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I settant’anni del Collegio Sant’Isidoro

S.Isidoro foto gruppo 

In Università Cattolica sono stati celebrati i 70 anni del Collegio Sant’Isidoro. Una storia iniziata quando, nel novembre del 1955 due anni dopo l’avvio a Piacenza di un’Università Cattolica a indirizzo agrario, padre Agostino Gemelli volle fortemente l’apertura di un collegio per studenti. Questa lunga storia, fatta non solo di muri ma soprattutto di legami tra le persone, è stata celebrata nell’ateneo Piacentino, durante una serata scandita da diversi due momenti: una messa celebrata nella cappella universitaria a cui è seguito un incontro in auditorium Mazzocchi. Al centro la storia di un Collegio, diventato un’istituzione per tutto il territorio Piacentino, a cui nel corso del tempo si è aggiunta anche la residenza femminile Gasparini.
Per ripercorrere questi sette decenni all’evento celebrativo sono stati chiamate a intervenire diverse voci, tra cui monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale di Ateneo che ha prima presieduto la messa e ha poi partecipato all’incontro in auditorium.
«Qui – ha detto monsignor Giuliodori - non si viene per restare spettatori. In Cattolica, e in collegio in modo particolare, si è protagonisti dal primo momento, secondo un approccio complessivo attento alla crescita umana e cristiana della persona». «
In collegio, nel rapporto quotidiano con l’altro – ha aggiunto - si impara a conoscere se stessi e la propria unicità, si impara cosa voglia dire portare frutto nel mondo».

Tra i presenti la direttrice del Sant’Isidoro Grazia Satta. «Una comunità fatta di persone, ancor prima che di mura» ha ricordato la direttrice. Un concetto ripreso anche dalla pro-rettrice vicaria di Università Cattolica, Anna Maria Fellegara, e dalla presidente di Educatt, Elena Marta.
«Il sapere – ha sottolineato Fellegara - non si trasferisce solo nel passaggio di nozioni, ma molto di più nella conoscenza e nell’esperienza del vivere insieme, che è ciò che avviene tra le mura del collegio». «L’Università – ha aggiunto Marta - non è solo studio in aula, ma anche quotidianità condivisa». La presidente di Educatt ha ricordato le parole di padre Gemelli: «diceva che accanto all’Università laboratorio vedeva un collegio laboratorio, come palestra in cui allenarsi alla vita e costruire la propria identità. La vita in collegio è significativa anche per assumere consapevolezza di un modo di stare nel mondo, di essere lievito nel mondo».

Diversi i contributi che si sono alternati durante la serata, tra cui anche quello del Vescovo della diocesi di Piacenza Bobbio, monsignor Adriano Cevolotto, dell’assessore Francesco Brianzi, di Filippo Casonatto dell’Istituto Toniolo e Alessandro Candido, presidente dell’associazione che raccoglie gli ex studenti. L’ultima parola l’hanno avuto i collegiali di oggi e quelli di ieri che hanno portato la loro testimonianza di vita vissuta tra le mura del Sant’Isidoro, tutte con un unico filo conduttore: «quel senso di appartenenza - ha sottolineato Anna Gianfreda oggi docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza in Cattolica- trasmesso dall’aver vissuto in collegio che si rafforza nel tempo e nello spazio, con la sensazione sempre viva di non essersi lasciati mai».

Nella foto, il gruppo dei partecipanti alla giornata in Cattolica dedicata ai 70 anni del Collegio Sant'Isidoro.

Pubblicato il 4 dicembre 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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