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L’eucaristia al centro della vita

L’incontro di mons. Busani con i catechisti

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“Io sto in mezzo a voi come colui che serve. Eucarestia e carità”, questo il titolo del quarto e penultimo – prima che il vescovo mons. Gianni Ambrosio concluda il percorso il prossimo 4 maggio – degli incontri di formazione per catechisti del Vicariato di Piacenza e Gossolengo che si è svolto il 9 marzo al centro Il Samaritano di via Giordani.
Introdotto da don Giuseppe Basini, parroco di Sant’Antonino e vicario della città, l’incontro è stato tenuto da mons. Giuseppe Busani, parroco di Castel San Giovanni e docente di liturgia al Collegio Alberoni.
In apertura don Basini si è rifatto alle parole di don Luigi Verdi, responsabile della Fraternità di Romena, il quale auspica una Chiesa che non rimanga incagliata, ma sappia spronare ogni persona a farsi portatrice di amore fraterno, attraverso il continuo ripetersi del miracolo di Gesù, trasformando il sapore del pane e il gusto del vino in amore sconfinato della vita.
“Come catechisti – ha detto don Basini – dobbiamo costruire una chiesa come quella auspicata da don Verdi. Pensiamo che tutto nasce dall’eucarestia come amore ricevuto gratuitamente. Allo stesso modo, anche noi possiamo donare gratuitamente”.

L’intervento di mons. Busani è cominciato citando l’episodio della lavanda dei piedi nel Vangelo di Giovanni.
A Pietro, scandalizzato dal fatto che Gesù si piegasse a lavare i piedi ai discepoli, Gesù rispose che il significato di quel gesto lo avrebbero capito dopo. Allo stesso modo, secondo mons. Busani, “non dobbiamo chiederci che cosa sia l’eucarestia, ma lasciarci guidare da essa, dai gesti di Gesù. Dobbiamo concentrarci su cosa accade quando, nella celebrazione eucaristica, riceviamo il pane e il vino, simboli del corpo e sangue di Cristo. È agape con cui Gesù si fa corpo nel nostro corpo, donandoci la sua carità”.

Gesù imprime un segno su di noi, ma non ci chiede di capirlo, ci chiede di viverlo, come atto di fiducia di fronte al mistero. “Con l’eucarestia – ha spiegato mons. Busani – l’uomo e il mondo si fermano per farsi formare da Gesù, che ha già fatto tutto per noi e chiede solo che noi ci lasciamo guidare da lui. Quindi, liberiamoci dall’ansia delle prestazioni, dis-occupiamoci, togliamoci dal centro, lasciamo che al centro ci sia Gesù”.

L’istituzione dell’eucarestia avviene nella notte in cui Gesù viene tradito dai suoi discepoli.
È la notte che segna la crisi delle relazioni, il crollo della comunità dei discepoli. “Eppure Gesù – ha detto mons. Busani - non rinnega la crisi, la affronta e lo fa, proprio in quella notte, con una cena, in cui, lui che viene allontanato, avvicina i discepoli e dona tutto a loro. In quella notte di tradimento, di condanna alla croce, Gesù prende pane e vino e li distribuisce ai discepoli. Gesù dona il suo corpo e trasforma chi lo abbandona in ospite del suo dono. Con l’eucarestia al centro è il corpo di Gesù, che si sacrifica per redimere gli uomini”.

Mons. Busani ha poi parlato della celebrazione della messa, i cui riti ci aiutano ad entrare nel dinamismo dell’eucarestia.
Attraverso la celebrazione le persone rispondono ad una chiamata ed è straordinario che con essa si formi un’assemblea di uomini e donne le più diverse tra loro per età, cultura, estrazione sociale, ma tutte unite in quella relazione comunitaria nella quale l’eucarestia ci fa sentire tutti uguali e in sintonia con Gesù.

Tutti i riti della celebrazione eucaristica hanno un significato, “ci pongono – ha detto mons. Busani - nella dimensione di un presente in cui, invitati alla mensa del Signore, siamo ospiti e ci ospitiamo gli uni gli altri, in prossimità, insieme in tensione verso il corpo di Cristo.
Il cibo che prendiamo con l’eucarestia è spezzato per tutti. Per questo l’eucarestia è una relazione. Nei riti della celebrazione c’è tutto – ha continuato mons. Busani – l’attesa, l’ascolto, la preghiera, il perdono, il cibo, il contatto – e tutti i sensi sono coinvolti. L’eucarestia è l’unico sacramento che si ripete sempre, come continuo invito a camminare incontro a Dio e nella celebrazione eucaristica è iscritto il legame con la vita”.
Ai catechisti, cui spetta il compito educativo, il consiglio di mons. Busani e di narrare ai ragazzi la Bibbia e far conoscere la Chiesa e i luoghi in cui l’eucarestia si compie.

Andrea Nempi

Pubblicato l'11 marzo 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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