“Spesso la paura di ogni educatore, che sente forte la sua responsabilità nei confronti degli altri, è quella di sbagliare”. Sono le parole di Francesca Scotti, pedagogista della Cooperativa Aurora Domus, che hanno introdotto l’incontro online per giovani e adulti della Comunità Pastorale 1 di Piacenza. È stato il primo degli appuntamenti in programma, svoltosi venerdì 13 novembre, sul tema: “Dar diritto di cittadinanza alle emozioni: la paura un’emozione negata, riconoscere l’errore per crescere resilienti”. “Bisogna educare alla sconfitta: crescere bambini resilienti - ha affermato Francesca Scotti - e capire che: caduta, limite, scoraggiamento, resa, solitudine, errore e fallimento vanno guardati con un occhio diverso”. Per la pedagogista la parola francese débâcle, oggi spesso usata, significa disgelo e rivela qualcosa di nuovo. Infatti dopo ogni disgelo si scoprono novità che erano nascoste”.
IL PAESE DEGLI ERRORI
“Non era meglio se si fermava in un posto qualunque, e di tutti quegli errori ne correggeva un po’?”. È la conclusione della filastrocca di Gianni Rodari “Il paese degli errori”, citata dalla pedagogista, in cui si racconta del viaggio di un uomo che, per terra e per mare, cercava un paese senza errori. “A volte sarebbe meglio fermarsi e guardare l’errore che abbiamo - ha esplicitato Scotti - e magari correggerlo”. Esempio di un errore diventato famoso è quello - sottolineato dalla pedagogista- nella favola di Cerentola di Charles Perrault, dove un copista invece di tradurre scarpetta di pelliccia (verre) scrisse di cristallo (vair) e questo ha fatto la fortuna della favola in cui la scarpetta di cristallo è diventata l’emblema del racconto.
NON SIGNIFICA CHE SIA PERDUTO
Anche la musica con i Coldplay, band britannica, è stata al centro della riflessione di Francesca Scotti: “Just because I'm losing Doesn't mean I'm lost (Solo perché sto perdendo Non significa che io sia perduto)”. È un testo del famoso gruppo musicale. “Quindi emozioni come rabbia e paura hanno diritto di esistere e non vanno confuse con la persona che le prova”. Si tratta dunque di comprendere - per Scotti - il significato di resilienza che in tecnologia significa un oggetto che resiste, si adatta e si autoripara. Così è in psicologia e pedagogia dove vuol dire non lasciarsi spezzare, adattare le proprie risorse alle nuove situazioni che la vita presenta e vedere i cambiamenti come una opportunità.
LA SCALA DELLA RESILIENZA
Spesso passiamo - secondo Scotti - da un sentimento all’altro con facilità ed esiste una scala, definita della resilienza, che permette di salire verso l’alto. Il primo scalino è :”non lo faccio”, poi “non posso farlo”, “voglio farlo”, “come lo faccio?”, “provo a farlo”, “lo posso fare, “lo faccio”, “si, l’ho fatto!”. Si arriva così a superare se stessi e i tratti delle persone resilienti sono:
- l’impegno: la tendenza a non farsi spaventare dalla fatica, a non mollare anche nelle situazioni più difficili;
- il controllo: la convinzione di avere potere su ciò che accade piuttosto che sentirsi in “balia degli eventi”;
- la capacità di adattarsi ai cambiamenti: vivere il cambiamento come un’occasione per crescere.
STRATEGIE
Per promuovere la resilienza bisogna avere - a parere della pedagogista - un atteggiamento costruttivo, saper imparare dagli errori e accettare i propri limiti. Sviluppare la resilienza per dei bambini significa inoltre creare una rete, mantenere una routine, incoraggiare i piccoli ad aiutare gli altri, fissare obiettivi ragionevoli, elogiare i bambini e mantenere lo sguardo aperto sul futuro.
PRENDERSI UNA PAUSA
In mezzo alle giornate spesso caotiche - ha concluso Francesca Scotti - dove tanti pensieri e tante preoccupazioni invadono la mente, è importante ogni tanto prendersi un momento di pausa sia fisica che mentale. “Questo momento ci aiuta a stare nella spensieratezza, a ricaricarci per poter ripartire”.
Un quarto della produzione nazionale e dell’export totale di trattori e macchine agricole, società che valgono 5,4 miliardi di fatturato e oltre 2 mila ditte costruttrici nazionali che hanno contribuito nel 2019 a un fatturato complessivo di circa 7,9 miliardi di euro e a un export pari a 5,2 miliardi di euro. Il settore delle macchine agricole in Emilia-Romagna è uno dei cuori del comparto meccanico nazionali e il primo polo produttivo di attrezzature agricole in Italia e tra i principali a livello europeo. Con questi numeri l’Emilia-Romagna si prepara ad ospitare la 44ma edizione di Eima. Posticipata al 3 febbraio 2021, a seguito della pandemia, la fiera internazionale sulla produzione di macchine e componenti agricole, sbarca sul web, con un’anteprima. Da oggi al 15 novembre 2020 FederUnacoma presenta Eima Digital Preview online per offrire a visitatori un aggiornamento sulle tecnologie meccanico-agricole disponibili. “Durante la pandemia- ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi intervenendo all’apertura dei lavori- la produzione agricola di fatto non si è mai interrotta. L’Emilia-Romagna ha fatto il modo che le sue eccellenze continuassero ad arrivare sulle tavole di tutti. Malgrado le difficoltà negli scambi commerciali, con il blocco dei canali Horeca e le restrizioni imposte alle esportazioni e nel reperimento di manodopera”. “Per superare questo momento- prosegue l’assessore- dobbiamo seguire tre obiettivi: fare in modo che le imprese ritornino ad essere competitive, supportandole negli investimenti in tecnologia, in infrastrutture, nella riduzione dei costi energetici; fare ricerca, arrivando a individuare le necessità e le possibili risposte utili al sistema produttivo e scegliere quali di queste innovazioni possono essere diffuse. E infine, puntare sempre più sull’internazionalizzazione e la promozione dei prodotti di qualità del Made in Italy”. Da tempo uno degli appuntamenti di riferimento per la meccanica agricola, con quasi 2mila espositori (671 esteri) e circa 318mila visitatori (51.121 stranieri), Eima si rivolge agli operatori di un settore chiave dell’economia emiliano-romagnola. Il cuore del comparto è costituito da 135 imprese produttrici e oltre 1000 che esportano macchinari agricoli verso Paesi partner dell’Unione Europea, ma anche Canada, Cile e Africa. La regione è capofila in Italia, con il 21,4% del totale delle aziende nazionali e il 27,4% degli addetti. Il distretto di riferimento è tra Reggio Emilia, Modena e Bologna, dove si concentra il 31% delle imprese. L’Emilia-Romagna accoglie il primo polo produttivo italiano e uno dei maggiori in Europa, con 5,4 miliardi di fatturato (su un totale di 7,9 miliardi a livello nazionale). È la Regione che ha investito di più, attraverso il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in ricerca e innovazione in agricoltura sia in termini assoluti, stanziando 51 milioni di euro, sia in termini percentuali, destinando a questa finalità il 4,8% della sua programmazione complessiva. Il modello dei Gruppi operativi per l’innovazione, con la collaborazione tra imprese, università e istituti di ricerca, ha consentito di dare risposte a esigenze e problemi concreti, assicurando una buona circolazione di dati e informazioni.
Mascherina indossata sempre, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l’aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attività di vendita, anche gli esercizi di vicinato (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole le sole eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore). Sempre, invece, nei negozi e in qualsia esercizio di vendita potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Niente mercati in area pubblica o privata a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole di specifiche (perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza). E ancora: la consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, e in posti “regolarmente collocati” (va ricordato che dalle 18 alle 5 di mattina l’attività è sospesa in base all’attuale DPCM del Governo). La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”. L’attività sportiva e motoria dovrà avvenire preferibilmente nelle aree verdi e periferiche, e comunque non si potrà fare nei centri storici delle città e nelle aree affollate, ad esempio le vie e le piazze centrali o i lungomare, rimanendo sempre distanziati. Spetterà naturalmente ai sindaci fissare ulteriori specifiche limitazioni. Infine, nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado vengono sospese le lezioni di ginnastica, di canto e con strumenti a fiato, considerate a rischio elevato. Misura prudenzialmente inserita in attesa di ulteriori indicazioni dal Comitato tecnico scientifico nazionale. L’ordinanza prevede poi che al di là dell’attività di formazione già normata dal Dpcm, tutte le restanti dovranno essere svolte a distanza (esempio: corsi di lingua, di teatro, fotografia, ecc.).
Sono le misure previste nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, valida in Emilia-Romagna da sabato 14 novembre e fino al 3 dicembre. Contiene provvedimenti ulteriormente restrittivi, che si aggiungono a quelli nazionali già in vigore sulla base dell’ultimo DPCM del Governo e previsti per le aree in fascia gialla, che hanno l’obiettivo di frenare la diffusione del contagio, a tutela della salute pubblica e per garantire la piena operatività delle strutture sanitarie regionali. L’ordinanza viene presa in accordo con i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, d’intesa con il ministro alla Salute, Roberto Speranza. Per limitare ulteriormente situazioni a rischio, gli spostamenti e, soprattutto, gli assembramenti e la concentrazione di persone che si sono visti anche lo scorso fine settimana. L’ordinanza è stata condivisa anche coi prefetti, per sottolineare la necessità di controlli più stringenti, e conseguenti sanzioni, insieme alle amministrazioni locali. “Abbiamo davanti un obiettivo che deve essere di tutti: frenare il contagio e invertire la curva della pandemia- afferma il presidente Bonaccini-. E’ la priorità. E possiamo centrarlo rispettando le regole, con senso di responsabilità e senza panico. Servono unità e condivisione, recuperando lo spirito comune che aveva caratterizzato la prima fase dell’emergenza sanitaria, per tutelare la salute delle persone, garantire la possibilità per le strutture sanitarie di garantire servizi di assistenza e cura, non penalizzare in maniera indiscriminata il lavoro, le attività economiche e la scuola. Per questo, insieme ai presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Zaia e Fedriga, due regioni vicine e in fascia gialla come la nostra, abbiamo concordato ordinanze regionali con misure ulteriormente restrittive, per evitare gli assembramenti, situazioni a rischio che non ci possiamo assolutamente permettere, per non favorire la diffusione del contagio. Ogni misura presa, a livello nazionale e regionale, è a tutela della collettività, non ci sono pagelle o colori punitivi o premiali- chiude Bonaccini-, ma solo lo sforzo del Paese di gestire la crisi ed uscirne definitivamente quando sarà disponibile il vaccino chiesto al Governo
Di seguito, nel dettaglio, le misure previste
-Mascherine obbligatorie sempre non appena fuori di casa Fuori dall’abitazione, l’uso della mascherina è sempre obbligatorio. Fanno eccezione i bambini con età inferiore a sei anni, i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e quelli con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina stessa, nonché per coloro che per interagire con questi soggetti si ritrovino nella stessa incompatibilità. Nel caso poi di momentaneo abbassamento della mascherina per consumare cibo o bevande o per il fumo, dovrà in ogni caso essere rispettata la distanza minima di un metro, salvo quanto disposto da protocolli o specifiche previsioni maggiormente restrittive.
-Attività sportiva nelle aree verdi, no nei centri storici e nelle aree affollate E’ consentito svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, preferibilmente presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, se accessibili, rispettando però sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività. In ogni caso, non sono possibili tali attività nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate.
-Consumazione alimenti e bevande vietata in area pubblica o aperta al pubblico, dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione solo da seduti fuori e dentro i locali Dalle 15 alle 18, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande può essere svolta esclusivamente con consumazione da seduti sia all’interno che all’esterno dei locali, in posti regolarmente collocati. La consumazione di alimenti e bevande è poi vietata su area pubblica o aperta al pubblico, salvo che, come al punto precedente, seduti in posti regolarmente collocati sia all’interno che all’esterno dei locali.
-Nei negozi ed esercizi di vendita una sola persona per nucleo familiare Negli esercizi di vendita l’accesso è consentito ad una sola persona per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di età inferiore a 14 anni.
-Stop ai mercati in assenza di regole precise fissate dai Comuni E’ vietata l’attività di commercio nella forma del mercato all'aperto su area pubblica o privata se non nei Comuni nei quali sia stato adottato dai sindaci un piano apposito piano, consegnato ai commercianti, che preveda le seguenti condizioni di minima: a) una perimetrazione nel caso di mercati all'aperto; b) presenza di un unico varco di accesso separato da quello di uscita; c) sorveglianza pubblica o privata che verifichi distanze sociali e il rispetto del divieto di assembramento nonché il controllo dell'accesso all'area di vendita; d) applicazione della scheda relativa al commercio al dettaglio su aree pubbliche contenuta nell’allegato 9 del DPCM del 3 novembre 2020. Il riferimento è naturalmente ai soli mercati comunali settimanali, essendo ogni altra attività già sospesa.
-Grandi e medie strutture di vendita e complessi commerciali chiusi nei prefestivi, nei festivi stop anche a qualsia attività di vendita Nei giorni prefestivi e festivi, le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, ivi compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole. Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari. Rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore.
-Consegne a domicilio sempre consentite e fortemente raccomandate La vendita con consegna a domicilio è sempre consentita e fortemente raccomandata.
-Scuole, sospese ginnastica, lezioni di canto e strumenti a fiato Nelle scuole del primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) sono sospesi i seguenti insegnamento (a rischio elevato): educazione fisica, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato. Tale misure viene prudenzialmente introdotta nell’attesa di nuove e ulteriori indicazioni da parte del Comitato tecnico scientifico nazionale.
“L’ennesima tragedia nel Mediterraneo con 6 migranti morti è l’ennesimo segnale dato ai Governi d’Europa e del Mondo che le crisi del pianeta non si sono fermate per l’emergenza Covid e che è opportuno intervenire. E’ grazie alle Ong che sono stati salvati in 100 e l’impegno di Open Arms è stato provvidenziale ed essenziale”. A parlare è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione, 125 anni fa, presta il suo servizio a sostegno dei migranti. “I volontari impegnati nelle organizzazioni non governative in tutto il Mediterraneo si confermano fondamentali – spiega suor Neusa – Bambini, donne, uomini in cerca di speranza fanno di tutto per fuggire dalle loro condizioni di crisi, miseria, dove sono vittime di violenza. In un momento critico per la loro vita trovano donne e uomini che hanno scelto di essere loro accanto. Questa è una delle espressioni più alte e belle della solidarietà e della misericordia. Preghiamo per le vittime, ennesime persone condannate a un tormento terreno per un reato commesso, quello di sognare”.
E’ normale che una mamma che assiste alla partita del figlio si permetta di insultare la ragazza sedicenne che arbitra la partita di calcio? E’ istruttivo che un allenatore, che dovrebbe prima di tutto essere un educatore, insulti la stessa ragazza in un’altra occasione mentre arbitra una partita del campionato allievi e si rifiuti di lasciare il campo dopo essere stato espulso? Tutto questo è successo a Piacenza. Siamo sempre pronti a puntare il dito contro i ragazzi addebitando loro maleducazione, incapacità di relazionarsi positivamente con i coetanei, fenomeni di bullismo e tanto altro. A ben vedere questi due episodi parlano di due adulti incapaci di tenere un comportamento corretto e a comportarsi da bulli nei confronti di una ragazza. Ma di episodi come questi, con protagonisti degli adulti, purtroppo, se ne ripetono ad ogni latitudine. Quello che colpisce è l’indifferenza con cui spesso assistiamo a questi episodi. Le società dovrebbero mettere ben in chiaro, con tecnici e genitori, che il rispetto, la correttezza sportiva e civile e la solidarietà sono pilastri imprescindibili per fare sport. Discorso a parte meriterebbe il comportamento di tanti professionisti del pallone: calciatori, allenatori, dirigenti, giornalisti e altre figure che ruotano intorno al business calcistico. Anche tra questi protagonisti del calcio si notano dei comportamenti da veri “bulli” e questo contribuisce all’emulazione da parte dei ragazzi di atteggiamenti non corretti.
"The Bright Side": anche le buone notizie fanno notizia
A nome di “The Bright Side” lancio l’idea di un’iniziativa nazionale di Educazione alla positività che valorizzi le idee e le proposte che concorrono a migliorare il clima che si respira sui campi di calcio, in primis quello giovanile. The Bright Side è un associazione di volontari, nata da una parte per promuovere la lettura e l’informazione positiva e dall’altra per sostenere tutte le iniziative che promuovono la positività Propongo di decretare lo stato di agitazione su tutti i campi di calcio giovanile e, al primo segnale di insulti o atti violenti, gli spettatori dovrebbero abbandonare gli spalti. Inoltre l’indifferenza non è un buon esempio per i ragazzi. Chiedo a tutti i bambini e le bambine, ai ragazzi e alle ragazze, ai tecnici, ai genitori di inviare testimonianze di solidarietà a Martina. Analogamente chiedo a tutti di inviare testimonianze e riflessioni sulle proprie esperienze nel calcio giovanile. Se vogliamo che non ci sia solo un pronunciamento di facciata occorre lavorare per un cambiamento profondo di cultura sportiva ma anche civile. Le offese e gli insulti tornano spesso nella vita di tutti i giorni a tutti i livelli, come anche la discriminazione nei confronti del sesso femminile. Non a caso gli insulti hanno colpito una ragazza. Credo che insieme si possa contribuire a cambiare la cultura sportiva e civile. Per Inviare messaggi di solidarietà o testimonianze e riflessioni scrivere a
Roberto Lovattini, maestro e socio di The bright Side
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