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Bobbio, lutto per il diacono Renato Pera

Grazia Mechi copia

Lutto per il diacono permanente Renato Pera: è mancata la moglie Grazia Maria Mechi (nella foto sopra), senese d'origine, ormai bobbiese d'adozione. Sposati dal 1990 - Grazia era rimasta vedova, con due figli, per i quali Renato è stato un secondo papà -, ne aveva condiviso convintamente il cammino verso il diaconato (l'ordinazione è avvenuta l'8 dicembre 2021), sostenendolo poi nel servizio nelle parrocchie della Comunità pastorale 1 di Bobbio e in quelle di Cattaragna, Castagnola e Salsominore in alta val Trebbia, val d'Aveto e Oltre Penice.
I funerali saranno celebrati domani pomeriggio, venerdì 6 giugno, alle ore 15.30 nel santuario della Madonna dell'Aiuto a Bobbio.

Anche tu hai vissuto la tua "diaconia" 

Pubblichiamo il ricordo di Grazia che ha tratteggiato il diacono permanente Danilo Rossi: la comunità diaconale è spazio di amicizia e fraternità condivisa per tutti i diaconi e le loro famiglie.

Grazia era una donna speciale. Io l’ho conosciuta “solo” nella seconda parte della sua vita: quella a Bobbio, in pensione (si fa per dire), col “suo” Renato. Ma raccontavi con gioia e volentieri, con quel meraviglioso accento, i tuoi ricordi: la gioventù a Siena, i figlioli, i lunghi anni di lavoro nel commercio a Piacenza. Non solo l’accento avevi conservato della tua terra d’origine: la tua dolcezza e sensibilità erano celate da una ruvida ironia tutta toscana, una concretezza dolce ed al contempo aspra come le colline senesi, una forza d’animo che trasmettevi a chi ti stava intorno. Il tuo “oh Nini!” era, a seconda del tono e delle circostanze: bonario rimprovero, dolce incoraggiamento, invito a lasciar andare ciò che non aveva importanza, perdono per le mancanze altrui, vicinanza a chi non stava bene.

Concrete erano la tua carità e la tua fede: i fronzoli e gli orpelli ti infastidivano, e alle parole preferivi i fatti. Non te l’ho mai detto (ti saresti schernita con una battuta delle tue), ma non scorderò mai i grandi esempi di fede e sacrificio di cui sono stato spettatore: uno fra tutti, la determinazione con cui hai percorso la lunga scalinata del santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, anche se le gambe non ti aiutavano, per partecipare alla Messa. E soprattutto la partecipazione e la corresponsabilità (voglio proprio chiamarle così) al ministero diaconale del tuo Renato: lui percorreva in lungo ed in largo, instancabile, la Val Trebbia (e non solo) per le sue tantissime attività; tu, instancabile, “tenevi il fortino”, supportandolo in ogni modo e facilitandogli le cose, non solo nella cura domestica ma nell’affettuoso accompagnamento fin quando ti è stato possibile.

Nel tuo ultimo messaggio, che mi hai mandato dal letto d’ospedale dove dopo qualche giorno saresti mancata, mi hai scritto “stai vicino a Renato in questi giorni”. Il tuo ultimo pensiero è stato per lui: ti mettevi sempre in secondo piano con la tua ironia, per mettere al primo posto gli altri.

La tua diaconia, il tuo servizio non saranno dimenticate, cara Grazia: così come non dimenticheremo di stringerci e farci vicini a Renato, di cui eri davvero “la pupilla dell’occhio” come dice il salmo.

A Dio, Grazia. A Dio!

Pubblicato il 5 giugno 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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