Don Eliseo e gli Eremi della diocesi
I maestri del dopo-Concilio se ne vanno, ed è perdita grande, perché noi siamo fatti anche di occhi che incontrano i volti, di mani che consolano. Ma penso che niente, nemmeno la morte, può strapparci ciò che il loro incontro ha scritto dentro di noi. E don Eliseo “ha scritto” parecchio sulle righe della nostra Chiesa, e di tanti: laici e consacrati, giovani e adulti, studenti e formatori, uomini e donne. Non possiamo dimenticare il suo ministero a servizio del mondo femminile: da “Comunità Servizio” - da lui istituita - alle Consacrate della Regalità; come per la Comunità Rosa Mistica o per l’”Ordo Viduarum”.
Nulla può strappare ciò che don Eliseo ci lascia di conosciuto, e pure di realtà che forse sono poco note. Una di esse mostra, a mio parere, la solidità dell’edificio che è stata la sua vita.
Accenno alla promozione dell’Eremo, o meglio, di due eremi: quello di Veano, e quello che ha collaborato ad avviare con la Comunità Rosa Mistica di Torrazzetta. Ho avuto la fortuna di incontrare - da più di trent’anni - tutte e due queste realtà. Mi aveva colpito, fin da allora, questa proposta inusuale, destinata non solo a persone selezionate, ma a tutti, soprattutto laici.
L’Eremo e una «vita contemplativa nell’azione»
L’eremo, scrive lui stesso nel “Contributo per la spiritualità dell’eremo” (Torrazzetta, 1988) è sì «luogo della “separatezza” che risponde al desiderio di rimanere presso Dio…», ma «non per allontanarsi dagli uomini; […] piuttosto per aiutare a capire la presenza di Dio nel mondo». Il tema della presenza, non clamorosa, ma significativa, fu un pilastro della vita di don Eliseo. E tale fondamento l’ha sostenuto nello scommettere su qualcosa di inedito: l’eremo per tutti. Un’offerta la più ampia possibile - per singoli e piccoli gruppi - per una «vita contemplativa nell’azione», convinto com’era che la vita del discepolo sia contempl-azione. Un’occasione per familiarizzare con l’invisibile nella realtà quotidiana (il ‘don’ aveva cara la frase di St. Exupery “l’essenziale è invisibile agli occhi”!) e per «riscoprire la gratuità dell’amore di Dio che induce a una risposta di amore assoluto da parte nostra». La gratuità, “caratteristica dell’Amore di Dio”: un Altro pilastro che ha sorretto questa e altre scelte, spesso sconosciute, di don Segalini.
Gli scritti di don Luisito Bianchi
A tal proposito fu lui a indicarmi la lettura degli scritti di don Luisito Bianchi, il sacerdote che aveva fatto della Gratuità la bandiera della sua vita sacerdotale. Quando in queste ore penso a don Eliseo e lo vedo là, nel grande Eremo, con tanti amici, tra cui don Luisito, si accende la lampada della "gratuità", fatta splendere con la vita prima che con le parole. Gli eremi promossi da don Eliseo, umili e semplici, («per vivere l’essenzialità e la povertà») ancora oggi testimoniano che "gratuitamente abbiamo ricevuto; gratuitamente diamo".
Don Mauro Stabellini
Pubblicato il 30 aprile 2021