La Regione conferma l’impegno per rendere l’Emilia-Romagna sempre più verde, proseguendo anche quest’anno il progetto ‘Mettiamo radici per il futuro’ con un nuovo stanziamento complessivo di 3 milioni di euro per il triennio 2025-2027 (1 milione nel 2025 per interventi dal 1^ ottobre al 31 dicembre; 1 milione nel 2026 e 1 nel 2027). Da domani, mercoledì 1^ ottobre, cittadine e cittadini, associazioni ed Enti pubblici potranno recarsi in uno dei vivai convenzionati della regione per ritirare gratuitamente uno o più alberi tra le 100 specie autoctone disponibili per piantarli e prendersene cura. Le imprese invece potranno partecipare al progetto attraverso la definizione di un accordo con un Comune o un ente territoriale (Unioni di Comuni, etc.) che si occuperà di ritirare gratuitamente le piantine dai vivai per poi consegnarle all’impresa che realizzerà la piantagione con propri mezzi. “Con questo nuovo bando invitiamo cittadine, cittadini, associazioni, Comuni e imprese a cogliere l’opportunità offerta dalla Regione di avere gratuitamente piante e arbusti per rendere più verde e più vivibile il territorio- sottolinea l’assessora a Cultura, Parchi e Foreste, Gessica Allegni-. Grazie alla preziosa collaborazione di tutta la comunità possiamo creare nuove aree boscate, siepi, spazi verdi che potranno concorrere a salvaguardare la biodiversità del nostro territorio e a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città”. Querce, carpini, sorbi, aceri, tigli, olmi, pioppi e arbusti: è possibile scegliere all’interno di un elenco di cento specie autoctone, suddivise tra alberi e arbusti e per area geografica. La Regione ha predisposto una guida, l’Abaco degli Alberi, per aiutare a individuare quelle più adatte al terreno e alle condizioni climatiche del luogo in cui verranno messe a dimora, che dovrà comunque essere all’interno del territorio dell’Emilia-Romagna, in aree di proprietà, di cui si ha possesso o disponibilità. Sul sito “Mettiamo radici per il futuro”, sono disponibili tutte le informazioni, compresi consigli utili sulla piantagione e la cura delle piante, oltre ad approfondimenti scientifici. Disponibili anche podcast di approfondimento su ognuno di questi aspetti in compagnia di esperti come il professore dell’Università di Firenze, Stefano Mancuso. Anche quest’anno la Regione promuoverà infine una campagna di comunicazione sui canali social, quotidiani, video e la diffusione di uno spot radio sulle principali emittenti radiofoniche locali per far conoscere l’iniziativa.
Arvange Metodo Classico Pas Dosé di Cantina Valtidone ha ricevuto per la terza volta il riconoscimento dei Tre bicchieri nella prestigiosa Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso –- Edizione 2026. Dopo le premiazioni del 2020 e del 2021, anche quest’anno il massimo riconoscimento va a Cantina Valtidone con l’enologo Francesco Fissore, che si conferma capace di interpretare le grandi potenzialità del terroir delle colline della Val Tidone. “Un traguardo raggiunto - precisa un comunicato - grazie alla costante ricerca di qualità e l’impegno nel dare vita a spumanti che raccontino il territorio con eleganza e autenticità; un riconoscimento a livello internazionale di elevato prestigio. Arvange Pas Dosé millesimato 2020 è Pinot Nero in purezza dai vigneti più vocati della Val Tidone. L’affinamento sui lieviti è di almeno 48 mesi, per uno spumante metodo classico che rappresenta l’eccellenza del territorio”. “È indubbiamente una notizia che ci ha emozionato - commenta il presidente Gianpaolo Fornasari interpretando il sentimento di tutta l’azienda -. I tre bicchieri conquistati nuovamente da Arvange Pas Dosé sono un motivo di orgoglio per i nostri soci e tutti i nostri dipendenti che vogliamo condividere con i clienti ed i tanti amici di Cantina Valtidone. Voglio ringraziare tutti i collaboratori della Cantina, a cominciare dal dott. Fissore, e tutti i soci per la grande qualità delle uve conferite senza le quali non potremmo produrre i nostri eccellenti vini. Abbiamo sempre fatto sul serio: il nostro obiettivo fondamentale è la creazione di valore per i nostri soci conferenti, la nostra Azienda, l’ambiente e le comunità del nostro territorio”.
A Mezzano Scotti, borgo a sei chilometri da Bobbio, un tempo sede dell’Antica Abbazia di San Paolo gemellata con l'abbazia di San Colombano, si è svolta, grazie al “Progetto Peregrinus” dell’Associazione Greenbutterflies, guidata da Manuela Bertoncini, l’XI edizione delle GEP, Giornate europee del patrimonio. Dal 2015 Mezzano è sempre stato presente nelle Giornate Europee del Patrimonio (live o, in pieno covid, on line). Anche quest’anno non è mancato all’appello. “Peregrinus” lo ha infatti inserito nell’ampio quadro celebrativo, esteso a quattro Regioni (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna), cui è stato concesso l’alto Patrocinio del Parlamento Europeo, accordato dalla Presidente Roberta Metsola. Accolti da una bellissima fioritura di piccoli ciclamini rosa che in questa stagione tappezzano il sottobosco, gli intervenuti, soprattutto studenti bobbiesi dell’Istituto San Colombano e irlandesi dell’Academy School di Bangor coi relativi insegnanti, hanno fraternizzato e lavorato insieme nel workshop a produrre cartelloni ispirati alla “pace”.
L’intensa attività svolta da “Peregrinus” messa in mostra e le significative frasi di Colombano hanno dato un senso a tanto … daffare. In linea col tema 2025 “Architettura: l’arte di costruire” sono stati ricordati i segni tuttora presenti di strutture medievali, autentiche. Un esempio: le antiche mura che ancora incorporano grossi sassi sporgenti in funzione di scale. E’ stato pure ricordato l’incendio del borgo di Mezzano ordinato da Napoleone a punizione dei montanari insorti contro l’arruolamento obbligatorio. Ancora ne rimangono segni.
Luisa Follini
Nelle foto, il gruppo di studenti irlandesi e bobbiesi a Mezzano Scotti, una panoramica del borgo della val Trebbia nel Comune di Bobbio e in mostra le significative frasi di San Colombano.
Anche quest’anno Africa Mission Cooperazione e Sviluppo aderisce alla Settimana del Dono, la significativa iniziativa promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Grazie alla consolidata collaborazione con la sede di Piacenza, l'organizzazione sarà protagonista di tre incontri che mirano a sensibilizzare e informare su volontariato, cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile in Africa.
Gli incontri
Lunedì 6 ottobre: Focus su Agronomia e Sviluppo in Uganda Il ciclo di appuntamenti prenderà il via lunedì 6 ottobre dalle 10.45 alle 12.30 con l'incontro intitolato ''Africa in campo: volontariato e sviluppo agricolo in Uganda''. L'evento si terrà nell'ambito del corso di Agronomia Generale e vedrà la partecipazione di esperti e testimoni diretti. Interverranno il professor Vincenzo Tabaglio su ''Agronomia e sviluppo sostenibile nell'Africa tropicale'', il direttore di Africa Mission, Carlo Ruspantini, che illustrerà ''I progetti di Africa Mission in Uganda'', il responsabile Paese, Pier Giorgio Lappo, con un approfondimento su ''Agrozootecnia sostenibile nel nord Uganda'', volontari Tommaso Reghitto (Servizio Civile) e Giulia Milcovich (Charity Program), che condivideranno le loro esperienze sul campo rispettivamente con ''Volontariato e sviluppo rurale ad Alito (Uganda)'' e ''La mia esperienza ad Alito (Uganda)''.
Martedì 7 ottobre: Presentazione del "Progetto Vieni, Vedi, Cambia" Si prosegue martedì 7 ottobre alle 20.30 al Collegio Sant'Isidoro con la presentazione del ''Progetto Vieni, Vedi, Cambia: le voci dei protagonisti'': sarà un'occasione per ascoltare direttamente coloro che hanno vissuto l'esperienza, approfondendo l'impatto e il significato del progetto.
Venerdì 10 ottobre: Testimonianze Studentesche e Ecologia Integrale L’ultimo incontro è in programma venerdì 10 ottobre dalle 10.45 alle 12.30 e si svolgerà all'interno del corso di Progettazione per l'Ecologia Integrale tenuto dalla professoressa Alessandra Augelli, parte del corso di laurea in Management per la Sostenibilità. Il focus sarà nuovamente sul progetto ''Vieni, Vedi, Cambia'', ma questa volta arricchito dalle testimonianze dirette degli studenti che vi hanno partecipato, offrendo una prospettiva universitaria e un collegamento concreto tra studio, sostenibilità e cooperazione.
L'Eremo di Sant’Espedito di Badagnano, frazione di Carpaneto, è un luogo silenzioso, immerso nel verde dei boschi e lontano dal traffico di tutti i giorni. Il Santo è poco conosciuto in Italia; si sa che era un guerriero romano ucciso per combattere gli ideali della fede cristiana ed è molto famoso in America Latina, Brasile, Argentina e persino in Belgio. È il protettore della gioventù studiosa e delle cause urgenti e disperate; in questo momento così difficile che stiamo vivendo sono tanti i fedeli che raggiungono l'Eremo per affidarsi a lui. Del caratteristico borgo di Badagnano si è parlato al Tg2 della Rai nei giorni scorsi nel servizio a cura di Daniela Bisogni. La località rientra nei luoghi del FAI.
A Badagnano vicono cira cinquanta persone di cui una ventina si occupano della cura dell'Eremo promuovendo anche diverse iniziative. È anche il luogo dove abitualmente il coro si riunisce per fare le prove, da dove prende il nome e da dove è nato.
La messa viene celebrata una volta al mese da don Roberto Isola, parroco di Carpaneto o da don Giuseppe Frazzani.
Si può visitare la chiesa di Badagnano, aperta la quarta domenica di ogni mese, oppure durante i tre eventi celebrati nel piccolo borgo: la festa del patrono il 24 giugno, quella di Sant’Espedito che ricade la prima domenica di maggio, e l’ultima domenica di novembre, per rendere omaggio alla Madonna della medaglia miracolosa.
Nelle foto, l'Eremo di Sant'Espedito a Badagnano di Carpaneto e alcune immagine del servizio trasmesso al Tg2 della Rai.
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