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Il Vescovo visita l’associazione Alice: «Tante opportunità per le persone colpite da ictus»

Vescovo Alice

L’ictus cerebrale è la prima causa di disabilità, la terza di morte. L’associazione Alice sostiene i pazienti nella fase cronica, dopo l’evento acuto, con iniziative che vanno dalla sensibilizzazione alla prevenzione fino alle attività motorie e cognitive. Nel pomeriggio di giovedì 5 giugno il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha fatto visita alla sede piacentina dell’associazione, in via Pallastrelli, dove ha incontrato una ventina di pazienti e alcuni volontari.

“Una felice scoperta”

“Ho conosciuto questa associazione in occasione della visita pastorale – ha commentato il Vescovo – quando ci siamo incontrati con tutte le realtà del volontariato. È stata una felice scoperta, perché in una maniera così semplice offre a tante persone colpite da ictus l’opportunità innanzitutto di uscire di casa e incontrarsi, e poi di svolgere, con l’aiuto di professionisti, attività che aiutano a conservare le funzioni vitali. Ho respirato un clima molto semplice, familiare, immediato. Alcuni familiari chiedono che questo servizio venga consolidato ed esteso anche ai mesi estivi. Per farlo, bisognerebbe garantire contributi in più”.

“Il tempo è cervello”

Il motto di Alice Odv – acronimo di Associazione per la lotta all’ictus cerebrale – è “Il tempo è cervello”. “La prima cosa che raccomandiamo – ha spiegato la presidente Annamaria Barbieri – è di chiamare subito il 118 e correre al pronto soccorso appena compaiono i primi sintomi, come la mancanza di forza in un arto, perdita di equilibrio, di vista o di parola. Chi arriva in tempo all’ospedale ha più probabilità di non rimanere disabile”. La sede dell’associazione Alice è aperta due giorni a settimana, lunedì e giovedì, dalle 15 alle 17. È possibile effettuare controlli del colesterolo, della glicemia e della pressione. In più, grazie all’aiuto dei professionisti, esistono attività motorie e cognitive come la logopedia. “Dopo l’evento acuto molte persone non ricevono più aiuto da nessuno – osserva Barbieri – noi diamo sostegno a loro e alle famiglie”. Per i pazienti, l’associazione è un luogo in cui non si sentono diversi, per i caregiver è un’occasione per “staccare”.

Quaranta pazienti iscritti

I pazienti arrivano all’associazione Alice “tramite la Neurologia oppure i banchetti e le altre nostre iniziative di comunicazione, ma anche attraverso i medici di base e il passaparola”, spiega Annamaria Barbieri. Nei tredici anni di vita dell’associazione a Piacenza, “sono passati di qui circa cento pazienti, oggi abbiamo quaranta iscritti che vengono con regolarità”. Ogni anno, in media, a Piacenza ci sono “circa 500 casi di ictus”, dice Barbieri. Tuttavia, “siamo la provincia emiliano-romagnola con meno casi di invalidità e morte”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 6 giugno 2025

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