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Notizie Varie

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Welfare, quasi 3 milioni di euro per i servizi sociali del Piacentino

fondo welfare

Per dare risposta ai nuovi bisogni causati dall’emergenza Coronavirus arriva il sostegno della Regione alle famiglie e alle persone in maggiore difficoltà. Sono oltre 49 milioni di euro, 6 milioni in più rispetto allo scorso anno, le risorse stanziate per finanziare nel 2020 il Fondo sociale regionale. Per metà di provenienza statale, sono destinate a Comuni e Unioni dei Comuni per il funzionamento degli interventi e servizi sociali del territorio, in base alle esigenze e priorità definite e programmate tramite i Piani di zona a livello distrettuale. Il via libera alla proposta di programmazione e ripartizione presentata dalla Giunta è arrivato oggi in Commissione assembleare.
Dei 49,3 milioni complessivi, 44,8 saranno impegnati sui servizi, con particolare attenzione ai bisogni di bambini, adolescenti e famiglie, specialmente le più vulnerabili e quelle più colpite dalla crisi economico sociale causata dall’emergenza sanitaria Covid-19. La proposta aveva già ottenuto il parere positivo del Consiglio per le autonomie locali, ed era stata accolta positivamente anche nel confronto con il Terzo Settore e con le Organizzazioni sindacali. “Gli enti locali segnalano una grandissima difficoltà nel far fronte ad una esplosione di nuovi bisogni e nel fornire risposte sia agli utenti storicamente fragili sia ad una nuova utenza, non conosciuta, che mai prima di questa contingenza aveva avuto necessità di rivolgersi e chiedere supporto al sistema dei servizi - sottolinea la vicepresidente e assessora al Welfare, Elly Schlein -. La scelta che abbiamo compiuto è stata di dedicare un’attenzione particolare all’emergenza sociale causata dal Coronavirus, riorientando una parte della programmazione del Fondo sociale regionale al contrasto delle disuguaglianze. In questo momento era necessario sostenere nell’immediato i nuclei e i singoli in stato di urgente difficoltà, con attenzione particolare alle donne, per prevenire l’aggravamento di situazioni precarie”. “Abbiamo deciso - aggiunge la vicepresidente - di adattare e innovare i nostri strumenti per rispondere all’emergenza sociale che sta causando il Covid19, prevedendo nuovi tipi di interventi e la possibilità di disporre in modo più flessibile delle risorse orientandole verso i nuovi bisogni. Dobbiamo rispondere tanto alle diseguaglianze che già conoscevamo e che si stanno aggravando, tanto a chi è entrato in difficoltà in questi mesi. Oltre alle risorse per il Fondo sociale- spiega Schlein-, nella programmazione sono previsti anche alcuni Fondi finalizzati a supporto delle comunità per minori che hanno avuto particolari difficoltà durante l’emergenza, ai centri per famiglie che sostengono la neogenitorialità e i nuclei con adolescenti, al Programma Pippi per prevenire l’allontanamento dei minori in contesti familiari difficili, al Programma per chi si trova in carcere, e al supporto alla mobilità delle persone fragili, con un particolare sostegno alle famiglie numerose. Un intervento significativo e articolato- chiude la vicepresidente-, anche per integrare le misure nazionali in modo che nessuno sia lasciato indietro.”

Minori e donne, i più colpiti dall'emergenza
In questa fase di emergenza i cittadini si sono trovati ad affrontare situazioni di fragilità e precarietà impreviste, forme di indebitamento, nuove vulnerabilità, perdita di posti di lavoro che hanno acuito disuguaglianze preesistenti e hanno fatto scivolare verso il basso molte persone e nuclei familiari. Spesso le difficoltà di questo periodo hanno avuto ripercussioni negative in particolare sui minori, a partire dalla possibilità dei bambini e ragazzi di poter seguire le attività della didattica a distanza, con il rischio di aumentare la dispersione scolastica e la povertà educativa. Gli effetti di questa fase di emergenza sanitaria rischiano, inoltre, di aver un impatto ancor più gravoso sulle donne che, aggravandosi le condizioni occupazionali e le difficoltà nella conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura, vedono messi a repentaglio i risultati raggiunti negli anni in termini di emancipazione ed empowerment. A fronte di una situazione di emergenza sociale come quella che si sta delineando, la Regione ha deciso di adattare e innovare gli strumenti a disposizione per la programmazione, integrando il Piano sociale e sanitario prevedendo nuovi tipi di interventi ed inserendo la possibilità di utilizzare in modo flessibile le risorse orientandole verso i nuovi bisogni.

44, 8 milioni destinati ai Servizi sociali
A livello territoriale, i 44,8 milioni destinati alla gestione dei servizi sociali e sociosanitari saranno così suddivisi tra le province dell’Emilia-Romagna: Bologna 10,2 milioni di euro; Modena 7,2; Reggio Emilia 5,4; Parma 4,6; Forlì-Cesena 4; Ravenna 3,8; Ferrara 3,4; Rimini 3,3; Piacenza 2,9. Per l’assegnazione delle risorse dovrà essere completato l’iter, con un ulteriore passaggio del testo in Giunta, la prossima settimana. Dei 49,3 milioni, 27,3 - provenienti dal Fondo nazionale per le Politiche sociali - andranno a rafforzare gli interventi a favore di bambini, adolescenti e famiglie.
Tra le azioni che i Comuni potranno decidere di potenziare rientrano: il rafforzamento del Servizio sociale territoriale, gli interventi di sostegno socio educativo alle famiglie in difficoltà, come i progetti di mediazione familiare e il sostegno alla genitorialità; progetti di supporto ai bambini in difficoltà nell’ambito scolastico e nel tempo libero per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico; il rafforzamento dell’area della tutela minori, attività di carattere educativo e sociale di preadolescenti, adolescenti e giovani per promuovere la socializzazione e l’aggregazione. Altri 17,5 milioni serviranno al funzionamento del sistema degli interventi e servizi sociali del territorio, in base alle diverse esigenze e priorità definite a livello distrettuale, con una particolare attenzione a rispondere ai nuovi bisogni e a sostenere le persone più fragili. I restanti 4,4 milioni finanzieranno progetti più specifici, rivolti a determinate categorie di persone ritenute maggiormente a rischio di esclusione sociale.

Il programma Pippi
Rientrano in questa categoria il Programma ‘Pippi’ (progetto nazionale di prevenzione dell’allontanamento dei minori da contesti familiari difficili), a cui sono destinati 350 mila euro; il sostegno delle comunità residenziali per minori che hanno sostenuto maggiori costi (personale/strumentazione informatica) in seguito all’emergenza Covid-19 (500 mila euro); il programma Carcere che prevede 600 mila euro (solo per i Comuni sede di carcere) per azioni sia all’interno degli istituti penitenziari sia all’esterno (sportelli informativi e sportelli per chi lascia il carcere, azioni di miglioramento della qualità della vita negli istituti ed azioni da realizzarsi in area penale esterna: misure alternative alla detenzione e di comunità). E ancora, il sostegno ai centri per le famiglie (un milione e cinquecentomila euro) e altrettante risorse al trasporto pubblico locale da parte delle persone in condizione di fragilità sociale, con priorità ai componenti delle famiglie numerose con quattro o più figli.

Pubblicato il 18 giugno 2020

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Tre itinerari naturali per respirare l’aria di Parma, Piacenza e Reggio Emilia

natura



Lingue d’acqua che riflettono lo scorrere della storia e tagliano paesaggi compositi e variegati, dove l’uomo ha rivaleggiato - o meglio, cooperato - con la natura, lasciando testimonianze fortificate che ancora oggi ci parlano di un passato di gloriosa convivenza: queste e altre sono le suggestioni di parchi, riserve e sentieri della macchia verde compresa tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Visit Emilia propone di godere di queste aree verdi, perché vivendole ci si sente bene. Anche più di quanto si possa pensare: è un forte stimolo per i sensi, potenzia il pensiero creativo, quello che ci aiuta a risolvere i problemi e ci infonde tranquillità. Il richiamo alla dimensione naturale è sempre latente in noi. I giapponesi lo considerano una terapia, lo shinrin-yoku, o bagno nella foresta. Per praticarlo non serve andare chissà dove. Ecco 3 luoghi incantevoli dove provare i portentosi benefici del contatto con la natura.

Parco Fluviale del Trebbia (PC)
Col suo incessante fluire, è ancora l’acqua a scandire il tempo nel Parco Regionale Fluviale del Trebbia, esteso da Rivergaro alla confluenza nel Po e arrivando a ricomprendere circa 5 Km della riva piacentina del Grande Fiume. Il greto e i terrazzi sono luoghi amatissimi dagli appassionati di birdwatching, ai quali non sfugge l’occhione che il Parco ha scelto come simbolo. Il rarissimo volatile è però solo una delle meraviglie che si possono osservare in un’area colorata dalla fioritura di orchidee. Qui il castello di Rivalta, in particolare, ancora animato dall’antico spirito di conquista, sembra volersi appropriare del corso d’acqua del quale sorveglia il movimento. Dai pressi della rocca, si lanciano alcuni dei sentieri che permettono di toccare da vicino la golena, camminando per strade campestri o immergendosi in un ambiente selvaggio

Riserva Naturale dei Ghirardi (PR)
Dei 600 ettari dell’omonima Oasi del WWF, la Riserva Naturale dei Ghirardi ne occupa 370: uno spazio sufficiente per sfoderare un campionario di boschi, radure e corsi d’acqua che fa di quest’area della provincia di Parma, tra i comuni di Albareto e Borgo Val di Taro, un trionfo della diversità ecologica. Querce, castagni e faggi si alternano a prati fioriti, dai quali contemplare il volo dei rapaci e osservare a bocca aperta le corse di daini e caprioli. La flora e gli habitat dell’Appennino settentrionale sono il cuore del Percorso Natura che parte dal Centro Visite di Predelle ma anche gli altri sentieri, liberamente accessibili e identificati da quattro colori, offrono l’opportunità unica di addentrarsi in un universo di giganti verdi e calanchi, tra roverelle e sorbi, cerri, salici e tigli selvatici, con una colonna sonora liquida gentilmente prodotta dal torrente Remolà.
All’Oasi dei Ghirardi sono anche possibile attività guidate con cavallo, da passeggiate a escursioni per i più esperti. Possibilità anche di semplici passeggiate emozionali a fianco al cavallo, esperienze con i pony per i bambini. Prenotazione obbligatoria 331.5448896.


Riserva naturale di Campotrera (RE)
La Riserva naturale Rupe di Campotrera tutela un imponente e alto affioramento ofiolitico che emerge sul versante settentrionale del rio Cerezzola, un affluente dell'Enza, nei pressi del castello di Rossena e non lontano dalle vestigia del famoso castello Canossa, sorti su rupi di analoga natura in epoca matildica, così come la vicina torre di Rossenella. Una dolce passeggiata tra la torre di Rossenella, il castello di Rossena permette di osservare l'aspetto rupestre e selvaggio, i rari minerali, le piante tipiche degli ambienti rupicoli e l'interessante avifauna che trova rifugio sulle pareti del rilievo sono gli elementi di maggiore attrazione dell'area protetta. I castelli della donna più importante del suo tempo diventano lo spunto per scoprire paesaggi naturali aspri e incantevoli, tra orizzonti lunari di calanchi e affreschi boschivi che incorniciano mulattiere, borghi e affascinanti rocche incastonati nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Pubblicato il 18 giugno 2020

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Torna a suonare l'organo Gianfré della chiesa di San Gerolamo

soprano Claudia Castelli e organista M. Genesi

Tra le ultime manifestazioni culturali piacentine tenutesi prima della sospensione cautelativa per Covid-19, figura una serata concertistica per organo e soprano che si è tenuto nella chiesa interna al Convento e Casa Generalizia dell’ordine delle Figlie del Buon Pastore, in via Mazzini a Piacenza. 
Il concerto intendeva valorizzare un organo storico collocato nella balaustrata di fronte all’altar maggiore. Lo strumento tardo-ottocentesco e dalla timbrica propriamente “ceciliana” è di origine anonima, con interventi (costruzione, revisione) della coeva Casa Organaria piacentina “Cesare Gianfrè”; è stato recentemente riportato agli antichi splendori dalla Bottega Organaria di D’ Arpino & Cremonesi di Soncino (nel 2012). Lo strumento è stato chiaramente costruito non a fini concertistici ma eulogici in quanto è destinato all’accompagnamento dei canti liturgici e delle preci intonate. Il suo pregio è di permettere un millimetrico dosaggio ed una costante regolazione dell’ emissione sonora grazie alla presenza proprio sulla facciata della cassa lignea di una griglia verticale o “gelosia” che può essere aperta, chiusa o semichiusa a seguito dell’ azionamento di un comando da parte dell’ organista.

Il concerto diretto dal maestro Genesi
La soprano Claudia Castelli-Gazzola  ha interpretato  “Salve Maria” di Saverio Mercadante (con cadenza vocale finale scritta dallo stesso Genesi), compositore di epoca verdiana, ma purtroppo oggi quasi dimenticato, anche se di primaria rilevanza artistica. Il programma comprendeva anche un’esecuzione solistica del “Laudate Dominum” K 339 dai “Vesperae Solemnes de Confessore” di Wolfgang Amadeus Mozart, che ha messo in luce il possesso di una ferrata tecnica di emissione di prolungati fiati da parte del soprano, oltre che in due impegnative pagine di Giuseppe Verdi: “Ave Maria eletta fra le spese e le Vergini sei” da “Otello” di Giuseppe Verdi” ed “Ave Maria sopra un antico testo dantesco”. In questi brani il soprano ha mostrato di saper fondere armoniosamente la propria voce con un’adeguata timbrica organaria. Il programma vocale includeva anche un’ “Ave Maria per Soprano e Organo” in stile moderno dello stesso organista M. Genesi composta “in memoriam” del promettente baritono piacentino Ludovico Barbieri prematuramente scomparso.
L'esecuzione strumentale della Fantasia K 397 in Re Minore di Wolfgang Amadeus Mozart ha permesso un’appropriata valorizzazione dell’estensione complessiva dell’organo, unitamente alla spumeggiante Sonata Quarta in La Maggiore di Giovanni Battista Pescetti (e strutturata in tre tempi), composta per la dama Grazia Boyle a Londra nel 1739, al meditativo Ouverture dall’ oratorio “The Messiah” nella edizione londinese di John Walsh del 1750, ed all’espressivo “Largo” dal Concerto BWV 1056 di Johann Sebastian Bach.
Dello stesso Genesi sono state eseguite le Variazioni sul tema liturgico di L. Piatti “Tu che fai nuove tutte le cose”, tratte dalla sua collezione di musiche organistiche edite dalla Casa Musicale Carrara di Bergamo (e comprendente anche le “8 Variazioni-Corale e Fuga su un Tema di Haendel” Opus 74).
La serata è stata introdotta dalla Madre superiora suor Franca Barbieri. Il pubblico è stato guidato e condotto lungo l’excursus esecutivo da Marilena Massarini che ha presentato con dovizia di particolari storico-musicali i singoli brani eseguiti ed i due artisti.
Mario Genesi è organista titolare da vari anni nella Basilica di Sant’ Eufemia a Piacenza, mentre il soprano Claudia Castelli- Gazzola ha conseguito il perfezionamento post diploma ed il “tirocinio” presso il locale Conservatorio di Musica, vantando un nutrito curriculum concertistico alle spalle.
Come “bis” è stata eseguita una rara “Ave Maria” per organo del 1757 composta dal parroco di Sant’ Agata di Cremona, ma di cui era conservata copia presso l’antica Biblioteca monastica maschile dei Carmelitani di Santa Teresa di Piacenza, a riprova di come il brano fosse conosciuto e possibilmente eseguito nella nostra città da circa tre secoli.
La prece mariana musicata è stata ritrovata e trascritta in notazione moderna dallo stesso maestro Genesi (che proprio su quel Fondo Musicale carmelitano ha pubblicato un articolo in “Strenna Piacentina 2019”).

Pubblicato il 17 giugno 2020

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I Centri diurni ripartono lunedì 22 giugno

 diurni

In Emilia-Romagna possono riprendere le attività dei Centri diurni per anziani. Si ricomincia da lunedì 22 giugno. Così come sarà consentito l’accesso di nuovi ospiti e pazienti alle strutture residenziali per anziani e persone con disabilità, comprese le Cra. E via libera anche alle visite didattiche e turistiche nelle aree naturali protette. È quanto prevede la nuova ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che contiene le linee guida con le misure da osservare per garantire la sicurezza delle persone, degli utenti, di operatori e lavoratori.
Le Linee guida regionali per l’apertura prevedono, tra le principali regole da seguire, la riorganizzazione degli spazi interni, il rigoroso utilizzo delle mascherine da parte degli operatori e, se possibile, delle persone che partecipano alle attività. E ancora, predisposizione di un progetto personalizzato formulato con l’utente e la famiglia che, oltre alla frequenza parziale del centro, possa prevedere ulteriori interventi, a distanza o domiciliari; poi trasporti da garantire in sicurezza. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, l'Ente gestore di ogni Centro diurno dovrà definire una nuova programmazione delle attività per garantire il rispetto delle norme per la sicurezza di utenti ed operatori, garantendo priorità di accesso alle situazioni di maggiore gravità e fragilità. Andrà comunque assicurata a tutti gli utenti la frequenza del servizio. In particolare, per assicurare il distanziamento sociale ciascun Centro dovrà individuare nuove modalità di frequenza, prevedendo attività individuali o in piccoli gruppi (massimo 7 persone).
Potrà essere programmata l'apertura anche nei fine settimana e nel periodo estivo ed essere ampliata la fascia oraria giornaliera. Massima attenzione dovrà essere posta alla pulizia degli ambienti e dei materiali, e all’uso di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori che entrino in contatto con ospiti che non possono indossare la mascherina. In ogni struttura potranno essere adottate soluzioni flessibili, in considerazione delle dimensioni degli spazi interni ed esterni, del numero di utenti e del livello di autonomia degli ospiti. Altre indicazioni riguardano gli operatori (previsto per le situazioni più gravi un operatore per utente) e il trasporto delle persone, che dovrà essere effettuato in sicurezza, a partire dalla sanificazione dei mezzi e dal distanziamento. Infine, nel caso di centri diurni contigui ad una struttura residenziale dovranno essere assicurati accessi, spazi, attrezzature e personale completamente separati, garantendo la completa separazione dal punto di vista strutturale ed organizzativo. In assenza di tali requisiti non sarà possibile la riapertura del Centro diurno.

Obbligo del tampone naso-faringeo
Queste le indicazioni fornite dalla Regione per le strutture sociosanitarie per anziani non autosufficienti (Cra – case residenza per anziani) accreditate e, per quanto applicabili, i Centri socioriabilitativi residenziali per persone con disabilità (Csrr). Tra le principali misure da adottare per i nuovi inserimenti, l’obbligo per tutti gli ospiti di effettuare il tampone naso-faringeo per il Covid-19, 2-3 giorni prima dell’ingresso, e una valutazione clinica epidemiologica preventiva per verificare l’assenza di segni o sintomi di malattia. Inoltre, per i nuovi ingressi e re-ingressi occorre prevedere una “zona per l’accoglienza temporanea”, dove assicurare l’isolamento dell’utente in stanza singola o ambiente idoneo, garantire l’adeguato utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale da parte di ospiti e operatori e il distanziamento fisico. In questa fase, è opportuno prevedere un periodo di osservazione in isolamento di 14 giorni. Non è invece consentito l’accesso in struttura di ospiti Covid-19 confermati che non abbiano ancora ricevuto la diagnosi di guarigione (risoluzione dei sintomi e doppio tampone negativo), ad eccezione delle “Cra Covid” e delle altre strutture residenziali individuate a livello territoriale per l’accoglienza degli ospiti positivi.

Le attività in parchi e aree naturali
Dal 22 giugno potranno ripartire le attività didattiche e turistiche in aree naturali protette e in particolare saranno aperti i Centri Visita, organizzate le visite guidate, comprese quelle nelle grotte e il bivacco con tenda. Nelle attività la mascherina dovrà sempre essere indossata, ed è raccomandato l’uso di gel igienizzanti e di sacchetti per smaltire i dispositivi di protezione individuali. Le prenotazioni andranno fatte on line o telefonicamente e l’Ente gestore dovrà conservare i dati dei partecipanti per almeno i successivi 14 giorni dalla conclusione dell’attività. L’accompagnatore dovrà avere in dotazione: cinque mascherine monouso; una mascherina KN95 - FFP2 per eventuale primo intervento su infortunato senza mascherina, gel igienizzante, kit di primo soccorso. I partecipanti dovranno presentare un’autodichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR n. 445/2000 in cui dichiarano, sotto la propria responsabilità, di non essere sottoposti alla misura della quarantena o di isolamento domiciliare, o di non presentare sintomatologia simil-influenzale. In presenza di più persone in spazi chiusi è obbligatorio l’utilizzo della mascherina, mentre all’aperto è obbligatorio l’utilizzo della mascherina nel caso non sia possibile mantenere il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Non sono soggetti a tale regola i bambini al di sotto dei sei anni, le persone con disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i soggetti che se ne prendono cura.
Le linee guida riportano anche tutte le misure di igienizzazione e allestimento di attrezzature, ambienti interni ed esterni come aree comuni, tavoli, sedie e panchine, impianti di condizionamento, nonché le regole a cui attenersi per visite guidate, in grotte o escursioni. Il numero massimo di partecipanti per ogni accompagnatore presente è di 20 persone. I materiali utilizzati prima e dopo l’attività, soprattutto quelli che vengono dati in dotazione ai partecipanti dovranno essere disinfettati prima di ogni nuovo utilizzo. Per quanto riguarda il bivacco notturno con tenda, in deroga a quanto previsto dalla legge regionale 16/2004, è consentito presso le strutture ricettive presenti lungo gli itinerari segnalati. Il Comune può autorizzare per la durata massima di quindici giorni su aree pubbliche o private, soste di singoli e campeggi mobili organizzati da enti, associazioni e organizzazioni operanti per scopi sociali, culturali e sportivi, a condizione che siano garantiti servizi generali indispensabili per il rispetto di norme igienico-sanitarie, per la salvaguardia della pubblica salute e della pubblica incolumità e della tutela dell'ambiente. Tale disposizione, per favorire la frequentazione delle aree protette e dei percorsi che le attraversano, è valida fino al 31 dicembre 2020.

 Sale per gioco e bingo
Le indicazioni per sale giochi, bingo e scommesse vanno integrate, in funzione della presenza di attività complementari, con le misure previste negli specifici protocolli regionali, in particolare per quanto riguarda la somministrazione di alimenti e bevande e la pulizia e disinfezione di locali e attrezzature. Dovrà essere predisposta un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità, sia con segnaletica o sistemi audio-video, sia ricorrendo a personale incaricato di monitorare e promuovere il rispetto delle misure di prevenzione. Vanno riorganizzati gli spazi e la dislocazione delle apparecchiature come tavoli del bingo, giochi, terminali e apparecchi Awp (Amusement with prizes) e Vlt (Video lottery terminal) per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che, in base alle disposizioni vigenti, non siano soggette al distanziamento interpersonale.
Dovranno essere garantiti dispenser con soluzioni igienizzanti per l’igiene delle mani dei clienti in punti ben visibili all’entrata e barriere fisiche alle casse. I clienti dovranno indossare la mascherina negli ambienti al chiuso e all’esterno tutte le volte che non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro. Dopo l’utilizzo di un gioco, è necessario assicurare pulizia e disinfezione delle superfici a contatto con le mani. Le apparecchiature che non possono essere pulite e disinfettate non devono essere usate. Non possono altresì essere usati i giochi a uso collettivo in cui non sia possibile il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Le linee guida riportano poi dettagliate indicazioni su percorsi di entrata e uscita, per il ricambio d’aria negli ambienti interni e l’uso di quelli esterni. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore ai 37,5 gradi.

Esercizi commerciali al dettaglio e strutture alberghiere
Per quanto riguarda esercizi commerciali al dettaglio e commercio su aree pubbliche, le modifiche riguardano l’uso dei guanti e la disinfezione delle mani prima di toccare la merce. Le misure attualmente previste sono sostituite nel caso di vendita di abbigliamento o di acquisti di altri prodotti con scelta in autonomia e manipolazione del prodotto da parte del cliente, dall’obbligo di mettere a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente oppure, in alternativa, dalla disinfezione delle mani, sempre obbligatoria, prima della manipolazione della merce.
Un’altra modifica contenuta nell’ordinanza riguarda il distanziamento interpersonale nelle strutture ricettive alberghiere e nelle strutture ricettive all’aria aperta. In Emilia-Romagna, si legge nel provvedimento, il distanziamento non si applica ai membri dello stesso gruppo familiare o di conviventi, né alle persone che richiedano di alloggiare nella medesima camera o nello stesso ambiente per il pernottamento, né alle persone che in base alle disposizioni vigenti non sono soggette al distanziamento interpersonale (questo ultimo aspetto afferisce alle responsabilità individuale). Nelle camere, salvo in caso di presenza di unico nucleo di persone che non siano tenute al distanziamento, deve essere garantito il distanziamento interpersonale di almeno un metro, con una distanza tra letti di 1,5 metri. Misura che non si applica agli appartenenti al medesimo nucleo familiare o soggetti che non siano tenuti al distanziamento interpersonale in base alle vigenti disposizioni (aspetto che afferisce alle responsabilità individuale).

Pubblicato il 18 giugno 2020

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Il 25 giugno l'assemblea ordinaria di Confindustria Piacenza

 conf


 
Giovedì 25 giugno con inizio alle ore 11 in forma privata nella sede di Via IV Novembre, si terrà la 75° assemblea ordinaria di Confindustria Piacenza.
Nel corso dell’annuale incontro il presidente Alberto Rota traccerà il bilancio dei suoi 5 anni di mandato e si procederà con la elezione del Presidente per il quadriennio 2020-2024.
Il candidato unico è Francesco Rolleri, designato dal Consiglio al termine della consultazione degli associati. Rolleri si presenterà con la squadra dei Vice Presidenti.
Rolleri, che ha tenuto per sé le deleghe sul Marketing Territoriale, Internazionalizzazione, Sinergie per lo sviluppo, Credito e finanza, nei prossimi quattro anni sarà affiancato da Valter Alberici (Ricerca Innovazione e capitale umano); Claudio BassanettiI (Progetti speciali di valorizzazione del patrimonio pubblico, di contrasto agli effetti dell’emergenza Coronavirus (tavolo provinciale COvid) e finanza di progetto); Antonio Cogni  (Pianificazione strategia infrastrutture e smart city); Erika Colla (Agroalimentare - Made in Piacenza – Alta Gamma); Nicola Parenti (Energia, Transizione energetica e sostenibilità) .

Alle ore 15 è prevista la proclamazione degli eletti che potrà essere seguita in diretta sulla nostra pagina Facebook.

Pubblicato il 17 giugno 2020

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