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Costruire, abitare, arredare in modo sostenibile per far star bene le persone

Il saluto della Banca è tato portato da Roberto Tgaliaferri

«L’architettura è un modo per far sognare e per far star bene le persone». Ne è convinto Carlo Ponzini, autore del volume “Costruire, abitare, arredare in modo sostenibile - La progettazione dell’edificio dalla costruzione all’arredamento, un percorso integrato” (Maggioli Editore), presentato al PalabancaEventi in una Sala Panini gremita. Dopo i saluti di Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato della Banca di Piacenza e dell’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Christian Fiazza l’incontro - moderato dal giornalista Carlandrea Triscornia - ha avuto come filo conduttore la sostenibilità. In prima battuta affrontata da Michele Zazzi (in collegamento), presidente del corso di laurea magistrale in “Architettura e città sostenibili” dell’Università di Parma (dove l’arch. Ponzini insegna Nanotecnologie e sistemi evoluti per l’architettura): «La sostenibilità, concetto nato negli Anni ’80 del secolo scorso, è tornata ad essere qualcosa di concreto riconquistando - ha evidenziato il prof. Zanni - un ruolo centrale nei campi ambientale, sociale ed economico finanziario».

L’autore ha sottolineato come il punto di partenza della sostenibilità sia «il ritorno a costruire con materiali naturali edifici che vivano di energia propria», riferendo che quando scrisse il suo primo libro in argomento (era il 2009) il significato della parola era conosciuto dal 7 per cento della popolazione: «Oggi quella percentuale è salita al 37 per cento, ma si deve arrivare far conoscere molto di più il concetto di sostenibilità». E la pubblicazione del professionista piacentino (il terzo in argomento) può senz’altro aiutare. «Questo libro - ha spiegato l’arch. Ponzini - nasce dal lavoro dei miei studenti e vuole mandare un messaggio di serenità. Il ritorno alla sostenibilità passa attraverso il riuso, la manutenzione, il riciclo, le energie rinnovabili, il controllo degli inquinanti. Oggi la progettazione deve essere interdisciplinare e tecnologica per arrivare a un nuovo tipo di architettura».

E trattando di nonotecnologie, l’arch. Ponzini ha auspicato che ci si apra sempre di più alle nuove tecnologie, che offrono soluzioni sostenibili anche economicamente. «Pensate al cappotto diventato tanto di moda con il 110% - ha esemplificato -: normalmente il suo spessore è di 18 centimetri; con i materiali innovativi otteniamo lo stesso risultato con uno spessore di 2 centimetri, ma con il Superbonus non si poteva fare perché non era certificato; oggi abbiamo anche tinteggiature che equivalgono ad un cappotto. Non solo. Ci sono vernici per interni che fanno decadere lo smog attraverso il processo di fotosintesi, piastrelle di gres che contengono ioni d’argento con la funzione di non far proliferare i batteri, che vengono distrutti agendo sul loro dna. Si potrebbe pensare che queste soluzioni costino tanto. In realtà, un metro quadro di queste piastrelle hanno un prezzo che supera di soli 5 euro quelle normali. Se consideriamo che è un prodotto eterno che restituisce salubrità agli ambienti…».

Proseguendo sul tema dei materiali, l’autore ha sostenuto che gran parte delle risposte sostenibili che cerchiamo le otteniamo semplicemente «scegliendo naturale», andando a valutare prima di tutto le risorse che offre il nostro territorio e poi aprendo sempre più il raggio d’azione fino a trovare quello che fa per noi. Un esempio? Il sughero è una materia prima rinnovabile, perché la corteccia si rigenera naturalmente ogni 10 anni; e sostenibile, perché il suo fabbisogno può essere soddisfatto solo attraverso la tutela di ogni singola quercia da sughero e con la moltiplicazione e la manutenzione delle foreste.

«La Banca di Piacenza - ha aggiunto - il relatore - ha sempre costruito in maniera sostenibile, anche ristrutturando questo Palazzo. Nelle Agenzie vengono utilizzati materiali naturali e le filiali più recenti sono dotate dei nuovi pavimenti antibatterici e di soluzioni che mettono in perfetto equilibrio acustica ed estetica, qualsiasi sia la dimensione del locale».
«L’unica soluzione che ci si propone per avere uno sguardo rivolto al futuro - ha concluso l’arch. Ponzini - è attraverso una rinascita dell’etica e dei valori umani in termini di consapevolezza, rispetto, responsabilità, solidarietà, giustizia, inclusività e partecipazione. Ci viene detto che, in fondo, è questo che vuol dire sostenibilità».

Nella foto, la presentazione del libro a cura di Carlo Ponzini: il saluto della Banca di Piacenza da parte di Roberto Tagliaferri.

Pubblicato il 23 maggio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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