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Faverzani racconta il matrimonio di Gianna Beretta Molla e del marito Pietro

gianna beretta e pietro molla 


Una famiglia cattolica modello, in cui l’amore tra i genitori era costantemente alimentato dal dialogo, dalla comprensione reciproca, ma soprattutto da una fede condivisa. Il legame tra santa Gianna Beretta Molla e il marito Pietro affondava le radici in una fede personale, di entrambi, molto solida, esercitata da sempre, e nella consapevolezza della propria vocazione.
Il giornalista di Cremona Mauro Faverzani ha studiato a lungo il carteggio e la vita di questa coppia vissuta a cavallo della metà del Novecento, non tanto distante a livello cronologico, eppure così controcorrente rispetto ai tempi attuali: “Gianna e Pietro e
rano profondamente cattolici, militanti in Azione Cattolica e al servizio in parrocchia. Il loro fu l’incontro di due animi affini. Dalle lettere scopriamo il realizzarsi di una dedizione totale, di una reciprocità l’uno per l’altra: era come se volessero accompagnarsi in paradiso”.
Faverzani ne parlerà per iniziativa dell’associazione “Gesù Bambino” domenica 18 maggio alle 16.30 alla Casa generalizia della Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore in via Mazzini 81 a Piacenza, in un intervento dal titolo: “Matrimonio: Il dono più grande di Dio. Il cammino di fede e d’amore di santa Gianna Beretta Molla e il marito Piero”.

Il primo incontro

Il primo incontro tra i due è avvenuto a Mesero, attualmente nella città metropolitana di Milano, l’8 dicembre 1954, in occasione della prima Messa di un padre cappuccino amico di entrambi. Di Gianna appena conosciuta P
ietro Molla mise nero su bianco le parole: “Il dono più grande che Dio poteva farmi”. E Gianna scrisse negli appunti: “Sento la serena tranquillità che mi dà per certo di aver avuto un buon incontro”.
Pediatra lei, ingegnere lui,
dopo 8 mesi e mezzo si sposano, e vanno a vivere nella villetta destinata a Pietro in quando direttore dell’azienda S.a.f.f.a, grande impresa che produceva fiammiferi.
Faverzani racconta: “Gianna, quando erano ancora fidanzati, rivelò subito a Pietro i suoi desideri per la vita comune. Gli disse: «Diventiamo collaboratori di Dio nella creazione. Possiamo così dare a Lui dei figli che lo amino e lo servano». Il matrimonio è stato preceduto da un ritiro spirituale, un triduo per prepararsi spiritualmente a ricevere il sacramento”. Per tutta la vita i due sposi furono quotidianamente fedeli alla frequentazione della Messa e alla recitazione del Rosario, spesso in tempi diversi, vissuti separatamente a causa degli impegni lavorativi, parrocchiali e sociali, ma sempre rimanendo l’un l’altra in comunione.

averzani

Sopra, il giornalista Mauro Faverzani; in alto, Gianna Beretta Molla e il marito Pietro.



Il segreto della felicità

A 39 anni Gianna affronta la quarta gravidanza durante la quale scopre di avere un fibroma all’utero. Sceglie di non abortire ma di sottoporsi a un intervento tale da poter preservare il bambino. “Al marito, guardandolo negli occhi, aveva detto: «Se dovete decidere fra me e il bimbo nessuna esitazione, scegliete - lo esigo - il bimbo». Pietro era deciso a rispettare fino in fondo questa volontà”.
La piccola Emanuela Gianna nascerà, ma la mamma morirà poco dopo il parto. “Da allora Pietro ha portato in tutta Italia la vicenda umana e cristiana che condivise con sua moglie. Quando anni fa - continua il professore e giornalista - venne nella mia parrocchia, disse di non essersi mai accorto di vivere con una santa, che la santità non è fatta solo di segni straordinari. Era convinto che l’esempio di sua moglie avrebbe fatto del bene a molte madri”.
Faverzani sottolinea quanto possano essere importanti per i giovani che stanno per sposarsi le parole che una volta scrisse Gianna: “Il segreto della felicità è vivere momento per momento e ringraziare il Signore di tutto ciò che Egli nella sua bontà ci manda giorno per giorno”.

Lucia Romiti

Pubblicato il 13 maggio 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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