Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«Impronta di pace»: esposizione di Locatelli alla Galleria Alberoni

Impronta di pace Ugo Locatelli


Apre domenica 28 maggio alla Galleria Alberoni, la mostra “Impronta di pace. La terrà ci precede e ci è stata data”, che presenta l’opera
realizzata con frammenti di Pietra di Gerusalemme, pietra tipica della città sacra a Ebraismo, Cristianesimo e Islam, dall’artista Ugo Locatelli (Bruxelles, 1940); l’allestimento è completato da suggestive fotografie, scattate da Carlo Francou, che riprendono luoghi significativi di Gerusalemme, a testimonianza del difficile tempo presente abitato dal conflitto e da tentativi di riconciliazione e di pace. Frammenti della pietra di Gerusalemme, città nevralgica non solo per gli equilibri del Medio Oriente, ma a livello mondiale, saranno disseminati nella sala che ospita la mostra.

Il progetto che ora giunge alla Galleria Alberoni, avviato dal Museo geologico "G. Cortesi" di Castell'Arquato in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2022, pone l’accento sui temi legati alla convivenza tra i popoli, ma anche sulle emergenze ambientali e umanitarie in atto.

La mostra è promossa da Opera Pia Alberoni e Museo geologico G. Cortesi.

Quando e come visitare la mostra

L’esposizione sarà visitabile da domenica 28 maggio, ogni domenica, fino all’ultima domenica di giugno, dalle ore 15.30 alle ore 18 (ingresso gratuito).

L’impronta di pace di Ugo Locatelli

L’impronta, realizzata dall’artista Locatelli, è anonima, rappresenta la sintesi fra diverse impronte digitali di giovani appartenenti a comunità differenti, ed è costituita da frammenti di Pietra di Gerusalemme, particolare roccia sedimentaria che modella i rilievi della Giudea e che viene utilizzata per costruire la maggior parte dei suoi edifici.

La scelta di utilizzare pietre provenienti da Gerusalemme, città santa ma anche da sempre città contesa, intende essere un simbolo ed un invito alla fratellanza e alla condivisione, memori che: “La terra ci precede e ci è stata data” (Papa Francesco. Laudato si’).

Il progetto originario prevedeva che l’opera fosse realizzata con il coinvolgimento di giovani di Gerusalemme appartenenti alle comunità ebraica, crisiana e musulmana; l'acuirsi delle tensioni in Israele e la pandemia non lo hanno reso possibile e così l’impornta è nata grazie all’intervento di Ugo Locatelli.

Dallo Yemen al Sudan, dall'Ucraina al Tigrai, in questo momento nel mondo sono in corso una sessantina di conflitti che coinvolgono intere popolazioni inermi, l'Impronta di pace vuole essere un segno di condivisione verso chi subisce e soffre il dramma della guerra.

Ugo Locatelli

La ricerca artistica di Ugo Locatelli (Bruxelles, 1940), orientata all’estensione dello sguardo e del pensiero, è una rete viva di legami fra gli elementi che la formano: una sorta di arte sistemica. Dal 1962 l’artista-sperimentatore osserva lo spazio sottile, eppure infinitamente grande, tra la realtà e le interpretazioni della realtà: un campo sfumato nel quale l’apparenza è la superficie di un processo da esplorare. Un processo non-lineare in cui ogni osservazione genera una nuova esperienza dello sguardo: un’istantanea fra le infinite possibili.

L’Impronta di pace rappresenta la naturale prosecuzione dei progetti "Antropocene" (2019-2020) e "Terricidio" (2021) nei quali l'autore aveva rivolto lo sguardo sull’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Ugo Locatelli, nel 2004, riflettendo sul rapporto interpersonale e sul problema dei conflitti così scriveva: "Per capire se stesso l’essere umano ha bisogno di essere capito dall’altro; per essere capito dall’altro ha bisogno di capire l’altro".

L’impronta di pace alla Galleria Alberoni

Con questa esposizione la Galleria Alberoni, dopo la realizzazione del monumento Dal Buio alla luce e la mostra Costruttori di pace, progetti che hanno visto protagonista l’artista Franco Scepi, prosegue il suo impegno sul tema della pace, in un momento drammatico della storia segnata da quella che Papa Francesco ha chiamato la “terza guerra mondiale a pezzi”. Ugo Locatelli torna alla Galleria Alberoni dopo aver partecipato nel 2015 alla mostra Hortus Siccus con l’erbario areale: un insieme inedito costruito con un gran numero di frammenti foto-grafici di erbari secchi e dipinti.

Conversazione di Carlo Francou e Ugo Locatelli

Nel primo giorno di apertura e di visita, si terrà, nella Sala degli Arazzi, una conversazione di Carlo Francou, ideatore del progetto, in dialogo con l’artista Ugo Locatelli, realizzatore dell’opera. L’incontro sarà l’occasione non solo per conoscere la genesi dell’Impronta di pace, ma anche per ascoltare la voce e la testimonianza di due frequentatori della città di Gerusalemme, luogo sacro abitato da un conflitto che pare insolubile.

Nel corso della conversazione il Piccolo Museo della poesia effettuerà la lettura di alcune poesie di pace e di testi poetici in dialogo in dialogo con l’opera esposta.

Pubblicato il 23 maggio 2023

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente