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Notizie Varie

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A maggio un calo per i nuovi contratti nel Piacentino: -3,2%

 Assunzione piacentini primavera 25

I nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza prevedono di attivare nel mese di maggio risultano in calo del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 2.430 attivazioni. In calo, seppur meno marcato, anche i dati relativi al trimestre maggio-luglio, con previsioni di nuovi contratti pari a 8.180 unità rispetto alle 8.280 dello stesso trimestre 2024 (-1,2%). I dati, elaborati dal sistema informativo Excelsior, gestito da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, evidenziano, a proposito dei singoli settori, una flessione per l’industria (salvo che per le costruzioni) e per i servizi alle imprese, mentre parlano di un aumento per commercio, alloggio e ristorazione e servizi alla persona. Vediamo il dettaglio. Il calo dell’industria si ipotizza sia a livello mensile (-9,1%, passando da 770 a 700 nuove attivazioni nel 2025) che trimestrale (-12,9%, passando da 2.480 a 2.160 attivazioni). Nello specifico, il manifatturiero e le public utilities perdono il 16,7% nelle previsioni mensili, passando da 600 a 500 nuove attivazioni, sostanzialmente in linea con il calo nel trimestre (-17,7%), in cui si dovrebbe passare da 1.980 a 1.630 nuove attivazioni.
Per le costruzioni, invece, si prevede un lieve aumento di nuovi contratti sia nel mese di maggio (+5,6%), passando da 180 a 190, sia nel trimestre (+10,2%), con 540 nuovi contratti, 50 in più del medesimo periodo nel 2024. Il dato complessivo dei servizi è lievemente negativo nel mese di maggio, visto che si ipotizza un calo dello 0,6% (-10 unità) per arrivare a 1.730 contratti; dovrebbe invece crescere del 3,6% nel trimestre maggio–luglio (+210 unità), passando da 5.800 a 6.010 nuovi contratti rispetto al medesimo trimestre del 2024. Per i servizi alle imprese si prevede un calo del 9,9% nel dato mensile, con 640 nuovi contratti nel maggio 2025 (70 in meno rispetto al maggio 2024) e dell’8% nel trimestrale, con 2.300 nuove attivazioni rispetto alle 2.500 del medesimo periodo nel 2024. Il commercio risulta costante nel dato mensile, mentre evidenzia un’ipotesi di aumento dell’11,4% nel trimestre maggio-luglio, con 210 nuove attivazioni rispetto al medesimo periodo del 2024, arrivando a 2.050 contratti.

 L'analisi

Il comparto dell’alloggio e ristorazione evidenzia una tendenza all’aumento sia nel mensile (+18,2%) con 260 nuove attivazioni (40 in più del maggio 2024) che nel trimestrale (+14,1%) con 890 nuovi contratti (110 in più del 2024). Per i servizi alla persona si prevedono 210 nuovi contratti nel maggio 2025 (40 in più rispetto al maggio 2024), con una crescita del 23,6%; nel trimestre si ipotizza invece un aumento del 14,7%, con 780 nuovi contratti rispetto ai 680 del 2024. Le imprese che prevedono di attivare nuovi contratti sono pari al 18% del totale. Nel 23% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 77% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Per una quota pari al 35% interesseranno giovani con meno di 30 anni, mentre per una quota pari al 27% le imprese prevedono di assumere personale immigrato e l'8% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato. Tra gli elementi più significativi dell’indagine spicca, dicevamo, la quota di nuovi contratti che a maggio è riservata ai giovani con meno di 30 anni, e che si attesta al 35%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti in qualità di tecnici in campo informatico-telecomunicazioni e i tecnici della salute; seguono quelli dei rapporti con i mercati e in campo ingegneristico. Da menzionare il fatto che i tecnici della salute sono molto richiesti anche per età maggiori di 30 anni. Invece nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, gli under 30 sono molto richiesti come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (74,4%), come operatori della cura estetica (56,5%), addetti alle vendite (58,2%), esercenti e addetti all’attività di ristorazione (47,4%). Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, si prevede che il 74,2% dei nuovi contratti sarà riservato agli under 30 in qualità di fabbri ferrai costruttori di utensili, il 59.0% agli operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni ed agli operai specializzati alle lavorazioni alimentari e nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche per il 56,0% circa dei casi.

 Le difficoltà

Maggio 2025 è ancora caratterizzato dal fenomeno dei candidati considerati introvabili da parte delle imprese piacentine, che dichiarano di avere difficoltà a reperire i profili ricercati nel 54,2% dei casi, di cui il 36,5% per mancanza di candidati e il 12,6% per preparazione non del tutto adeguata degli stessi. Tra i profili più difficili da reperire, nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica troviamo i tecnici della salute (88,5%), per il 56,9% i tecnici dei rapporti con i mercati, al 55,3% i tecnici in campo ingegneristico e per il 48,5% quelli informatici, telematici e delle telecomunicazioni. Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono, soprattutto, gli addetti alle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (74,3%) e al 69,6% gli operatori della cura estetica. Seguono al 51,3% esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione. Nel segmento degli operai con elevata qualificazione le difficoltà si incontrano soprattutto nella ricerca dei meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse e mobili (91,4%); nei fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (85,2%), e negli operai specializzati nell’installazione/manutenzione attrezzature elettriche/elettroniche (89,2%).

Pubblicato il 31 maggio 2025

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La bellezza dell’educazione: Ezio Aceti alla Festassieme AGE di Carpaneto

aceti

Uno stile dinamico e scalpitante quello di Ezio Aceti, psicologo e pedagogista , cha ha coinvolto il pubblico presente, il 28 maggio, alla Festassieme organizzata dall’AGE Associazione Genitori di Carpaneto Piacentino, a cui ha offerto una riflessione su “La bellezza dell’educazione”.

Uno sguardo lucido sulla realtà educativa attuale

Nella prima parte del suo intervento, il dott. Aceti ha tracciato un quadro realistico e incisivo della situazione odierna nel mondo dell’educazione. Ha messo in luce le difficoltà che genitori, insegnanti ed educatori affrontano quotidianamente: il disorientamento valoriale, la perdita di autorevolezza degli adulti, la fatica nel comunicare con le nuove generazioni e l’onnipresenza delle tecnologie digitali, che rischiano di sostituire la relazione umana.

Nonostante le criticità, Aceti ha saputo anche individuare segnali di speranza, sottolineando l’importanza di tornare a investire nel rapporto educativo, inteso non come imposizione, ma come accompagnamento amorevole e coerente. “I ragazzi non hanno bisogno di adulti perfetti, - ha affermato - ma di adulti autentici, capaci di esserci con tutto il loro limite, ma anche con tutta la loro passione”.

Una Magna Carta

Nella seconda parte del suo intervento, Aceti ha proposto una “Magna Carta dell’educazione”, con dei principi fondamentali su cui costruire relazioni educative autentiche, rispettose e trasformative. Aceti ha sottolineato quanto spesso gli adulti reagiscano ai pensieri dei giovani con giudizio o correzione immediata, senza prima cercare di comprenderne il significato. “Solo quando ci si sente ascoltati – ha detto – ci si apre al cambiamento”. Infatti un cardine dell’educazione secondo Aceti è favorire esperienze positive, capaci di generare fiducia, motivazione e autostima

Educare e sorridere

Educare - sintetizziamo le parole di Aceti - significa aiutare i ragazzi a dare senso a ciò che vivono, ma anche a non sentirsi vittime, bensì protagonisti della propria esistenza.

In un tempo in cui molti giovani si sentono smarriti, impotenti o sopraffatti da un futuro incerto, è fondamentale insegnare loro a leggere la realtà con uno sguardo orientato al senso, a non subire la vita ma a interagire con essa in modo attivo e responsabile. “Dare senso è forse la più alta forma di educazione, - ha detto Aceti - perché restituisce dignità alla vita”.

Ogni bambino e ogni ragazzo ha bisogno di sentirsi amato per ciò che è, non solo per ciò che fa. Questo principio richiama il bisogno fondamentale di appartenenza, di sentirsi degni di affetto, senza condizioni. L’educazione, secondo Aceti, deve trasmettere un messaggio chiaro: “Tu sei amabile. Sempre.”

Infine, un principio semplice ma potentissimo: il sorriso come gesto educativo. Aceti ha definito il sorriso come il linguaggio universale dell’accoglienza, della fiducia, della speranza. In un’epoca spesso segnata da ansia, fretta e negatività, sorridere è un atto rivoluzionario, che apre ponti tra le persone e comunica un messaggio rassicurante: “Io ti vedo, ti accolgo, sono felice che tu esista”.

Con questa “Magna Carta”, dunque Ezio Aceti ha invitato a riscoprire l’educazione come un atto di umanità profonda, basato su relazioni autentiche e orientato allo sviluppo integrale della persona.

Nella foto, Ezio Aceti a Carpaneto con il parroco don Roberto Isola.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 30 maggio 2025

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Gli italiani si fidano della scienza? 7 su 10 sì, secondo una ricerca Unicatt

Ricerca Cattolica su scienza

Gli italiani si fidano della scienza, infatti poco più di 7 italiani su 10 si dicono d’accordo con l’affermazione “ci si deve fidare del lavoro degli scienziati”; percentuali simili si registrano anche per dichiarazioni come “ci si deve fidare dell’onestà degli scienziati” e “ci si deve fidare che gli scienziati rispettino valori etici”, su cui concordano poco meno di 7 italiani su 10. Tuttavia, emergono anche segnali di scetticismo: quasi 5 italiani su 10 credono che gli scienziati tendano a mantenere intenzionalmente segreto il proprio lavoro, e 3 su 10 ritengono che si proteggano a vicenda anche quando sbagliano. In modo più rassicurante, solo 2 italiani su 10 pensano che le teorie scientifiche siano spiegazioni deboli della realtà. Sono i primi risultati del monitor continuativo di EngageMinds Hub – Consumer, Food & Health Engagement Research Center, Centro di ricerca in psicologia dei consumi e della salute dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Cremona che evidenziano un atteggiamento complesso e ambivalente nei confronti della scienza: prevale sì un consenso generale, ma non mancano riserve, che suggeriscono la presenza di una certa diffidenza nei confronti della comunità scientifica, influenzata molto probabilmente da fattori culturali, sociali e dalla qualità della comunicazione scientifica. Non da ultimo, anche le recenti esperienze legate all’emergenza sanitaria pandemica hanno contribuito a esporre al grande pubblico le contraddizioni, i tempi e la natura stessa della scienza in azione. Le differenze riguardo la fiducia appaiono significativamente associate al titolo di studio, alla situazione economica dichiarata, all’orientamento politico degli italiani e all’engagement individuale. A ogni modo solo 3 italiani su 10 (30%) dichiarano di avere molta fiducia nella scienza. Tuttavia, questa percentuale aumenta sensibilmente tra alcuni gruppi: sale al 40% tra i laureati, al 39% tra chi ha un reddito alto, al 54% tra coloro che si collocano politicamente a sinistra, al 42% tra chi ha un’elevata attitudine nella ricerca di informazioni e al 38% tra chi dimostra un alto livello di proattività, intesa come senso di padronanza e autoefficacia. Guardando invece il profilo di chi ha poca fiducia nella scienza, quasi 4 italiani su 10 (36%), si nota che questo atteggiamento è più diffuso tra specifici segmenti: chi non ha un diploma (43%), coloro che hanno un reddito basso (47%), chi ha un orientamento politico a destra (46%) o non ha nessun orientamento (47%), chi ha una scarsa attitudine nel cercare informazioni (il 45%) e ha poca proattività (il 41%).

 Occorre una comunicazione trasparente

“Quando il sapere scientifico non viene spiegato con chiarezza o appare distante dai problemi quotidiani delle persone il rischio è che si generi sfiducia o, peggio, la percezione di una élite chiusa e autoreferenziale”, dichiara Guendalina Graffigna, direttore del Centro di Ricerca EngageMinds Hub dell’Università Cattolica e responsabile scientifico dell’indagine. “Per rafforzare il rapporto tra il mondo scientifico e la società diventa quindi prioritario investire in una comunicazione trasparente, accessibile e partecipativa, capace di valorizzare non solo i risultati, ma anche i processi, i dubbi e i limiti della ricerca; una comunicazione che si apre all’ascolto delle istanze e preoccupazioni della società e si metta in dialogo. Solo così possiamo pensare di stimolare e ingaggiare le persone a dialogare con la scienza, promuovendo una cittadinanza informata, consapevole e critica sulle sfide del nostro tempo”. Continuando nell’analisi si può notare come il livello di fiducia nella scienza risulti correlato anche alla fiducia riposta nelle istituzioni e nel sistema sanitario nazionale. Infatti, tra coloro che si fidano delle istituzioni, il 43% dichiara anche un’elevata fiducia nella scienza; una percentuale simile (42%) si riscontra tra chi ha fiducia nel servizio sanitario nazionale.

Al contrario, tra gli sfiduciati nei confronti del Servizio sanitario locale sono di più quelli che hanno scarsa fiducia nella scienza (46%). Infine, un elemento di particolare interesse riguarda gli italiani che esprimono un’elevata mentalità complottista: tra di loro sono addirittura il 61% (quasi il doppio rispetto al totale degli italiani) ad avere scarsa fiducia nella scienza. In chiusura il report indaga il rapporto strettamente connesso tra fiducia nella scienza e salute. Questo legame suggerisce che la credibilità della scienza non si gioca solo sul terreno della ricerca, ma anche nella quotidianità dell’esperienza sanitaria: dal medico di base alle campagne di prevenzione, fino alla gestione delle emergenze sanitarie con i vaccini. I dati emersi sottolineano infatti che livelli alti di fiducia nella scienza si osservano tra coloro che dichiarano una buona relazione con il medico un buono stato di salute percepito e una maggiore aderenza alle indicazioni ricevute. Mentre una cattiva relazione con il medico curante e una scarsa aderenza alle indicazioni mediche si associano a una maggiore incidenza di livelli ridotti di fiducia.

“La connessione tra il livello di fiducia nella scienza e quella nelle istituzioni e nel sistema sanitario nazionale è un indicatore chiave del rapporto dei cittadini con le istituzioni stesse, un rapporto che suggerisce l’esistenza di un ecosistema della fiducia - afferma Guendalina Graffigna. Dove vacilla la scienza attecchiscono il sospetto e le teorie del complotto aprendo spazio a narrazioni alternative a volte fantasiose. Lo abbiamo visto, per esempio, di recente con il vaccino covid-19 che qualcuno addirittura ha pensato potesse contenere microchip per controllare le persone. Un evidente segnale – conclude - di quanto la sfiducia nella scienza alimenti derive irrazionali compromettendo anche l’adesione a comportamenti fondamentali per la salute pubblica”.

Pubblicato il 29 maggio 2025

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L'unione giovani commercialisti e contabili di Piacenza a sostegno della Bottigelli

Commercialisti per William Bottigelli

È con profondo senso di responsabilità civile e con sincera partecipazione che Fabio Maggi interviene a nome dell’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Piacenza, per esprimere la vicinanza concreta e istituzionale del sindacato che rappresenta all’associazione William Bottigelli. Abbiamo conosciuto e apprezzato l’impegno di questa realtà, nata dal dolore ma trasformata in speranza, che opera con coraggio con lo scopo di tenere in vita il nome di un giovane fatalmente scomparso, destinando solidarietà concreta a bambini della nostra città, d’Italia e dei paesi più poveri del mondo che vivono situazioni di disagio a causa di malattie e ristrettezze economiche.
È per questo che l’Ugdcec di Piacenza ha deciso di sostenere l’associazione William Bottigelli su due livelli: in primo luogo, promuovendo all’interno della nostra rete professionale la devoluzione del 5 per mille a favore dell’Associazione, come gesto concreto di solidarietà e partecipazione attiva al suo operato; in secondo luogo, valutando la possibilità di contributi diretti e forme di supporto operativo, che possano accompagnare associazione William Bottigelli nella realizzazione dei propri progetti, dalle attività educative nelle scuole alle campagne di sensibilizzazione rivolte al territorio.
Crediamo fermamente che l'Associazione William Bottigelli non sia solo testimone di dolore, ma portatrice di un messaggio etico e civile che deve essere raccolto e condiviso, soprattutto dalle generazioni più giovani, che rappresentano il futuro anche della nostra professione. In un tempo in cui le relazioni sociali sembrano spesso frammentate, è fondamentale che le categorie professionali si facciano promotrici di valori forti, autentici e inclusivi. Valori che trovano piena corrispondenza nell’operato di associazione William Bottigelli e che l’Unione intende sostenere, non solo con le parole, ma con atti concreti.

A nome dell’Ugdcec di Piacenza siamo convinti che memoria, legalità e impegno civico siano le fondamenta di una società più giusta e consapevole. Nel corso della conferenza stampa, Maria De Martino – professionista attiva nel controllo e nella revisione di diverse realtà del Terzo Settore – ha sottolineato l’importanza della formazione continua per gli enti non profit alla luce dell’evoluzione normativa introdotta dal Codice del Terzo Settore. De Martino ha evidenziato come, la normativa di riferimento è tutt’oggi in continua evoluzione, che richiederanno un supporto tecnico-formativo adeguato per garantire conformità e sostenibilità sia dal punto di vista gestionale che amministrativo, e in qualità di rappresentanti della categoria professionale ci impegniamo a garantire un supporto formativo all’associazione in particolare, oltre che agli Enti presenti sul territorio. Alla conferenza stampa hanno partecipato in rappresentanza dell’associazione anche Renato Casoni e Mario Chitti, membri del Consiglio direttivo illustrando la programmazione delle attività dell’associazione.

Pubblicato il 29 maggio 2025

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Un giardino dedicato alle api per tutelare la biodiversità

 Giardino api Gragnano

“La biodiversità è vita. In natura esistono molteplici specie di animali e piante. Questa diversità che rende più resilienti, più capace di rispondere ai cambiamenti climatici, più forti, è pericolo”. Così il sindaco Patrizia Calza ha aperto nei giorni scorsi la cerimonia di inaugurazione del Giardino della biodiversità più semplicemente detto «Giardino delle api».
Situato in un'area del paese di Gragnano tra via Donatori di Sangue e via Don Milani, l'area verde è adiacente al Giardino dei Giusti e le dà continuità e maggiore fruibilità. Gli insetti impollinatori tra cui le api stanno riducendosi di numero. Questo è un grave problema che ciascuno può cercare di combattere con comportamenti adeguati. Il Comune di Gragnano, accogliendo la proposta di Ernesto Torretta, presidente dell'Associazione Apicoltori Piacentini, ha deciso di destinare un'area a questo scopo.

“Nell'area - come ha spiegato l'assessore all'ambiente Alberto Frattola che ne ha seguito personalmente la progettazione interfacciandosi con gli apicoltori e i tecnici del Parco del Trebbia - sono presenti fiori ed essenza arboree che favoriscono la presenza degli insetti impollinatori. Gli stessi apicoltori si sono impegnati ad irrigare regolarmente le piante più importanti considerando l'area un esempio di buone pratiche da esportare”.

È infatti lo stesso apicoltore Fausto Paratici che ha richiesto espressamente al sindaco di farsi portavoce presso le altre amministrazioni piacentine perché possano realizzare altre aree destinate a preservare la biodiversità. Sentiti ringraziamenti sono stati fatti a Luigi Meles che ha aiutato i ragazzi del Centro Aggregativo "Quasi C'entro" a realizzare in legno le Casette delle api posizionate nel giardino, agli stessi educatori del centro, al Parco del Trebbia rappresentato nella circostanza dal suo presidente Agostino Maggiali e dai tecnici che hanno supportato l'amministrazione comunale e hanno realizzato un apposito cartellone esplicativo. L'area diventerà dunque un luogo educativo in particolare per le giovani generazioni e infatti non a caso erano presenti il Consiglio Comunale dei Ragazzi e diverse classi della scuola media locale.

Nella foto, l'inaugurazione a Gragnano del Giardino delle Api.

Pubblicato il 29 maggio 2025

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