A Piacenza ci sono otto nuovi maestri del lavoro. Il riconoscimento è stato consegnato a Bologna, nel corso della cerimonia del 1° maggio a Bologna, nel salone del Podestà Palazzo Re Enzo. Qui si è tenuta l'assegnazione delle onorificenze ai nuovi maestri della Regione Emilia-Romagna, che hanno ricevuto il benvenuto e le congratulazioni dal prefetto di Bologna Enrico Ricci, dalla Console Regionale Alessandra Castelvetri e dal dirigente Ispettorato Area Metropolitana di Bologna Antonio Zoina, alla presenza di numerose autorità civili e militari. La “Stella al Merito del Lavoro”, consegnata dal vice prefetto vicario di Piacenza, Attilio Ubaldi e dalla console regionale Alessandra Castelvetri, è stata riconosciuta a otto piacentini: Massimo Bertuzzi, Lorenzo Carolfi, Pierpaolo Pelagatti, Paolo Rai, Giuseppe Rolleri, Loris Rossi, Anna Maria Vetrucci e Roberto Villa. Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi, l’assessore del Comune Caorso Carla Trabucchi e l’assessore del Comune di Gazzola Maria Rattotti. I maestri, con familiari e amici, sono stati accompagnati dal Console Provinciale Emilio Marani e dal Console Emerito Roberto Girasoli.
Anche Gragnano ha il suo "percorso della memoria", quello che unisce la storia nazionale e quella locale attraverso un "viaggio" che unisce i luoghi dove sono stati uccisi o sepolti coloro che scelsero di scendere in campo per il ritorno alla libertà e alla democrazia del nostro Paese. Su questo percorso hanno camminato oggi i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e il Consiglio comunale dei ragazzi. Il sindaco Patrizia Calza, gli assessori Francesca Grignano e Alberto Frattola con i consiglieri comunali Matteo Provini e Cristiano Schiavi, il gruppo dei giovani consiglieri con il loro sindaco Anna Timoni, e un gruppo di alpini e cittadini hanno così celebrato anche a livello locale l’ottantesimo Anniversario della Liberazione, rendendo omaggio ai militari uccisi e ai dispersi della seconda guerra mondiale ricordati nella lapide dell’androne della Casa Comunale e ai "resistenti": Luigi Pozzi, Ugo Paraboschi, Giuseppe Nespi, Natale Barattieri, Mario Fontanella, Francesco Rossi e don Giuseppe Beotti. Così come si sono ricordate le staffette partigiane legate a Gragnano: Paolina Passaglia nata a Case Moglia e ricordata con una targa all’abitazione dove nacque e visse fino al matrimonio e Tina Anselmi, diventata successivamente primo Ministro donna della storia d’Italia, a cui è stata dedicata qualche anno fa la scuola Primaria del paese. Partito dal Comune, il gruppo ha raggiunto il cippo davanti all’ex Berni dove cadde Ugo Paraboschi, poi il cippo in località Castelbosco dove vennero uccisi Giuseppe Nespi, Natale Barattieri e Mario Fontanella, infine il Cimitero di Gragnano dove sono sepolti Luigi Pozzi, Francesco Rossi e dove rimane il sepolcro di don Giuseppe Beotti i cui resti sono però stati traslati nella Chiesa di San Michele Arcangelo a seguito della beatificazione del sacerdote. Nell’occasione il sindaco ha richiamato alla memoria i passaggi storici più significativi, dall’armistizio del 1943 al 25 aprile 1945 , tracciando brevi ritratti dei caduti. “L’amore per il proprio Paese, per la propria comunità si costruisce con la conoscenza del passato – ha dichiarato Patrizia Calza –. Per questo bisogna che ciascuno impari a conoscere la propria storia, chi ha calpestato il terreno che oggi calpestiamo, chi ha vissuto dove noi viviamo, chi ha sacrificato la vita per costruire il paese che oggi siamo e chi, come le donne partigiane si sono fatte carico della responsabilità di dare il proprio contributo al cambiamento del paese, nonostante fossero ancora considerate cittadine di serie B, senza diritto di voto e private di diritti che solo dopo l’avvento della Costituzione sono stati riconosciuti”. Alberto Frattola ha invece ricordato in particolare la figura di Francesco Rossi, che considerato per 50 anni disperso si è saputo infine deceduto nel campo di Gusen, uno dei sottocampi di Mauthausen il 5 maggio 1945, il giorno precedente l’arrivo degli americani. È l’unico dei resistenti a cui non sia stata dedicata una via, forse perché per tanto tempo considerato disperso. Commossa l’assessore Grignano, che è anche docente della scuola media locale, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e della collaborazione tra Amministrazione comunale e istituzione scolastica "ai fini dell’ educazione alla cittadinanza attiva e alla partecipazione che riteniamo siano un obiettivo fondamentale da perseguire per la crescita come uomini e come cittadini dei nostri giovani".
L’arresto cardiaco può cancellare tutto in un istante. E quando quell’istante arriva, anche il futuro si cancella. A questa sconfortante considerazione, aggiungiamo un numero: l'arresto cardiaco, in Italia, uccide circa 60mila persone ogni anno. Cifre impressionanti che, una volta digerite, rendono più facile comprendere l’importanza di una diffusione capillare dei defibrillatori (Dae). Ma se i freddi numeri ancora non sono sufficienti per capire il ruolo del Dae nelle nostre città, - si legge in una nota di Progetto Vita - potrebbe essere d’aiuto raccontare una storia, i cui protagonisti potremmo essere tutti noi. È così che nasce “Una questione di cuore. Diamo una scossa alla speranza”, cortometraggio scritto da Alessandro Zonin e prodotto dalla società Filmica Srl. Quando guidiamo, quando siamo sul lavoro, quando passeggiamo per strada sentiamo di avere il controllo della situazione, sentiamo di poterci difendere dagli ostacoli e dagli imprevisti. E in parte è anche così. Ma l’arresto cardiaco agisce silenziosamente, in un istante, come dicevamo prima. E soprattutto agisce senza avvisare, senza che lo si possa evitare, senza che ci si possa difendere: entra in gioco e cancella tutto. In un istante, appunto, Di fronte all’arresto cardiaco non è al sicuro nemmeno un giovane abituato all’attività fisica come Eugenio, il protagonista del film. Un giovane che già sta pensando al proprio futuro, all’amore, alla famiglia. Ma il futuro, l’amore e la famiglia stanno per essere stroncati, restando semplici sogni mai realizzati. Il cuore di Eugenio aveva appena iniziato a battere per Sara, una ragazza incontrata per caso, quando viene costretto a fermarsi: un arresto cardiaco decide che per i due non ci deve essere alcun domani.
A favore di Progetto Vita
Attraverso “Una questione di cuore”, Alessandro Zonin punta a sensibilizzare lo spettatore sull'utilizzo dei Dae. Non a caso l'opera sosterrà le azioni e le iniziative dell’associazione Progetto Vita che dal 1998 si impegna per una diffusione capillare dei defibrillatori sul territorio. In oltre vent’anni, Progetto Vita, fondato dai cardiologi Alessandro Capucci e Daniela Aschieri, è riuscito a installare nella propria provincia di origine, Piacenza, ben 1182 defibrillatori, addestrando oltre 108.500 persone all’utilizzo dello strumento. Sono 163 le persone ad oggi salvate da Progetto Vita. Attraverso collaborazioni con forze dell’ordine, istituzioni, aziende private e mondo del volontariato, l’associazione ha creato una fitta rete di intervento in grado di accelerare il soccorso, aumentando quindi le possibilità di salvare una vita. Oggi, non a caso, la provincia di Piacenza rappresenta un modello a cui guarda tutta Europa nell’ambito della defibrillazione precoce. “Ogni giorno, nel nostro Paese, decine di persone vengono colpite da un arresto cardiaco improvviso. In pochi istanti, la vita si ferma. Ma in quei momenti, spesso senza preavviso, può accadere qualcosa di straordinario: qualcuno, un passante, un familiare, un collega, decide di intervenire. Quel gesto, quel coraggio di agire, può fare la differenza tra la vita e la morte”, commenta Daniela Aschieri, presidente di Progetto Vita. “Questo cortometraggio – dice - nasce con l’intento di raccontare una storia di speranza, di connessioni inaspettate e di scelte che cambiano il destino. Abbiamo voluto rappresentare la potenza di un’azione tempestiva, la guida rassicurante della centrale operativa del 118 e l’importanza di avere un defibrillatore accessibile nel posto giusto. Ma non è solo una storia di soccorso: è anche una storia di amore, di nuovi inizi, di mistero e di gratitudine”. “Attraverso questa narrazione, vogliamo sensibilizzare tutti sull’importanza della defibrillazione precoce, un gesto che chiunque può compiere, anche senza essere un medico. Vogliamo che questo filmato diventi un messaggio di consapevolezza: il cuore può fermarsi, ma la vita può ripartire grazie a chi è lì, in quel momento, pronto a intervenire. Progetto Vita ha da sempre l’obiettivo di diffondere la cultura del soccorso, portando la defibrillazione fuori dagli ospedali e nelle mani di tutti. Perché dietro ogni storia di un cuore che riprende a battere, c’è sempre qualcuno che ha avuto il coraggio di salvare una vita”, conclude Aschieri.
Una raccolta fondi
Un messaggio destinato ad arrivare nel migliore dei modi, grazie alla regìa di Alessandro Zonin, considerato tra i migliori esperti di fotografia cinematografica del panorama italiano. Un artista che ha collaborato con prestigiosi brand internazionali e con registi del calibro di Max Croci, Roger Anthony Fratter, Giancarlo Marinelli, Jerry Calà, solo per citarne alcuni. Il suo talento è noto anche nel mondo della musica: Zonin ha curato la fotografia di numerosi videoclip per artisti come Roy Paci, Francesco Facchinetti, Marlene Kuntz, Negrita e Raf. Sony Europe lo ha voluto in qualità di testimonial della nuova cinecamera “Venice”, mentre Angènieux (azienda leader nel settore delle lenti cinematografiche) lo ha nominato Ambassador italiano dei propri prodotti. Da diversi anni unisce alla sua passione per la fotografia cinematografica quella per la scrittura di soggetti e sceneggiature originali. Nel ruolo dei due protagonisti Elisa Billi e William Michael Roberts, interpreti di Sara e Eugenio, la giovane coppia unita dal filo invisibile del destino. A completare il cast le attrici Eleonora Tiberia e Donatella Pompadour, rispettivamente nei panni della ginecologa e della responsabile del 118. Sullo sfondo le incantevoli location offerte dal borgo medievale del Comune di Castell'Arquato (Piacenza) con la sua Rocca Viscontea, per far scoprire un territorio ricco di storia e donare un impatto visivo romantico e suggestivo. Maggiori informazioni si possono reperire nel sito web dedicato al cortometraggio: www.unaquestionedicuore.it . “Una questione di cuore. Diamo una scossa alla speranza” è destinato al circuito dei festival internazionali, pronto a viaggiare oltre i confini italiani. In altre parole, le premesse ci sono tutte affinché il messaggio di Progetto Vita sull’importanza del defibrillatore risuoni anche all’estero. Questa volta grazie anche all’indiscussa potenza del cinema. È attiva una raccolta fondi con l’obiettivo di sostenere il progetto attraverso la piattaforma di crowdfunding Produzioni dal basso al seguente link: https://www.produzionidalbasso.com/project/una-questione-di-cuore-short-film/ .
Sono positive, e con dati migliori rispetto a quelli del gennaio scorso, le previsioni per l’economia piacentina relative al 2025. Le analisi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati degli scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, parlano di un Pil in crescita dello 0,7%; un risultato, come si è detto, al di sopra delle previsioni del gennaio scorso, quando è stato ipotizzato un +0,2%. A migliorare le prospettive di crescita sono, soprattutto, le dinamiche positive che riguardano, in particolare, il mondo dell’agricoltura e quello dell’industria. Per quest’ultima, infatti, si prevede un +1,3% nel corso del 2025, con un’ulteriore espansione dell’1,7% nel 2026. Ancora più significativo il dato previsionale per l’agricoltura: le stime camerali, infatti, parlano di un +2% per il 2025 e di un aumento del 3,6% nel 2026. Note positive riguardano anche il futuro del comparto dei servizi, per il quale si va da una previsione del +0,6% nel 2025, ad una del +1% nel prossimo anno. Sono di segno negativo, invece, i dati previsionali nel comparto delle costruzioni, che dopo una sostanziale tenuta nel 2024 (-0,2%), diminuiranno del 2,1% quest’anno, per poi andare quasi a triplicare il dato di peggioramento nel 2026 (-6%). Le esportazioni vengono stimate anch’esse in crescita del 3,5% nel 2025 e del 4,1% nel 2026. Riguardo al reddito disponibile per le famiglie, le previsioni parlano di un +2,0% quest’anno e di un dato leggermente inferiore per il 2026 (+1,6%). Sia i dati del 2025 che quelli del 2026, infine, mostrano un mercato del lavoro complessivamente stabile: gli occupati caleranno dello 0,1% nel 2025 e aumenteranno dello 0,3% l’anno prossimo; il tasso di disoccupazione passerà dal 5,0% di quest’anno al 4,8% nel 2026. “Fra i dati più significativi – sottolinea il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, il piacentino Filippo Cella – spicca sicuramente l’irrobustimento delle prospettive di ripresa per l’industria, che nel 2024 ha registrato un aumento della produzione dello 0,6% e per la quale, soltanto tre mesi fa, si prevedeva una crescita limitata allo 0,3% nel 2025”. “La situazione internazionale – prosegue Cella – resta comunque molto complessa, così come appare modesta la domanda interna”. “Per queste ragioni – conclude il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia – è fondamentale che il Governo sostenga il sistema produttivo in questa fase delicata, vigilando contemporaneamente su questi costi – a partire dalle fonti energetiche – che possono determinare cambiamenti anche molto repentini, e negativi, sulle prospettive di crescita delle imprese”.
L’Unione Europea ha scelto come capitali della cultura europea 2025 Gorizia-Nova Gorica. Due città oggi, una italiana e l’altra slovena che fin dall’inizio del Novecento erano un’unica realtà in cui convivevano popolazioni che parlavano italiano, sloveno, tedesco, friulano, ebraico. Un territorio dalla storia multietnica che nel secolo ha visto mutare la sua identità.
Dalla prima guerra mondiale a oggi
La prima guerra mondiale ha sancito l’annessione di Gorizia all’Italia e negli anni successivi il fascismo ha perseguitato gli sloveni. Dopo la seconda guerra mondiale il regime di Tito con violenza (ricordiamo le foibe e le deportazioni) ha cercato l’annessione della città alla Jugoslavia; fino ad arrivare alla risoluzione del 1947 in cui Gorizia città rimase in Italia e la campagna alla Jugoslavia creando confini tra le case e le piazze, dividendo famiglie e attività lavorative e rendendo difficile il passaggio tra i territori; negli anni successivi nasce la città di Nova Gorica. Dopo la caduta del regime dell’ex Jugoslavia, nel 1991 la Slovenia diventa Stato indipendente e nel 2004 entra a far parte dell’Unione Europea. Inizia la nuova storia delle due città frontaliere con percorsi di riconciliazione e di rilettura della storia, attività culturali, scambi economici.
Alla scoperta dei 77 muri esistenti nel mondo
L’Azione Cattolica delle Comunità pastorali 1 e 2 della città di Piacenza si è lasciata sollecitare da questo riconoscimento e da gennaio ha intrecciato le proposte formative con il tema dei “muri”. Il percorso - spiegano i promotori - ha preso avvio con la consapevolezza dei muri che erigiamo dentro di noi come difesa e paura verso l’altro assumendo, di conseguenza, atteggiamenti di intolleranza e razzismo. Gli incontri hanno anche messo in luce i muri che a volte erigiamo come comunità cristiana attraverso la realtà di gruppi chiusi ma si è voluto approfondire anche un appello che il vescovo Adrano ci ha consegnato durante la visita pastorale: credere che nella presenza alle nostre celebrazioni di fedeli provenienti da altri Paesi vi è racchiuso il volto nuovo della Chiesa che ci chiede di superare forme di divisione e di esclusione. Uno sguardo al tema da un punto di vista mondiale ci ha mostrato la realtà cruda e violenta dei 77 muri eretti tra tanti Paesi del mondo per scelte politiche nazionalistiche e per ideologie etniche.
La proposta del viaggio
È nato così il desiderio di farsi provocare dalla storia per questo il 31 maggio e il 1° giugno si propone a tutti gli interessati (sono disponibili ancora dei posti, informazioni si possono avere presso l’Ufficio pellegrinaggi diocesano) un viaggio ad Aquileia-Trieste-Gorizia-Nova Gorica.
L’incontro del 7 maggio con i volontari di “Fiorenzuola Oltre i Confini”
“Poiché non vogliamo tacere di fronte alle politiche di respingimento e al definire tutti i migranti dei criminali - proseguono - a Trieste intercetteremo più da vicino la realtà di uomini e donne provenienti dalla rotta balcanica che spinti dalla fame, dalle guerre, dalle persecuzioni cercano di trovare una vita migliore con il coraggio e la tenacia di camminare per migliaia di chilometri, subendo umiliazioni, violenza e trovando anche la morte. In piazza Libertà i partecipanti al viaggio si metteranno a disposizione dei volontari dell’Associazione Linea d’Ombra per offrire ascolto e aiuti ai migranti che ogni sera si radunano”. Per conoscere meglio la realtà mercoledì 7 maggio offriamo uno spazio pubblico in cui ascolteremo l’esperienza dei volontari di “Fiorenzuola Oltre i Confini”.
Nella foto, i volontari di “Fiorenzuola oltre i confini” impegnati nella trasfertaa Trieste.
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