Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Inaugurata la pietra d'inciampo dedicata ad Enrico Richetti

inciampo


È stata inaugurata la pietra d’inciampo dedicata a Enrico Richetti, ebreo goriziano trasferitosi a Piacenza dove aveva aperto un negozio di macchine da scrivere all’inizio di via XX settembre. Proprio lì la pietra d’inciampo è stata posta e inaugurata alla presenza del sindaco Katia Tarasconi, dell’ex primo cittadino Patrizia Barbieri, del nipote di Richetti che ne porta il nome, di Licia Gardella e Ippolito Negri da cui era partita la proposta della pietra d’inciampo, del presidente della comunità ebraica di Parma e Piacenza Riccardo Yoshua Moretti, del vescovo di Piacenza e Bobbio Adriano Cevolotto.

Un patrimonio di memoria collettiva
La pietra d'inciampo che oggi viene ufficialmente affidata alla nostra comunità - dice il sindaco Katia Tarasconi nel suo discorso -  è un patrimonio di memoria collettiva e condivisa, emblema degli insegnamenti che le pagine più buie della storia ci consegnano come eredità civile e morale da onorare ogni giorno. Ogni volta che ciascuno di noi passerà qui accanto e, posando lo sguardo su questo piccolo blocco d'ottone, incrocerà idealmente il percorso di Enrico Richetti, che in via XX Settembre aveva aperto il suo negozio di macchine da scrivere. Un'attività avviata nel 1939, quando Richetti – di origine goriziana – arrivò a Piacenza con la moglie, contando sul supporto di conoscenti per nascondere la sua identità ebraica. La vergogna dell'odio antisemita, proclamato nel Manifesto degli scienziati razzisti apparso sul “Giornale d'Italia” il 14 luglio 1938 e nella “Dichiarazione sulla razza” emanata dal Gran Consiglio del fascismo il successivo 6 ottobre, era ormai istituzionalizzata, divenuta legge con il Regio Decreto del 17 novembre '38 che sanciva i provvedimenti “per la difesa della razza italiana”.
Cosa significasse questo, lo ha richiamato ieri Liliana Segre presiedendo – a pochi giorni dal centenario della marcia su Roma che diede inizio alla dittatura fascista – la prima seduta del neo eletto Senato della Repubblica: “E' impossibile per me non provare una sorta di vertigine, ricordando quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari... ”.
Enrico Richetti aveva già preso le distanze dal partito di regime cui si era iscritto: le critiche espresse contro la spedizione militare in Etiopia gli erano costate, nel 1935, non solo l'espulsione, ma anche la perdita della cattedra di insegnante a Rovigo, costringendolo a cercare una nuova occupazione come rappresentante editoriale e docente in istituti privati a Ferrara e Bologna. Poi la scelta di arruolarsi come volontario proprio in Africa, rientrando pochi mesi dopo per problemi di salute, con il grado di Tenente. Non sarebbe stato sufficiente, in un Paese lacerato dalla guerra civile all'indomani dell'8 settembre '43, a salvarlo dall'arresto il 26 gennaio 1944, a Firenze, dove aveva pernottato mentre era in viaggio per raggiungere, al Sud, i fratelli al servizio degli Alleati.
Trascorrono i mesi, nel carcere di via del Consiglio, da dove Richetti verrà deportato prima a Fossoli e poi ad Auschwitz, terminando a Dachau – come decine di migliaia di donne e uomini tra ebrei, prigionieri e oppositori politici, persone la cui individualità li caratterizzava come “diversi”, portatori di uno stigma che li rendeva privi di qualsiasi diritto a confronto con il modello ariano: testimoni di Geova, Rom, omosessuali. Basterebbe questo, a cancellare ogni presa di posizione che ha preceduto la posa della prima Stolpersteine a Piacenza: rendiamo omaggio ad Enrico Richetti, vittima della Shoah.

pietra


70 mila le pietre d'inciampo diffuse in Europa

La definiamo spesso di brutalità indicibile, l'ideologia nazifascista dello sterminio di massa, delle persecuzioni antisemite, delle camere a gas come icona di un'umanità calpestata nella sua più intima e profonda dignità. E laddove non possono arrivare le parole, se non quelle che ci sono state lasciate dai testimoni e da coloro che sopravvissero a quell'orrore, abbiamo bisogno dei simboli. Perché questo sono, le pietre d'inciampo, che il loro ideatore Gunter Demnig ha spiegato rifacendosi a un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.
Sento di dare voce a tutti i nostri concittadini che credono nella convivenza civile, nel pluralismo, nel rispetto reciproco e nel dialogo tra le differenze come strumenti di pace, nel dire che il nome di Enrico – così come ognuno di quelli incisi sulle 70 mila pietre diffuse ad oggi in tutta Europa – racchiude tutti i nomi che non conosciamo. Quelli che non abbiamo mai trovato sui libri di storia, nei registri, negli elenchi dei nemici invisi a un regime che, nel nome di un razzismo aberrante, ha perpetrato crimini disumani.
Questo, quando ci capiterà di sfiorare la pietra – magari allungando lo sguardo alle vetrine e provando a immaginare come fosse, quel negozio di macchine da scrivere – siamo chiamati a non dimenticare. Lo sottolineo ringraziando il nipote di Enrico Richetti che è qui accanto a noi e ne porta il nome, rappresentando in questa occasione tutta la famiglia, nonché il presidente della Comunità Ebraica di Parma e Piacenza Riccardo Joshua Moretti. Ed esprimendo la riconoscenza dell'Amministrazione comunale alla professoressa Licia Gardella, che per prima ha avanzato la proposta – supportata dalle preziose ricerche storiografiche di Ippolito Negri – trovando la piena collaborazione dapprima della Giunta Barbieri, con particolare sensibilità e attenzione dell'allora assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, quindi dell'Amministrazione attuale, in un passaggio di consegne che ha riguardato innanzitutto l'assessorato alla Cultura con Christian Fiazza. Penso sia importante ribadirlo, perché in questa continuità c'è l'essenza di un valore che non ha colore politico né appartenenza, ma in cui tutti possiamo riconoscerci: l'inviolabilità della vita, su cui nessuna ideologia possa e debba mai più ergersi a carnefice.

Nelle foto di Del Papa la cerimonia di inaugurazione della pietra d'inciampo dedicata ad Enrico Richetti.

Pubblicato il 14 ottobre 2022

Ascolta l'audio

Cadeo, Oscar Farinetti e il prof. Guido Silvestri apripista di «Utopia 2022»

oscar 

Riparte “Utopia”, il percorso che punta alla ricerca di personaggi che hanno fatto o fanno di questa società un luogo migliore, più giusto, sfidando il luogo comune che “utopia” sia un luogo irraggiungibile. Riparte lo spazio di dialogo e cultura che sfida i luoghi comuni, sul palco del teatro del Centro parrocchiale realizzato dalla parrocchia di Roveleto in collaborazione con il Comune di Cadeo.

“Utopia è un percorso culturale che anno dopo anno attira un vasto pubblico del nostro territorio e non solo – spiega Marica Toma, prima cittadina di Cadeo -; è una preziosa occasione che ci permette di avere personaggi noti tra noi e di crescere insieme attraverso al cultura”.

“Utopia ha un duplice significato: luogo felice e luogo impossibile da raggiungere, ma qui è stata scelta la prima definizione. Utopia, inteso come luogo migliore del presente – sottolinea don Umberto Ciullo, parroco di Roveleto e ideatore del percorso-. Questa parola mi ha portato alla ricerca di personaggi che hanno fatto o fanno di questa società un luogo migliore, più giusto. Sfidando il luogo comune che utopia sia un luogo irraggiungibile”.

 oscar farinetti e guido silvestri, ospiti il 17 e 18 ottobre

Un percorso che si apre con un doppio appuntamento con due personaggi celebri, in Italia e non solo: lunedì 17 ottobre ore 21 con l’imprenditore Oscar Farinetti che converserà col pubblico sul suo ultimo libro “È nata prima la gallina... forse”; martedì 18 ottobre alle ore 20.30 “Rischiare è vivere” con Guido Silvestri, professore ordinario e direttore del dipartimento di Patologia e Medicina di laboratorio alla Emory University di Atlanta, dove dal 2001 dirige un’equipe di ricerca specializzata nello studio della patogenesi dei virus, in particolare dell’infezione da HIV e AIDS, di cui è considerato uno dei massimi esperti mondiali.

prossimi appuntamenti

Sabato 22 ottobre ore 21 in scena il teatro della compagnia teatrale Exire con “Carlo Maria Martini: storia, mistero e profezia”: ideato da Sergio di Benedetto e con la regia di Fabio Sarti. A dieci anni dalla morte, la Compagnia con la collaborazione della Fondazione Carlo Maria Martini vuole ricordare il Cardinale con una rilettura teatrale di alcune sue parole. Seguendo tre solchi: storia, mistero e profezia.

Venerdì 28 ottobre ore 21 ospite d’eccezione, padre Paolo Bizzeti, gesuita e vescovo in Turchia, con una serata testimonianza e riflessione sull’ essere cristiani in Turchia, in quanto minoranza.

Martedì 10 novembre sul palco l'imprenditore Francesco Mutti converserà con il vescovo della diocesi piacentina mons. Adriano Cevolotto riguardo a mondo lavorativo e giovani.

La storia del grande Bartali, simbolo del ciclismo eroico degli anni ’30 sarà protagonista domenica pomeriggio 20 novembre dello spettacolo teatrale “Gino Bartali, eroe silenzioso” tratto dal libro “La corsa giusta” di Antonio Ferrara, regia di Carmen Pellegrinelli, con Federica Molteni.

Sabato 10 dicembre in scena la musica con il concerto di “Spirit Gospel Choir”, con un coro gospel, che si discosta dalle tradizionali performance da tutti conosciute per divenire una vera e propria meditazione religiosa.

Ancora da calendarizzare, ma presenti nel ricco programma, la presenza come ospite del regista Marco Bellocchio.

Nella foto, Oscar Farinetti con don Umberto Ciullo in un incontro al Centro parrocchiale di Roveleto alcuni anni fa.

Pubblicato il 14 ottobre 2022

Ascolta l'audio

Al Gioia, Respighi e Romagnosi le borse di studio della Banca di Piacenza

 Il gruppo dei vincitori degli Istituti Gioia Respighi e Romagnosi

Le criptovalute saranno il denaro del futuro? Sembrerebbe di no, a giudicare dalle valutazioni emerse nel corso della lectio che si è tenuta al PalabancaEventi (Salone dei depositanti) per iniziativa di Banca di Piacenza, Università Cattolica e FEduF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, di cui è vicepresidente Corrado Sforza Fogliani), nell’ambito del Mese nazionale dell’educazione finanziaria.

Coordinato dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, l’incontro è stato aperto dal direttore generale di FEduF Giovanna Boggio Robutti (in videocollegamento), che ha ricordato l’importanza di avere un’interazione consapevole con i nostri soldi, attraverso la conoscenza dei fondamenti di economia e finanza. Eugenio Ruberi (della Divisione Fintech Banca d’Italia di Milano), in dialogo con Stefano Monferrà (docente della Cattolica) ha spiegato il fenomeno delle criptovalute, rivolgendosi soprattutto ai tanti studenti delle scuole superiori di Piacenza presenti in sala. «Le criptovalute - ha sottolineato il dott. Ruberi -

Sono oggetti digitali utilizzati per finalità speculative che possono essere trasferiti, negoziati, detenuti per investimento». Il relatore ha focalizzato l’attenzione sui rischi di questo strumento (le criptovalute attive sono oggi 9.400, anche se le più note sono Bitcoin ed Ethereum, e il loro mercato vale mille miliardi di dollari), che non può assolvere alla funzione di moneta perché siamo in totale assenza di una base giuridica. A parte l’alta volatilità (il Bitcoin, per esempio, nel 2021 valeva 70mila dollari e oggi ne vale 20mila), manca una garanzia di qualità, non c’è vigilanza, e dietro all’anonimato ci sono rischi di trasferimenti illeciti. La truffa, poi, è sempre dietro l’angolo. «Banca d’Italia - ha concluso il dott. Ruberi - invita a non incentivare l’uso delle criptovalute, non adatte né come investimento, né come mezzo di pagamento». Igor Lazzaroni, responsabile dell’Ufficio stampa FEduF, nel suo intervento ha invece posto l’accento sull’importanza del risparmio. A tutti i partecipanti è stata consegnata la pubblicazione edita dalla Banca “La vocazione economico finanziaria di Piacenza” di Eduardo Paradiso, scritta in omaggio al compianto Giorgio Fiori.

LA PREMIAZIONE DEGLI STUDENTI

Prima della lectio sulle criptovalute, lo stesso Salone dei depositanti ha ospitato la premiazione dei vincitori della borsa di studio “PNRR, gli obiettivi per l’Italia del futuro” riservata agli studenti delle scuole superiori di II grado di Piacenza e provincia, che hanno partecipato al corso di educazione finanziaria di Consob avente per tema “Finanza, una storia da raccontare: dal baratto al bitcoin”. Un’iniziativa - denominata “Progetto Piacenza”, coordinata da Eduardo Paradiso e promosso da Banca di Piacenza, Consob, Banca d’Italia e Università Cattolica - che ha visto la partecipazione di Liceo Gioia, Istituto tecnico Romagnosi, Liceo Respighi. Gli esperti della Consob hanno formato i docenti delle scuole superiori, i quali a loro volta hanno in seguito avviato i corsi di Educazione finanziaria nei rispettivi istituti. Due i percorsi individuati: uno di base, l’altro con un lavoro di ricerca su specifici argomenti, utilizzando materiale fornito dalla Consob.

Alla giornata dedicata all’educazione finanziaria del PalabancaEventi hanno partecipato anche l’Istituto Tramello-Cassinari e l’Istituto Marconi da Vinci.

Questi i migliori ricercatori premiati, dopo la valutazione dei lavori fatta dalla Commissione giudicatrice composta dal prof. Paolo Rizzi della Cattolica (che ha rimarcato l’importanza per il territorio della presenza della Banca locale) e dall’avv. Domenico Capra, consigliere d’amministrazione della Banca di Piacenza.

Per l’Istituto Romagnosi: Gruppo 2 (Amin El Malouli, Simone Bassi, Massimo Cardella); Gruppo 5 (Kevin Basha, Niccolò Doci, Luca Ziliani); menzione speciale all’elaborato svolto dal Gruppo 7 (Andrea Freschi, Gjergj Kovacaj, Riccardo Tosini).

Per il Liceo Gioia: Gruppo 1 (Chiara Hoffmann, Tommaso Inzani, Elisa Fiani); menzione speciale per gli studenti Matilde Zucchini, Tommaso Agosti e Francesco Nenna.

Per il Liceo Respighi: Gruppo vincente composto da Gaia Buzzetti ed Emanuele Falzi; menzione speciale per Selene Rigoni.

Alle tre scuole vincitrici, attraverso i presidi, sono state consegnate le borse di studio messe a disposizione dalla Banca di Piacenza e gli attestati di partecipazione di Consob. Agli studenti vincitori sono invece andati i diplomi di merito.

I ragazzi premiati hanno presentato i loro elaborati, mentre i dirigenti scolastici (la prof. Fumi per il Romagnosi, la prof. Capra per il Gioia e la prof. Ghiretti per il Respighi) sono intervenuti per un saluto. La cerimonia è stata preceduta da un intervento in videocollegamento da Roma di Paola Soccorso, consigliere dell’Ufficio Studi economici della Consob, che si è congratulata con tutti i ragazzi, ricordando le caratteristiche del progetto formativo dell’Ente.

Pubblicato il 13 ottobre 2022

 Nella foto di Del Papa il gruppo dei premiati.

Ascolta l'audio

La Banca di Piacenza in aiuto a MPM Emergency Senegal

senegal

Grazie all’intervento della Banca di Piacenza, che se n’è assunta l’intero onere, l’ambulanza di MPM Emergency Senegal ODV arriverà in Senegal. L’Associazione - presieduta da Macodou Diop, senegalese residente a Piacenza - ha come obiettivo quello di aiutare la terra d’origine ed era alla ricerca di un’ambulanza da 5 anni, perché al loro Paese rappresenta una ricchezza incredibile. Nella città di Koul Diop, dove è destinata, non ci sono infatti ospedali; servirà quindi a trasportare i malati dal dispensario locale ai nosocomi della capitale Dakar, distante 120 chilometri.

L’ambulanza del 118 - ceduta gratuitamente dall’Azienda Usl di Piacenza - è una Wolkswagen Transponder 4x4 del 2009, con motore di 2.500 centimetri cubici, che ha percorso 180mila chilometri e che fino a poco tempo fa era in servizio presso l’ospedale di Bobbio. Mezzi come questi, che da noi sarebbero destinati alla dismissione, per territori più poveri possono essere ancora molto utili.
Avuta l’ambulanza, restava però il problema di farla giungere in Senegal. Un lungo - e costoso - viaggio di oltre 5mila chilometri. Banca di Piacenza è stata ben lieta di accogliere la richiesta di aiuto dell’Associazione Emergency Senegal e finanzierà con 5mila euro il trasporto del mezzo, che potrà essere ancora molto prezioso nel lontano paese africano.

Nella foto, la consegna della cifra occorrente per il trasporto dell'ambulanza in Senegal.

Pubblicato il 13 ottobre 2022

Ascolta l'audio

«Puliamo Gragnano», i volontari delle medie al lavoro per la comunità

 pulire

Si è svolta con successo la nuova edizione di “Puliamo Gragnano 2022” che ha visto la partecipazione degli alunni delle classi seconda G e seconda H della locale scuola media, oltre che del consigliere comunale Andrea Capellini e dei volontari Marco Quagliaroli, Giuseppe Ferri, Emilio Costantini e Carla Zucconi. Dedicare qualche ora a ripulire le strade del paese dai rifiuti abbandonati con noncuranza e colpevole superficialità anche da certi adulti è molto più che un gesto simbolico di attenzione verso il luogo in cui si vive. Significa “prendersi cura” del proprio paese e diventare cittadino attivo e partecipe Per questo motivo l’Amministrazione Comunale, ogni anno, propone questa iniziativa che, da qualche tempo vede anche la partecipazione dell’associazione Ekoclub, rappresentata da Giuseppe Ferri. Prima di partire per il lavoro di ripulitura dei luoghi individuati nei giorni scorsi, le due squadre si sono ritrovate in Sala Consiglio dove il sindaco Patrizia Calza, nel ringraziare gli insegnanti con cui si svolge da anni questa collaborazione, ha voluto richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di azioni concrete a difesa della nostra terra e della nostra salute.

La questione ambientale e la salute pubblica sono infatti temi strettamente correlati come anche la pandemia ha avuto modo di evidenziare. Senza contare poi l’importanza della raccolta differenziata anche ai fini del riciclo delle risorse e quindi della riduzione del consumi di sostanze e beni. La data non è stata scelta a caso in quanto si è appena concluso, il giorno 4 ottobre, giorno di San Francesco il “Tempo del creato”, il mese dedicato alle riflessioni sulla Natura e l’ambiente quali doni da preservare e proteggere. Entusiasmo e allegria hanno accompagnato il lavoro dei ragazzi e delle ragazze, giovani sentinelle dell’ambiente che hanno “ripulito” le zone vicine alla Coop, via Brodo, via Crevosi, parcheggio del cimitero, via Guerralunga e parchetti del paese.

Pubblicato il 12 ottobre 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente