Giovanni ed Elia, a Roma per il nuovo Papa
Lezione all’università dalle 8.30 alle 10. E alle 10.05 erano già in macchina a macinare i cinquecento chilometri che separano Piacenza da Roma, per non perdere «un momento importantissimo per la Chiesa». Sarà l’incoscienza dell’età (insieme fanno poco più di 40 anni). Sarà l’entusiasmo della fede giovane che, come diceva Papa Francesco, deve far scendere dal divano. «Un'avventura eroica», l'hanno ribattezzata Giovanni Magnaschi ed Elia Lombardo (nella foto sopra), 23 e 20 anni, amici della parrocchia piacentina di San Vittore nonché compagni di studi alla Facoltà di Scienze dell’educazione e della formazione nella sede di Piacenza dell'Università Cattolica. Alle 16 hanno guadagnato la loro posizione in piazza San Pietro, sotto il sole, tra i pellegrini in attesa della fumata che – sperano – annuncerà l’elezione del nuovo Pontefice.
In università fino alle 10, poi in macchina diretti a Roma
«Mesi fa ci siamo detti, quasi per scherzo, che sarebbe stato fantastico un giorno partecipare insieme a un evento storico, di portata mondiale, di quelli che si ricordano per sempre». La Gmg l'avevano già vissuta entrambi, a Lisbona, Giovanni con la diocesi ed Elia con il gruppo del Seminario minore di Arenzano dove ha studiato. Ci vuole qualcosa di ancor più eclatante. «Il Conclave», buttano lì, più come battuta che altro, pensando a un evento lontano nel tempo. Di certo, non lo immaginavano nel breve periodo. Invece la morte improvvisa di Francesco, una settimana prima del Giubileo degli Adolescenti – a cui partecipa anche Giovanni con i colleghi educatori e i ragazzi della sua parrocchia, insieme al gruppo della diocesi di Piacenza-Bobbio – rimette in gioco il progetto. «Stamattina avevamo però una lezione che proprio non potevamo perdere, per cui siamo andati in università e siamo partiti subito dopo, con giusto una pausa per il pranzo». Stanotte saranno ospiti della parrocchia di Sant’Ambrogio nella capitale. «Abbiamo fatto almeno trenta telefonate ieri per trovare dove dormire, ma non abbiamo trovato un posto libero. Eravamo disposti anche a sistemerci in piazza col nostro materassino, ma grazie ad un’amica di Elia abbiamo avuto il contatto con questa parrocchia che ci accoglierà per la notte». Non nacondono di essere «gasatissimi». In piazza «si respira già un'aria importante, da fiato sospeso, si vedono un sacco di bandiere di altri Paesi e tante persone da tutto il mondo, una quantità impressionante di telecamere».
Che dire? Ci risentiamo per la fumata. Sperando che sia bianca.
Barbara Sartori
Pubblicato l'8 maggio 2025.