Gli studenti di Piacenza si mobilitano: «Via il brevetto, il vaccino sia per tutti»
“Sarebbe triste se nel fornire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi, o se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione, e non fosse per tutti”: così sottolineava papa Francesco incontrando i volontari del Banco Farmaceutico a vent’anni dalla nascita della realtà che combatte la “povertà sanitaria” garantendo farmaci a coloro che non potrebbero permetterseli e, dunque, finirebbero con il rinunciare a curarsi. Papa Francesco si era soffermato - e non è stata la sola volta - sulla necessità di “globalizzare la cura” anche sul fronte della lotta al Covid, garantendo l’accesso al vaccino a tutti i Paesi, compresi quelli più poveri.
Ora questo appello - che si inserisce in una pluralità di voci, da Amnesty International al Comitato nazionale di bioetica - viene raccolta dagli studenti del liceo “Gioia” di Piacenza, che lo rilanciano ai colleghi, attraverso la loro Consulta provinciale. “Chiediamo la sospensione della licenza dei brevetti, possibilità aperta dall’articolo 27 degli accordi Trips sugli aspetti commerciali di proprietà intellettuale”, sottolinea Alice Bonelli, studentessa di una delle tre classi del “Gioia” da cui è nata l’iniziativa di sensibilizzazione, partita da un input del docente di storia e filosofia Vincenzo Maini. “Il professore ci ha sottoposto un tema di grande attualità di cui però si parla poco - spiega Bonelli -. Ci siamo messi a studiare gli accordi Trips e ad approfondire la questione, abbiamo sottoposto la proposta al preside, che ci ha appoggiato, e alla Consulta degli Studenti”.
I precedenti non mancano. Il prof. Maini cita il caso dei farmaci antiretrovirali per il trattamento dei malati di Aids, il cui costo era insostenibile prima che il governo Mandela intervenisse sospendendo il brevetto. Anche il vaccino per la poliomielite di Sabin, per esempio, non venne brevettato proprio per consentirne l’utilizzo e la diffusione il più possibile. "Piacenza è una delle realtà più colpite nella prima fase della pandemia, sarebbe significativo se riuscisse a mettere in moto un coinvolgimento più vasto su questo tema, anche in onore della tante vittime che abbiamo pianto", riflette il prof. Maini.
Un video e un sito per sensibilizzare
Il primo step della campagna è la costruzione di un sito internet e la realizzazione di un video da far circolare anzitutto tra gli studenti, sfruttando i canali social che raggiungono più facilmente i giovanissimi. “Speriamo di portare l’iniziativa in Regione e anche a livello nazionale. Togliere il brevetto ai vaccini anti-Covid è possibile: perché non farlo ora? Tante categorie sociali stanno soffrendo, il vaccino aiuterebbe a ripartire, a ritrovare speranza”, evidenzia Costanza De Poli, rappresentante della Consulta degli Studenti.
“Crediamo che proprio noi studenti dobbiamo farci portavoce di questa esigenza: la nostra generazione sta perdendo i suoi anni più belli davanti a uno schermo - è l’accorata considerazione di Nicolò Lodigiani, rappresentante di Istituto al Liceo Gioia -. Vogliamo impegnarci al massimo in questa causa, saremo come la goccia che, poco alla volta, scava la pietra”.
Tra gli istituti piacentini, ha già dato l’appoggio ufficiale alla campagna il liceo “Colombini”, ma sono in corso contatti anche con le altre scuole. La campagna verrà diffusa inoltre agli studenti delle scuole all’estero con cui il “Gioia” ha avviato uno scambio. E se già altri, in Italia o fuori dai confini nazionale, si stanno muovendo con una proposta simile, il desiderio è di fare rete, di unire le voci. In una seconda fase, non si esclude di lanciare anche una petizione per raccogliere firme da presentare alle istituzioni e al mondo politico.
Barbara Sartori
Pubblicato l'11 marzo 2021.
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