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L'uomo rinasce da uno sguardo d'amore

La Lectio di Madre Corradini ha introdotto il tema della Grande Festa della Famiglia 2019 

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Sempre la chiesa di San Raimondo ha ospitato, ieri sera, il secondo appuntamento dell’undicesima edizione della Grande Festa della Famiglia, che - come ricordato dal vicario generale mons. Luigi Chiesa nell’introduzione - “risponde all’iniziativa importante della nostra comunità diocesana di creare comunità vive che, come la famiglia o il monastero, siano segno e seme di fecondità in cui cresce la vita, permettendo a Gesù di essere presente e operante”.
Dopo le parole brucianti di padre Maurizio Botta che ricordava che senza Cristo la vita è veramente una miseria, a condurre la riflessione è stata l’abbadessa del monastero benedettino madre Maria Emmanuel Corradini a partire dalle parole del salmo 8: “Che cos’è l’uomo, perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”.
Com’è possibile, si chiede Davide nel salmo, che Dio faccia tutto questo per l’uomo che l’ha umiliato così, appendendolo ad una croce? Domanda che forse - azzarda Madre Emmanuel - anche satana sotto la croce si è rivolto, arrovellandosi per capire la ragione per cui Gesù si sia lasciato sbeffeggiare e flagellare senza sottrarsi. Dio avrebbe potuto evitarlo ma non l’ha fatto. Satana - continua - “ non conoscerà mai risposta al suo interrogarsi, perché non conosce l’amore. Noi invece sì, sappiamo di essere oggetto dell’amore di Dio, peccatori perdonati e salvati”.
Eppure noi uomini viviamo un duplice stato d’animo: da una parte abbiamo un cuore che si vuole fidare e consegnare, ma dall’altro il nostro “io” dubbioso continuamente ambisce a controllare se stesso e la vita. “Perché non sappiamo riconciliarci con la nostra debolezza come luogo privilegiato d’incontro con Dio?”, ci interroga la badessa.

Il messaggio della Lectio di ieri – che ha introdotto il tema della ricerca del senso al centro della Grande Festa della Famiglia di quest’anno – è chiaro: noi siamo desiderati, amati e salvati attraverso l’amore e non attraverso la condanna; Dio ci mette nella verità senza puntare il dito contro di noi. “Il Signore ci cambia attraverso uno sguardo d’amore senza romperci”, ricorda Madre Corradini, mentre “noi per cambiare le cose spesso le distruggiamo”. È lo sguardo della misericordia che trasforma chi lo sente in uomo nuovo, come fu per i santi e i martiri. Uomo quindi - termina la Madre – “è chi sa piangere e disperarsi, chi mostra la propria fragilità, chi canta inni al Signore e sa chiedere aiuto perché un uomo ha bisogno di qualcuno che lo guardi, lo ami e lo chiami per nome”. Vince la carità sulla prepotenza, vince l’amore sul giudizio e sulla condanna, perché l’uomo rivela la misericordia di Dio in quello sguardo di perdono che ci trasforma da oggetto in soggetto. Per ciascuno di noi c’è speranza di rinascere nel cuore.

Gaia Leonardi

Pubblicato il 20 settembre 2019.

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