Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«Ho sempre lavorato per rendere i laici protagonisti»

Mons. Bruno Perazzoli, 84 anni, sacerdote dal 1963, una vita spesa tra la filosofia e la parrocchia

perazzoli1

Vive immerso nei suoi libri, in una casa che trasuda cultura da ogni angolo: ancora oggi, all’età di 84 anni, mons. Bruno Perazzoli non smette di studiare e di scrivere articoli, saggi e dispense di filosofia.

Fontana Pradosa, 1949
Era il 1949 e la guerra da poco conclusa portava strascichi pesanti sull’economia delle famiglie. Durante gli anni delle elementari a Fontana Pradosa, comune di Castel San Giovanni, Bruno leggeva “Fiamme tricolori”, il settimanale dei fanciulli dell’Azione Cattolica, e ogni domenica saliva sull’altare come chierichetto, grazie all’educazione del padre Giacomino e della madre Guendalina. “Una persona mi disse: «Perché non entri in seminario? Perché non diventi prete?». Da lì è sorto in me quel desiderio, ne ho parlato in casa ma i miei genitori non erano d’accordo. Ero ancora figlio unico, non erano dell’idea di vedermi partire all’età di 11 anni, e poi c’era la retta da pagare... Non mi sono arreso, alla fine li ho convinti e a ottobre del ’49 sono entrato in seminario. Credo che essere prete sia un modo per fare il bene degli altri e diventare amico di Cristo”.

Nel segno di Maria
Il 3 giugno 1963 è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Umberto Malchiodi e, sei giorni più tardi, celebra la sua prima messa nel Santuario della Madonna di Caravaggio a Sarmato. “Il 22 maggio era crollato il tetto della chiesa di Sarmato, per cui si pensava di farmi celebrare al campo sportivo, ma quella primavera fu molto piovosa. Per stare al sicuro scelsero quel piccolo santuario. Sono molto devoto alla Madonna, iniziare il mio ministero ai suoi piedi è stato un grande privilegio”.

L’insegnamento
Per i primi due anni, don Bruno è curato a Monticelli e Isola Serafini, poi a Borgotrebbia. Dal luglio del 1965, per vent’anni, nel seminario di Bedonia ricopre i ruoli di insegnante e cappellano della basilica dedicata alla Madonna di San Marco e poi rettore dal 1972 al 1985, quando diventa parroco di San Paolo Apostolo, a Piacenza.
Appena laureato in filosofia alla Facoltà di Magistero dell’Università di Genova, don Perazzoli ne diviene insegnante fino al 2003, quando abbandona per prendersi cura del padre malato. Non lascerà però la passione per l’insegnamento: fino al 2019, ha continuato a collaborare con il Collegio Alberoni.

“Declericalizzare” la ChiesaPerazzoli Paliotto
In San Paolo, fin dal suo insediamento nel 1985, don Bruno affida ai laici le mansioni più importanti della vita in parrocchia. “Sono sempre stato avverso al clericalismo, la mia missione era «declericalizzare» la Chiesa. Perciò - racconta - ho voluto fin da subito rendere i laici protagonisti, responsabilizzarli per farli diventare operai del bene. Ho dato loro tanta fiducia, allora ero visto come un innovatore e avevo diversi avversari. Il vescovo mons. Luciano Monari mi raccontò la storia di Lev Tolstoj, scrittore russo, quando donò vasti terreni ai contadini. Questi non l’accettarono, e tornarono dal padrone perché volevano continuare come prima. Con il tempo, così come i contadini, i miei parrocchiani hanno capito”.

Da laico, in parrocchia
Pietro Scottini (il primo da destra, nella foto, mentre riceve il Paliotto di San Paolo nel gennaio scorso, dalle mani del vescovo mons. Adriano Cevolotto e da mons. Perazzoli), 70 anni, è il collaboratore più attivo e fidato di mons. Perazzoli. “Sono in San Paolo da prima di don Bruno. Faccio tutto, dalle cose più semplici come spolverare, riordinare, alle missioni più complesse, come cercare di costruire uno stile sinodale. L’obiettivo è fare comunità, invitare al dialogo, recuperando la fiducia nella struttura ecclesiale. Oggi si fatica di più a trovare adulti disponibili, ma abbiamo diversi educatori giovani - sottolinea -. Con loro portiamo avanti l’esperienza estiva del campeggio, tradizione quarantennale di San Paolo, che si svolge a Codogno di Albareto, nel parmense. Dopo due anni di pandemia, quest’anno dovremmo riprendere insieme a tutta la Comunità pastorale”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 4 aprile 2022

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. I 500 anni dalla posa della prima pietra di S.Maria di Campagna
  2. Covid, le nuove disposizioni della CEI
  3. Come nel Rinascimento: nasce a Piacenza "Bottega XNL"
  4. Vignarca a Cives: «se vuoi la pace lavora per la pace»
  5. Ac, ultimo appuntamento «A tu per tu nessuno è diverso»
  6. Invito a cena con i senzatetto di via Grondana
  7. Il Vescovo il 25 si unisce alla preghiera di papa Francesco
  8. «Venerdì della pace», appuntamento il 1° e l'8 aprile
  9. Quaresimale, la Bignardi in Cattedrale
  10. Il 25 la Veglia di Quaresima dei giovani
  11. Casaliggio, le Scalabriniane anziane lasciano posto a chi scappa dalla guerra
  12. Economia, il Papa lancia il suo appello ai giovani
  13. Cattolica, apre Scienze della formazione primaria
  14. Il 23 la Veglia per i Missionari martiri
  15. La casa «Don Conte» di Vigo a disposizione delle parrocchie
  16. Madre Emmanuel: non abbiamo ancora imparato a pregare
  17. Don Mauri a Cives: il coraggio di porsi dei limiti
  18. Creare valore: in Cattolica è un gioco da ragazzi
  19. Caritas, indicazioni per emergenza profughi
  20. Diocesi, colletta per l'Ucraina nelle parrocchie
  21. Il 17 marzo festa di San Patrizio a Bobbio
  22. Un nuovo incarico per don Matteo Di Paola
  23. L'11 marzo preghiera ecumenica per la pace
  24. Percorso di Quaresima a Roveleto
  25. Don Tosetti assistente ecclesiastico dell'ACR
  26. Messa di guarigione spirituale il 7 marzo
  27. Templari a Piacenza per chiedere la pace
  28. In Val d'Arda per i 900 anni della Collegiata di Castell'Arquato
  29. Strà, il 5 marzo Veglia di preghiera per la pace
  30. Prega con noi: il Rosario da Napoli su Tv2000 e InBlu2000
  31. Il gesuita Gilbert: perché l'amore è gratuito
  32. Africa Mission, arrivati gli «agrumi dell'amicizia»
  33. In Sant’Antonino «I venerdì della pace» dal 4 marzo
  34. Padre Mario Vaccari nominato vescovo di Massa Carrara-Pontremoli
  35. AC, nuove piste nella Pastorale degli adulti
  36. «Lavoriamo sempre di più in collaborazione con i laici»
  37. Per non dimenticare don Borea
  38. Gen Rosso, concerto per l'Unità di Lampedusa
  39. Il Papa: il 2 marzo preghiera e digiuno per l'Ucraina
  40. Insieme per un Paese libero dalla guerra e dalle armi nucleari

Sottocategorie

  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    16

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente

Il nostro Sito utilizza esclusivamente cookies tecnici e non di tracciamento dell'IP di chi accede. Per saperne di più, clicca qui: Utilizzo Cookies