La Confederex piacentina, sulla linea di studio della Confederex nazionale, ha recentemente rivolto particolare attenzione a un tema in linea con il proprio specifico, vale a dire il venticinquennale della Legge di Parità (62/2000), una ricorrenza che merita certo particolare attenzione in relazione alla situazione storicamente negativa che la libertà di scelta scolastica ha da sempre in Italia, al cui riguardo si coglie senz'altro l'occasione per verificare quale sia, di fatto, lo status quaestionis a un quarto di secolo dalla suddetta legge. La Confederex piacentina, perciò, sulla linea anche di un convegno che ha avuto luogo di recente a Milano, a cura della Regione Lombardia (alla presenza del Ministro), ha organizzato analogo evento al Seminario Vescovile, nel corso del quale sono intervenuti: il prof. Maurizio Dossena, Presidente Confederex PC e Segretario Generale Consiglio nazionale Confederex; mons. Celso Dosi, Assistente Ecclesiastico Confederex PC; la prof.ssa Liliana Beriozza, Presidente nazionale emerita di Confederex; il prof. Roberto Pasolini, rettore Istituto Europeo “G.Leopardi” di Milano; già consulente parlamentare presso il MIUR; segretario del Comitato Politico Scolastico non statale; già Membro del Tavolo della Parità. Opinionista pubblico su ilsussidiario.net, il prof.Pasolini ha offerto un quadro assai approfondito connesso con la vistosa contraddizione di una legge – la 62/2000 – in vigore ma priva di effetti per diversi motivi che Pasolini ha ben rimarcato, a cominciare comunque da una lettura obiettiva del dettato costituzionale. Tra i relatori, anche il prof. Giuseppe Mariano, Presidente nazionale Confederex, in collegamento web da Torino; prof.ssa Valentina Aprea, Dipartimento Istruzione Camera dei Deputati, in collegamento web da Roma. Si sono tenute anche relazioni su esperienze di scuola paritaria piacentina con Gianrico Botteri del Don Orione di Borgonovo e di Donatella Vignola della scuola S. Orsola di Piacenza.
Nella foto, Maurizio Dossena durante l'incontro al Seminario vescovile di Piacenza.
“C’è un’incertezza di fondo che getta qualche ombra sul futuro e che sta causando un rallentamento, se non una frenata, degli investimenti”. Così Guido Caselli, direttore dell’Ufficio studi Unioncamere Emilia-Romagna, commenta i dati del Report 2025 sul sistema economico del territorio piacentino, elaborato dal Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sulla base dei dati riferiti al 2024, e presentato il 26 maggio in occasione della Giornata dell’Economia piacentina al PalabancaEventi, promossa dalla Banca di Piacenza in collaborazione con l’Università Cattolica e la Camera di Commercio dell’Emilia. È un quadro “tutto sommato ancora positivo” quello che emerge; tuttavia, emergono alcune ombre sull’occupazione e gli investimenti. “C’è una crescita modesta del Pil – spiega Caselli – ma comunque positiva, cresce il numero delle imprese, così come l’occupazione e le esportazioni”.
Coesione sociale a rischio
Caselli lancia un allarme sociale. “Il rischio maggiore, al momento, è quello degli investimenti che si sono bloccati: se le imprese smettono di investire è un problema che si riflette poi sulla crescita, sulla creazione di posti di lavoro, e diventa soprattutto un problema di coesione sociale. Quello che è il punto di forza di Piacenza, così come del resto della regione, è il tenere assieme crescita economica e coesione sociale. Un indebolimento della crescita economica ha forti ripercussioni anche per quello che riguarda la coesione sociale”. Il clima di incertezza, emerso dai dati 2024, esisteva quindi già da prima dei dazi annunciati, applicati e poi posticipati dagli Stati Uniti. C’entrano le guerre alle porte dell’Europa e una situazione economica mondiale in rallentamento.
Occupazione: numeri positivi, ma attenzione alle retribuzioni
Sull’occupazione “è vero che cresce dal punto di vista quantitativo, ma abbiamo delle difficoltà dal punto di vista qualitativo – osserva Guido Caselli – in particolare per ciò che riguarda le retribuzioni. È un quadro dove i numeri sono ancora positivi, ma dobbiamo leggerli con grande attenzione”. Già prima dei dazi annunciati da Trump (che probabilmente peggioreranno il quadro descritto l’anno prossimo), dunque, c’era incertezza. “C’è anche la questione dei tanti cambiamenti che stanno avvenendo, dal digitale alla sostenibilità, a quello che riguarda l’impiego della popolazione, che mettono seriamente in dubbio il modello di sviluppo che abbiamo seguito fino ad ora.
Cavanna: “I dazi potrebbero far calare gli investimenti”
I dazi di Trump colpiscono solo indirettamente la Laminati Cavanna, azienda piacentina attiva nel settore del packaging. “I nostri clienti finali esportano – osserva la presidente Anna Paola Cavanna – noi abbiamo un 40% di esportazione con i prodotti che realizziamo. Dunque, i dazi, quando saranno veramente applicati, penso avranno un effetto, soprattutto potrebbero far scendere un po’ la voglia dell’imprenditore a investire, perché l’incertezza dice questo. Si cerca dunque di rimanere liquidi, senza fare grossi investimenti. Questo secondo me è il rischio più grande”. “Anche noi – dice – siamo in mezzo a un mercato in movimento con grande incertezza e grandi volatilità, però riusciamo andare avanti col nostro piano industriale e continuiamo a fare i nostri investimenti, dare occupazione sul territorio e far crescere i giovani”.
Banca di Piacenza in controtendenza: crescono sportelli e impieghi
Con la Giornata dell’economia piacentina, la Banca di Piacenza si fissa l’obiettivo di “avere in anticipo i dati su come sta andando l’economia sul nostro territorio”, spiega il presidente del CdA dell’Istituto di credito, Giuseppe Nenna. “È la dimostrazione che siamo molto interessati al nostro territorio”. Nenna ha evidenziato come la Banca di Piacenza sia in controtendenza rispetto al trend che vuole un calo del numero degli sportelli e degli impieghi. “Siamo orgogliosi di aver partecipato a questa iniziativa, che è al quarto anno consecutivo insieme alla Camera di Commercio dell’Emilia e ovviamente all’Università Cattolica a cui faccio i complimenti per il buon lavoro”, dice.
I lavori
Dopo gli interventi di saluto del presidente della Banca di Piacenza, Giuseppe Nenna, e del vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Filippo Cella, spazio alle relazioni di Guido Caselli, direttore dell’Ufficio studi Unioncamere Emilia-Romagna, di Paolo Rizzi e Lorenzo Turci del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica di Piacenza. A seguire, il commento del professor Gioacchino Garolfi dell’Università dell’Insubria e la testimonianza di Anna Paola Cavanna, presidente Laminati Cavanna SpA. La Giornata dell’economia era tornata tre anni fa – dopo un lungo periodo di interruzione – per iniziativa della Banca di Piacenza e dell’Università Cattolica, che hanno coinvolto la Camera di Commercio.
Francesco Petronzio
Nelle foto, la Giornata dell'economia piacentina al PalabancaEventi.
Sono scese di 21 unità, alla fine del primo trimestre 2025, le imprese femminili attive in provincia di Piacenza; un lieve calo (-0,4% rispetto al -0,8% nazionale ed al -1% regionale) che ha portato le imprese “in rosa” piacentine a 5.519, con un’incidenza del 21,6% sul totale delle imprese attive nel territorio. I dati forniti da Infocamere e messi a confronto con i primi tre mesi del 2024, sono frutto delle analisi e delle elaborazioni dell’Ufficio Studi Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia. All’interno dell’universo delle imprese femminili attive analizzato dall’Ente camerale, la graduatoria relativa alla maggior presenza di aziende “in rosa” assegna il primato al commercio, con 1.349 unità (in calo del 3,9%, con 55 unità in meno) e una quota del 24,4% sul totale delle imprese femminili. Segue il comparto dei servizi alle imprese che, con 1.068 unità, incide per il 19,4% sul totale ed è risultato in crescita dell’1,1% (+12 imprese). In aumento di 17 unità anche le imprese femminili nell’ambito dei servizi alla persona (937 realtà imprenditoriali, con un +1,8%) che vanno così a coprire il 17,0% del totale. Sono invece risultate in calo, rispetto al primo trimestre 2024, le aziende femminili del settore primario, che si attestano a quota 914 (-13 unità e -1,4%), con un’incidenza sul totale del 16,6%. Sono poi buoni i dati provenienti dalle attività di servizi di alloggio e ristorazione, nelle quali sono presenti 672 unità, vale a dire 14 in più a fine marzo 2025 (+2,1%) e con un’incidenza del 12,2%. Di segno opposto i dati provenienti dal settore manifatturiero, nel quale si sono perse 3 aziende attive (-0,8%), riducendo così la presenza “in rosa” a quota 356, con il 6,5% sul totale.
Da ultimo segnaliamo le costruzioni, che pesano sull’universo imprenditoriale femminile piacentino per il 3,7% e che aumentano di 7 unità (+3,6%), portandosi così ad un totale di 203. Le imprese femminili con la qualifica di artigiane sono 1.251 (il 22,7% d’incidenza sul totale), quelle anche giovanili 458 (l’8,3%), mentre le femminili a guida straniera sono 851 (il 15,4%). Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese femminili della provincia di Piacenza, prevalgono le imprese individuali (3.792 unità che rappresentano il 68,7% del totale, in calo dello 0,6%), seguite dalle società di capitale (1.037 unità, 18,8% del totale e in crescita del 2,7%) e dalle società di persone (604 unità, 10,9% del totale e in calo del 3%). La classifica dei Comuni piacentini che presentano un’incidenza d’imprese femminili superiore al 25% delle aziende attive localmente è guidata da Ponte dell’Olio con 121 unità e 29,7% sul totale. Seguono Travo (84 imprese e incidenza del 29,3%), Bobbio (130 e 28,3%), Vigolzone (88 e 27,4%) e infine Cerignale le cui 7 imprese “in rosa” hanno un peso del 26,9%. Resta da menzionare il Comune capoluogo che, con un’incidenza del 22% delle imprese femminili sul totale di quelle attive, è l’unico in provincia di Piacenza a superare quota mille, con le sue 2.069 aziende a guida femminile.
Viviamo in un epoca in cui si parla spesso di crisi sociale, mancanza di valori, violenza e disuguaglianza, ma raramente ci fermiamo a riflettere su una verità semplice: una società migliore si costruisce partendo dai bambini. L’importanza dei corsi genitoriali è sempre più riconosciuta, sia a livello educativo che psicologico, perché forniscono strumenti concreti per affrontare temi importanti come la gestione delle emozioni dei bambini, i problemi di comunicazione tra genitori e figli, il tema della disciplina e dello sviluppo delle autonomie.
Ecco perché il Comune di Rivergaro, insieme alla parrocchia di Sant’Agata e agli Educatori di Strada, ha organizzato alcune serate gratuite dedicate alle problematiche genitoriali. È intervenuto come relatore Alberto Genziani, educatore e counselor facente parte del team di Educatori di Strada: le competenze di questi professionisti sono al servizio di enti pubblici e privati ed il loro scopo è quello di spingere la comunità a farsi educanti ed educative. Queste serate offrono ai genitori presenti esempi di approcci educativi consapevoli, capaci di ridurre il rischio di conflitti familiari, dati da comportamenti problematici di bambini ed adolescenti, mirano ad offrire strumenti capaci di superare ansie ed insicurezze di figli e genitori, possono insomma rappresentare un sostegno emotivo per gli adulti capace di ridurre il senso d’isolamento, aiutando a normalizzare le difficoltà comuni e favorendo il confronto costruttivo.
E' importante investire nell'educazione dei figli
Rappresentano un sostegno diretto a comprendere meglio i bisogni dei figli in ogni loro fase, dall’infanzia, all’età scolare sino all’adolescenza, mirano a promuovere le relazioni familiari e favoriscono la nascita di un clima più armonioso, in cui il minore può svilupparsi in modo equilibrato e sereno. I bambini non nascono già educati o maleducati, imparano osservando, ascoltando, sperimentando ed il primo ambiente in cui assorbono regole, comportamenti e valori è la famiglia, è proprio li che apprendono il rispetto, l’empatia, la responsabilità, è lì che costruiscono le basi della convivenza civile.
Essere genitore non è solo un compito naturale ma anche una vera e propria responsabilità educativa. Per questo motivo corsi genitoriali, confronto tra famiglie, letture e formazione continua, sono strumenti per crescere bambini consapevoli e felici. Genitori più preparati formano bambini più equilibrati, che diventeranno adulti più responsabili. Investire oggi nell’educazione dei figli significa prevenire problemi sociali domani, dalla dispersione scolastica alla criminalità, dalla disoccupazione alla discriminazione. Se vogliamo davvero cambiare il mondo cominciamo con l’educazione, dietro ogni adulto rispettoso c’è un bambino cresciuto con amore e coerenza e dietro ogni società migliore ci sono genitori che non hanno mai smesso d’imparare.
Stefania Micheli
Nella foto, Alberto Genziani del team Educatori di Strada.
Trecento persone hanno partecipato alla marcia benefica organizzata dal paese di Canadello di Ferriere, sabato 24 maggio. Marcia organizzata a favore dell’Amop, l’associazione del malato oncologico piacentino. Quella di sabato scorso era la seconda edizione dell’iniziativa, frutto dell’impegno dei volontari del paese e del circolo “La Pineta”. Durante la marcia sono stati raccolti 6mila euro, consegnati alla presidente Romina Piergiorgi. Due i percorsi allestiti per i marciatori: uno da 4 chilometri, l’altro da 14, con partenza e arrivo dalla sede del circolo “La Pineta” di Canadello. Sono stati circa trecento i partecipanti alla camminata (una trentina hanno compiuto il percorso in E-Bike). Il percorso lungo prevedeva anche il passaggio nell’anfiteatro naturale di Lago Moo. In serata, dopo la cena, la serata danzante al circolo con l’orchestra “Biro&Birilli band”. Gli organizzatori rilanciano già per l’edizione 2026.
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