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San Giuseppe Operaio, 50 anni di storia parrocchiale

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“Siamo qui nel rispetto e nella riconoscenza verso tutto quello che c’è stato e chi e ciò c’è oggi, con la coscienza che io e don Michel siamo solo gli ultimi arrivati”. Con queste parole don Federico Tagliaferri, insieme a don Michel Kanyinda, ha introdotto la celebrazione, il 24 ottobre, nella chiesa di San Giuseppe Operaio, per il 50° anniversario di fondazione della parrocchia.

Una storia di coraggio

“«Grandi cose ha fatto il Signore per noi» in questi 50 anni di storia parrocchiale” - ha aggiunto don Federico ringraziando il vescovo mons. Adriano Cevolotto che ha presieduto la liturgia.
“È stata una storia di coraggio - ha sottolineato don Tagliaferri - che ha portato a percorrere tante strade anche quelle che sembravano impossibili. È la storia di un popolo che, animato da entusiasmo, ha imbastito relazioni ed iniziative nel tessuto del quartiere. Una storia anche di difficoltà che ci hanno fatto confidare maggiormente nella preghiera”.
Molte generazioni di giovani sono cresciute in questi ambienti parrocchiali che, ora rinnovati, sono un centro di aggregazione fondamentale nel territorio cittadino.

Lasciarsi inquietare dagli appelli

“Dobbiamo essere comunità che si lascia inquietare dagli appelli da riconoscere insieme, impegnati nel cammino sinodale appena iniziato” - ha affermato mons. Cevolotto durante l’omelia, sottolineando come la celebrazione dell’anniversario invita a fare memoria della fedeltà di Dio ed esprime gratitudine a chi ha speso energie e idee.
“Siamo come navi sulle spalle di giganti”, è l’aforisma di un filosofo del XII secolo rilanciato da mons. Cevolotto per far comprendere come la realtà odierna è resa possibile da giganti, cioè i testimoni della fede e i costruttori della comunità, sulle cui spalle è stato portato tanto peso.

Ascoltare la voce dei poveri

Nella liturgia, l’episodio del Vangelo con il cieco Bartimeo, che viene rimproverato affinché tacesse, è stato l’input della riflessione del Vescovo sul rischio, nelle parrocchie, di allontanare e rimproverare coloro che gridano aiuto. “Si pensa che rovinino l’equilibrio che ci siamo creati - sintetizziamo il pensiero del Presule -. Siamo spesso sordi nei confronti di chi, in apparenza, ci disturba. Arriviamo a dire: sono provocatori, non sono dei nostri... Cosa ci possiamo fare, non possiamo risolvere i problemi di tutti…”.
Cristo  - secondo il Vescovo - allarga le sue braccia, accoglie il cieco e ci aiuta a  dare una risposta al grido del povero. Un’autentica comunità cristiana deve lasciarsi interpellare dai bisogni dei più deboli e fragili.
Si è così festeggiato in modo solenne, con la rflessione di mons. Cevolotto, il 50° anniversario della parrocchia di San Giuseppe Operaio, fondata nell’ottobre 1971 dall’allora 41enne mons. Giancarlo Conte, spinto nell’impresa dal Vescovo Enrico Manfredini. Mons. Conte, morto a fine aprile, è stato un punto di riferimento per tutto il quartiere.

Riccardo Tonna

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Nelle foto, momenti della celebrazione in chiesa in occasione dei 50 anni di fondazione della parrocchia di San Giuseppe Operaio.

Ascolta l'audio

Pubblicato il 24 ottobre 2021

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