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«Gravitas Levitas»: la città che educa

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Sottolineando il contrasto tra il clima di speranza e ricostruzione degli anni ’60 e la “cappa di fatica” che caratterizza il presente, Claudio Ferrari, direttore dell’Ufficio Scuola della diocesi di Piacenza-Bobbio, ha dato inizio al ciclo di incontri di formazione per docenti “Gravitas Levitas”, svoltosi il 23 settembre all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Santa Eufemia a Piacenza. “Oggi i giovani - ha detto Ferrari - faticano a vivere la scuola come esperienza di bellezza, spesso percepita come peso. “Gravitas Levitas” – ha aggiunto – vuole essere uno spazio di sostegno per educatori e formatori, con l’obiettivo di aiutare a leggere luci e ombre del tempo presente e a restituire fiducia e visione positiva del futuro”.

L’adulto è colui che apre al futuro

Mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio, nel suo intervento, ha richiamato la responsabilità dell’adulto: essere adulti - per il vescovo - non dipende dall’età, ma dall’assunzione di responsabilità verso le nuove generazioni. “La comunità cristiana - sintetizziamo le sue parole - deve oggi concentrarsi sull’aiutare gli adulti a “essere tali”, perché i giovani hanno bisogno di punti di riferimento solidi. Centrale il tema della speranza: l’adulto è colui che apre un futuro, anche nelle situazioni più difficili”. Il vescovo ha messo poi in guardia contro lo “speranzicidio”: non si può dire a un giovane che non ce la farà mai. Gli errori vanno riconosciuti, ma accompagnati da alternative concrete che ridiano fiducia e prospettiva. Mons. Cevolotto ha evidenziato inoltre l’importanza di rete e collaborazione educativa per superare isolamento e competizione e sostenere i ragazzi, spesso sotto pressione.

La metafora del rugby

Andrea Grossi, Direttore Ufficio Scolastico Piacenza-Parma, nel suo intervento, ha evidenziato come i giovani portano energia e desiderio di novità: ogni vita inaugura un “nuovo eone”. Compito dell’adulto - per Grossi - è custodire e accompagnare, senza reprimere né lasciare allo sbando, aiutando i ragazzi a costruire un ordine nuovo insieme alla comunità. Usando la metafora del rugby, Grossi ha sottolineato l’importanza di “Andare avanti”, segno di coraggio e responsabilità nel cimentarsi e affrontare i propri limiti. Poi di “Passare la palla”, segno della collaborazione e cooperazione con gli altri. Grossi ha poi analizzato la società dell’apparenza e l’effetto dei social: gli adolescenti vivono sotto un giudizio costante, che genera paura di fallire e strategie difensive: “Non mi impegno, così non rischio…” Infine Grossi ha sottolineato il ruolo decisivo degli educatori: essere presenti, accogliere, mostrare anche le proprie fragilità, offrendo modelli di autenticità. L’insegnante diventa così figura di “pro-esistenza”, più che di trasmissione di nozioni.

Pari dignità dei percorsi scolastici

Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, nel suo intervento, ha richiamato l’importanza della disciplina e delle conseguenze: la scuola comporta doveri (studiare, presentarsi, impegnarsi) e ogni azione porta reazioni…Tarasconi ha ribadito la pari dignità dei percorsi formativi, accademici e professionalizzanti, contrastando la visione gerarchica che svaluta i percorsi tecnici e manuali. Ha invitato a rafforzare la collaborazione istituzionale per valorizzare ogni percorso educativo, restituendo ai ragazzi la consapevolezza del valore intrinseco del loro impegno. Infine ha sottolineato che il problema della scarsa valorizzazione dei percorsi professionali è storico, ma oggi urgente da affrontare. In sintesi, i quattro interventi hanno delineato un quadro comune: educare oggi significa ricostruire speranza, responsabilità e fiducia, accompagnando i giovani senza proteggerli dalle difficoltà, ma aiutandoli a trasformarle in opportunità di crescita, in un lavoro di rete tra adulti, istituzioni e comunità.

Riccardo Tonna

Nella foto, il tavolo dei relatori.

Pubblicato il 26 settembre 2025

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