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Notizie Varie

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Confindustria Emilia-Romagna: “Rimbalzo migliore delle attese, ma ripresa lenta ”

 congiontura economica

La crisi prodotta dalla pandemia da coronavirus e delle misure di protezione adottate ha provocato un terribile shock e colorato di rosso intenso l’economia, tanto da determinare la più profonda caduta della produzione mai sperimentata. L’accesso ai mercati esteri ha permesso in parte di contenere la tendenza negativa. Dopo la discesa del 10,4 per cento nel primo trimestre 2020, nel secondo il volume della produzione è crollato del 19,4 per cento. Questo emerge dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna si è ridotto di un quinto (-19,4 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2019, raddoppiando la perdita del trimestre precedente (-10,4 per cento). Il valore delle vendite è diminuito del 19,3 per cento, mentre il fatturato estero ha mostrato una migliore tenuta e ha contenuto la correzione (-13,7 per cento), pur con una maggiore velocità di caduta. Uno sprazzo di luce si può individuare nel processo di acquisizione degli ordini, che ha subito una flessione tendenziale del 16,7 per cento, rispetto al - 9,5 per cento del trimestre precedente. La tendenza recessiva è chiara, ma più contenuta e lascia quindi trasparire la speranza che a un brusco stop possa far seguito una ripartenza Anche gli ordini pervenuti dall’estero hanno accusato un calo (-10,8 per cento) dopo essersi ridotti del 4,6 per cento nel trimestre precedente. Il grado di utilizzo degli impianti conferma gli effetti del lock down sull’attività e si è attestato al 62,5 per cento, ben inferiore al 76,5 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è risultato pari a 8,8 settimane, con un lievissimo aumento rispetto al dato del trimestre precedente (8,3 settimane), che tiene conto della minore capacità produttiva in tempo di Covid. L’arretramento è evidente in tutti i settori industriali. Ovunque, il fattore export ha contenuto in parte gli effetti negativi. L’industria alimentare ha fatto segnare un passo indietro, anche se è il più contenuto tra tutti i comparti: il fatturato si riduce dell’8,4 per cento sostenuto dalla maggiore tenuta del mercato estero (-5,7 per cento), per la produzione il calo è sensibile (-8,0 per cento), ma per gli ordini minore (-6,2 per cento), ancora grazie anche alla componente estera (-4,5 per cento). Chi sta molto peggio è il sistema moda: crollo del fatturato totale (-32,4 per cento) ed estero (-19,0 per cento), della produzione (-31,2 per cento) e degli ordini (-26,8 per cento). La recessione è stata particolarmente sensibile anche per l’industria del legno e del mobile: la discesa del fatturato ha raggiunto il 27 per cento, con un arretramento in linea per produzione (-26,1 per cento) e ordini (-26 per cento). Va meglio l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche: il fatturato si è ridotto del 20,4 per cento (migliore tenuta all’estero -14 per cento). La produzione ha seguito lo stesso andamento negativo (-19,9 per cento). Il processo di acquisizione degli ordini complessivi ha confermato la caduta (-19,5 per cento), con maggiore resistenza della componente estera (-11,5 per cento).

L'occupazione
L’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto ha subito pesantemente le conseguenze della pandemia: con flessione simile per fatturato (- 17,1 per cento) e produzione (-17,3 per cento), appena inferiore per gli ordini (-13 per cento). Anche l’evoluzione congiunturale del gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (chimica, farmaceutica, plastica e gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) testimonia la recessione. Segno meno per fatturato (-21,9 per cento, quello estero - 15,8 per cento), produzione (-23,5 per cento) e ordini (-21 per cento). Riguardo alla dimensione d’impresa, nel secondo trimestre 2020 la flessione è stata generalizzata, ma l’andamento congiunturale per fatturato, produzione e ordini è risultato meno grave al crescere della struttura aziendale. In particolare, la produzione è scesa di più (-21,8 per cento) per le minori, poi per le piccole (-19,6 per cento) e infine per le medio-grandi (-18,4 per cento). Sulla base dei dati del Registro delle imprese, quelle attive dell’industria in senso stretto a fine giugno risultavano 43.964 (pari all’11 per cento del totale), con una diminuzione corrispondente a 613 imprese (-1,4 per cento) rispetto all’anno precedente.
La velocità della riduzione è aumentata rispetto al -1,2 per cento del secondo trimestre 2019, nuovo massimo degli ultimi tre anni. Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate di poco le società di capitale (+1,0 per cento, +174 unità), grazie all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata che ha invece determinato un effetto negativo sulle società di persone (-352 unità, -3,8 per cento). Le ditte individuali hanno subito una nuova e più ampia flessione (-420 unità, -2,4 per cento).
Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna ha chiuso il secondo trimestre con un notevole passo indietro, scendendo a quota 516.176 (-8,1 per cento), con una perdita pari a quasi 46 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2019, raddoppiando la velocità della discesa dei tre mesi precedenti. Nel trimestre il risultato negativo è da attribuire all’ampio calo degli occupati alle dipendenze, risultati quasi 473 mila con una riduzione del 7,9 per cento, pari a oltre 40 mila unità, al quale si è aggiunto il più rapido ripiegamento dell’occupazione autonoma, scesa del 10,7 per cento fino a poco più di 43 mila unità. Ancora in base ai dati Istat relativi al commercio estero regionale, riferiti alle esportazioni effettuate da tutte le imprese che svolgono le operazioni doganali in regione, e quindi tracciano un quadro leggermente rispetto all’indagine congiunturale, nel primo semestre del 2020 si evidenzia una brusca inversione della forte tendenza positiva delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna avviata con l’inizio del 2017 e che aveva già subito un rallentamento a fine 2019.

Industria manifatturiera
Le esportazioni di prodotti dell’industria manifatturiera sono risultate pari a quasi 27.595 milioni di euro e hanno fatto segnare una caduta del 14,2 per cento, che non ha precedente riscontro se non con quella riferita alla crisi del 2009. Peraltro, il segno rosso non ha prevalso in tutti i settori considerati, anzi, alcuni hanno ottenuto incrementi notevoli. Il principale contributo positivo è venuto dall’aumento dell’export delle altre industrie manifatturiere (+6,5 per cento), dovuto a un exploit (+43,8 per cento) dell’industria del tabacco. Seguono l’industria alimentare e delle bevande (+2,4 per cento), chimica, farmaceutica e materie plastiche (+0,7 per cento), trainata dai prodotti farmaceutici (+38 per cento) avvantaggiati dalla pandemia. In difficoltà invece tutti gli altri settori con alcune differenze: tengono meglio le vendite estere dell’industria della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro (-13,3 per cento) e quelle dell’industria delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-17,8 per cento). Le vendite dell’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo hanno ceduto il 21,2 per cento. Hanno pesato particolarmente sul risultato totale la caduta dell’export di moda (-20,4 per cento), mezzi di trasporto (-23,3 per cento), macchinari (-18,5 per cento). Per quanto riguarda le destinazioni, il calo è ovunque: dall’Europa come mercato centrale per l’export regionale (-13,5), con la punta negativa in Spagna (-24,4), all’Africa (-21,2 per cento), all’Asia (-15, 6 per cento) con estremi per Cina (-24,8 per cento) e India (-31,7 per cento), ai mercati Americani (-14,5 per cento) con gli Usa (-13,9 per cento). «La pandemia ha determinato una crisi economica senza precedenti come è evidente dai numeri della prima metà dell’anno, caratterizzata dalla fase di lockdown – afferma il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi – Nelle ultime settimane alcuni dati congiunturali diffusi dall’Istat portano il segno positivo, a sottolineare come il punto di caduta più basso per alcune variabili – come l’export o il PIL - sia stato già superato. Per altre, come l’occupazione, occorrerà attendere i prossimi mesi per comprenderne meglio le dinamiche. È difficile delineare uno scenario di previsione. Più efficace descrivere la fase che stiamo vivendo, una curva in rapida discesa seguita da una crescita più lenta e graduale, che ci riporterà al valore precedente del PIL in alcuni anni. La pandemia ha accelerato e reso irreversibili alcune dinamiche in atto, proiettandoci in uno scenario dove i fattori che rendono le imprese competitive vanni ricercati nella presenza sui mercati esteri e, in misura ancora superiore, nel grado di digitalizzazione. Il digitale sta rivoluzionando l’architettura delle filiere e della logistica, sta cambiando il modo di produrre e il modo di lavorare, di consumare, di vivere. Sta plasmando un nuovo contesto competitivo, ricco di insidie e, al tempo stesso, di opportunità che si possono cogliere solo se si ha consapevolezza del dove si vuole andare. In Emilia-Romagna, ciò significa soprattutto pensare politiche in grado di declinare in maniera innovativa crescita economica e coesione sociale, i due pilastri del modello di sviluppo regionale. Il nuovo patto per il lavoro e per il clima proposto dalla Regione rappresenta la sede più idonea per progettare l’Emilia-Romagna del futuro. Le Camere di commercio sono pronte a dare il proprio contributo». Dopo il ritorno alla crescita emerso a marzo, prosegue l’aumento dei prestiti alle imprese dell’Emilia-Romagna, che a giugno hanno registrato un ritmo di sviluppo del 3,7% a/a − secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo − (dal +0,2% a/a di marzo e -0,6% di fine 2019, variazioni corrette per le cartolarizzazioni). Questo andamento è sostenuto dagli interventi a supporto della liquidità e del credito, quali le moratorie e i prestiti con garanzia pubblica. Dopo aver interessato in una prima fase soprattutto le grandi imprese, la crescita successivamente si è estesa alle imprese di minori dimensioni (+2,5% a/a). Si osserva che la ripresa ha interessato i prestiti all’industria, la cui dinamica annua si è rafforzata a +4,3% a/a a giugno, dal -2,2% di fine 2019 (variazioni calcolate su volumi al netto delle sofferenze). La crescita è proseguita nei mesi successivi. I dati relativi alle operazioni garantite arrivate al Fondo centrale per le PMI mostrano che al 1° ottobre l’Emilia-Romagna ha espresso un totale di oltre 100mila operazioni per un importo finanziato di 8,9 miliardi, un flusso in aumento dell’80% rispetto a inizio luglio. Di queste operazioni, 84mila riguardano prestiti fino a 30mila euro, pari a un importo finanziato di 1,6 miliardi. Oltre il 60% del complesso dei prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI si è originata in quattro province: Bologna con volumi per poco meno di 2 miliardi, Modena con 1,6 miliardi, Reggio Emilia e Parma con oltre 1 miliardo ciascuna. Seguono, in base agli importi finanziati, Forlì-Cesena e Ravenna con circa 800 milioni ciascuna, Rimini e Piacenza con circa 600 milioni, e Ferrara con 400 milioni. Rispetto a inizio luglio, nelle quattro province col maggior numero di operazioni gli importi sono aumentati dell’85% a/a.

Acquisto abitazioni
D’altro canto, è proseguito il rallentamento dei prestiti alle famiglie consumatrici, emerso da marzo, con una crescita scesa a +1,5% a/a dal +2,3% a/a di marzo e 3,1% di fine 2019 (variazioni corrette per le cartolarizzazioni), in particolare per la brusca caduta del credito al consumo a seguito del calo di domanda di beni durevoli. I finanziamenti per acquisto abitazioni hanno mostrato una miglior tenuta, evidenziando un moderato rallentamento dello stock, a +2,7% a/a in Emilia-Romagna, dal 2,9% di marzo, dopo la ripresa osservata nell’ultima parte del 2019 fino al +3,2% a/a di dicembre (dati relativi ai prestiti escluse le sofferenze). Inoltre, nel 2° trimestre, i flussi lordi di mutui residenziali hanno mostrato un rimbalzo, dopo il calo del trimestre precedente. Tra le province, si sono osservati andamenti misti dello stock di mutui, con una prevalenza di rallentamenti in quattro province, in particolare a Modena (dal +2,6% di marzo al 2,0% di giugno), Parma (dal 2,0% all’1,6%), Piacenza (dall’1,1% allo 0,6%) e Ferrara (dall’1,7% all’1,4%). Stabili i tassi di crescita di altre tre province, tra cui Bologna cui spetta ancora una volta la dinamica massima, pari a 4,1% a/a, seguita da Forlì-Cesena e Reggio Emilia che, col 3,7% e 3,5% rispettivamente, hanno confermato le buone dinamiche precedenti. Ravenna conferma l’andamento del 2019 dopo un dato anomalo a marzo (+1,1% a/a a giugno). In rafforzamento, all’opposto, il ritmo di Rimini dal +2,9% di marzo al 3,3%).

La qualità del credito migliora
Nonostante gli impatti economici negativi della pandemia, la qualità del credito continua a migliorare in regione. Nel 2° trimestre 2020 il tasso di deterioramento dei prestiti è risultato in calo, raggiungendo un nuovo minimo per il totale dei finanziamenti a residenti dell’Emilia-Romagna, a 1,2%. Tra le componenti, si è ridotto anche l’indice riferito alle società non-finanziarie della Regione, sceso a 1,4%, sotto la media nazionale di 1,6%. Per le famiglie consumatrici, il tasso di deterioramento dei prestiti è rimasto circa stabile attorno allo 0,8%, in linea con i tre trimestri precedenti. Inoltre, l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti si è ridotta a giugno e luglio, anche per effetto dell’aumento del denominatore. In Emilia-Romagna le sofferenze delle imprese sono scese a luglio al 6,3% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, 1 punto percentuale in meno di marzo-aprile. L’incidenza delle sofferenze resta più bassa della media nazionale (6,7% a luglio 2020). In sintesi, sinora è proseguita la riduzione dei rischi creditizi, nonostante la forte recessione registrata nel primo semestre. Tuttavia, a seguito della fase economica negativa causata dalla pandemia, è atteso in prospettiva un peggioramento della qualità del credito, sebbene mitigato, tra l’altro, dalle politiche di sostegno messe in atto a favore delle imprese e delle famiglie.

Pubblicato il 18 ottobre 2020

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Settore ortofrutticolo, il rilancio attraverso una risposta alle emergenze climatiche e fitosanitarie

 orto frutticolo

Maculatura bruna, cimice asiatica, gelate e cambiamento climatico. L’Emilia-Romagna prepara la strategia contro i principali nemici della produzione frutticola per far sentire la sua voce - e la sua importanza- a livello nazionale. Sono questi gli argomenti al centro della riunione della Consulta ortofrutticola dell’Emilia-Romagna, convocata questa mattina dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi ea cui hanno partecipato in video collegamento oltre 40 rappresentanti regionali, per fare il punto sulla situazione del comparto emiliano-romagnolo. Tre gli argomenti principali oggetto dell’incontro: l’ottenimento da parte di Regione Emilia- Romagna del tavolo di lavoro nazionale sull’ortofrutta che verrà convocato dal ministero la prossima settimana, la condivisione con la filiera dell’ortofrutta del progetto che verrà proposto a livello nazionale, composto da sei assi strategici per il rilancio della filiera ortofrutta emiliano-romagnola che riguardano la competitività della filiera, il lavoro sostenibile e di qualità, i frutteti resilienti, la gestione del rischio, l’innovazione e la ricerca, la promozione. In vista del tavolo nazionale convocato presso il Mipaaf - il ministero delle politiche Agricole, Ambientali, Forestali - la prossima settimana, al centro della discussione è stata anche l’emergenza della maculatura bruna che ha danneggiato la produzione di pere negli areali dell’Emilia-Romagna, e per la quale l’Assessore Mammi ha predisposto una lettera alla Ministra Bellanova, proposta anche a Lombardia e Veneto. Inoltre, sono state aggiornate le informazioni sugli indennizzi di calamità, in arrivo, sempre dal ministero, per i danni da cimice asiatica del 2019, e le azioni a indennizzo delle gelate, attraverso la deroga della legge 102, oggi finanziata con 20 milioni di euro e per cui si auspicano altre risorse all’interno della legge di stabilità.

“Un incontro molto produttivo e partecipato con i rappresentanti della filiera dell’ortofrutta dell’Emilia-Romagna - commenta Mammi - durante il quale abbiamo condiviso problemi e priorità e poi stilato un programma concreto di rilancio da presentare al tavolo ministeriale. Sono molto soddisfatto dell’adesione e della partecipazione dei rappresentanti, che hanno espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto e l’impegno profusi dalla Regione, chiedendoci ancora una volta di proseguire con tempestività, appello che porterò assieme al progetto regionale sul tavolo convocato dal ministero”. “E poi la notizia, di cui ringrazio la ministra Bellanova, della firma del decreto questa settimana che consentirà il riparto degli indennizzi per i danni causati dalla cimice asiatica nel 2019- chiude l’assessore-, grazie al quale, solo all’Emilia-Romagna, dovrebbero arrivare circa 57 milioni di euro sui 110 programmati, circa il 52% del valore complessivo. L’impegno della Regione sarà quello di velocizzare il più possibile il pagamento delle risorse alle imprese. Un ottimo e importante risultato per tutto il comparto regionale, assieme alla deroga della legge 102 a favore delle imprese agricole che hanno subito le gelate, poiché l’Emilia-Romagna ha già inviato comunicazione al Ministero delle perimetrazioni necessarie a calcolare i riparti”.

Pubblicato il 16 ottobre 2020

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Gragnano non dimentica chi ha dato una mano nell’emergenza sanitaria

 gragnano

Verrà consegnata sabato 17 ottobre alle ore 9.30 in Piazza della Pace a Gragnano la Benemerenza Civica “Gragnano- Bene Comune” 2020. Il riconoscimento istituito dall’Amministrazione Comunale come premio alla cittadinanza attiva cioè per premiare quei concittadini che, nel corso della loro vita, anche senza apparire, hanno portato avanti un forte impegno nella vita pubblica, in attività di volontariato o in progetti o in servizi alla comunità, migliorandola, quest’anno verrà consegnata a chi si è particolarmente distinto per l’azione svolta durante il periodo della pandemia.

I premiati
Riceveranno la benemerenza i medici di medicina generale Francesco Molinari, Pietro Bersani,   Marinella Ruzza, Andrea Zavras, per il prezioso servizio svolto (“sarà l’occasione anche per chiedere una particolare attenzione agli investimenti sulla medicina del territorio”, commenta il sindaco Patrizia Calza), Elisa Ghezzi che per prima ha avuto l’idea di attivare un’iniziativa di raccolta fondi pro sanità e Jessica Guglielmetti per il servizio a favore dei gragnanesi più deboli e bisognosi di cure. Una benemerenza collettiva verrà invece riservata ai medici e a tutto il personale non medico del Servizio Sanitario nazionale pubblico e privato residenti nel territorio di Gragnano Trebbiense. Quest’ultima verrà conservata in sala consiliare.
“Non potendo essere sicuri di raggiungere tutto il personale abbiamo pensato ad un riconoscimento collettivo attraverso una pergamena che verrà posizionata nella sala consiliare ad imperitura memoria. Tutti il personale è ovviamente invitato a partecipare e ad apporre la propria firma in un elenco che verrà conservato agli atti della delibera.” spiega il sindaco. Inoltre poiché nel frangente dell’epidemia di covid-19 tanti privati hanno dato il loro supporto economico e non alla comunità gragnanese la Giunta ha deciso di allegare alla propria delibera, nel rispetto del presente anonimato ma a futura memoria dei posteri un elenco nominativo (non soggetto a pubblicazione) di tutti coloro che con encomiabile spirito di generosità e solidarietà hanno sostenuto economicamente e non la comunità gragnanese nei giorni bui della pandemia, ciascuno secondo le proprie possibilità. Alla cerimonia ha assicurato la propria partecipazione l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini. “Considero la presenza dell’assessore nella nostra comunità un gesto di grande sensibilità   nonché il segno e la conferma che la battaglia alla pandemia può essere vinta solo con la partecipazione e la responsabilizzazione di tutti, a partire dalle piccole comunità. Siamo una cosa sola e ognuno deve fare la propria parte”, conclude il sindaco.

 Pubblicato il 16 ottobre 2020

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Presentate al TTG di Rimini le proposte di Emilia2020+21

rimini turismo visit emilia


Venerdì 16 ottobre Visit Emilia ha presentato alla più importante Fiera del Turismo le iniziative di Parma, Piacenza e Reggio Emilia intorno all’anno allungato che vede la Piccola Parigi Capitale Italiana della Cultura.

A volerlo trovare, l’aspetto positivo della messa in stand by causa pandemia di tutte le attività previste per l’anno che avrebbe dovuto vedere Parma Capitale Italiana della Cultura è che il periodo di tempo per ospitare un programma ancora più ricco è raddoppiato. Venerdì 16 ottobre 2020, Visit Emilia (www.visitemilia.com) è tornata allora al TTG di Rimini per ribadire il concetto di un’occasione che si allarga fino a diventare Emilia2020+21, cappello di una serie sterminata di iniziative disseminate per i territori di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Tra queste, l’ultima delle novità messe in campo è Teatri Aperti, strumento immaginato per promuovere i luoghi sacri dell’arte e dello spettacolo nell’area compresa tra le tre province in questione. Il concetto di stagione teatrale per l’autunno/inverno 2020 cambia allora forma, diventando innanzitutto un’opportunità per invogliare turisti e viaggiatori all’esperienza inconsueta – e, in alcuni casi, davvero eccezionale - di addentrarsi nel cuore dei teatri storici nei due periodi il 24 e il 25 ottobre e dal 5 all’8 dicembre.

Il castello di Vigoleno
Dal Teatro Regio di Parma al Teatrino del Castello di Vigoleno (PC), fino all’antichissimo Teatro Ruggero Ruggeri di Guastalla (RE), quelli che si spalancheranno ai partecipanti nell’ambito di Teatri Aperti saranno universi segreti e normalmente accessibili solo al pubblico delle rappresentazioni e che ora diventano essi stessi rappresentazione della voglia di affermare l’esistenza di un patrimonio unico e generoso, mai rassegnato all’idea di chiudersi all’esterno.

Gratuite o a pagamento a seconda dei casi, le visite al seguito di una guida saranno effettuabili solo previa prenotazione sul sito visitemilia.com, dove saranno inoltre raccolte tutte le informazioni rispetto a luoghi e modalità.
«Teatri Aperti è il nostro modo per rispondere a una situazione complicata, dando fondo alla fantasia e ispirandoci in un certo senso proprio allo spirito battagliero e alla vis creativa delle grandi imprese che normalmente suscitano l’applauso del pubblico in platea e sui palchi», spiega Cristiano Casa, vicepresidente di Destinazione Turistica Emilia, che al TTG è stato affiancato dall’Assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna, Andrea Corsini. «Così come per tutti gli altri eventi in calendario, ci aspettiamo che anche le visite nelle splendide strutture dello spettacolo di Parma, Piacenza e Reggio Emilia diventino uno spunto per rilanciare il turismo in questi territori preziosi e attrattivi sotto ogni punto di vista».
L’assessore regionale Andrea Corsini ha aggiunto: «Parma con tutte le città della Destinazione Emilia si conferma cuore della cultura italiana, anche grazie alla concentrazione di teatri tra le più elevate del nostro Paese. L'occasione di prolungare al 2021 Parma capitale della cultura ci consente ancora di più di rilanciare e promuovere il turismo culturale. La nostra regione non ha Firenze, Venezia o Roma, ma può regalare un'offerta culturale diffusa altrettanto affascinante e importante. Anche grazie a questa iniziativa potremo dare nuovo impulso al turismo legato alle città d'arte che a causa della pandemia hanno vissuto un periodo molto difficile».
Nel corso della presentazione, al padiglione C4 dell’Arena dello Sport, è stato inoltre illustrato un cartellone dalla formidabile varietà, comprensivo di mostre e installazioni, festival e rassegne gastronomiche, concerti e spettacoli, incontri e visite guidate. Perché la cultura batte il tempo. Ancora e in ogni senso.

Per scaricare le immagini: http://bit.ly/VisitEmiliaTTG

Per informazioni: Visit Emilia
E-mail:
Sito web: www.visitemilia.com

Pubblicato il 16 ottobre 2020

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Alessandro Candido nuovo presidente delle Acli

conferenza acli

L’avvocato Alessandro Candido, docente di diritto pubblico all’Università di Milano Bicocca, è il nuovo presidente provinciale delle Acli a Piacenza.
Lo ha votato il 14 ottobre il neoeletto consiglio provinciale riunitosi nell’aula magna del Seminario vescovile.
Questi gli altri incarichi assegnati: Pier Luigi Volta vicepresidente vicario; Maurizio Stragliati amministratore; Mariacarlotta Benatti responsabile dello sviluppo associativo, Sara Losi responsabile della progettazione, Roberto Agosti, presidente uscente, responsabile del coordinamento servizi; Corrado Gregori vicepresidente.

Pubblicato il 15 ottobre 2020

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