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Notizie Varie

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80esimo della Liberazione, nel ricordo di papa Francesco. «Ci ha lasciato evocando fratellanza e pace»

Piazza

“I resistenti giurarono: mai più guerre, mai più persecuzioni razziali, vogliamo costruire un altro mondo, solidale e sicuro. Oggi nel mondo è in corso un terremoto politico e sociale con l’intreccio di tante crisi, noi dobbiamo assolutamente fermare l’uso delle armi”. È un monito di pace quello lanciato da Carlo Ghezzi, vicepresidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani, dal palco del 25 aprile in piazza Cavalli a Piacenza. A lui è stata affidata l’orazione ufficiale della cerimonia per l’80esimo anniversario della Liberazione. Una ricorrenza celebrata “tutti insieme”: i rappresentanti dei Comuni della provincia, associazioni partigiane e autorità, si sono ritrovati tutti in piazza Cavalli con tre cortei partiti da Barriera Genova, San Sepolcro e Giardini Merluzzo.

Il palco del 25 aprile in piazza Cavalli
La commemorazione ha accolto l’invito alla “sobrietà” arrivato dal Governo, nel rispetto del lutto nazionale proclamato dopo la scomparsa di papa Francesco. Il pontefice è stato ricordato in tutti i discorsi, quelli della sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, del prefetto Paolo Ponta e della presidente della Provincia Monica Patelli, e nell’orazione ufficiale di Carlo Ghezzi, mentre a Genova il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordava le parole del Santo Padre nell’enciclica Fratelli tutti, quando affermava che “ogni generazione deve fare proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più”. Sul palco di Piacenza sono saliti anche la deputata del Paola De Micheli (Pd), i consiglieri regionali Luca Quintavalla e Lodovico Albasi (Pd), la procuratrice capo Grazia Pradella, il presidente del Tribunale Stefano Brusati, il consigliere comunale Massimo Trespidi (Liberi) e le massime cariche militari della provincia. Seduti in prima fila, due testimoni diretti della Resistenza: Luigi Leviti, 101 anni, e Pietro Satta, 97, partigiani combattenti della Divisione Piacenza di Giustizia e Libertà.

Il ricordo di papa Francesco
“Nei giorni scorsi è venuta a turbarci nel profondo la notizia della scomparsa di papa Francesco – ha detto il vicepresidente Anpi – un gigante di umanità, di unità e di speranza. Il pontefice ci ha lasciato evocando la fratellanza e la pace, non si è mai stancato di generare un mondo di promozione del dono e del bene comune, ha denunciato costantemente la tragica assurdità della guerra e la precipitazione del mondo verso l’abisso di un conflitto mondiale a pezzi. La sua scomparsa è una tragedia pesantissima per tutta l’umanità. Lo ricordiamo e lo salutiamo con riconoscenza, con affetto, con grande rimpianto e con profonda tristezza. E quest’oggi, con la nostra tradizionale sobrietà e col nostro usuale rigore, ricordiamo convintamente, in modo solenne, quanto accadde ottant’anni fa”.

Il Papa alle Fosse Ardeatine
Katia Tarasconi ha ricordato il pellegrinaggio di papa Francesco al Sacrario delle Fosse Ardeatine del novembre 2017. “Condividiamo il lutto che ha colpito l’umanità intera per la scomparsa di papa Francesco, voce degli ultimi e dei deboli, levatasi così spesso contro le guerre che colpiscono sempre gli innocenti e gli inermi, primi tra tutti i bambini. E poi c’era il raccoglimento silenzioso, il capo chino come quando il Santo Padre andò in pellegrinaggio al Sacrario delle Fosse Ardeatine, le rose bianche deposte su alcune tra le 335 lapidi delle vittime dell’eccidio nazifascista e le semplici, significative parole di preghiera: «In questo luogo consacrato alla memoria dei Caduti per la libertà e la giustizia, ci togliamo i calzari dell’egoismo e dell’indifferenza»”. In un passaggio del suo discorso, Monica Patelli ha sottolineato che quella di quest’anno è “una cerimonia che si svolge nel lutto che ci accomuna per la morte del nostro amato papa Francesco”. E il prefetto Paolo Ponta ha ribadito la necessità di commemorare, seppur con sobrietà, l’80esimo della Liberazione, senza ignorare “le bandiere a mezz’asta”.

Palco

Tarasconi ricorda Renato Cravedi: “Quando non ci saranno più i partigiani chi andrà in piazza il 25 aprile?”
Sempre a papa Francesco si collega l’immagine rievocata dalla sindaca Tarasconi, che ne ha ricordato “il volto sorridente accanto a quello del partigiano Abele, Renato Cravedi, ultimo superstite della battaglia di Monticello sotto l’egida del comandante Muro, che nella primavera del 2022 ha donato al pontefice il proprio libro di memorie. Vorrei rispondere oggi, da questo palco, a una domanda che Renato pose in un’intervista di qualche anno fa, idealmente rivolta a ciascuno di noi: «Quando non ci saranno più i partigiani – si chiedeva – chi andrà in piazza a ricordare il 25 aprile?». (Dalla piazza si alza il grudo: “Noi!”, nda) Guardiamoci intorno, guardiamo dentro noi stessi, alla nostra identità di cittadini liberi in un Paese democratico. Fino a quando sapremo da dove nasce la nostra libertà, a chi ne dobbiamo il valore, avrà un senso ritrovarsi in questa piazza, nel nome di «Abele», di «Giorgio» (Giacomo Scaramuzza, nda), di Medina (Barbattini, nda) e di tutti i partigiani che ci hanno permesso di essere qui oggi. Viva la Resistenza sempre!”.

Luigi Leviti e Pietro Satta

Nelle foto, la celebrazione del 25 aprile a Piacenza; sopra Luigi Leviti e Pietro Satta. (foto Pagani)



Patelli: “Le nuove generazioni siano ispirate dalla Resistenza”

“È davvero una grande emozione vivere tutti insieme l’80esimo anniversario in città, con la partecipazione di tutti i Comuni qui riuniti in Piazza Cavalli, suddivisi per vallata”, ha detto la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli. “Anche riconoscendo la complessità delle vicende storiche, è fondamentale, al di là delle posizioni individuali, rendere omaggio a coloro che hanno combattuto e spesso sacrificato la propria vita per permettere all’Italia di risollevarsi dagli anni bui del fascismo, ritrovando così la speranza e la forza per costruire un futuro migliore. La libertà e la democrazia non sono conquiste scontate: richiedono impegno costante per essere tutelate e rafforzate. È nostro dovere difendere i diritti umani, favorire la partecipazione attiva dei cittadini e contrastare ogni forma di discriminazione e ingiustizia”. “Fare memoria è importante per ognuno di noi – ha proseguito – ma lo è soprattutto per le nuove generazioni, che saranno le cittadine e i cittadini di domani, affinché possano trarre ispirazione dalla storia della Resistenza e comprendere l’importanza di essere cittadini consapevoli e responsabili. Il futuro della nostra democrazia dipende dalla loro capacità di mantenere vivi i valori per cui tanti hanno lottato e sacrificato”.


Francesco Petronzio

Pubblicato il 25 aprile 2025

Suor Adalgisa Ratti, madre di generazioni di bambini

ratti

La Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore ha salutato suor Adalgisa Ratti - al secolo Giuseppina -, morta il 22 aprile. Nata ad Agrate Brianza il 24 dicembre 1925 da Attilio e da Luigia Missaglia, terza dei sette figli, è vissuta nella famiglia con il suo carattere vivace, amante del gioco con le compagne di casa e dell’oratorio, dove ha scoperto la vocazione alla vita consacrata.

Come tante ragazze della Brianza lavorava da tessitrice, divideva il tempo con il lavoro, la famiglia e la chiesa. Segue la chiamata del Signore scegliendo, come tante altre giovani di Agrate la Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore, per vivere la missione che il Signore le stava preparando.

Subito dopo la guerra diventa suora

Entra nella Congregazione il 24 settembre 1948, veste l’abito religioso il 26 marzo 1949, emette i primi voti il 28 marzo 1951 e fa la professione perpetua il 13 aprile 1954. Durante la sua lunga vita, ovunque si è trovata ha sempre lasciato un segno di dedizione, dai bambini agli anziani, con i malati e i sacerdoti.

Dalle nostre cronache si legge che suor Adalgisa ha svolto la sua missione in tredici comunità, in altrettante scuole materne: San Damiano al Colle, San Polo, Vigolzone, Gossolengo, Travo, nelle nostre comunità a Piacenza, Cremona, Vercelli, Santa Margherita, in Seminario a Piacenza al servizio dei seminaristi e dei sacerdoti che ha sempre portato nel cuore e nella sua preghiera.

Il ricordo di don Mimmo Maghenzani

Non si può tralasciare il ricordo che ancora oggi le persone di San Polo hanno avuto per lei, iniziando da don Mimmo Maghenzani. Cresciuto all’asilo e considerata da lui come una mamma, ricevuto la notizia ci scrive: “la morte di suor Adalgisa è dispiacere e preghiera, stelle e lacrime, dolore e amore, distacco e Paradiso, riconoscenza e fede nel Risorto. Ringraziamento per la sua vita fedele, perché andata fino in fondo con la pace e il sorriso. Avrà avuto la sorpresa di tanti che ha «tirato su» che le saranno andati incontro festeggiandola”.

Ed ora in questo luogo di pace e di luce infinita la vogliamo ricordare nella gioia della Risurrezione insieme a papa Francesco. Grazie suor Adalgisa per la tua testimonianza di fedeltà al Signore, del servizio alla nostra Congregazione e alla Chiesa, grazie anche ai suoi parenti che sempre sono stati vicini alla zia, con tanto affetto.

Suor Franca Barbieri,

Madre generale delle Figlie di Gesù Buon Pastore

Nella foto, suor Adalgina Ratti (la prima a destra) insieme ad alcune consorelle, a don Mimmo Maghenzani, e a suor Franca Barbieri (la seconda da sinistra), madre generale della congregazione.

Pubblicato il 25 aprile 2025

Vaghini confermato segretario della Cisl Parma e Pacenza

conferma

Una giornata da ricordare, che delinea il futuro della Cisl nei prossimi anni nelle province di Parma e di Piacenza. Si è infatti svolto il 23 aprile a Piacenza EXPO il quarto congresso della CISL Parma Piacenza. L’assise, che porta a termine il percorso di congressi ed assemblee svolti dalle categorie nei mesi scorsi, ha elaborato bilanci e progettualità che confluiranno poi nella mozione finale, eleggendo inoltre la segreteria del sindacato. Il giorno successivo, all'Hotel Salsomaggiore è stato eletta a grandissima maggioranza la nuova segreteria Cisl Parma Piacenza per i prossimi quattro anni. Segretario generale è Michele Vaghini, confermato al vertice dell organizzazione sindacale. In segreteria confermata anche Angela Calò come segretario generale aggiunto. Completa la segreteria Elisabetta Oppici, come terza componente.

Nel suo discorso, il segretario generale uscente Michele Vaghini ha voluto inizialmente ricordare papa Francesco come un messaggero di pace e di valori umani, che ha saputo toccare il cuore di molte persone dando un messaggio di speranza, diventando per loro un importante punto di riferimento. 

Le priorità strategiche per il futuro

Ha poi delineato con chiarezza le priorità strategiche per il futuro del sindacato e del territorio. In un contesto economico internazionale, sociale e politico definito “difficile”, ha ricordato inizialmente la situazione terribile che stanno vivendo le popolazioni vittime della guerra, rimarcando i pericoli di un’escalation militare e sottolineando che l’Europa dev’essere maggiormente protagonista nel trovare la mediazione diplomatica per una pace giusta. 

Vaghini ha posto poi l’accento su tre pilastri fondamentali: la tenuta del sistema pubblico, la protezione del potere d’acquisto di salari e pensioni e la necessità di un nuovo modello di sviluppo locale, orientato alla qualità e alla sostenibilità ambientale.

Servono più risorse per il settore pubblico

Vaghini ha sottolineato la necessità di maggiori risorse e investimenti per garantire il funzionamento efficiente dei servizi pubblici, stabilizzare il personale precario in settori cruciali come scuola, sanità, assistenza e Pubblica Amministrazione e implementare un piano straordinario di assunzioni e valorizzazione del personale, in particolare nella sanità.

La situazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stata definita “da anni in uno stato di sofferenza”, con la chiusura di numerosi ospedali in tante parti del Paese e una crescente tendenza verso la sanità privata. Vaghini ha evidenziato come le “scelte politiche «sbagliate» degli ultimi decenni hanno minato alla radice il rispetto dei suoi principi fondanti, quali l’universalità, l’uguaglianza e l’equità”, portando a lunghe liste d’attesa e carenza di personale.

Di fronte all’invecchiamento della popolazione, Vaghini ha insistito sulla necessità di un “nuovo modello di welfare di comunità” che garantisca un accesso equo e capillare alle cure, creando reti di prossimità e investendo in tecnologie innovative e digitalizzazione del SSN.

Contrastare il lavoro instabile

La seconda priorità cruciale riguarda “Lavoro e Redditi - Potere d’acquisto dei salari e delle pensioni”. In primo luogo, ha sottolineato la necessità di contrastare il lavoro instabile attraverso la lotta al part-time involontario, al finto lavoro autonomo, al lavoro grigio e sommerso e al gap retributivo tra uomini e donne, anziché concentrarsi unicamente sul salario minimo. Ha inoltre evidenziato il primato negativo dell’Italia per quanto riguarda il part-time involontario femminile, proponendo politiche che incentivino il sostegno alle lavoratrici.

La riforma delle pensioni è urgente

In secondo luogo, Vaghini ha insistito sul ruolo fondamentale della contrattazione collettiva nazionale (CCNL) come strumento di eguaglianza e tutela salariale, auspicando però una maggiore tempestività nei rinnovi contrattuali e una maggiore diffusione della contrattazione di secondo livello anche attraverso sgravi fiscali. In terzo luogo, ha promosso un modello di sviluppo basato sulla corresponsabilità e sulla partecipazione dei lavoratori alla vita d’impresa, sottolineando come in un mondo in rapida trasformazione sia fondamentale responsabilizzare i lavoratori e fidarsi delle loro competenze. Infine, Vaghini ha ribadito l’urgenza di una riforma delle pensioni che introduca flessibilità in uscita, ne difenda il potere d’acquisto e una pensione di garanzia per le carriere precarie e discontinue, guardando con attenzione alle nuove generazioni e alle donne.

Le politiche di sviluppo

La terza priorità strategica presentata da Vaghini concerne le “Politiche industriali e di sviluppo” con un’attenzione particolare a ciò che riguarda l’intelligenza artificiale. Vaghini ha inoltre criticato la tendenza a “rincorrere solo le crisi o assistere allo smantellamento del nostro sistema produttivo, lasciato in mano alle dinamiche del mercato e alle scelte di multinazionali”. Ha sottolineato l’importanza di una programmazione e di un protagonismo del Governo in tema di politiche industriali, investendo su fonti rinnovabili e accompagnando la riconversione dei settori produttivi più esposti. 

Lo spopolamento delle parti interne della provincia

Riferendosi alla situazione del territorio, Vaghini ha espresso preoccupazione per un “predominante sviluppo logistico rapportato ad altre attività produttive”, auspicando un modello più equilibrato che valorizzi la manifattura e il terziario di qualità anche in un’ottica di tutela ambientale. Ed a tal proposito, riflettendo sulla trasformazione in atto nell’automotive, ha richiamato l’attenzione sulle conseguenze ambientali ed etiche legate ad alcune filiere produttive, come l’estrazione del cobalto per le batterie delle auto elettriche in alcune parti del mondo, evidenziando anche il lato oscuro della green economy. Ha posto infine l’attenzione sullo spopolamento delle parti interne della nostra provincia e sul rischio di emarginazione sociale per le persone anziane che abitano in quelle zone di territorio. 

Vaghini ha concluso sottolineando la necessità di affrontare il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro attraverso la formazione continua e la valorizzazione dell’immigrazione qualificata. Per finanziare queste riforme, ha indicato la necessità di una riforma fiscale progressiva, una tassazione sugli extra-profitti delle multinazionali e una seria lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

I presenti al congresso

Ampio il novero delle personalità che hanno voluto esserci per portare il loro saluto ai lavori congressuali a partire da Roberto Reggi, Presidente delle Fondazione di Piacenza e Vigevano, l’assessore al bilancio Gianluca Ceccarelli, in rappresentanza dell’amministrazione Tarasconi, Paola Gazzolo, presidente del consiglio comunale di Piacenza con vari consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, Franco Albertini, vice presidente dell’Amministrazione Provinciale e sindaco del comune di Alta Valtidone, Giuseppe Cella (Confindustria Piacenza), Marika Lusardi  (Confapi Piacenza) Gianluca Barbieri (direttore Unione Commercianti Piacenza), Nicola Maserati (Presidente Confesercenti Piacenza), Daniel Negri (presidente Confcooperative Piacenza), Ivo Bussacchini (CGIL Piacenza), Francesco Bighi (UIL Piacenza), Enrica Gambazza (Direttrice CNA Piacenza) e Umberto Morelli (MCL). Invitati anche Luca Quintavalla, Lello Albasi, Giancarlo Tagliaferri, consiglieri dell’assemblea legislativa regionale Emilia Romagna.

Nella foto, Michele Vaghini, al centro, rieletto al vertice della Cisl Parma Piacenza.

Pubblicato il 24 aprile 2025

La visita del Console Elmer G. Cato alla Comunità filippina di Piacenza

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La domenica di Pasqua, 20 aprile, è stata un'occasione speciale per la comunità filippina di Piacenza, che ha avuto l'onore di ricevere la visita del Console Generale delle Filippine a Milano, Elmer G. Cato. La visita si è svolta presso la Casa Madre degli Scalabriniani, in via Torta, dove il console ha salutato i connazionali presenti nella città.

I saluti al vescovo e alla sindaca

Il Console ha avuto la possibilità di portare i saluti anche al vescovo mons. Adriano Cevolotto che ha dato il benvenuto al console, sottolineando la grande laboriosità e l'impegno della comunità filippina in Italia. Il Vescovo ha elogiato il contributo significativo che i filippini, attraverso il loro spirito di solidarietà e collaborazione, offrono alla comunità diocesana di Piacenza-Bobbio ed anche al tessuto sociale ed economico della città.

Presenti, in via Torta, anche le autorità locali, tra cui Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza che ha riconosciuto l’importanza della piccola comunità filippina, sottolineando come essa rappresenti una parte vitale del tessuto sociale della città. Tarasconi ha espresso apprezzamento per il lavoro e l’impegno dei filippini, sottolineando che la loro presenza arricchisce la diversità culturale e sociale di Piacenza.
Padre Mario Toffari, direttore dell'ufficio migranti della diocesi, ha condiviso la sua visione sulla comunità filippina, definendola un esempio luminoso di espressione della fede cattolica. Ha evidenziato come la comunità viva la propria religiosità, mantenendo vive le tradizioni culturali e linguistiche, arricchendo così la vita ecclesiale locale con gioia e calore.

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Le sfide e le opportunità dei filippini

Durante la visita, il Console Cato ha avuto modo di conoscere più da vicino le dinamiche della comunità, discutendo le sfide e le opportunità che affrontano i filippini residenti a Piacenza. Ha incoraggiato i membri della comunità a continuare a mantenere vive le loro tradizioni, ma anche a integrarsi attivamente nella società italiana, contribuendo alla crescita e al dialogo interculturale.

La comunità filippina di Piacenza ha vissuto dunque con entusiasmo la visita del Console Generale e delle autorità locali, dimostrando una forte coesione e un profondo senso di appartenenza. Questa celebrazione pasquale, quindi, è stata, oltre che un momento spirituale, una espressione di rinnovato legame tra i filippini e le istituzioni locali.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'incontro del console G. Cato con la comunità filippina di Piacenza.

Pubblicato il 24 aprile 2025

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Reggi confermato presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano

REGGI CON MAURO MONTI copia

Roberto Reggi sarà presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano per altri quattro anni. Il nuovo Consiglio generale, insediatosi nella giornata di martedì 22 aprile, ha rieletto all’unanimità l’ex sindaco di Piacenza per un secondo mandato nel corso della riunione di mercoledì 23 aprile. Non è ancora nota la composizione del nuovo Consiglio d’amministrazione dell’ente di via Sant’Eufemia: i nomi della squadra verranno proposti nei prossimi giorni dal presidente Reggi e il 5 maggio è prevista la nomina formale da parte del Consiglio generale. A quest’ultimo spetterà inoltre la nomina dei membri del nuovo Collegio sindacale, l’organo di controllo della Fondazione che resterà in carica per tre anni. Il rinnovo degli organi porterà anche a qualche variazione all’interno delle Commissioni consultive, i gruppi di lavoro che hanno funzioni istruttorie nell’analisi delle richieste.

Approvato il Bilancio 2024 all’unanimità

Prima di passare il testimone al nuovo “parlamentino”, il Consiglio generale uscente, come ultimo atto, ha approvato all’unanimità il Bilancio d’esercizio 2024, i cui numeri erano stati presentati in occasione di un incontro pubblico lo scorso 14 aprile a Palazzo Xnl. La Fondazione ha chiuso il 2024 con 330 progetti finanziati e 7,68 milioni di risorse erogate sul territorio. Roberto Reggi ha ringraziato i quindici consiglieri uscenti per l’impegno e il lavoro svolto durante il mandato. Alcuni di essi sono stati riconfermati nel nuovo consiglio.

In continuità

Il nuovo mandato di Reggi sarà, come lui stesso ha annunciato ai cronisti a margine dell’elezione, in continuità con il primo appena terminato. “Ringrazio i consiglieri per la fiducia che ripongono nel mio operato – ha detto Reggi –, nella consapevolezza che ci attendono mesi importanti. In un tempo presente così caratterizzato da scenari mutevoli e imprevedibili, mi sento pronto a proseguire un lavoro che arricchisca e incrementi ulteriormente la spinta positiva che la Fondazione può fornire come agente di sviluppo sociale, economico e culturale del territorio. La continuità - ha spiegato - ci consentirà di intervenire con un approccio sistemico, sia nelle situazioni più complesse che richiedono interventi sul medio e lungo termine per poter raggiungere risultati significativi, e penso ad esempio a certe criticità in ambito welfare, che rimarrà tema prioritario, sia di portare a compimento i grandi progetti che possono fornire un impulso importante allo sviluppo e alla qualità della vita di tutta la comunità. La Fondazione si impegnerà ancora più a fondo per una rete territoriale di co-progettazione, allargando la platea di soggetti da coinvolgere e mobilitando l’impegno di chi può investire risorse su temi condivisi, affinché vi sia una ricaduta positiva determinante e con un effetto leva ancora maggiore. Ci sono tutte le condizioni per creare dei tavoli di lavoro attorno ai quali riunire forze pubbliche e private, e immaginare forme inedite di supporto alle fragilità, ma anche percorsi di sviluppo in grado di lasciare il segno”.

Welfare, ricerca, istruzione, cultura

Quello che si presenta oggi davanti al presidente Reggi è uno scenario diverso rispetto a quattro anni fa, quando fu eletto per la prima volta: nel 2021, con gli strascichi della pandemia ancora vivi, il periodo storico richiedeva uno sforzo di analisi e progettazione per ripensare al ruolo delle fondazioni bancarie all’interno delle proprie comunità: un ruolo più strategico, capace di contribuire a dare risposta all’accresciuto bisogno di cura e assistenza, ma anche di aggregare valore sociale e favorire percorsi di crescita, di innovazione e di sviluppo del territorio. E così nei quattro anni appena terminati l’ente di via Sant’Eufemia ha sostenuto oltre 1200 interventi nell’ambito del welfare, della ricerca, dell’istruzione e della cultura, incrementando l’apporto di progetti propri, a cominciare dai Bandi introdotti dall’ente per la prima volta nel 2022. Un impegno che sarà implementato in questo secondo mandato.

Il prossimo CdA il 5 maggio: “Un nucleo sarà riconfermato”

Sul prossimo Consiglio d’amministrazione, che sarà nominato il 5 maggio, Reggi non dà anticipazioni ma dice che “ci sarà un nucleo che verrà riconfermato” perché “la continuità è considerata da tutti un valore”. Tuttavia, sottolinea il presidente, “avremo bisogno di un supporto ulteriore nell’ambito del welfare e di un rinforzo nel settore dell’arte, perché vogliamo fare ancora di più. C’è bisogno di una squadra che abbia il tempo di lavorare generosamente e in maniera disinteressata come hanno fatto quelli del precedente CdA”. L’impegno della Fondazione, dunque, andrà a crescere sulle tematiche più “calde”. Reggi pone il focus sul welfare, che già rappresenta la fetta più consistente dei progetti e delle “uscite” dell’ente. “Penso a tutte le forme di povertà, economiche, abitative, energetiche, educative: i bisogni sono in crescita e la Fondazione si impegnerà ancora tanto”. Reggi ribadisce che “nel tempo la Fondazione si è trasformata da ente di beneficenza in agente di sviluppo sociale, culturale ed economico” e quindi “cercheremo di farlo in maniera ancora più significativa e in rete, consapevoli che da soli non combiniamo nulla ma insieme agli altri possiamo davvero fare tante cose e migliorare la vita della nostra comunità e delle persone che la abitano”.

Francesco Petronzio

Nella foto, da destra: l'ing. Roberto Reggi, riconfermato presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, insieme al prof. Mauro Monti.

Pubblicato il 23 aprile 2025

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