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Notizie Varie

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Paolo Voltini presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro

casalasco

Si è svolta nella sede di Rivarolo del Re, l’assemblea ordinaria dei soci del Consorzio Casalasco del Pomodoro che aveva tra i punti più importanti all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio di esercizio 2018 e la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale per il prossimo triennio 2019-2021.
I soci, che hanno approvato all’unanimità tutti i punti all’ordine del giorno, si sono visti riconoscere una maggiorazione del prezzo del pomodoro conferito di 5 euro alla tonnellata (circa 85 euro alla tonnellata totali rispetto ai 79,75 euro dell’accordo interprofessionale Nord Italia) e hanno riconfermato il Consiglio di Amministrazione uscente, con Paolo Voltini come Presidente, dando quindi un chiaro segnale di continuità.
Voltini, 47 anni, imprenditore agricolo e Presidente del Consorzio Casalasco dal 2002, ricopre anche le cariche di presidente del Consorzio Agrario di Cremona, di Coldiretti Cremona e di Coldiretti Regione Lombardia. A coadiuvare Voltini come vicepresidente è stato riconfermato Marco Sartori.
Durante l’assemblea è intervenuto anche il Direttore Generale Costantino Vaia, che ha ripercorso dettagliatamente gli investimenti più rappresentativi del triennio 2016-2018, fatti sugli impianti di produzione presso i tre stabilimenti del gruppo, gli obiettivi raggiunti dal punto di vista commerciale, menzionando anche l’acquisizione della maggioranza delle quote della società SAC di Carmagnola (TO), che ha permesso all’azienda di penetrare in maniera capillare in particolare sul mercato francese.
Vaia si è poi soffermato sugli importanti risultati di crescita del fatturato che tutto questo ha generato, passando dai 240 milioni di euro del 2017 ai circa 270 milioni del 2018, ottenuti grazie soprattutto all’Export e al continuo sviluppo dei marchi Pomì e De Rica di proprietà della Cooperativa.

Pubblicato il 2 maggio 2019


 

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Guida patrimoniale per la terza età

L'8 maggio in Fondazione il vademecum del Consiglio notarile

Terza età
“La Terza età: strumenti patrimoniali, opportunità e tutele”: verrà presentata anche a Piacenza mercoledì 8 maggio alle ore 16.30 all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant’Eufemia 12/13) la 15ª Guida per il Cittadino realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato. L’incontro, aperto a tutti, è promosso dal Consiglio notarile di Piacenza e realizzato con il patrocinio del Comune di Piacenza e il supporto della stessa Fondazione.
Realizzata in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori - Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione per la difesa dei consumatori, Unione Nazionale Consumatori, la Guida ambisce a essere uno strumento tanto più prezioso per un Paese, l’Italia, che è il secondo più vecchio al mondo. Anche la provincia di Piacenza è, da questo punto di vista, in linea con i dati nazionali, con il 24,8% della popolazione sopra i 65 anni d’età (a livello Italiano la percentuale ammonta al 22,6%), ovvero più di 70mila, di cui oltre 39mila superano i 75 anni. Uno scenario in crescita: secondo i dati forniti dal Servizio statistica della Regione Emilia-Romagna, nel periodo 2015-2035, a fronte di una sostanziale stabilità della popolazione complessiva della regione, a cambiare in modo significativo sarà la composizione per età, con una crescita complessiva della popolazione anziana nei prossimi 20 anni di circa il 28,4%.
Si parlerà di figure, più o meno note, quali: la vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto, di rendita vitalizia, di contratti di mantenimento, di vitalizio alimentare e/o assistenziale di donazione con onere di assistenza, di cessione del quinto della pensione, di polizze vita, e altre ancora. A illustrare i contenuti della guida saranno, dopo l’introduzione della presidente del Consiglio notarile di Piacenza Mariarosaria Fiengo e l'intervento dell'assessore comunale Federica Sgorbati, i notai Manfredo Ferrerio e Giovanna Covati.

Pubblicato il 2 maggio 2019.

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Perchè festeggiare il Primo Maggio

lavoro

Il primo maggio è la festa di San Giuseppe Lavoratore: giornata che ricorda la figura del patrono dei lavoratori,  con momenti di riflessione inerenti al mondo del lavoro e alle  problematiche ad esso collegate.
Da alcuni anni a questa parte, commenta Umberto Morelli presidente provinciale dell' MCL , ci ritroviamo nella circostanza con un mondo del lavoro sfiduciato e senza speranza, con aziende, tante, che  anche nel nostro territorio hanno cessato l'attività abbandonando a se stessi e al proprio destino tante famiglie che oggi guardano al proprio futuro con incertezza  e poca speranza. Come "movimento di testimonianza evangelica", prosegue Morelli,  vediamo l'orizzonte del mondo del lavoro come auspicato da papa Francesco con quattro aggettivi: libero, creativo, partecipativo, solidale sui quali si è incentrato il dibattito durante l'ultima settimana sociale dei Cattolici Italiani.
Purtroppo dobbiamo costatare che la realtà è molto differente da quanto auspicato e da quell' orizzonte che vede nel lavoro un opportunità per affermare dignità della persona e la sua capacità di collaborare all'opera creativa di Dio. Viviamo oggi in un sistema economico che ha dimostrato capacità eccezionali nel creare valore economico a livello globale, nel promuovere innovazione e progresso offrendo ai consumatori una gamma sempre più vasta di beni di qualità. Per contro dobbiamo prendere atto delle difficoltà che ogni giorno si incontra nel promuovere una giusta distribuzione delle risorse, di favorire l'inclusione di chi oggi viene espulso e scartato dal mondo del lavoro, di tutelare l'ambiente e di difendere il  lavoro in special modo quello dignitoso. In questa situazione la sfida più concreta soprattutto nei paesi ad alta densità economica dove i lavoratori avevano conquistato con dolore e fatica traguardi importanti a partire dalla dignità del lavoro, dignità al centro del vivere quotidiano su cui creare relazioni sociali nel presente e nel futuro delle nostre comunità.
La situazione è difficile perché richiede la capacità di adattarsi e di rispondere a due trasformazioni epocali: quella della globalizzazione, quella della quarta rivoluzione industriale. La prima interpella il lavoro offrendo alle imprese opportunità di delocalizzare da paesi ad alta densità  economica e con alti costi del lavoro per andare a cercare le medesime qualifiche e competenze in paesi poveri o emergenti dove il lavoro costa molto meno, in questo modo si rischia di innescare una corsa competitiva verso il basso di  cui farne le spese è proprio la dignità del lavoro.
La seconda sfida quella della nuova rivoluzione,  è un radicale cambiamento del modo di fare impresa che rende oggi obsolete alcune mansioni da  sempre al centro del sistema lavorativo. Il lavoro del futuro oggi è auspicabile per essere libero, creativo, partecipativo, solidale dovrà vincere queste sfide che  come accaduto nelle precedenti rivoluzioni industriali chiudono le vie del passato ma aprono nel contempo nuovi sentieri.
Come "movimento di lavoratori cristiani " che vivono il loro vivere quotidiano alla luce della dottrina sociale e magistero sociale della Chiesa non dobbiamo mai perdere la speranza e la capacità di leggere le opportunità del nuovo che avanza assieme alle sfide e agli ostacoli che ci pone.
Nel mondo del lavoro con cui ogni giorno ci dobbiamo confrontare con le macchine intelligenti, la rete e le nuove opportunità di interazione tra le stesse e con gli esseri umani aumenteranno sempre più la nostra capacità di fare, modificheranno la nostra possibilità di agire. Le macchine intelligenti seppur sempre più essenziali all' interno del sistema lavoro non potranno mai escludere da esso gli esseri umani la loro vita di relazioni, la loro creatività artistica, scientifica e culturale nelle passate rivoluzioni pur tra tanti ostacoli e perplessità hanno progressivamente sollevato le persone da compiti faticosi e ripetitivi e in ultima analisi da lavori meno umani. Il progresso è un dono e un frutto dell'operosità dell'uomo che può diventare avvelenato o benedetto a seconda della maggiore o minore capacità di porlo al servizio della persona anche se la speranza e la gratitudine per questo progresso di cui l'uomo è artefice non devono distogliere la sguardo o la denuncia e la condanna da quelle troppe dinamiche del lavoro molto lontane da essere libere, creative, partecipative, solidali.
In questo scenario difficile si mescolano insidie e speranze; abbiamo sempre più bisogno di competenze culturali e politiche all'altezza della sfida, abbiamo bisogno di politiche che creino lavoro sicuro e dignitoso e , non attraverso decreti leggi improvvisati attraverso bonus o redditi assistenziali appare evidente da questo punto di vista l'importanza di costruire politiche che favoriscono l'investimento in due direzioni principali. Da una parte la formazione, l'istruzione e le competenze che saranno importanti per favorire la riqualificazione del lavoro per andare a occupare i tanti spazi aperti dalle nuove potenzialità create. Dall' altra l'umanità diventerà una delle chiavi di successo principali dei mondi del lavoro futuri perché l'arte della collaborazione, i servizi alla persona e le relazioni saranno più qualificanti e decisive.
Un compito a cui come "lavoratori " non possiamo sottrarci sarà l'inclusione degli scartati e deboli. Pur sapendo che la soluzione non potrà essere  una mera erogazione monetaria poiché la dignità della persona passa attraverso la capacità di essere utile  e di contribuire la progresso sociale e civile. Le forme d'intervento e di aiuto degli esclusi non potranno non avere un approccio che mira ad offrire opportunità d'inclusione e di partecipazione alla vita sociale e produttiva. Tante volte abbiamo auspicato come comunità cristiana che la qualità della società in cui viviamo dipende da come sono considerati gli ultimi ed è vero. Il salto di qualità e di comunicazione di cui abbiamo bisogno prima ancora che in ambito politico e d economico   è quello di riscoprire come collaborazione e gioco di squadra soprattutto ai più marginalizzati  è dono ed occasione di crescita della propria vita e allo stesso tempo nuove opportunità che mette in moto nuove modalità di creazione di valore economico e sociale. La sfida affasciante della vita del paese ( e quella su cui ci giochiamo il futuro del lavoro ) può essere vinta solo superando la mancanza di speranza puntando su fiducia, accoglienza , ed innovazione e non chiudendosi nella sterilità della paura del conflitto. Comprendendo che l'altro non è colui che mi contende una ricchezza data ma è un dono per costruire un ampio percorso.
Il vero tesoro di una comunità e del nostro paese e garanzia per il futuro è la somma delle fatiche e delle competenze, dall' impegno a contribuire al progresso civile  e della capacità di cooperare e fare squadra dei propri concittadini. Se sapremo arricchire questo tesoro riusciremo vincere la sfida della dignità del lavoro di oggi o del futuro. Se così sarà avremo vinto una grande sfida e saremo sempre più orgogliosi di festeggiare San Giuseppe Lavoratore.

Umberto Morelli presidente provincale dell'MCL Piacenza

Pubblicato il 30 aprile 2019

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Al via il Bibiena Art Festival

bibiena

Dal 5 maggio ogni domenica fino  al 9 giugno appuntamento con  il Bibiena Art Festival (produzione e ideazione del Gruppo Strumentale Ciampi, con direzione artistica di Claudio Saltarelli) che si svolgerà nel Salone d’onore di Palazzo Anguissola Cimafava, in via Giordani a Piacenza.
L’iniziativa - presentata nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in Sala Ricchetti, presso la sede centrale della Banca di Piacenza, con interventi dell’avv. Franco Marenghi, del Cda dell’Istituto di credito di via Mazzini e di Claudio Saltarelli - si avvale della collaborazione del proprietario di Palazzo Anguissola Cimafava, avv. Ignacio Arroyo, del particolare contributo di Banca di Piacenza e Fondazione, del contributo di Regione Emilia Romagna e Squeri e Associati Srl e del patrocinio del Comune di Piacenza.
Questo il calendario dei concerti, con inizio alle 17,30:
domenica 5 maggio “Paganiniana rediscovered”;
domenica 12 maggio “Melpomene coronata da Felsina”;
domenica 19 maggio “La notte, il silenzio, l’anima”;
domenica 16 maggio “Arpissima”;
domenica 9 giugno “Mozart e Schubert”.

Pubblicato il 2 maggio 2019

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Transitum Padi, la Giornata dei Cammini

locandina


L’Associazione Transitum Padi  organizza  una iniziativa di “cammino” lungo la Via Francigena nella città di Piacenza, che si snoderà attraverso le vie dell’abitato, con partenza, alle ore 14 di domenica 5 maggio,  dal’imbocco del  Ponte sul Trebbia, provenendo da San Nicolò,  ed arrivo a San Lazzaro Alberoni, presso i locali della Parrocchia, intorno alle ore 17, per una lunghezza complessiva di circa 6,5 km.
L’itinerario previsto si sviluppa lungo Via Emilia Pavese, sino a Barriera Torino, per deviare poi verso la chiesa di Santa Maria di Campagna, e di lì, lungo Via Campagna, Piazza Borgo, Via Garibaldi, Via Sant’Antonino, Via Scalabrini, Barriera Roma, Via Colombo, Vie Emilia Parmense,  giungere alla Parrocchia di San Lazzaro Alberoni, dove si terrà un momento conviviale tra i partecipanti.
Nella parte centrale del cammino, in coincidenza con le via del centro città, l’architetto Marcello Spigaroli  illustrerà ai partecipanti i principali monumenti ed ostelli connessi con la storia della Via Francigena.
L’iniziativa si inquadra nella “Giornata dei Cammini”, organizzata ogni anno, in occasione della prima domenica di maggio, insieme con altre associazioni analoghe presenti in varie zone d’Italia, raggruppate nella “Rete dei Cammini”,  che consiste nel camminare assieme, su antichi itinerari religiosi e culturali, per promuoverne la valorizzazione.

Pubblicato il 29 aprile 2019

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