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Inaugurata Casa Alba. Don Basini: «C’è la possibilità di un nuovo inizio»

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Un “condominio solidale” che accoglie donne vittime di violenza, che hanno già superato la fase di emergenza e sono pronte a riprendere in mano la propria vita. È Casa Alba, la realtà che è stata inaugurata lo scorso 9 maggio a Ziano Piacentino, nata grazie alla Fondazione Giulia e Umberto Chiappini Ets. La palazzina mette a disposizione dieci appartamenti (trilocali e monolocali) che potranno ospitare donne e bambini per un tempo definito di sei mesi, rinnovabili una sola volta. A Casa Alba gli “ospiti” saranno accolti in anonimato, per tutelare la loro sicurezza. Il nome della struttura richiama quello di Alba, una ragazza morta in seguito a problemi di violenza.

L’inaugurazione

A tagliare il nastro è stata l’assessora di Ziano Micaela Manara insieme al prefetto di Piacenza, Paolo Ponta. Presenti all’inaugurazione anche il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi, la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, e il vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, don Giuseppe Basini. Un momento di festa che ha celebrato quasi due anni di lavoro necessari a costruire Casa Alba, grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano (che ha contribuito con 50mila euro), dei Rotary Club Piacenza e Piacenza Farnese e di tanti privati che hanno collaborato all’arredamento dei locali.

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Dall’eredità ai lavori

L’edificio in cui sorge Casa Alba è stato ereditato da persone che desideravano cederlo per uno scopo benefico, come ha ricordato a “Il nuovo giornale” Elisabetta Chiappini, figlia di Umberto e Giulia Vaciago. “Così io e mia sorella Olga ci siamo imbarcate in quest’avventura, abbiamo creato prima un gruppo informale e poi una fondazione vera e propria”, ha spiegato. I lavori, cominciati a giugno 2023, sono costati in tutto più di due milioni di euro: oltre ai contributi, è stato acceso un mutuo alla Banca di Piacenza e sono stati utilizzati i bonus sull’edilizia.

Dieci appartamenti e spazi comuni

Il progetto, realizzato dallo studio Scognamiglio Solenghi Architetti di Piacenza, ha visto la realizzazione di nove spazi comuni e dieci unità abitative servite da ascensore e scala, composte da quattro monolocali con bagno e angolo cottura, due bilocali con bagno, angolo cottura e una stanza da letto, quattro trilocali con bagno, angolo cottura e due stanze da letto. “Non saranno presenti educatori o altre figure di sostegno – ha spiegato Elisabetta Chiappini, presidente della Fondazione Giulia e Umberto Chiappini Ets –, ma verranno proposti incontri di formazione e orientamento, per aiutare le ospiti nel proprio percorso di autonomia anche lavorativa. Così come gli spazi comuni saranno destinati ad attività laboratoriali proprio con questa finalità”.

Un luogo di comunione, confronto e amicizia

Per far fronte alle spese di gestione di “Casa Alba”, è stato individuato un canone base giornaliero da versare alla Fondazione, a carico – totalmente o parzialmente – delle stesse donne accolte, nel caso in cui queste dispongano di un lavoro che lo consenta, oppure da parte delle strutture che ne richiederanno l’accesso. “Spero che questo sia, per le persone che qui vivranno – ha detto Chiappini – un luogo non dico di serenità perché magari devono elaborare le proprie difficoltà, ma che abbia un significato, di comunione, confronto e amicizia che resti, nella loro vita futura, un punto di riferimento”. Uno dei consiglieri della Fondazione Chiappini svolgerà la funzione di “amministratore” di condominio, come ha spiegato il vicepresidente Antonio Mosti, per essere di supporto alle ospiti. “Per noi – ha sottolineato Mosti – questo progetto ha il valore di una restituzione, abbiamo avuto tanto dalla nostra vita e vogliamo dare qualcosa alla comunità. Abbiamo già avviato collaborazioni con altre realtà, tra queste la Fondazione Cecchettin”.

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La possibilità di un nuovo inizio

C’è un bisogno disperato di strutture di questo tipo, difficili da trovare”, ha annotato il prefetto Paolo Ponta nel sottolineare l’opportunità offerta dalla struttura, ospitata in un piccolo Comune, “dove le relazioni umane sono più autentiche e le ospiti di Casa Alba potranno trovare conforto anche nella bellezza delle dolci colline della Valtidone”. “Il mio augurio – ha aggiunto don Giuseppe Basini – è che questo sia davvero uno spazio di vita, il progetto Casa Alba mi ha colpito perché, se da un lato richiama una persona che ha subito violenza, dall’altro nel nome c’è la possibilità di un nuovo inizio: Alba è un nuovo giorno”. Roberto Reggi ha espresso gratitudine alla famiglia Chiappini, sottolineando che “gli eventi di queste ore dimostrano come la violenza contro le donne sia un fenomeno diffuso e trasversale in tutte le categorie sociali, a cui noi dobbiamo dare una risposta. Casa Alba è una risposta molto concreta, perché si va a incardinare in un sistema che è ancora molto debole”.

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Giulia e Umberto Chiappini

Presente all’inaugurazione anche don Mauro Stabellini, consigliere della Fondazione Chiappini, che ha ricordato la figura dei coniugi Umberto Chiappini e Giulia Vaciago e le numerose iniziative di solidarietà che spesso hanno oltrepassato i confini piacentini, arrivando in Friuli nel 1976 in occasione del terremoto, in Irpinia nel 1980 e addirittura in Congo, alla fine degli anni ’90, senza dimenticare nel 1979, dopo la guerra del Vietnam, l’accoglienza dei profughi a Piacenza. Nel 2012 Umberto e Giulia Chiappini ricevettero l’Antonino d’Oro.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 15 maggio 2025

Nelle foto, l'inaugurazione di Casa Alba a Ziano.

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