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Notizie Varie

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Festa del 25 aprile. La Resistenza non finisce mai

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Festeggiato anche a Piacenza il 25 aprile; è stata una manifestazione molto partecipata, prima il corteo partito da barriera Genova, poi in piazza Cavalli, diverse centinaia di persone hanno celebrato e condiviso la Festa della Liberazione.
E'stato anche il primo 25 Aprile del sindaco di Piacenza  Katia Tarasconi: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale - ha esordito il Primo Cittadino- stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza”. Sentivo di non poterlo iniziare in altro modo, il mio primo intervento da sindaca per il 25 aprile, in questo giorno di primavera che segna il 78° anniversario della Liberazione: con la citazione di un presidente partigiano, Sandro Pertini. E con l’omaggio alla Costituzione italiana, democratica e antifascista, cardine e fondamento della nostra Repubblica. “Spetta ancora a noi – ammonì infatti Pertini – fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso, la Resistenza continua”.

La Resistenza continua

Sì, la Resistenza continua. Ed è nella nostra presenza in questa piazza - ha continuato la Tarasconi, nei fiori con cui tanti concittadini hanno risposto all’appello della sezione Anpi intitolata a Medina Barbattini e adornato le vie che portano, tra gli altri, il nome di Luigi Rigolli e Renato Gatti, di don Giuseppe Beotti e di Emilio Canzi, di Maria Macellari e di Angelo Chiozza, di Luigia Repetti e di Giuseppe Berti, di Luigi Marzioli e di Lino Vescovi, di Gaetano Lupi e di Giannino Bosi, di Antonino Di Giovanni e di Francesco Daveri, cui pochi giorni fa la nostra comunità ha reso un commosso tributo scoprendo, al civico 83 di via Garibaldi, la pietra d’inciampo a lui dedicata.
La Resistenza è incisa nella Medaglia d’oro al Valor Militare che a Piacenza venne conferita per il sacrificio di tanti suoi figli nel complesso e doloroso cammino verso la Liberazione. E’ nella necessità e nell’urgenza di non restare inerti di fronte a inaccettabili revisionismi, nel ribadire che il 25 aprile è la festa di un’intera Nazione, oggi unita nell’onorare la memoria delle donne e degli uomini che, ribellandosi alla violenza e alle aberrazioni del nazifascismo, hanno dato la loro vita per la libertà del Paese. Per la nostra libertà.
Chiunque riconosca il significato di questo dono immenso sa che in esso affondano le proprie radici la nostra Costituzione e il nostro ordinamento democratico. Lo riaffermiamo oggi, con il pensiero rivolto non solo agli insegnamenti della storia, ma alla drammatica attualità che purtroppo assumono, in un tempo così profondamente segnato da conflitti e bellicismo.

Persone di ogni estrazione sociale hanno lottato per la libertà

Fu per la democrazia e per il sogno di un Paese nuovo, ha detto il Sindaco, che decine di migliaia di persone di diversa estrazione sociale e convinzioni politiche, civili e militari, lottarono insieme. Fu per un cambiamento epocale, che il 2 giugno 1946 avrebbe condotto al voto per la Repubblica, che diedero la vita gli oltre 40 mila partigiani e soldati uccisi in battaglia – o perché finiti nelle mani del nemico – dopo l’8 settembre ’43, mentre oltre 21mila, mutilati o invalidi, avrebbero portato per sempre sul proprio corpo i segni di quell’altissimo sacrificio.
Più di 20 mila persone – nell’innocenza dei bambini, nella disarmante vulnerabilità degli anziani – furono vittima, da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema, di rappresaglie ed eccidi nazifascisti nei borghi di montagna e nelle pianure, oltre 10 mila gli italiani di fede ebraica deportati nei lager, da cui non avrebbero più fatto ritorno 50 mila internati militari tra i 650 mila che, fermi nel rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale, andarono consapevolmente incontro alla prigionia nei campi di sterminio e al lavoro coatto, tra indicibili stenti e sopraffazioni.
“E’ stato un grande movimento unitario”, ha raccontato Gastone Malaguti, classe 1926, nome di battaglia “Il Biondino” quando militava nella Settima GAP di Bologna: “Non c’erano solo comunisti o socialisti, c’erano gli indipendenti, le formazioni cattoliche… e poi ricordo una frase del mio comandante: guarda che noi se non avessimo avuto almeno trenta persone, per ogni combattente, non avremmo potuto vincere”. Quel comandante era Arrigo Boldrini, padre costituente, a lungo presidente nazionale Anpi.

La presenza dei sacerdoti, come don Borea

E quelle trenta persone idealmente al fianco di ogni combattente, anima della Resistenza civile, furono le famiglie esposte al rischio di brutali vendette pur di garantire un rifugio, un pasto, un nascondiglio, ha continuato nel suo discorso; furono i sacerdoti che, come don Giuseppe Borea, non esitarono a scavare a mani nude nella neve per restituire dignità ai corpi straziati dei partigiani, martiri a loro volta sotto i colpi dei mitra tedeschi; furono gli operai pronti a scioperare nelle fabbriche, i funzionari pubblici che non si piegarono alla complicità della delazione; furono i medici e gli infermieri – donne e uomini, laici e religiosi – che organizzarono posti di soccorso clandestini, proteggendo ebrei e prigionieri di guerra nei reparti d’ospedale o favorendone, da lì, la fuga. Furono le mogli e le figlie, le compagne e le madri, le sorelle e le amiche: coraggiose staffette, informatrici, dal ruolo fondamentale nella diffusione della stampa clandestina, nella distribuzione di viveri e indumenti, nella produzione di documenti falsi, ma anche in prima linea, imbracciando le armi.
Come Marisa Sacco, l’unica donna nella III Divisione Giustizia e Libertà, che per decenni ha continuato a sognare di ritrovarsi nel bosco e smuovere le foglie d’autunno senza voler più vedere i morti, come in quella notte del 4 novembre 1944 in cui il suo giovane amore cadde vittima di un agguato e lei, all’improvviso, si trovò “dalla parte sbagliata, quella dei vivi”.
O la maestra Luisa Calzetta, nome di battaglia “Tigrona”, tra i Caduti del Passo dei Guselli, alla cui memoria è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare come “indomita partigiana”, sopraffatta e circondata dai nemici “nel nobile tentativo di portare al sicuro un componente della propria formazione, che era rimasto ferito”.

E appartengono a un’altra voce femminile, le riflessioni che infine – prima di ascoltare l’orazione della professoressa Maria Pia Garavaglia, presidente dell’associazione nazionale Partigiani Cristiani, che ringrazio a nome di tutta la comunità piacentina di essere qui – vorrei condividere con voi. E’ la voce di Tina Anselmi, partigiana, madre costituente, prima donna a ricoprire la carica di ministro in Italia: “La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni… attraverso la responsabilità di tutto un popolo”.
Sentiamola più che mai nostra, oggi, questa responsabilità, mentre insieme diciamo: Viva l’Italia libera e democratica, viva la Resistenza di cui è il frutto e il 25 aprile il simbolo più luminoso.
In piazza i partigiani Cravedi, Fumi e Magnaschi, Foti (Fdi), Maria Pia Garavaglia, la presidente della Provincia Patelli.  

Nella foto di Del Papa la Festa del 25 aprile a Piacenza.

Pubblicato il 25 aprile 2023

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La marcia «Aspettando l’estate» porta 600 persone in strada

 

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Ha riscosso grande successo la marcia “Aspettando l'estate" organizzata dal gruppo Asd Costa con il patrocinio del Comune di Gragnano. L'evento, giunto alla ventinovesima edizione, ero omologato dal Comitato Provinciale Fiasp e valido per il concorso nazionale Fiasp Piede alato. I marciatori, domenica 23 aprile, si sono suddivisi nei vari percorsi: avevano infatti la possibilità di scegliere tra tre diverse distanze di 3,6 13 e 18 km. Ben 600 le persone che si sono presentate alla partenza e, tra queste, i piccoli studenti delle scuole primarie di Gragnano, Gazzola e Agazzano.
La classifica finale ha visto al primo posto il Gruppo Millepiedi, al secondo il gruppo "Ufficio Sinistri e bustarelle" e al terzo “D. LF Cremona”. Grande soddisfazione per l'ampia partecipazione è stata espressa da Gabriele Bacci, anima indiscussa del gruppo marciatori Asd Costa e dal vicesindaco di Gragnano, nonché assessore allo sport, Marco Caviati, che ha avuto il gradito compito di procedere alla consegna dei premi messi a disposizione oltre che dal Comune da numerosi sponsor locali.

Pubblicato il 24 aprile 2023

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Floravilla al decimo anniversario, appuntamento il 29-30 aprile: «Tante novità ed espositori in aumento»

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Decimo anniversario per Floravilla che torna ad animare Castel San Giovanni i prossimi 29 e 30 aprile, nella splendida cornice di Villa Braghieri. Cresce il numero di espositori, una decina quelli che parteciperanno alla manifestazione per la prima volta. In tutto saranno presenti 15 vivaisti, 25 stand di oggettistica e artigianato, 9 dedicati alle specialità enogastronomiche del territorio oltre a 12 associazioni di volontariato. E, da quest’anno, vera novità, la kermesse castellana avrà una sezione dedicata al benessere e alla cura della persona, con prodotti e incontri a cura di erboristi ed esperti del territorio.
“Noi vogliamo puntare sul territorio, vogliamo dare un’opportunità alle nostre aziende e ai nostri concittadini. Per questo motivo cerchiamo sempre di ricreare vetrine che possano promuovere la nostra Val Tidone e in generale la provincia piacentina”, commenta Sergio Bertaccini, presidente della Pro Loco castellana, organizzatrice dell’evento con il supporto del Comune di Castel San Giovanni. Insomma, Floravilla vola, come una farfalla: e non a caso la farfalla è il tema centrale di questa decima edizione.

Programma della due giorni di Floravilla
Per quanto riguarda la giornata di sabato, dopo l’inaugurazione, alle ore 11  i visitatori potranno addentrarsi tra gli spazi espositivi a caccia di idee per arricchire il proprio giardino. Per quanto riguarda pranzo e merende, poi, ci penserà la Pro Loco che allestirà un’ampia cucina mobile nella quale preparerà piatti della tradizione e non solo. Nel pomeriggio spazio alla cultura a partire dalle visite guidate a Villa Braghieri, dalle 14,30 alle 18,30. Poi un ricco calendario di incontri. Barbara Marino ci accompagnerà alla scoperta della naturopatia con un accenno anche alle proprietà benefiche che le piante riservano per i più piccoli. Sempre alle 16.00 il professor Marco Francolini terrà una dimostrazione di potatura e piantumazione: “Questa idea nasce dalla volontà di offrire un servizio in più ai nostri visitatori – spiega Bertaccini – le persone che acquistano una pianta o un fiore avranno la possibilità di incontrare un esperto in grado di svelare i segreti del prodotto acquistato, per una corretta manutenzione”.

Protagonista della giornata sarà Villa Braghieri e con lei un’altra novità: sempre alle 16.00 si terrà l’inaugurazione ufficiale del primo stralcio del recupero storico della villa.
“Abbiamo pensato che la cornice migliore per questa inaugurazione fosse proprio Floravilla – commenta il sindaco Lucia Fontana - sarà presente l’architetto Stefano Orsi, che ha curato la fase progettuale, realizzata poi dalla ditta Groppi di Piacenza. Presente anche l’agronomo Emanuela Torrigiani che invece parlerà della riqualificazione del parco”. Riqualificazione, con tanto di piantumazione di nuove piante e nuovi fiori, strettamente legata a vincoli della Soprintendenza, la quale ha voluto rispettare il progetto originario ottocentesco di Giuseppe Roda.
Alle 17 si torna a parlare di benessere con la lezione di “Yoga con Terry”, ma per chi si sente già sufficientemente in forma è possibile approcciarsi al mistico mondo dei bonsai con un incontro sempre alle 17. Incontro che sarà comunque replicato il giorno successivo, alle 10.00 del mattino.
Domenica, poi, proseguono le visite guidate all’interno di Villa Braghieri. Se le visite del sabato saranno affidate agli esperti funzionari della struttura, la domenica toccherà ai volontari del FAI, che patrocina la manifestazione: visite dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30. Si torna poi a parlare di salute: alle 11.00 lezioni di body balance con l’istruttore Francesco Barattieri (prenotazione al numero 329 3149860), mentre alle 16.00 lezione sulle proprietà delle erbe officinali e aromatiche con liberi assaggi a cura di Erboristeria Natura di Lorenza e Valentina. Sempre alle 16.00 tornano i preziosi consigli del professor Francolini e alle 17.00 si impara la corretta manutenzione del giardino a cura della ditta Irrigarden.
Nel corso dei due giorni, poi, si potrà partecipare alle suggestive escursioni di Forest Bathing organizzate dall’associazione APS La Cura del Bosco che accompagnerà coloro che lo desiderano in una magica passeggiata fino al Ballottino di Sarmato, per ammirarne e conoscerne le piante e la vegetazione (prenotazione consigliata tramite il numero 338 2522365 – info [AT] lacuradelbosco [DOT] org).
“Io personalmente devo ringraziare come sempre la nostra Pro Loco, che rende possibili eventi come questo, spendendosi per l’interesse di tutti i castellani - commenta Fontana – un grazie anche alla Provincia, all’associazione Emilia e alla Regione per il supporto. Inoltre, non possiamo dimenticare quelle aziende che hanno creduto ancora una volta in questa manifestazione: Engineering 2k e BCC Emilbanca”.
Florabimbi. Per tutta la durata della manifestazione ampio spazio ai più piccoli che potranno cimentarsi in laboratori e divertirsi con le tante iniziative di intrattenimento, il tutto a cura delle maestre della scuola per l’infanzia. Le attività si terranno sabato dalle 15.00 alle 19.00 e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.
Biglietti. Il costo del biglietto per accedere a Floravilla è di 3 euro (valido per i due giorni). Ingresso gratuito invece per gli iscritti al FAI o per chi si iscriverà sul momento durante l’evento.

Pubblicato il 23 aprile 2023

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Si sono concluse le celebrazioni dei 500 anni della Basilica di Santa Maria in Campagna

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Nella Basilica di Santa Maria in Campagna a Piacenza, il 23 aprile, si sono concluse le celebrazioni del quinto centenario della sua fondazione, con una solenne cerimonia liturgica. La basilica, costruita nel XVI secolo, è uno dei luoghi di culto più antichi e importanti della città e rappresenta un simbolo di fede e devozione per i fedeli piacentini da cinque secoli.

Maria illumina il cammino oscuro della vita

La celebrazione, presieduta dal Vescovo emerito Gianni Ambrosio, ha visto la partecipazione di molti fedeli, tra cui il comitato direttivo della Banca di Piacenza, che ha voluto rendere omaggio alla basilica e alla sua storia. Mons. Ambrosio ha comunicato i saluti del vescovo Adriano Cevolotto, impegnato in un pellegrinaggio ad Assisi, ed ha evidenziato come il santuario mariano, costruito sulla fede delle passate generazioni, e affidato alla cura pastorale dei frati minori francescani, continua ad essere molto amato dai piacentini.
“Negli scorsi cinque secoli - ha affermato mons. Ambrosio - sono tante le persone, numerosi i gruppi che sono venuti a questa casa della Madonna per cercare luce, sostegno e conforto. Siamo qui - ha proseguito - a rendere grazie alla Vergine Santa che in questo santuario a lei dedicato, è madre amorevole che dona luce a tutti noi per illuminare il nostro cammino spesso difficile e oscuro. Abbiamo bisogno della grazia del Signore per vincere le avversità, la sfiducia e anche le paure”.

Il Presidente Sforza Fogliani, anima dell’iniziativa

Per sottolineare queste difficoltà della vita mons. Ambrosio ha citato un quotidiano nazionale che presentava un’indagine dal titolo: “Il male di vivere dei nostri ragazzi” che riguarda però - a suo dire - non solo i ragazzi, ma tutta la società. Affidandosi poi alla parola del Vangelo, il Vescovo emerito ha messo in evidenza come Gesù non abbandona nessuno e cammina con i discepoli di Emmaus per ridonare loro fiducia e speranza. “Concludiamo questo anno di celebrazioni - ha infine detto mons. Ambrosio - ricordando tutti coloro che si sono impegnati per il buon esito di questo anniversario in particolare, insieme ai padri francescani, il comitato organizzatore dei 500 anni, la Banca di Piacenza e il compianto presidente Corrado Sforza Fogliani che è stato, lo straordinario promotore e l’anima di questo anniversario religioso, spirituale e culturale che ha coinvolto tutta la città di Piacenza e non solo”.

La protezione della Madonna di Campagna su Piacenza

La cerimonia religiosa svoltasi nella splendida basilica adornata da fiori e candele, alla presenza del presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna, del vicedirettore generale Pietro Boselli, di consiglieri e dirigenti dell’Istituto di credito di via Mazzini e di numerosi fedeli, è stata arricchita dai canti della corale di Santa Maria in Campagna diretta dal maestro Giuseppe Esposito.
Al termine
il vescovo Ambrosio ha rivolto una commovente preghiera di omaggio alla Madonna di Campagna, scritta per l’occasione, affinché rivolga il suo sguardo di protezione su Piacenza, sottolineando come la basilica rappresenti un simbolo di fede e di speranza per tutti i fedeli, che la considerano un luogo di incontro con Dio e di preghiera.
La cerimonia si è conclusa con
le parole di Padre Adriano Busatto, dei frati minori francescani, che ha ringraziato il Vescovo Ambrosio e i numerosi presenti alla celebrazione. La basilica di Santa Maria in Campagna, segno di devozione mariana per la città di Piacenza, tramite la sua storia e la sua bellezza artistica, è uno dei luoghi di culto più importanti e amati della città.

Riccardo Tonna

Nella foto, la celebrazione di chiusura dei 500 anni della Basilica di Santa Maria di Campagna.

Pubblicato il 24 aprile 2025

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Gragnano, inaugurazione del Giardino dei Giusti

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Anche nei momenti più bui della storia dell'umanità c'è chi seppe resistere all'abbruttimento e si assunse la responsabilità di difendere l'umano: si tratta dei "Giusti", baluardo morale della difesa della dignità umana. È a queste persone per bene, diverse tra loro, colte o semplici, ricche o povere ma tutte coraggiose, responsabili e coerenti con i loro valori, a cui l'Amministrazione comunale di Gragnano  in collaborazione con il Consiglio Comunale dei Ragazzi ha dedicato uno spazio in via Don Milani:  un Giardino, un luogo pubblico di stimolo alle  coscienze   grazie alle storie delle  persone buone, straordinarie nella loro semplicità, che verranno raccolte e ricordate in queste luogo, anno dopo anno.
"Si tratta di esempi a cui guardare oggi più che mai -ha spiegato la sindaca Patrizia Calza-perché tempi bui sono anche quelli di oggi, in Ucraina dove divampa la guerra, in Russia dove si è condannati a vent'anni per essersi dichiarati contro la guerra, in Afghanistan, in Iran e in tanti altri luoghi.
E anche oggi siamo chiamati a decidere da che parte stare, superando indifferenza e ignavia”.
“Questo  spazio che abbiamo fortemente voluto vuol essere un  luogo di speranza. Non di sciocco ottimismo  ma di quella speranza che, come diceva il Presidente Havel non è per nulla uguale all’ottimismo. Non è la convinzione che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso farla  indipendentemente da come andrà a finire”.

Così come appunto  hanno saputo fare coloro che sono stati definiti Giusti. La giornata ufficiale dei Giusti, fissata nel 2017 dal Parlamento, è il 6 marzo ma l'amministrazione ha scelto di inaugurare l'area in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, giornata della Liberazione perché i ragazzi del Consiglio comunale hanno scelto di dedicare la prima targa a Gino Bartali, riconosciuto "Giusto" in quanto capace di salvare circa 800 ebrei dalla deportazione durante l'occupazione nazifascista del Paese. La sua azione è stata appunto ricordata  nei loro interventi dal Sindaca del Ragazzi Sara Musay e dai ragazzi delle  quinte elementari accompagnati dalle docenti Gloria Bensi e  Valentina Spelta.
"Ci ha colpito ha spiegato  Sara Musai che Bartali utilizzasse un privilegio che aveva in tempo di guerra, quello di poter girare liberamente in bicicletta per allenarsi, per poter fare del bene. È proprio vero che certe medaglie si appendono più all’anima che sul petto. Alle parole dei ragazzi e alla benedizione di don Alessandro Ponticelli hanno fatto seguito gli interventi di  Mario Spezia predidente di ANPC provinciale, Romano Repetti presidente Provinciale ANPI, Giorgio Braghieri presidente Opera Pia Alberoni e Giulio Maserati in rappresentanza del mondo del ciclismo.

Pellegrinaggio tra i caduti della Resistenza

La cerimonia è stata preceduta dall'omaggio ai caduti  della Resistenza attraverso il pellegrinaggio ai  cippi sparsi sul territorio comunale eche ricordano i luoghi dove caddero Ugo Paraboschi, Giuseppe Nespi, Natale Barattieri e Mario Fontanella, nonché alle tombe di Luigi Pozzi, Francesco Rossi, Corini Carlo e don Giuseppe Beotti presso il Cimitero di Gragnano.
Tra il folto e commosso pubblico anche i rappresentanti dei Carabinieri e della Polizia Locale, Giussepina Schiavi presidente della Protezione della Giovane.

giardino dei giusti a gragnano

Nelle foto, l'inaugurazione a Gragnano del Giardino dei Giusti con la prima targa dedicata a Gino Bartali.

Pubblicato il 22 aprile 2023

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