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Don Angelo Cavanna, parroco nel quartiere popolare dell’Infrangibile

Un sacerdote sostenuto dalle offerte liberali impegnato tra la gente e tra i poveri

donCavanna

“L’Infrangibile è un paese dentro la città”: così definisce il quartiere dove sorge a Piacenza la sua parrocchia don Angelo Cavanna, prete dal 1998, parroco dal 2005 alla Sacra Famiglia.
Quest’area della periferia ovest cittadina è nata a partire dalla seconda metà degli anni ’30 del secolo scorso, tra le storiche mura e le aree militari, in un periodo in cui molte famiglie si spostavano dalla campagna alla città in seguito alla crescita di attività industriali.
Il nome del quartiere deriva da un’azienda che fabbricava articoli in materiale sintetico, in via Emilia Pavese all’angolo con via Stradella. Era vistosa l’insegna la scritta “L’infrangibile” che faceva riferimento alle qualità dei propri prodotti.

Gli inizi della chiesa nel 1935
“La chiesa, che sorse attorno tra il 1935 e il ’36 - dice don Angelo - è sempre stato il luogo di ritrovo del quartiere. Ancora oggi, molto attenta al sociale, si caratterizza con iniziative e attività di attenzione agli ultimi, sostenute da numerosi volontari. La Caritas parrocchiale, con il suo Centro di ascolto, provvede alla distribuzione di borse viveri a una trentina di famiglie, sostenendo anche la spesa per le bollette di luce e gas, e con interventi mirati per i vari bisogni che emergono nei nuclei familiari”.
Don Angelo è uno dei parroci di periferia piacentini che si fa carico delle situazioni di disagio perché, con il lievito del Vangelo, la Chiesa sia una comunità accogliente tra la gente, fedele alla sua storia. Alla Sacra Famiglia non mancano le iniziative legate alla catechesi, all’oratorio e all’incontro con gli anziani nelle loro case.
Anche lui, come gli altri 180 sacerdoti piacentini, è sostenuto dalla offerte liberali che i piacentini donano attraverso le offerte liberali illustrate con chiarezza nel sito www.unitineldono.it.

Un aiuto concreto ai senza fissa dimora
Fiore all’occhiello della comunità è la Casa accoglienza/emergenza freddo, inaugurata nel 2015, nata per aiutare i senza fissa dimora nei mesi più freddi dell’anno.
“È una struttura che abbiamo sempre gestito con i nostri volontari - sottolinea don Cavanna - con l’aiuto della Caritas diocesana che segue l’accesso degli ospiti con il suo Centro di ascolto. Fino a prima del Covid offriva otto posti letto ai senza tetto (in emergenza anche qualcuno in più), fornendo loro cena, pernottamento e prima colazione con rotazione per ogni ospite di quindici giorni. Nel periodo di pandemia si è dovuto ridurre il numero di posti da 8 a 4; ora la casa ospita 4 persone di origine africana che hanno trovato lavoro e si autogestiscono”.

L’attenzione alle persone in difficoltà
La struttura è collocata in una parte della canonica ed è nata dalla sinergia tra Caritas diocesana e la parrocchia, per rispondere all’emergenza abitativa dei senza fissa dimora in inverno. Sono molte le persone che vivono in strada e necessitano ogni giorno di un pasto caldo e un luogo per pernottare.
Da febbraio 2023 si punta - spiega don Cavanna, insieme a Giuseppe Grizzanti, coordinatore dei volontari, e al diacono Lorenzo Palumbo - a riprendere il progetto originario.

Il costo complessivo di partenza aveva superato i 200mila euro per i lavori di sistemazione dell’immobile e il primo anno di gestione; una buona parte delle spese era stata coperta grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Un sostegno determinante che ha potuto dare concretezza ad un sogno diventato realtà.
L’approccio all’emergenza freddo - secondo l’èquipe dei volontari - è volto a recuperare le persone in difficoltà offrendo una strada per il reinserimento nella società, ma è anche sicuramente un importante aiuto concreto per ridurre il danno nell’immediato.

Riccardo Tonna

Nella foto, don Angelo Cavanna (al centro) con Lorenzo Palumbo e Giuseppe Grizzanti.

Pubblicato il 20 ottobre 2022

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