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Frassati, Moro, Bachelet, Dossetti e Carretto: cinque «profeti» che fecero una scelta di fede

Marco Vino

Cinque “profeti” accomunati da una profonda scelta di fede, tutti lontani dalla posizione più “comoda”, che hanno trattato le cose terrene senza mai perdere la guida di Dio. È la sintesi delle riflessioni scaturite sulle figure di Pier Giorgio Frassati, Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Giuseppe Dossetti e Carlo Carretto in occasione dell’incontro “Persone e politica. La scelta religiosa” promosso dalla commissione sociopolitica dell’Azione cattolica della diocesi di Piacenza-Bobbio, che si è tenuto nella serata di mercoledì 26 novembre nell’Aula magna del Seminario vescovile di via Scalabrini. È stato il primo incontro di un ciclo di tre: gli altri due si svolgeranno il 19 febbraio e il 9 maggio.

Qual è la vera politica?

Le cinque persone sono state presentate da Andrea Cantù, Sandro Spezia, Mattia Bossi e Chiara Conti (per Dossetti è stata proiettata la presentazione dello storico Alberto Melloni, dal canale YouTube di Treccani) prima di dare spazio al dibattito. “Entriamo a contatto con persone che hanno illuminato la strada politica, storica e associativa – ha aperto Marco Vino, presidente dell’Azione cattolica diocesana – e con la loro azione hanno saputo essere degli esempi, figure che ancora oggi andrebbero tenute presenti. La domanda che dovremmo porci è: qual è la vera politica? Queste persone, col loro modo di vivere la società, anche attraverso la loro attività politica, ci potrebbero aiutare”.

Andrea Cantu

Nelle foto: dall'alto, Marco Vino e Andrea Cantù.

Cinque “profili”

San Pier Giorgio Frassati, morto a 24 anni, era figlio di Alfredo, direttore del quotidiano La Stampa. Solo al suo funerale, al quale partecipano numerose persone povere che erano state aiutate da lui, la famiglia si accorge della grandezza di tutto ciò che aveva fatto. Di Aldo Moro è stato ricordato il suo impegno per la stesura del Codice di Camaldoli nel 1945 e della Costituzione italiana l’anno successivo. “Un uomo di fede che non sfruttò il suo essere cattolico per un tornaconto politico”, ha ricordato Spezia. A Vittorio Bachelet, che per tanti aspetti somigliava a Moro (professore universitario, l’impegno nella Fuci e l’assassinio per mano delle Brigate Rosse), è stato intitolato un istituto che organizza convegni, seminari e sussidi e premia tesi di laurea in ambito sociale. Don Giuseppe Dossetti, padre costituente ed esponente di rilievo della Democrazia cristiana, è stato descritto da Melloni come un “riformatore cattolico italiano, che considerava la consacrazione il modo per vivere più in profondità il battesimo”. Carlo Carretto e la sua “scelta religiosa”: ispirato dalla figura di Charles de Foucauld, entrò nella congregazione dei Piccoli Fratelli del Vangelo. In attrito con Luigi Gedda, all’epoca presidente di AC, si trasferì per dieci anni nel deserto del Sahara per isolarsi, evadere dal caos, costruire un rapporto personale con Dio.

Spiritualità e riservatezza

Secondo Elena Camminati “queste cinque figure molto diverse sono unite da un legame profondo con il Signore nelle rispettive vite: a un certo punto della loro vita, la scelta di fede ha dettato tutto il resto, in particolare il loro impegno politico-sociale. Non sono state scelte casuali o dettate da desideri di affermazione personale, quanto da una profonda spiritualità vissuta nella riservatezza. Bachelet (che fu presidente dell’Azione cattolica dal 1964 al 1973, nda) portò l’associazione da 3 milioni di tessere a 800mila: fu una scelta liberante, verso l’essenziale e l’autenticità. Sono stati cinque profeti”. Enrico Corti ha sottolineato che “in queste persone l’aspetto laico e quello religioso erano inscindibili, è quello che abbiamo imparato anche noi (di Azione cattolica, nda): la nostra identità è vivere la nostra fede nel nostro impegno quotidiano e lavorativo. L’Azione cattolica deve rimanere giovane, non può restare ancorata al passato: bisogna essere protagonisti, farsi sentire, portare la propria cultura. Fare politica significa portare avanti un’identità macinata nella testa, uscendo dai cliché”.

Uscire dalla soluzione più “comoda”

Sandro Spezia ha sostenuto che i cattolici devono riprendere in mano i problemi sociali. “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha evidenziato quanto sia assurdo che un manager guadagni cento volte più di un operaio, quando l’ha detto però i cattolici parlavano di altro. Bisogna ricominciare a parlare di questi temi per raccogliere il «seme buono»”. Tutte le cinque figure protagoniste del dibattito, per Spezia, “volevano strappare la politica e la Chiesa dalla situazione più comoda”. “Frassati si scontrò coi giornali diocesani che appoggiavano il fascismo, la scelta più comoda. Moro, con la svolta socialista, tentò di portare via la politica dalle posizioni conservatrici. Bachelet strappò l’Azione cattolica da una posizione di collateralismo. Dossetti visse il concilio Vaticano II con un’attenzione ai più poveri. Infine, Carretto si scontrò con Gedda (che guidava l’AC, nda) e se ne andò. E quando si parlò del valore della presenza, lui difese la scelta religiosa”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 28 novembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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