Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

80esimo della Liberazione, nel ricordo di papa Francesco. «Ci ha lasciato evocando fratellanza e pace»

Piazza

“I resistenti giurarono: mai più guerre, mai più persecuzioni razziali, vogliamo costruire un altro mondo, solidale e sicuro. Oggi nel mondo è in corso un terremoto politico e sociale con l’intreccio di tante crisi, noi dobbiamo assolutamente fermare l’uso delle armi”. È un monito di pace quello lanciato da Carlo Ghezzi, vicepresidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani, dal palco del 25 aprile in piazza Cavalli a Piacenza. A lui è stata affidata l’orazione ufficiale della cerimonia per l’80esimo anniversario della Liberazione. Una ricorrenza celebrata “tutti insieme”: i rappresentanti dei Comuni della provincia, associazioni partigiane e autorità, si sono ritrovati tutti in piazza Cavalli con tre cortei partiti da Barriera Genova, San Sepolcro e Giardini Merluzzo.

Il palco del 25 aprile in piazza Cavalli
La commemorazione ha accolto l’invito alla “sobrietà” arrivato dal Governo, nel rispetto del lutto nazionale proclamato dopo la scomparsa di papa Francesco. Il pontefice è stato ricordato in tutti i discorsi, quelli della sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, del prefetto Paolo Ponta e della presidente della Provincia Monica Patelli, e nell’orazione ufficiale di Carlo Ghezzi, mentre a Genova il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordava le parole del Santo Padre nell’enciclica Fratelli tutti, quando affermava che “ogni generazione deve fare proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più”. Sul palco di Piacenza sono saliti anche la deputata del Paola De Micheli (Pd), i consiglieri regionali Luca Quintavalla e Lodovico Albasi (Pd), la procuratrice capo Grazia Pradella, il presidente del Tribunale Stefano Brusati, il consigliere comunale Massimo Trespidi (Liberi) e le massime cariche militari della provincia. Seduti in prima fila, due testimoni diretti della Resistenza: Luigi Leviti, 101 anni, e Pietro Satta, 97, partigiani combattenti della Divisione Piacenza di Giustizia e Libertà.

Il ricordo di papa Francesco
“Nei giorni scorsi è venuta a turbarci nel profondo la notizia della scomparsa di papa Francesco – ha detto il vicepresidente Anpi – un gigante di umanità, di unità e di speranza. Il pontefice ci ha lasciato evocando la fratellanza e la pace, non si è mai stancato di generare un mondo di promozione del dono e del bene comune, ha denunciato costantemente la tragica assurdità della guerra e la precipitazione del mondo verso l’abisso di un conflitto mondiale a pezzi. La sua scomparsa è una tragedia pesantissima per tutta l’umanità. Lo ricordiamo e lo salutiamo con riconoscenza, con affetto, con grande rimpianto e con profonda tristezza. E quest’oggi, con la nostra tradizionale sobrietà e col nostro usuale rigore, ricordiamo convintamente, in modo solenne, quanto accadde ottant’anni fa”.

Il Papa alle Fosse Ardeatine
Katia Tarasconi ha ricordato il pellegrinaggio di papa Francesco al Sacrario delle Fosse Ardeatine del novembre 2017. “Condividiamo il lutto che ha colpito l’umanità intera per la scomparsa di papa Francesco, voce degli ultimi e dei deboli, levatasi così spesso contro le guerre che colpiscono sempre gli innocenti e gli inermi, primi tra tutti i bambini. E poi c’era il raccoglimento silenzioso, il capo chino come quando il Santo Padre andò in pellegrinaggio al Sacrario delle Fosse Ardeatine, le rose bianche deposte su alcune tra le 335 lapidi delle vittime dell’eccidio nazifascista e le semplici, significative parole di preghiera: «In questo luogo consacrato alla memoria dei Caduti per la libertà e la giustizia, ci togliamo i calzari dell’egoismo e dell’indifferenza»”. In un passaggio del suo discorso, Monica Patelli ha sottolineato che quella di quest’anno è “una cerimonia che si svolge nel lutto che ci accomuna per la morte del nostro amato papa Francesco”. E il prefetto Paolo Ponta ha ribadito la necessità di commemorare, seppur con sobrietà, l’80esimo della Liberazione, senza ignorare “le bandiere a mezz’asta”.

Palco

Tarasconi ricorda Renato Cravedi: “Quando non ci saranno più i partigiani chi andrà in piazza il 25 aprile?”
Sempre a papa Francesco si collega l’immagine rievocata dalla sindaca Tarasconi, che ne ha ricordato “il volto sorridente accanto a quello del partigiano Abele, Renato Cravedi, ultimo superstite della battaglia di Monticello sotto l’egida del comandante Muro, che nella primavera del 2022 ha donato al pontefice il proprio libro di memorie. Vorrei rispondere oggi, da questo palco, a una domanda che Renato pose in un’intervista di qualche anno fa, idealmente rivolta a ciascuno di noi: «Quando non ci saranno più i partigiani – si chiedeva – chi andrà in piazza a ricordare il 25 aprile?». (Dalla piazza si alza il grudo: “Noi!”, nda) Guardiamoci intorno, guardiamo dentro noi stessi, alla nostra identità di cittadini liberi in un Paese democratico. Fino a quando sapremo da dove nasce la nostra libertà, a chi ne dobbiamo il valore, avrà un senso ritrovarsi in questa piazza, nel nome di «Abele», di «Giorgio» (Giacomo Scaramuzza, nda), di Medina (Barbattini, nda) e di tutti i partigiani che ci hanno permesso di essere qui oggi. Viva la Resistenza sempre!”.

Luigi Leviti e Pietro Satta

Nelle foto, la celebrazione del 25 aprile a Piacenza; sopra Luigi Leviti e Pietro Satta. (foto Pagani)



Patelli: “Le nuove generazioni siano ispirate dalla Resistenza”

“È davvero una grande emozione vivere tutti insieme l’80esimo anniversario in città, con la partecipazione di tutti i Comuni qui riuniti in Piazza Cavalli, suddivisi per vallata”, ha detto la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli. “Anche riconoscendo la complessità delle vicende storiche, è fondamentale, al di là delle posizioni individuali, rendere omaggio a coloro che hanno combattuto e spesso sacrificato la propria vita per permettere all’Italia di risollevarsi dagli anni bui del fascismo, ritrovando così la speranza e la forza per costruire un futuro migliore. La libertà e la democrazia non sono conquiste scontate: richiedono impegno costante per essere tutelate e rafforzate. È nostro dovere difendere i diritti umani, favorire la partecipazione attiva dei cittadini e contrastare ogni forma di discriminazione e ingiustizia”. “Fare memoria è importante per ognuno di noi – ha proseguito – ma lo è soprattutto per le nuove generazioni, che saranno le cittadine e i cittadini di domani, affinché possano trarre ispirazione dalla storia della Resistenza e comprendere l’importanza di essere cittadini consapevoli e responsabili. Il futuro della nostra democrazia dipende dalla loro capacità di mantenere vivi i valori per cui tanti hanno lottato e sacrificato”.


Francesco Petronzio

Pubblicato il 25 aprile 2025

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente