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Notizie Varie

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La cassa integrazione rialza la testa: +21% a Piacenza

 cassa integrazione

“Dopo essere tornata attorno ai livelli pre-pandemici nel corso del 2022, durante il primo semestre 2023 in provincia di Piacenza la Cassa Integrazione ha iniziato a rialzare leggermente la testa, complici le difficoltà vissute in questo periodo dal sistema delle imprese a causa dell’elevata inflazione e della riduzione dei livelli della domanda aggregata (consumi, investimenti, esportazioni nette), innescati un anno prima dal conflitto tra Russia e Ucraina”.
A proporre l’analisi i dei dati del fenomeno sul territorio locale, relativi ai primi sei mesi dell’anno, l’ufficio statistica della Provincia di Piacenza.

“Ancora nulla di preoccupante - si sottolinea - ma tra gennaio e giugno del 2023 le ore autorizzate a livello provinciale a sostegno dei lavoratori dipendenti per fronteggiare le situazioni di crisi aziendale sono comunque state nel complesso 562.262, quasi 100mila in più rispetto al primo semestre 2022, con una variazione pari al 21%, superiore a quella registrata a livello regionale (+4%) e in controtendenza a confronto con la dinamica nazionale (-22%). Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale ha riguardato sia la cassa ordinaria (quella più utilizzata - i tre quarti del totale – a supporto delle crisi congiunturali), che si riduce però del 5,3% portandosi a quota 417mila ore, sia la cassa straordinaria (relativa a situazioni di crisi strutturali e a riconversioni aziendali) che invece aumenta notevolmente dai minimi dello scorso anno (da 5mila a 145mila ore), mentre rimane a zero la cassa in deroga (ampiamente utilizzata durante la pandemia da turismo e commercio). Nei confronti territoriali, Piacenza si distingue in particolare per un’evoluzione negativa della cassa straordinaria e che va in controtendenza rispetto alle dinamiche osservate mediamente in Emilia-Romagna (-28%) e in Italia (-13%), dove questo strumento risulta invece in contrazione”.

“A livello settoriale - prosegue la nota stampa dell’ente - nel corso dei primi sei mesi del 2023 è sempre l’industria manifatturiera ad assorbire la quota più elevata di cassa integrazione, 452.154 ore pari all’80%, e, in quest’ambito, il comparto metalmeccanico con quasi 220mila ore autorizzate (per inciso, delle 145mila ore di cassa straordinaria registrate ben 141mila fanno capo all’industria manifatturiera). Segue l’edilizia con oltre 57mila ore e le industrie estrattive con 42mila. Si attestano invece sulle 4-5mila ore ciascuno l’aggregazione di commercio/servizi e il settore dei trasporti e della logistica. Come si rileva dai dati, mentre questi due comparti del terziario segnano flessioni ulteriori della Cassa integrazione rispetto al primo semestre 2022, al contrario i settori industriali e l’edilizia conoscono una dinamica negativa, particolarmente accentuata per le industrie estrattive”.

Pubblicato il 19 settembre 2023

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Biblioteca di Fiorenzuola, in calendario tre presentazioni di libri

Comunicato stampa. Biblioteca in calendario tre presentazioni di libri
Si parte venerdì 22 settembre, alle 17, con la presentazione di “Il destino mi ha fatto incontrare Maria Callas”, alla presenza dell’autore del volume e appassionato cultore di storia locale, Luigi Chini, che ha riportato nel libro le memorie di Ferruccio Mezzadri, autista cameriere per ventidue anni della celeberrima cantante scomparsa esattamente quarantasei anni fa.

Giovedì 28 settembre, sempre alle 17, la Biblioteca “Casella” ospiterà Michele Siliprandi, esordiente autore del romanzo “L’anima e la coda”: nel testo sono narrate le vicende di alcuni personaggi che, impegnati a ricercare un senso alle proprie esistenze, si incontrano casualmente in un paesino di montagna.
Ultimo appuntamento del mini- ciclo di presentazioni è quello in programma venerdì 6 ottobre, alle 17, con “La pittura geometrica”, alla presenza dell’autrice, l’artista Milena Rigolli – originaria di Vernasca – che nel volume racconterà il proprio percorso esistenziale e artistico: sarà inoltre presente Serafino Massoni, autore della prefazione del testo.
Per tutte le iniziative è possibile richiedere informazioni al numero 0523-983093 o alla mail .

Nella foto: la Biblioteca comunale “Mario Casella” di Fiorenzuola d’Arda.

Pubblicato il 18 settembre 2023

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Fondi a disposizione per i 38 cimiteri storici piacentini

 cimiteri storici

Cimiteri storici e monumentali, è aperto un bando per riconoscerli e sostenere attività di promozione culturale. Sono almeno 427 i luoghi di sepoltura che in Emilia-Romagna possono essere annoverati come storici e monumentali, elementi significativi del patrimonio culturale regionale da salvaguardare e valorizzare, come strumento di coesione e crescita culturale delle comunità e di tutti i visitatori. Questo numero complessivo somma i cimiteri comunali, la maggior parte, i cimiteri ebraici, i cimiteri di guerra e quelli ecclesiastici. Diffusi su tutte le province se ne trovano 131 a Modena, seguita da Bologna (94), Reggio Emilia (52), Piacenza (38), Forlì-Cesena (35), Parma (30), Ravenna (21), Ferrara (19) e Rimini (7).

Riconoscere e valorizzare questi luoghi di memoria è quello che si propone la Giunta della Regione Emilia-Romagna, che dopo l’approvazione a dicembre scorso della legge 21 per il “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici”, ha varato il bando, ora avviato, per candidarsi e per la concessione ai soggetti riconosciuti di contributi a sostegno di attività di promozione culturale. Il provvedimento prevede per i luoghi che saranno riconosciuti la possibilità di richiedere contributi a sostegno di attività di promozione culturale e progetti di valorizzazione realizzati nel corso del 2023 e relativi alla salvaguardia e alla catalogazione del patrimonio, a interventi di conservazione e restauro e per favorire l’accessibilità pubblica e la fruibilità anche delle persone con disabilità. Il sostegno regionale è previsto anche per la realizzazione di mostre e programmi culturali, progetti digitali e multimediali e di creazione di reti tra cimiteri monumentali e storici non solo regionali, ma anche europei, in particolare quelli collegati dalla rete “Asce-Association of Significant Cemeteries of Europe”. Possono chiedere il riconoscimento di “cimiteri monumentali e storici dell’Emilia-Romagna” i soggetti gestori dei luoghi di sepoltura che possiedono i requisiti minimi obbligatori definiti dalla Legge regionale 21 del 2022, e cioè la presenza di edifici e monumenti di rilevanza storico-artistica e valenza storico-culturale di luogo della memoria collettiva, ma anche lo svolgimento di attività per la conoscenza del luogo svolte nel triennio 2021-2023 e l’apertura al pubblico. Le domande di partecipazione al procedimento possono essere inviate fino alle ore 16 di venerdì 6 ottobre 2023, seguendo le modalità indicate nel bando, pubblicato nella sezione “Avvisi e Bandi” del portale del Settore Patrimonio culturale (oltre che sul portale della Regione Emilia-Romagna e sul Bollettino Ufficiale della Regione).

Pubblicato il 17 settembre 2023

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Vitalta, oltre 300 devoti ricordano Santa Franca

 il Sindaco i sacerdoti Villaggi Ferrari la famiglia Marazzi e dipendenti comune

Anche quest’anno Santa Franca ha richiamato a Vitalta di Vernasca, luogo in cui è nata nel 1175, un numero consistente di suoi devoti. Bambini, ragazzi, intere giovani famiglie e “nonni” di Vernasca ed emigrati, si sono ritrovati insieme per festeggiarla nella piccola chiesa, costruita nel 1932 dai coniugi Ferretti per grazia ricevuta.
La celebrazione, che ha unito tutti nella preghiera, è stata presieduta da monsignor Gianni Vincini e da don Alfonso Calamari e animata dal  coro della parrocchia. Ancora una volta ammirazione fra i presenti nell'ascoltare la predica di mons. Vincini che ha ricordato la grande Santa.
Fra i devoti, che dal 1932 la prima domenica di settembre, raggiungono la chiesetta posta in un ripiano ai piedi del monte Vidalto, tra terra e cielo, a balcone sull'alta e bassa Val d'Arda, c'erano anche quest'anno molti emigrati che non hanno mai dimenticato questo luogo particolare, legato alla loro infanzia. Ha piacevolmente sorpreso quest'anno la presenza della signora Teresa Travati di 86 anni, proveniente dalla Val di Susa, che ha portato le figlie, i generi, i nipoti e pronipoti e consuocera di 90 anni, a visitare i luoghi dove era nato e vissuto fino all’età di 15 anni, il  marito Guerino, che si era trasferito a Torino a soli 15 anni in cerca di lavoro.
Con gioia è stata accolto anche Piero Marazzi, unitamente alla sorella Anna con le figlie e i nipoti, presidente degli emigrati vernaschini a Londra, che prima del Covid, ha organizzato nella grande metropoli una cena benefica in cui ricavato è stato devoluto per realizzare i lavori necessari alla chiesetta.
Preghiere sono state recitate anche a ricordo dei defunti covid della val d'Arda, ricordati dalla bellissima Croce a loro dedicata e costruita dall'artista Stefano Villaggi e posizionata in questo particolare luogo dove verrà illuminata nelle ore notturne grazie all’ impianto gratuitamente installato da Luciano Gatti con lampade a led. 
Al termine della messa ben organizzata dai volontari della parrocchia, guidati da Dolly Morisi, ha preso la parola il sindaco di Vernasca Pinuccio Sidoli che ha illustrato i lavori svolti per un totale di 50.000 euro comprensivo anche dell’acquisto, grazie agli interventi di persone specializzate ai quali è stato dato l'incarico dal comune stesso quali: la dottoressa Anna Scaravella per il progetto del verde, l'architetto Giorgio Testa per tutte le opere necesserie portate a termine dai dipendenti del Comune di Vernasca che si sono impegnati in modo continuo e qualificato.
Applausi sentiti sono andati a coloro che hanno dato la loro disponibilità gratuita come Giuseppina Passera che ha fatto dono del terreno prelevato dalla sua proprietà privata per dar vita ad un bel campo verde che può permettere ai bambini e ai ragazzi di unirsi in gioiosi giochi, a Giuseppe Bussandri che ha costruito in muratura un elegante angolo adatto al picnic e alla grigliata davanti al quale è stato collocato un bellissimo tavolo con panche in legno costruito da Pini Fabio, una vera opera d'arte.
Ai volontari che hanno avuto cura dei fiori e dalla pulizia della chiesetta, in particolare a Stella Maggi, a Samuele Marazzi, vigile urbano, che come volontario, ha provveduto ad innaffiare per tutto l'estate le ben 552 piantine che formeranno la siepe antistante la chiesetta e il prato verde e al gruppo Alpini di Vernasca per aver provveduto alla pulizia di tutta la zona limitrofa.
Al termine della funzione i volontari della parrocchia e della Pro Loco hanno offerto ai presenti l'aperitivo a base di prodotti tipici del luogo, molto apprezzati da più di 300 persone e gustati da molti seduti ai tavoli, predisposti per l'occasione che ha permesso a molti di ritrovare amici e parenti.
Alla sera sono state accese le luci che illumineranno sia la chiesetta che la croce a ricordo e protezione dal paese e della Val d'Arda.

Renata Bussandri

 Nella foto, un gruppo di presenti con mons. Gianni Vincini e don Alfonso Calamari davanti alla chiesa di Vitalta.

Pubblicato il 18 settembre 2023

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I territori chiedono più risorse per la sanità pubblica tramite una proposta di legge

piu fondi per la sanita

“Quando le Aziende sanitarie locali produrranno le previsioni di bilancio, ho buona ragione di ritenere che sarà evidente il fatto che il nostro disavanzo potenziale, al netto delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale ancora da distribuire, coinciderà proprio con la quota parte prevista per l’Emilia-Romagna, il 7,5% dei 4 miliardi di euro che il ministro Schillaci ha chiesto al Governo. Se dunque il Governo investirà quanto necessario per la sanità nazionale, non ci sarà alcun bisogno di ricorrere a risorse extra della Regione per arrivare al pareggio di bilancio. Al contrario, se queste risorse non dovessero essere stanziate, saremo costretti per il quarto anno consecutivo a una manovra straordinaria, dopo il miliardo di euro che abbiamo garantito negli ultimi tre anni di fronte alla mancata copertura delle spese Covid e del caro bollette da parte dello Stato: una situazione profondamente ingiusta, in particolare per una regione come la nostra, con una sanità pubblica forte, strutture e servizi territoriali diffusi. Non a caso, anche quest’anno il ministero della Salute ci ha confermato come prima Regione nell’erogazione del Lea, i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie”. Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, intervenendo in Commissione Salute dell’Assemblea legislativa, dove è iniziato l’iter della proposta di legge della Giunta alle Camere sul sostegno finanziario al Sistema sanitario nazionale. La proposta di legge, approvata dalla Giunta lo scorso 31 luglio, intende portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale per riuscire a dare risposta alle nuove sfide e ai nuovi bisogni di cura e assistenza dei cittadini, e per evitare il collasso finanziario della sanità italiana.

Il progetto di legge è un inedito, come ha spiegato Donini anticipando anche i bilanci previsionali 2023 delle Aziende sanitarie – al momento il potenziale squilibrio complessivo si aggira sui 300 milioni di euro -, perché si pone l’obiettivo di stimolare e sensibilizzare il Parlamento affinché dalla prossima legge di bilancio in poi vi sia una adeguata crescita del Fondo sanitario nazionale commisurata ai parametri minimi per la sostenibilità finanziaria. “Mai avremmo pensato - ha sottolineato l’assessore - di arrivare a definire un atto legislativo in una situazione in cui 21 Regioni su 21 da ormai diciotto mesi stanno dicendo la stessa cosa; qualche mese fa i presidenti di tutte le Regioni, indipendentemente dal loro orientamento politico, ricevuti dal ministro della Salute Schillaci hanno detto che mancano 4 miliardi di euro e non una cifra generica, perché siamo in grado di definire qual è il livello di sostenibilità del Fondo nazionale. Anche il ministro ha affermato pubblicamente che al fondo mancano 4 miliardi. In un Paese normale se 21 Regioni su 21 e il ministro in carica dicono che mancano 4 miliardi, ci si trova e si trovano i 4 miliardi. Siccome, però, nulla si sta muovendo in maniera significativa e in assenza di una evidenza pubblica di questo impegno, abbiamo promosso un nostro progetto di legge che spero sia approvato in ottobre, in tempo utile per sollecitare il Parlamento prima della legge di bilancio”. L’assessore ha presentato l’impianto della proposta di legge auspicando da parte dei parlamentari la possibilità di trovare altre coperture, anche in parte diverse da quelle proposte dalla Regione. In un quadro, peraltro, in cui la sanità dell’Emilia-Romagna costa sicuramente di più rispetto alle entrate, per maggiori servizi, personale, strutture, attrattività, ma che sarebbe perfettamente in grado di mantenere i conti in equilibrio se lo Stato mettesse le risorse necessarie.

COSA PREVEDE IL PROGETTO DI LEGGE

La proposta di legge di iniziativa regionale si inserisce in un contesto in cui la domanda di servizi sanitari e sociosanitari è in aumento perché la popolazione invecchia progressivamente e il Servizio sanitario nazionale, già oggi sottofinanziato rispetto alle necessità della popolazione, è in affanno rispetto alla copertura dei costi delle Regioni determinati dalla pandemia. Sono tre i punti della proposta di legge. Il primo riguarda l’incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, a cui concorre lo Stato, su base annua dello 0,21% del prodotto interno lordo dal 2023 al 2027 fino a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5% del prodotto interno lordo. Obiettivo che comporta un sostanzioso, ma necessario, incremento delle risorse: da 128,869 miliardi di euro (fabbisogno programmato nel 2023) a oltre 149 miliardi, per avvicinare l’Italia al livello di altri Paesi europei (come ad esempio Francia, Germania e Regno Unito). Altro punto cardine del progetto di legge della Giunta, il superamento per le Regioni dei vincoli di spesa per il personale degli Enti del Servizio sanitario nazionale imposti dalla legge nazionale, ma anche il superamento di un altro limite, quello che riguarda il trattamento accessorio per il personale. In questo modo le Regioni potrebbero contare su uno strumento in più per fronteggiare il comune e grave problema della carenza di professionisti sanitari, che insieme alla mancanza di risorse adeguate costituisce un nodo fondamentale da sciogliere per la tenuta dell’intero sistema. Il terzo articolo del progetto di legge riguarda, infine, la copertura finanziaria, che sarà garantita in prima battuta da maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla Nota di aggiornamento al DEF - novembre 2022 e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione ed elusione fiscale e contributiva.

Pubblicato il 17 settembre 2023

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