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Notizie Varie

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Una comunità equa, plurale e inclusiva: varato il programma per l’inclusione dei cittadini stranieri


limmigrazione

Nessuno deve sentirsi estraneo in Emilia-Romagna, perché la pluralità è un valore. Per realizzare questo obiettivo occorre equità per ridurre le disuguaglianze e per puntare all’inclusione dei cittadini stranieri. Superando la logica dell’emergenza, della prima accoglienza, per realizzare azioni di integrazione di ampio respiro e che guardino al lungo periodo. Questa è la sfida da percorrere nei prossimi anni, e lo strumento definito dalla Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini, e approvato in Assemblea legislativa, ha l’obiettivo di andare in questa direzione: è il “Programma 2022-2024 per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri - Emilia-Romagna Plurale, Equa, Inclusiva”.
Il lavoro svolto ha visto la partecipazione di tecnici della Regione e più di 500 operatori del terzo settore e tecnici comunali, che attraverso focus group, incontri territoriali ed eventi pubblici hanno contribuito alla redazione del programma, fondamentale anche in mancanza di linee guida organiche e aggiornate da parte del Governo nazionale. In questo modo si è potuto lavorare su contenuti trasversali sia a livello regionale che a livello locale. In una regione, come l’Emilia-Romagna, dove i cittadini stranieri residenti al 31.12.2021 sono 569.460, pari al 12,8% della popolazione complessiva; di questi, 131.000 sono residenti comunitari. La ricchezza complessiva prodotta dagli occupati stranieri sul territorio è stimata all’11,6% del totale del valore aggiunto regionale (corrispondente a circa 16 miliardi di euro); una delle incidenze più elevate a livello nazionale, dove in media il valore aggiunto è pari al 9%.
Si tratta dunque di un contributo che la nostra Regione intende offrire al dibattito nazionale ed europeo in tema di integrazione. Attraverso politiche di inclusione consolidate nel tempo, è più facile infatti rispondere ad emergenze o situazioni non programmate, come il recente caso dell’arrivo dei profughi ucraini. Il programma, frutto di un lavoro che ha coinvolto tutti i settori regionali, individua 5 aree trasversali: comunità e prossimità, equità tra i generi e le generazioni, promozione dell’autonomia, delle capacità e delle abilità, mobilità e flussi emergenziali, semplificazione e accesso digitali a servizi e prestazioni. Particolare attenzione viene posta per l’autonomia e l’emancipazione delle donne straniere, visto che è ancora troppo alto il numero di quelle disoccupate, e dei giovani, attori fondamentali dei processi di inclusione. L’arrivo delle donne in regione è quasi sempre silenzioso, perché di solito si ricongiungono ai compagni in un secondo momento, ma non per questo meno consistente. Se da un certo punto di vista la presenza delle donne è un elemento di stabilità familiare, dall’altro richiede investimenti mirati in formazione e mediazione culturale.

Un altro passaggio significativo del programma riflette sul fatto che partire dal 2011 si è assistito a flussi non programmati di persone in arrivo nella regione: non si tratta però di flussi “emergenziali”, perché in realtà, pur con caratteristiche differenti, costituiscono una costante dell’ultimo decennio. Per anticipare e gestire queste situazioni bisogna imparare dalle esperienze, aggiornare le politiche ordinarie di inclusione nei contesti locali, attivare un approccio multidimensionale sulle persone vulnerabili, lavorare con una consolidata rete interistituzionale e del terzo settore. Alle 5 aree trasversali sono affiancate 17 schede sui singoli temi, a conferma dell’attenzione e della sensibilità delle politiche regionali su migrazione e interculturalità. Si va dall’accoglienza alla cooperazione internazionale, dalla lotta allo sfruttamento e alle discriminazioni al contrasto alla violenza di genere, dalle politiche abitative allo sport, senza dimenticare politiche sanitarie, per i giovani, per la scuola e la cittadinanza e altro ancora.

L’IMMIGRAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA: ALCUNI DATI

I cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna al 31.12.2021 sono 569.460, pari al 12,8% della popolazione complessiva: dato che conferma l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia. Se si escludono i residenti comunitari (131.000), i cittadini di Paesi Terzi scendono a quasi 439mila pari al 9,8% dei residenti in regione, con un aumento di circa 3.700 unità nel corso del 2021. Nell’ultimo decennio il numero di stranieri residenti in regione è cresciuto del 7,4% a fronte di una popolazione complessiva in leggera diminuzione (-0,09%). L’ultimo decennio mostra però un rallentamento del tasso di crescita del numero di stranieri residenti in regione, sia per una riduzione dei flussi a causa di contingenze economiche negative, cambiamenti normativi e limiti alla mobilità a causa della pandemia da Covid-19, sia per un maggiore radicamento e stabilizzazione della popolazione straniera che porta a un aumento di acquisizioni della cittadinanza italiana. Da non trascurare anche un graduale invecchiamento della popolazione straniera e il fatto che l’acquisizione dei modelli di vita italiani incide sulla fecondità delle famiglie.
In un contesto di natalità in diminuzione, i nuovi nati con cittadinanza straniera (7.300) rappresentano nel 2020 quasi un quarto (24,5%) del totale dei nati nell’anno e ben più della media nazionale (14,7%). I minori stranieri residenti al 1° gennaio 2022 sono quasi 119mila (pari al 17,4% del totale dei minori, un dato sostanzialmente stabile nell’ultimo decennio). Di questi, sono nati in Italia poco più di 92 mila (quasi il 79%) di quanti ora hanno meno di 18 anni e la quasi totalità (circa 41mila, pari al 93,6%) di quanti hanno meno di 6 anni.

 
LA PLURALITÀ

In regione risiedono cittadini di 175 differenti Paesi. Il 38,8% degli stranieri residenti in regione appartiene alle prime 3 comunità più numerose: rumena (98.000), marocchina (62000) e albanese (59000). Poi seguono ucraini (5,9%), cinesi (5,3%) e moldavi (4,7%), pakistani (4,4%), tunisini (3,5%), indiani (3,4%) e nigeriani (3,0%). Per l’insieme degli stranieri residenti in regione si conferma al 31.12.2021 la prevalenza femminile (52,7% del totale degli stranieri residenti) che si ritrova in tutte le province. Ci sono cittadinanze a netta prevalenza femminile, in particolare per le provenienze da Ucraina (79,1% donne), Moldova (67,2%) e Polonia (77,9%), e altre a netta prevalenza maschile come per i cittadini provenienti da Senegal (72,2% uomini), Pakistan (65,8%) e Bangladesh (64,5%).

I DATI DEI PERMESSI INDICANO STABILITÀ

Le persone fornite di permesso in regione sono 383.356 all’1.1.2021. È significativo che la maggior parte dei permessi (il 67,7%) sia di lungo periodo e dunque indicatore di una ampia stabilità e che i soggiornanti a scadenza (32,3%) richiedano il permesso principalmente per motivi di famiglia (59%) e motivi di lavoro (25%). Ciò conferma l’intenzione degli stranieri a insediarsi stabilmente nella regione. Poi abbiamo permessi per asilo e umanitari (10,8%) e studio (2,5%).

IL PIL DEL “LAVORO STRANIERO”

La ricchezza complessiva prodotta dagli occupati stranieri in Emilia-Romagna è stimata nell’ordine del 11,6% del totale del valore aggiunto regionale (corrispondente a circa 16 miliardi di euro); una delle incidenze più elevate a livello nazionale, dove in media il valore aggiunto è pari al 9%.

OCCUPATI E DISOCCUPATI: UN PROBLEMA SOPRATTUTTO FEMMINILE

Nel 2020 l’incidenza degli stranieri sul totale degli occupati in regione è passata dal 12,8% al 13,1%, confermando un valore ben al di sopra la media nazionale (10,2%). Il dato però, rispetto alla composizione, non è “neutro”. Diminuiscono infatti in modo significativo le donne straniere occupate (da 122.867 a 115.952), che rappresentano il 44,6% degli stranieri occupati in regione. Essendo molte donne impegnate nei lavori di cura, l’occupazione femminile ha risentito dell’effetto Covid 19 più di quella degli uomini. Complessivamente il tasso di occupazione degli stranieri, cioè il rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione, è inferiore a quello degli italiani di oltre otto punti percentuali (61,7% rispetto 70%) ma se per gli uomini tale tasso è addirittura superiore di 1,2 punti (76,6% rispetto 75,4% degli italiani), è guardando alla componente femminile che osserviamo un tasso di occupazione di quindici punti in meno: il 49,3% rispetto 64,4% delle occupate italiane. Nonostante la forte partecipazione attiva al mercato del lavoro gli stranieri registrano un tasso di disoccupazione - il rapporto tra le persone in cerca di impiego tra i 15 ed i 74 anni e le corrispondenti forze di lavoro, risultato della somma degli occupati e dei disoccupati - quasi doppio di quello degli italiani, 11,1% rispetto il 4,9%, distanza osservabile per entrambi i generi. Tuttavia, il tasso di disoccupazione femminile è sensibilmente più alto di quello maschile, 12,9% rispetto a 9,6%. I disoccupati stranieri sono il 26,8% delle persone in cerca di occupazione.

LAVORO AUTONOMO IN CRESCITA

Al 31 dicembre 2020 le imprese attive straniere in Emilia-Romagna sono più di 50mila, in netto aumento nel corso dell’ultimo decennio di oltre 10.000 unità (+27%). Per quanto riguarda il settore di attività economica, al primo posto, con quasi il 36% del totale delle imprese straniere della regione, si trovano le ditte operanti nel settore delle costruzioni, a cui segue il commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%) e le attività manifatturiere (10,3%). In relazione alla tipologia, queste si mostrano, come immaginabile, in gran parte come ditte individuali (40.354) che rappresentano il 79,7% del totale.

Pubblicato il 1°novembre 2022

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Nuovo Piano Aria: uscire dalla logica delle limitazioni, entrare in quella delle opportunità

Futuro ambiente


Ridurre le emissioni, agire simultaneamente sul trasporto di merci e persone (monossido e biossido di azoto), combustione di biomasse (PM10) e agricoltura (ammoniaca). Intervenire sia su scala estesa (dal Bacino padano al nazionale), sia locale. E ancora, prevenire gli episodi di inquinamento acuto e ridurre i picchi locali. Queste, in sintesi, le linee strategiche del nuovo Pair, il Piano Aria integrato regionale 2030, che si muove in un contesto nazionale e internazionale caratterizzato da una forte crisi energetica. Un Piano che, per la prima volta, vede assegnate delle risorse: quasi 150 milioni di euro regionali, di cui quasi 67 milioni già in attuazione nel primo triennio, a cui si aggiungeranno più di 230 milioni dal Por-Fesr 2021-2027. Più altri fondi che, a livello nazionale, concorreranno agli obiettivi. Proprio questi finanziamenti serviranno ad accelerare processi innovativi, in grado di portare a un "disaccoppiamento" tra la crescita economica, che dev’essere sempre più sostenibile, e gli impatti sull’ambiente. Grazie a questo nuovo modello di sviluppo economico, che vede allearsi insieme cittadini, imprese e mondo produttivo, trarranno beneficio la qualità della vita e la salute di tutti. Così, in Assemblea, la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo.

“Sono lieta che proprio il primo passo del mio incarico come vicepresidente e assessore alla Transizione ecologica e al Contrasto ai cambiamenti climatici sia questo: un Piano di sistema che dovrà legarsi al Piano dell’energia, ma anche a quello dei rifiuti, in un’ottica di economia circolare, basata su riprogettazione, buone pratiche, sinergie, competenze, osmosi produttiva ma anche creatività.  Questo Piano - ha puntualizzato Priolo - non nasce oggi, è stato avviato già prima dell’estate con l’approvazione del documento strategico da parte della Giunta e poi con due sedute in Commissione. Richiede un confronto, un percorso articolato. Ed è per questo che, prima dell’adozione, prevista entro il 2023, ci saranno diversi momenti per approfondire temi e interventi. Parliamo di un Piano che dovrà anche ‘sposare’ la transizione ecologica. Le misure messe in campo negli anni scorsi con il precedente Piano- ha aggiunto l’assessore- hanno migliorato (e sono i dati a dircelo) la situazione a livello di inquinamento atmosferico, ma non basta: l’aria del bacino Padano resta critica, e questo nuovo Piano, rispetto ai precedenti, potrà contare su investimenti ben più cospicui, tra risorse regionali, nazionali ed europee”.

“A livello di approccio - ha proseguito Priolo - dobbiamo entrare in una logica di un Piano che dà delle opportunità, a partire da quello dell’innovazione del sistema produttivo e a quello del miglioramento della qualità della vita dei cittadini”. Tra le azioni già in corso, l’assessore ha ricordato il bando per la sostituzione di impianti inquinanti per riscaldamento civile a biomassa e quello per la sostituzione di mezzi obsoleti con veicoli a minor impatto ambientale, oltre a bando in agricoltura per la riduzione di gas serra e ammoniaca. La mobilità delle persone e delle merci “sono punti su cui occorre lavorare, insieme al Governo - ha concluso l’assessore -; così come l’agricoltura è un altro aspetto di grande rilevanza. Da parte nostra aiuteremo i cittadini in questa sfida, fondamentale per il futuro di tutti”.

Pubblicato il 31 ottobre 2022

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«Cosa vuoi fare da grande?» Incontro con Iengo a Pittolo

iengo

Giovedì 10 novembre nell'oratorio della parrocchia di Pittolo è in programma l'incontro “Cosa vuoi fare da grande?”, promosso dall'Associazione Genitori per Piacenza, dall'associazione Oratori Piacentini, dalla parrocchia di Pittolo in collaborazione gli Educatori di strada.
La serata con inizio alle ore 20.45 è dedicata all'orientamento per genitori di ragazzi e ragazze delle Scuole secondarie di primo grado.
Si terrà in presenza con 100 posti disponibili.
Conduce Maurizio Iengo, psicologo-psicoterapeuta, educatore di strada.
Per informazioni: www.educatoridistrada.it; info [AT] educatoridistrada [DOT] it

Pubblicato il 31 ottobre 2022

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Donare il sangue: «Con un piccolo gesto puoi salvare una vita»

Campagna donazioni



Un invito diretto ai cittadini a donare sangue, perché di sangue c’è sempre bisogno, anche in Emilia-Romagna, regione che è sempre stata non solo autosufficiente, ma anche capace di donare ad altre. A lanciarlo è direttamente l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, nei due spot video (da 15 e 30 secondi) e uno spot radio che sono i protagonisti della nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione della Regione sulla donazione di sangue. Il messaggio sarà diffuso via social e radio in stretta collaborazione con le aziende sanitarie e le associazioni e Federazioni dei donatori, con il dichiarato obiettivo di portare sempre più persone a compiere questo grande gesto di altruismo e generosità.

Da inizio anno, infatti, con il perdurare della pandemia e l’aumento di casi Covid anche tra i donatori, si è registrata una contrazione delle donazioni, che va di pari passo con l’aumento della richiesta, soprattutto di globuli rossi concentrati, in relazione alla ripresa delle attività assistenziali in particolare in ambito chirurgico, e all’aumento dell’attività trapiantologica in tutta l’Emilia-Romagna. Dunque, è necessario uno sforzo ulteriore. In particolare, nei primi 9 mesi del 2022 si osserva un calo, rispetto allo stesso periodo del 2021, delle unità di sangue intero raccolte (-0,13%, ossia 160.971 contro 161.179), ma soprattutto delle unità raccolte in aferesi (-4,84%, e dunque 50.198 contro 52.749 del 2021). Le criticità maggiori si sono verificate nel mese di aprile e nella prima settimana di maggio, quando il bilancio unità raccolte/unità trasfuse non è stato sempre positivo e non è stato possibile contribuire al 100% alla compensazione delle regioni carenti come prassi settimanale; un impegno che la Regione Emilia-Romagna era sempre stata in grado di rispettare, anche nel 2020 e 2021.

Peraltro, già nel primo anno di pandemia - il 2020 - c’era stata una diminuzione delle unità di sangue intero raccolte (208.000 contro le 213.186 del 2019, corrispondenti al -2.4%), programmata e concordata con le Associazioni e Federazioni di donatori a fronte di un medesimo calo nel consumo delle unità, dovuto alla riduzione dell’attività clinica e alla sospensione delle attività chirurgiche. Poi, nell’anno successivo, il 2021, la ripresa aveva interessato sia le unità di sangue intero raccolte (+4,11% rispetto al 2020, 216.558 contro 208.000), sia quelle raccolte in aferesi (+1,37%, 73.239 contro 72.249 del 2020). Grazie innanzitutto ai donatori, ai volontari delle associazioni e a un sistema regionale sangue solido e innovativo coordinato dal Centro Regionale Sangue, anno dopo anno l’Emilia-Romagna è in grado di mantenere l’autosufficienza: ciò significa che nessun intervento né alcun tipo di attività sanitaria in cui fosse necessaria una trasfusione è stato rimandato. Non solo, perché la regione continua ad inviare sangue ad altre, non autosufficienti, che soprattutto in caso di emergenze devono essere aiutate; ma ora c’è bisogno di un’accelerazione, e da qui la necessità di una campagna ad hoc.

Pubblicato il 31 ottobre 2022

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12 studenti Double degree incontrano l’Ambasciatrice italiana negli USA

 Double Degree North Carolina

L’occasione è stata la Tavola Rotonda sulla Tecnologia Italiana nelle Industrie Farmaceutiche e Chimiche di Raleigh

12 studenti del Double Degree, insieme alla professoressa Laura Zoni, coordinatrice del programma di Doppia laurea in Management Internazionale della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica, hanno partecipato alla Tavola Rotonda sulla Tecnologia Italiana nelle Industrie Farmaceutiche e Chimiche, tenutasi a Raleigh (North Carolina State), presentata dal Console Onorario d'Italia in North Carolina, professoressa Valentina Cecchi e alla quale era presente l’Ambasciatrice Italiana negli Stati Uniti Mariangela Zappia.

Un’esperienza speciale per i giovani studenti che stanno trascorrendo, dopo i due anni di studi a Piacenza, due anni di frequenza presso una delle due università Partner in North Carolina: la North Carolina State University e la Elon University, due delle sette università Partner del progetto di doppia laurea attivo a Piacenza: «Essere coinvolti in occasioni di visibilità e confronto internazionale come questa rappresenta una delle cifre distintive del processo di internazionalizzazione della formazione universitaria, che apre opportunità di confronto e di networking di ampio respiro per i nostri studenti» specifica la professoressa Zoni, che sottolinea come anche l’ambasciatrice Zappia abbia ricordato quanto la cooperazione internazionale passi anche attraverso le esperienze di doppia laurea e gli scambi internazionali tra studenti. «Un mix di soft skills, consapevolezza e competenze – conclude Zoni - che fa dei nostri laureati una risorsa indispensabile per il mondo globale».

Nella foto,  gli studenti, la professoressa Zoni e l’ambasciatrice Mariangela Zappia.

Pubblicato il 31 ottobre 2022

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