturali ecclesiali


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Provengono da tutti Italia i referenti dei parchi culturali ecclesiali esistenti e in cantiere nelle diocesi del Paese. Sono arrivati al Centro pastorale Bellotta di Valconasso di Pontenure da Cefalù, Acireale, Ragusa, Agrigento, Caltagirone, Noto, Amalfi, Spoleto-Norcia, Firenze e Ferrara per una tre giorni che li vedrà pellegrini a Piacenza, Castell’Arquato e Bobbio.

I contenuti del convegno
L’iniziativa, promossa dall’Ufficio per il turismo Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, ha visto il saluto iniziale del vescovo mons. Adriano Cevolotto e di don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio insieme al suo collaboratore don Marco Fagotti. L’intervento di apertura è stato tenuto sul tema “Valorizzazione dei beni culturali nel territorio” da don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio nazionale CEI per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto.
A questo convegno - ha detto mons. Cevolotto - siamo espressione di tante Italie, ed è una ricchezza che ci permette di confrontare le nostre esperienze. Anche Piacenza avrà tra poche settimane il suo Parco ecclesiale culturale, a cui ha lavorato attivamente la diocesi insieme all’Università Cattolica.

La via della bellezza
Nel suo intervento don Franceschini ha preso spunto dall’omelia del 16 febbraio scorso di papa Francesco alla messa del Giubileo degli artisti. Il testo, letto nella basilica di San Pietro dal cardinale osé Tolentino de Mendonça, era incentrato sul rapporto tra arte e bellezza.
Nel contesto attuale, segnato da tristezza, solitudine e smarrimento, la via della bellezza - sintetizziamo le parole del Pontefice - ci fa andare oltre le difficoltà della realtà quotidiana, ci spinge verso Dio. Il lavoro degli artisti completa la bellezza della creazione e rivela l’amore di Dio che è all’origine di tutto. Questa esperienza trasmette gioia ed è l’antidoto alla tristezza.

Anche l’arte crea la pace
La bellezza - ha aggiunto don Franceschini - è uno strumento di evangelizzazione, non per indottrinare i turisti durante la visita a una chiesa. La bellezza e l’arte sono, invece, un vero e proprio strumento a disposizione dell’evangelizzatore.
L’arte, infatti, ha una sua missione, serve - nella visione del Papa - a unire i popoli e a far tacere ogni grido di guerra. A questo proposito c’è anche anchre un’arte che racconta il grido della sofferenza degli uomini. L’arte ha una vocazione unica: può trasformare il dolore in speranza. L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito nella concretezza della vita delle persone.

L’operazione di catalogazione dei beni culturali
Di cosa si occupa l’Ufficio dei beni culturali ecclesiastici? - si è chiesto don Franceschini. Per beni cultuali intendiamo sia i beni materiali (gli oggetti, le strutture…) sia i beni immateriali (le tradizioni, le processioni, i canti popolari…). Gli Uffici sono nati e cresciuti dopo il Concordato del 1984 e la firma della legge che istituito il sistema dell’8 per mille l’anno successivo.
In primo luogo, in quegli anni, è stata avviata, d’intesa con le Sovrintendenze e il Ministero dei beni culturali, la catalogazione dei beni per conoscere il patrimonio: dai calici agli ostensori, dagli altari agli affreschi. È un lavoro tuttora in corso che ha portato a catalogare in tutta Italia oltre 14 milioni e mezzo di beni, di cui oltre 4 milioni di opere artistiche e oltre 10 milioni di libri. Il passo successivo è stata la catalogazione delle chiese (67mila e 800 in tutta Italia), ora siamo alla catalogazione delle campane.

Dimmi che libri leggi e ti dirò chi sei
Gli archivi delle diocesi sono in tutto 1412 ed hanno un’importanza unica dal punto di vista storico se si considera che l’anagrafe italiana è nata nel 1860. Molti dati del passato sono contenuti negli archivi ecclesiastici. Le biblioteche legate alle diocesi sono a loro volta sono 668 e i musei 330.
Conoscere quali libri c’erano nella biblioteca di un determinato personaggio, ci aiuta a capire fino in fondo chi era e la sua personalità. Pensiamo - ha esemplificato don Franceschini - al fatto che il Papa del tempo di Galileo, Urbano VIII, in ragione della vastità della sua biblioteca, era un uomo interessato alla scienza; non leggeva solo testi di teologia.

Che cosa faremo di tanti edifici ecclesiastici?
Un altro problema che dobbiamo porci - ha proseguito don Franceschini - è la futura destinazione di tanti edifici, con milioni di metri quadrati in tutta Italia, di cui la Chiesa non sa più che utilizzo fare. C’è un grande lavoro che ci attende per non cedere a speculazioni edilizie, ma per far sì che le nuove prospettive di queste strutture siano frutto di un pensiero della comunità sul territorio.

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Dalla catalogazione ai percorsi artistici
Oggi il portale dei beni culturali della Chiesa cattolica in Italia, Beweb, con i dati che contiene, vuole aiutare a passare dalla conoscenza dei beni a creare dei percorsi culturali perché la ricchezza artistica della Chiesa torni a parlare. Sono nati quindi percorsi legati alle chiese, alle vite dei santi, le visite virtuali con foto ad alta definizione, e tante alter proposte. Da anni gli Uffici organizzano sul territorio iniziative culturali di vario genere per avvicinare le persone, ed anche le nuove generazioni, ai beni artistici.

Sempre in un’ottica di collaborazione
L’ottica da portare avanti è quella della collaborazione. Ne è un esempio la riorganizzazione delle Prefetture della diocesi di Roma voluta da papa Francesco. In precedenza, una Prefettura coincideva con il centro della capitale, mentre le alter Prefetture abbracciavano vari settori della vasta periferia. Lui ha voluto suddividere la città in spicchi, in modo che ogni Prefettura avesse al proprio interno una parte di centro e una parte di periferia. Così facendo, in ogni nuova Prefettura, periferia e centro della città sono divenute ricchezza l’uno per l’altro creando un dialogo costruttivo tra loro. Allo stesso modo anche agli Uffici dei beni culturali ecclesiastici è chiesto di lavorare in un’ottica di collaborazione dentro la Chiesa e con le istituzioni del territorio. Anche il percorso che prepara la nascita di un Parco culturale ecclesiale richiede diverse competenze e quindi un lavoro d’insieme.

D. M.

Nelle foto, i relatori al convegno: da sinistra, don Marco Fagotti, don Michele Gianola, il vescovo mons. Adriano Cevolotto e don Luca Franceschini e i partecipanti.

Pubblicato il 5 maggio 2025

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