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«Piacenza fa veramente scuola?» Luci e ombre tra risorse Pnrr e rischio dispersione

 relatorifonda

Piacenza fa veramente scuola? Una scuola effettivamente capace di costruire didattica innovativa, anche attraverso il ripensamento funzionale e appagante degli d'ambienti d'apprendimento? Questi gli interrogativi al centro del confronto a più voci che lunedì 27 marzo scorso ha concluso il ciclo di incontri su scuola e Pnrr, promosso dall’associazione Liberi presso l’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.“
Tre serate sul tema affrontato da varie angolazioni e con diversi attori, “Piacenza fa scuola - Un territorio al servizio dell’innovazione” il titolo dell'ultimo appuntamento: una tavola rotonda che ha visto dialogare genitori, docenti e altre figure vicine al mondo scolastico; compreso il presidente della Fondazione Roberto Reggi. Lo scopo? Condividere appunto diverse esperienze, tra percorsi innovativi già intrapresi, sfide imminenti e criticità persistenti da affrontare.

A dimostrare quanto la nostra scuola piacentina e i suoi attori si adoperino, con le scarse risorse che hanno a disposizione, a creare innovazione condivisa, ci hanno pensato Rossana Galvani e Daniela Monti, genitori dell’istituto comprensivo di Pianello. Il percorso di formazione alla partecipazione da loro presentato e già attivo nelle scuole parte dall'infanzia, con l'agorà, il Consiglio comunale dei bambini, attività pratiche (come la pulizia delle aree comunali o il mercato della solidarietà), e arriva agli adulti, con il Comitato dei genitori: considerati parte integrante della scuola, risorsa fondamentale dell'ecosistema d'apprendimento e non sua controparte.
Federica Bassi (Docente IC Rottofreno) ha illustrato le innovazioni realizzate dalla sua scuola nell'ambito dei tempi della didattica: alla riduzione dei tempi di didattica curricolare (comunque centrale) corrisponde una personalizzazione dei contenuti, particolarmente attenta agli alunni con difficoltà; nell'ottica di “un'essenzializzazione” dei curricula. Un'innovazione che si riflette anche sul ripensamento degli ambienti e delle modalità di apprendimento.
“Officina d'esperienza” e “finestra sul mondo” l'Istituto Romagnosi, che con il progetto “Erasmus” illustrato dagli insegnanti Salvatore Mortilla e Daniela Scaglioni, è diventata la prima scuola certificata Fair Trade in Italia. Un progetto di impresa simulata nell'ambito del commercio equo solidale fondato sul “progect based learnig, che ha permesso agli studenti di sviluppare competenze pratiche e valori etici attraverso scambi relazionali di natura internazionale.

Molte luci quindi nel panorama scolastico piacentino, ma non mancano le ombre. Problematicità sottolineate nella seconda parte della serata da Mauro Monti dell’associazione Liberi, già dirigente scolastico, che ha messo in luce gli ostacoli burocratici nella gestione dei fondi Pnrr.
“Con l'illogica dei bandi gli Enti Locali si trovano in difficoltà a disporre delle risorse, in particolare di quelle per la costruzione di nuove scuole: è urgente investire su una progettazione veramente innovativa, che superando la decadenza strutturale di molti dei nostri edifici scolastici si basi sull’idea che la bellezza di uno spazio è fattore di stimolo agli apprendimenti”.
Non solo, lo stesso Monti ha mostrato come in Italia non manchino esempi di eccellenza in questa direzione. È il caso, non unico, di Torino, dove soggetti privati hanno assunto l'onore della completa ristrutturazione di due scuole pubbliche secondo principi di innovazione, condivisione e replicabilità. Risultato finale: edifici all'insegna di funzionalità e bellezza. “Siamo ad un punto di svolta per le nostre scuole, grandiose le opportunità da sfruttare, ma molti anche i rischi di dispersione delle risorse pubbliche. Gli interventi antisismici nell'edilizia scolastica sono importanti per contrastare eventual minacce future, ma fare vivere gli studenti in ambienti poco decorosi crea una condizione di svilimento costante, certo non favorevole a benessere e conoscenza.
Le soluzioni si possono trovare solo attraverso il dialogo e la partecipazione attiva dei diversi protagonisti dell'ecosistema scuola, in un'ottica di realizzazione collettiva degli interventi necessari”.

Scettico sulla gestione statale dei fondi Pnrr devoluti alle scuole è stato, dopo Monti, Giovanni Zavattoni, segretario Flc Cgil, che ha denunciato tra le lacune di sistema una scarsa trasparenza nei  criteri di spartizione delle risorse. Giudizio invece globalmente favorevole sull'auspicata riforma degli istituti comprensivi:”Non sono potuti diventare realtà in precedenza perché mancavano le scuole; oggi, con la costruzione di nuove scuole medie, le condizioni per la loro nascita sembrano più vicine. È però essenziale che questi istituti rispondano all'esigenza di un tangibile miglioramento di qualità delle nostre scuole e non solo ad un' inutile operazione burocratica in stile ‘taglia e incolla”.

Alle molteplici sollecitazioni ha quindi risposto Roberto Reggi, impegnandosi in nome della Fondazione a sostenere futuri progetti di didattica innovativa. “Lo abbiamo già fatto supportando con 600mila euro 11 Comuni, per permettere loro di realizzare i progetti per  l'accesso ai bandi Pnrr: un aiuto valso 35 milioni di finanziamenti ottenuti successivamente. Non si può del resto affermare che Piacenza e la Fondazione, nel ruolo sussidiario che le compete, non facciano la propria parte per sviluppare progetti d'avanguardia: basti pensare alle nostre biblioteche innovative, alla promozione della cultura musicale e alla nascita di Bottega XNL, che potrebbe diventare la scuola diffusa di Piacenza, dove vorremmo vedere imparare tutti i nostri ragazzi e non solo chi desidera fare del teatro e del cinema il proprio mestiere”.

Le conclusioni dell'incontro sono state affidate a Massimo Trespidi: “Oggi la politica deve uscire dai recinti e ritrovare un dialogo costruttivo, anche tra posizioni differenti.”
In questa direzione ha annunciato il prossimo focus su cui l'associazione Liberi intende confrontarsi: “Promuoveremo un nuovo ciclo di serate dedicate al crescente disagio giovanile, che trova nella scuola  un fondamentale contesto d'analisi, e all'urgenza di un nuovo welfare capace di individuare e arginare quel disagio”.

Micaela Ghisoni

Pubblicato il 2 aprile 2023

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