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Andar per “Santelle”: la Madonna della Bomba

Madonna della Bomba 

Piacenza è una città ricca di storia, cultura e tradizioni. Oltre ai suoi palazzi storici, chiese e musei, offre anche, agli osservatori attenti, "santelle" e "mistadelli" che consentono un viaggio affascinante nella devozione religiosa locale.
Le "santelle" sono cappelle votive, edicole, affreschi, sparsi in tutta la città di Piacenza e nelle zone circostanti. Queste piccole oasi di devozione sono un'affermazione tangibile di fede e devozione. Ogni santella ha una storia unica da raccontare e rappresenta un punto di riferimento per la comunità locale.
Queste cappelle sono spesso posizionate lungo le strade, nei cortili, nei parchi o addirittura nei campi. Sono state erette in onore di santi, vergini o eventi religiosi significativi. La loro varietà architettonica e artistica è impressionante. Ogni santella è adornata con immagini sacre, statue e oggetti di devozione lasciati dai fedeli.

Un sacello sul Pubblico Passeggio

Iniziamo il nostro viaggio con il sacello “Madonna della Bomba”, posto sul Pubblico Passeggio a Piacenza, costruito nell’estate del 1894, per iniziativa di mons. Francesco Torta, fondatore delle Suore della Divina Provvidenza per l’Infanzia Abbandonata, su progetto di Giannantonio Perreau (1798-1869), ingegnere che restaurò le chiese di San Francesco e di Santa Brigida. Lo scopo della cappella era di proteggere l’antica immagine miracolosa, staccata dalla parete originaria e restaurata  da Pacifico Sidoli (Bettola1868 – Piacenza1963), allora un giovane pittore piacentino. L'edificio è addossato alle pareti della Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini, Casa per anziani, di cui è parte.
“Si tratta - come scrive Maria Rosaria Auricchio nel suo libro “Arte e devozione rurale” - Piacenza 2009) di una cappella in stile neogotico, di impianto rettangolare con alzato allungato, chiuso da un tetto a doppio spiovente, fortemente inclinato. La struttura è compresa fra quattro pilastri ornati da archetti pensili in terracotta, da capitelli aggettanti e da pinnacoli; un terzo pinnacolo svetta alla sommità del tetto. Il motivo degli archetti pensili in terracotta - aggiunge Auricchio - si ripete anche sotto il tetto. Questa complessa articolazione è ripresa, leggermente semplificata, nel portale d'ingresso che pare sormontato da un baldacchino; l'accesso inoltre è chiuso da un portoncino in ferro e vetro”.

La venerazione dei piacentini

L’immagine al centro della cappella è quella della Madonna del Carmine con il Bambino stretto sul fianco sinistro e gli scapolari nella destra. I cittadini di Piacenza hanno sempre avuto per questa immagine una venerazione tutta particolare, specie dopo il fatto prodigioso avvenuto nel 1746. Era in atto, nei primi giorni di giugno di quell’anno, la guerra tra Galli Ispani e i Tedeschi che si contendevano il dominio della città di Piacenza. Il Generale Berenclau, uomo brutale che dirigeva l’artiglieria tedesca, si prefisse di seppellire i piacentini sotto le bombe, una di queste andò proprio a colpire l’immagine suddetta arrestandosi però, senza esplodere, nel muro, salvando così la casa, con i suoi inquilini, dove il dipinto era posto. Da quel tempo la sacra immagine, collocata nella cappelletta sul Pubblico Passeggio, viene invocata col titolo “Madonna della Bomba”.

Riccardo Tonna

Nella foto, il sacello della Madonna della Bomba.

Pubblicato il 2 agosto 2023

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