Domenica 13 ottobre a Ottone, in occasione della “Sagra dei prodotti della montagna” tanti espositori hanno portato i prodotti della loro terra nella piazza del paese dell’Alta Valtrebbia. Presenti anche parecchi venditori di miele, di formaggi e di salumi artigianali, di pane fatto in casa e persino presepi confezionati da mani esperte e fantasiose. La polenta ha poi soddisfatto gli appetiti e scaldato i cuori prima dell'esibizione del taglio della fetta (di legno). La Proloco di Ottone ha regalato a tutti un simpatico grembiule. E per finire musica e balli.
“È il primo anno – ha dichiarato il vicesindaco Maria Lucia Girometta – in cui questa festa è stata preparata e diretta dalla Proloco e devo sottolineare che, grazie ai ragazzi che la compongono, oltre ad aver attirato centinaia di persone, ha mostrato tanto entusiasmo e tanta leggerezza. Grazie al presidente e ai suoi collaboratori che amano il nostro paese rendendolo appetibile e quasi famoso”.
La contrazione dell’attività industriale in Emilia-Romagna, avviata già nella primavera 2023, si è alleviata. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno tra aprile e giugno il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è sceso meno rapidamente (-2%) rispetto a quanto era accaduto all’inizio dell’anno. L’andamento risente del rallentamento dell’attività economica in Europa e dell’elevata incertezza in ambito economico e geopolitico. Il fatturato complessivo è diminuito del -2,8%, flessione attribuibile per oltre un terzo al rallentamento dei prezzi industriali. Il fatturato da ordini esteri è risalito portandosi al +0,3%. Gli ordini complessivi sono diminuiti del -2,8%, mentre quelli dall’estero sono rimasti sostanzialmente invariati. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è di poco inferiore ai 3 mesi ed il grado di utilizzo degli impianti è sceso fino ai tre quarti della capacità.
L’ANDAMENTO NEI SETTORI INDUSTRIALI
Il fatturato dell’industria alimentare è aumentato dell’1%, quello dall’estero del doppio. La produzione è aumentata del +0,8% sostenuta dall’andamento degli ordini dall’estero cresciuti del +1,8%. Si è solo leggermente alleviata la decisa fase di recessione per l’attività delle industrie del sistema moda dove il fatturato è diminuito del -6,7%, quello dall’estero del -5,9%. La produzione è diminuita dell’8%. Gli andamenti dovrebbero essere confermati nei prossimi mesi considerando che gli ordini sono diminuiti dell’8%, quelli dall’estero del -7,3%. Sostanziale stabilità nel fatturato delle imprese del legno e dl mobile, dove però sono ripresi in estate gli ordini, +5,3%, grazie principalmente al mercato interno. L’industria metallurgica e delle lavorazioni meccaniche ha visto diminuire il fatturato del – 5,6%, quello dell’estero -1,9%. Risultati che però in termini reali dovrebbero essere meno negativi visto l’andamento dei prezzi alla produzione nel settore. La produzione è diminuita del -4,1%. Gli ordini sono in contrazione del -5,7%, quelli dall’estero del -1,8%. Fino alla fine dello scorso anno l’attività dell’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto aveva mostrato una certa tenuta a fronte della difficile fase congiunturale, ma dall’inizio del 2024 ha subito un arretramento. L’andamento tendenziale negativo del fatturato si è accentuato con la primavera: -3,2%, che diventa +0,6% per il fatturato dall’estero, valori influenzati però anche dal rallentamento dei prezzi. Gli ordini sono diminuiti del -3,5%, quelli dall’estero del -1%. Per le altre industrie la domanda interna ha prodotto una leggera diminuzione del fatturato, -0,4% e un aumento della produzione del 1,1%. Meglio è andata con i clienti esteri con i quali il fatturato è aumentato del +2,4% e gli ordini del +4,6% (ordini complessivi +0,7%).
L’ANDAMENTO RISPETTO ALLA DIMENSIONE DELLE IMPRESE
Le imprese minori hanno visto mediamente ridurre il fatturato del -4,1%, la produzione del -4,5%, gli ordini del -4,9%. L’attività delle imprese medio-grandi ha registrato un lieve aumento nella produzione, +0,6%, che però non ha trovato riscontro nell’andamento del fatturato rimasto negativo nel complesso, -1,8%, nonostante un aumento di quello estero del +1%. Gli ordini complessivi che sono risultati in diminuzione del -1,3%. Le imprese medio-grandi hanno registrato un lieve aumento nella produzione, +0,6%, ma il fatturato è rimasto negativo nel complesso, -1,8%, nonostante un aumento di quello estero del 1%. in rallentamento anche gli ordini -1,3%
APERTURE E CESSAZIONI DI IMPRESE
Saldo leggermente positivo per le imprese industriali in Emilia-Romagna (+112 imprese, +0,24%). L’industria alimentare e delle bevande si è ampliata leggermente più rapidamente della media (+20 imprese, +0,4). La consistenza delle imprese dell’industria della moda, che vede un’ampia presenza di imprese straniere e di minore dimensione, è rimasta sostanzialmente in variata (+2 imprese). La piccola industria del legno e del mobile è stata l’unica a fare registrare un saldo derivante dalle dichiarazioni delle imprese lievemente negativo (-7 imprese, -0,2%). Anche la base imprenditoriale dell’industria della ceramica, del vetro e dei materiali refrattari è rimasta sostanzialmente invariata (-2 imprese). Il saldo delle dichiarazioni delle imprese del comparto della metallurgia e dell’industria dei prodotti in metallo, che è il secondo per ampiezza della base imprenditoriale, è risultato in linea con la dinamica complessiva dell’industria (+27 imprese, +0,2%). Invece, le dichiarazioni delle imprese dell’ampio aggregato composto dalle industrie elettroniche, delle apparecchiature elettriche, dei macchinari e apparecchiature, degli autoveicoli e rimorchi, degli altri mezzi di trasporto e della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature hanno prodotto un saldo positivo con una incidenza superiore a quella media dell’industria (+57 imprese, +0,5 per cento), risultato positivo dovuto principalmente all’’industria della riparazione e manutenzione di macchine (+72 unità, +1,8%). Stabile il numero delle imprese nel fondamentale e ampio settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (-5 imprese, -0,1%), nonostante i marginali risultati positivi nella fabbricazione di autoveicoli e di altri mezzi di trasporto.
L’OCCUPAZIONE
Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna nel secondo trimestre 2024 è aumentata lievemente rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (+0,5%, +2.795 unità) salendo oltre quota 571.000 mila. In Italia nello stesso periodo l’occupazione dell’industria in senso stretto nazionale è diminuita dell’1%. Il risultato positivo per l’industria in senso stretto regionale è il risultato di una forte caduta dell’occupazione autonoma (-18,5%, -9.720 unità), che è scesa a 42.694 unità, alla quale ha fatto da contraltare un buon incremento degli occupati alle dipendenze (+2,4%, +12.515 unità), che si sono attestati poco al di sopra di quota 528 mila unità. L’andamento è stato determinato totalmente dall’aumento dell’occupazione maschile (+2,7%, +10.600 unità) che è salita quasi a 407 mila unità. Al contrario, l’occupazione femminile si è ridotta (-4,5%, -7.800 unità) scendendo a poco più di 165 mila unità.
LE ESPORTAZIONI REGIONALI
Nel complesso dei primi sei mesi del 2024 le esportazioni della manifattura emiliano-romagnola rilevate a prezzi correnti sono risultate pari a 41.785 milioni di euro, corrispondenti al 13,9% dell’export nazionale, ma con una flessione dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel primo semestre 2024 l’export regionale di alimentari e bevande, che rappresenta quasi l’11% dell’export regionale, ha raggiunto i 4.523 milioni di euro con un aumento del 5,5%, che seppur inferiore all’andamento nazionale (+8,1%), ha fornito il secondo più importante contributo all’aumento dell’export regionale. Le vendite estere del comparto della moda sono leggermente diminuite in valore (-0,7%) e sono scese a 3.967 milioni di euro, mentre quelle dell’industria nazionale hanno subito un ben più ampio calo (-5,3%), quindi hanno sostanzialmente mantenuto la loro quota dell’export regionale (9,8%). L’export delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche è risultato pari a quasi 4.468 milioni di euro e ha subito una flessione relativamente contenuta (-2,1%).
La battaglia di Solferino e San Martino venne combattuta il 24 giugno 1859 in Lombardia - nel contesto della seconda guerra d’indipendenza italiana - dall’esercito austriaco da un lato e da quello francese e piemontese dall’altro. Vide la sconfitta dell’Austria che con essa perse la guerra e la Lombardia. E’ definita la battaglia più cruenta di tutto il Risorgimento, sia per le forze coinvolte che per le perdite subite da tutti e tre gli eserciti in campo. Si affrontarono complessivamente 234mila uomini. La vittoria riportata dall’esercito franco-sardo costò un numero di vittime altissimo: 11mila morti e ben 29mila feriti.
In un viaggio in quei luoghi, organizzato dall’Associazione Piacenza Città Primogenita (presente il presidente Danilo Anelli) in collaborazione con la Famiglia Piasinteina, Banca di Piacenza e Archistorica, gli studenti della classe 5ª D dell’Istituto “G.D. Romagnosi” (accompagnati dai loro insegnanti Stefania Zanchin, Alessandro Biasion, Lucia Mirabella, Patricia Ferro) e la classe 4ª tuA dell’Istituto “A. Casali” (accompagnati dai loro insegnanti Alberto Rossi e Ilaria Groppi), hanno rivissuto quelle importanti pagine della nostra storia risorgimentale. Ha partecipato al viaggio anche Marco Carini, presidente dell’Associazione “Amici del Romagnosi”.
Accompagnati dallo storico Manrico Bissi, presidente dell’associazione Archistorica, i partecipanti nella mattinata hanno visitato a Solferino il Museo, dove si trovano esposti alcuni esemplari di cannoni, armi, uniformi e cimeli vari della storica giornata del 24 giugno 1859. Il percorso museale è accompagnato da didascalie che illustrano gli avvenimenti, presentando i personaggi più significativi di quell’evento storico ed i singoli reperti. Successivamente la visita è proseguita alla chiesa di San Pietro, che ospita l’Ossario dove sono custoditi all’interno, nell’abside, 7.000 caduti dell’Armata Sarda e dell’Esercito Austriaco. E anche cinque busti di altrettanti generali francesi che caddero sul campo nella Campagna d’Italia si fronteggiano all’ingresso del Tempio. Al termine, il gruppo ha fatto visita al Memoriale Internazionale della Croce Rossa dedicato a J.H. Dunant. Fu proprio grazie a lui che in quei giorni nacque la Croce Rossa, in soccorso ai migliaia di feriti nella sanguinosa battaglia. A Solferino si è messa la prima pietra di quel patrimonio nostro che è inalienabile ed irrinunciabile: l’Unità Nazionale.
Nel pomeriggio, trasferimento a San Martino della Battaglia, dove si è potuto ammirare il Museo (composto da tre ampie sale) ed anche qui importanti cimeli ed affreschi che rievocano le tappe fondamentali del Risorgimento. Successivamente, i partecipanti si sono recati a Peschiera del Garda, dove hanno potuto ammirare la Fortezza Veneziana Unesco e altri luoghi risorgimentali in una camminata lungo le rive del fiume Mincio. Il viaggio è stato particolarmente apprezzato dagli studenti, che hanno potuto apprendere in quei luoghi ciò che a volte non si evince dai testi scolastici.
Nella foto, il gruppo dei partecipanti con, sullo sfondo, la Torre di San Martino della Battaglia.
La Zona logistica semplificata (Zls) dell’Emilia-Romagna è stata approvata con la firma del decreto di istituzione da parte della presidente del Consiglio dei ministri, dopo l'istruttoria avviata più di due anni fa dal Ministero per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, in collegamento con la Regione. Il progetto speciale e unitario per la movimentazione delle merci è stato messo a punto dalla Regione stessa dopo un lavoro di condivisione con i territori e metterà in relazione infrastrutture viarie e ferroviarie e le aree produttive commerciali della regione. La Zls dell’Emilia-Romagna coinvolge 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini) e 28 Comuni (Argenta, Bagnacavallo, Bentivoglio, Bondeno, Casalgrande, Cesena, Codigoro, Concordia sulla Secchia, Conselice, Cotignola, Faenza, Ferrara, Fontevivo, Forlì, Forlimpopoli, Guastalla, Imola, Lugo, Mirandola, Misano Adriatico, Modena, Ostellato, Piacenza, Ravenna, Reggiolo, Rimini, Rubiera, San Giorgio di Piano). Come previsto dalle normative nazionali per l’istituzione delle zone economiche speciali, la Zls avrà un’estensione di circa 4.500 ettari e unirà il porto di Ravenna, il centro del sistema, con i nodi intermodali regionali e le aree produttive commerciali identificate secondo criteri di collegamento economico-funzionale con il contesto portuale. È inoltre previsto l’istituzione di un Comitato di indirizzo con funzioni di supporto per promozione, investimenti, monitoraggio e collegamento con le strutture regionali. Le imprese che fanno parte della Zls, quelle già presenti o le nuove, beneficeranno di una serie di facilitazioni - nazionali e regionali - come semplificazioni amministrative, incentivi economici e sgravi fiscali, con ricadute positive per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e l’occupazione. Le agevolazioni previste nel “pacchetto localizzativo” saranno condizionate allo sviluppo o l’attivazione delle relazioni con il sistema portuale di Ravenna.
Vecchi camini e caldaie addio. È aperto il bando della Regione che mette a disposizione 19 milioni di euro per rottamare un generatore di calore a biomassa legnosa (camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia a legna/pellet) e, contestualmente, acquistare e installarne uno nuovo a 5 stelle o una pompa di calore. C’è tempo fino al 31 dicembre per richiedere il contributo che permette di migliorare l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento nelle case e ridurre l’inquinamento atmosferico. Con il nuovo Piano Aria (Pair 2030) adottato nell’aprile 2023 è previsto, infatti, l’obbligo di installazione di impianti a biomassa per riscaldamento domestico almeno 5 stelle. Il bando, dunque, è un aiuto per quei cittadini che vogliono sostituire gli impianti inquinanti con quelli più efficienti, ed è coerente anche con gli obiettivi e gli indirizzi del Piano Energetico Regionale (Per). I contributi possono essere richiesti sino al 31 dicembre 2024, ovvero fino a esaurimento dei fondi disponibili dai cittadini in possesso dei requisiti e saranno assegnati secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande.
DESTINATARI DEL BANDO
Possono presentare domanda: le persone fisiche che siano residenti in un comune dell’Emilia-Romagna ubicato nelle zone Agglomerato di Bologna, Pianura Ovest e Pianura Est (l’elenco dei comuni ripartiti per zone è consultabile qui), che risultino essere proprietari oppure detentori/utilizzatori di una unità immobiliare di qualsiasi categoria catastale e che abbiano la residenza nell'immobile oggetto dell'intervento. Condizione necessaria per la partecipazione al bando è che il richiedente risulti assegnatario dal Gse (Gestore servizi energetici), a decorrere dal 1 gennaio 2023, del contributo ‘Conto termico’ 2.0, il fondo che incentiva interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di edifici o singole unità immobiliari accatastate e dotate di un impianto di riscaldamento.
A COSA SERVONO I CONTRIBUTI E A QUANTO AMMONTANO
La sostituzione deve riguardare un camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia legna/pellet di potenza inferiore o uguale a 35 kWt, con classificazione ambientale inferiore o uguale a 4 stelle, con: nuovi impianti a biomassa di potenza inferiore o uguale a 35kWt almeno di classe 5 Stelle; pompe di calore. Il contributo regionale, la cui entità viene determinata fino al raggiungimento del 100% della spesa ammissibile validata dal Gse, è concesso a fondo perduto ad integrazione di quello riconosciuto dal Gse. Gli importi massimi di contributo varieranno in funzione delle tipologie di impianto installato: caldaia a legna fino a 8 mila euro; caldaia a pellet fino a 7 mila euro; pompe di calore fino a 6 mila euro; termocamini / termostufe / termocucine (queste ultime ammesse esclusivamente se generatori di calore collegati tramite scambiatori all’impianto di riscaldamento a radiatori o a pavimento) fino a 5 mila euro; inserto camino a legna fino a 4 mila euro; inserto camino a pellet fino a 4 mila euro; stufa a legna fino a 3 mila euro; stufa a pellet fino a 3 mila euro. Sono escluse dalla rottamazione le cosiddette "cucine economiche" e non sono ammessi contributi per casi di nuova installazione.
COME FARE RICHIESTA E QUANDO
Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente per via telematica collegandosi a questo indirizzo. Alla piattaforma è possibile accedere soltanto con le credenziali di identità digitale Spid, con la Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). Le domande possono essere presentate alla Regione fino alle ore 14 del 31 dicembre 2024 salvo esaurimento dei fondi disponibili.
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