E’ stata inaugurata la nuova sede della filiale di Sant’Angelo Lodigiano della Banca di Piacenza, trasferitasi al civico 10 di Piazza Libertà, a pochi metri di distanza dalla vecchia sede ma in locali più ampi e ristrutturati a nuovo. I lavori sono stati coordinati dall’Ufficio tecnico della Banca, retto da Roberto Tagliaferri.
Il presidente del popolare Istituto di credito Giuseppe Nenna, il direttore generale Angelo Antoniazzi, Elisabetta Molinari della Direzione Rete, l’ing. Tagliaferri e Caterina Tei (che ha seguito direttamente la ristrutturazione della sede) sono stati accolti dal direttore della filiale Michele Coppi e dagli altri dipendenti Dario Tonini, Giuseppe Bianchi e Mattia Ghizzinardi. Presenti anche Luigi Cerioli del Comitato di credito, l’ex titolare Giuseppe Moretti e alcuni clienti (tra questi, Alessandro Quaini, Alessandro Varacalli e Alessandra Cutri, Adolfo Belotti, Davide Semenza, Danila De Ruvo, Giuseppina Daccò, Galdino e Federico Medaglia, Paolo Cerri).
«Siamo presenti in questo territorio da 18 anni - ha sottolineato il presidente Nenna - e abbiamo voluto farci un regalo per essere diventati maggiorenni: trasferire la filiale in locali più funzionali e luminosi. La Banca - ha proseguito - sta andando bene, dopo che lo scorso anno abbiamo chiuso il miglior bilancio in 87 anni di storia. Siamo l’unica banca rimasta locale e mentre le altre chiudono sportelli, noi li apriamo. Da sempre restiamo vicini ai territori dove siamo insediati, dunque anche a Sant’Angelo, zona dove c’è tanta concorrenza. Ma noi abbiamo personale competente e accettiamo la sfida, orgogliosi - ha concluso il presidente - di essere, anche, una banca etica».
Il direttore Antoniazzi ha ribadito l’ottimo andamento dell’Istituto di credito: «Nel 2022 abbiamo fatto registrare l’utile più alto di sempre, quest’anno tutti i dati sono in miglioramento rispetto allo scorso anno e stiamo crescendo più del sistema. Questo ci fa guardare al futuro con parecchio ottimismo. Siamo una banca di territorio concentrata su Piacenza ma che vuole valorizzare la presenza al di fuori della nostra zona d’elezione. Attenzione quindi ai territori limitrofi e quindi anche a Sant’Angelo Lodigiano, piazza che ci darà tante soddisfazioni». Il direttore generale si è detto contento della scelta dei nuovi locali, che hanno una nuova immagine e una dimensione più funzionale alle esigenze della Banca.
Il parroco don Ermanno Livraghi ha quindi impartito la benedizione alla nuova sede, coinvolgendo i presenti in un momento di preghiera e ringraziando l’Istituto di credito per l’eticità del proprio modo di fare banca.
La dipendenza nella nuova sede ha aumentato, da due a cinque, gli spazi riservati all’attività di consulenza, mantenendo il servizio di cassa e aggiungendo quello delle cassette di sicurezza. La ristrutturazione ha riguardato anche gli impianti tecnologici, ora più performanti dal punto di vista energetico e ambientale.
Nella foto, don Ermanno Livraghi benedice i locali della nuova sede della filiale di Sant'Angelo Lodigiano.
Nella foto, Armand Dragoj, il secondo da destra, responsabile dell’Hospice per conto del gestore Asp Azalea.
Riconoscere atti e comportamenti di solidarietà umana per la promozione e la difesa della vita. Questo lo scopo del Premio “Solidarietà per la vita Santa Maria del Monte”, da 33 anni assegnato dalla Banca di Piacenza, che quest’anno sarà consegnato all’Hospice di Borgonovo Val Tidone dal prefetto Daniela Lupo. La cerimonia di consegna si svolgerà domenica 26 giugno nel santuario di Santa Maria del Monte, a Nibbiano, nel comune di Alta Val Tidone, al termine della messa delle 18 celebrata dall’arcivescovo mons. Piero Marini, già cerimoniere pontificio di Giovanni Paolo II, originario della nostra diocesi. A decidere l’assegnazione del premio è una commissione, presieduta dal prefetto Lupo e composta da don Gianni Quartaroli, rettore del santuario di Santa Maria del Monte, Franco Albertini, sindaco di Alta Val Tidone, accompagnato dall’assessore Giovanni Dotti, Lavinia Curtoni, responsabile dell’Ufficio relazioni esterne della Banca di Piacenza e Paola Farroni, ispettrice provinciale delle infermiere volontarie della Croce Rossa.
La motivazione
“Nella delicata funzione di assistenza di persone con malattie in fase avanzata, per le quali ogni terapia finalizzata alla guarigione non sia più possibile, l’équipe multiprofessionale della struttura privilegia l’umanizzazione delle cure e dell’assistenza stessa, offrendo ampio spazio al sistema dei valori del malato: rispetto della dignità, della personalità, della spiritualità e fede religiosa, dell’autonomia e della privacy. L’attenzione non è solo per il paziente, ma è orientata anche al miglioramento della qualità di vita dei famigliari: a coloro che abitano lontano o che hanno difficoltà di spostamento, la struttura offre due camere arredate e dotate di ogni comfort, dove poter alloggiare per assistere i loro cari ricoverati”.
Dedicarci alla persona a 360 gradi
“Aver ricevuto il premio è per noi motivo di soddisfazione – commenta Armand Dragoj, responsabile dell’Hospice per conto del gestore Asp Azalea – è un riconoscimento del lavoro degli operatori dopo i tanti sacrifici, specialmente nel periodo Covid, che si aggiunge al riconoscimento più grande, quotidiano, dei familiari”. La struttura offre gratuitamente un servizio di cure palliative. “La nostra missione – spiega – è dedicarci alla persona a 360 gradi. Abbiamo a disposizione un personale di ottimo livello, a partire dal direttore sanitario, il dottor Flavio Mazzocchi. Il nostro servizio, svolto in équipe, ha come obiettivo il controllo del dolore e dei sintomi, ma anche la gestione di problemi psicologici, sociali – aumentati molto nell’ultimo periodo – e spirituali”.
I familiari possono vivere in hospice con i pazienti
Importante è l’assistenza psicologica, a cura della dottoressa Michela Tiozzo, che ha un’esperienza quasi ventennale sul campo e segue pazienti e familiari: questi ultimi sia durante la degenza che dopo, per elaborare il lutto. Il servizio psicologico ha in carico anche il personale sanitario dell’Hospice. Anche le famiglie vengono prese in carico. “Ai parenti è consentito trasferirsi in hospice per stare vicini ai pazienti – riferisce Dragoj – non abbiamo mai smesso, neanche durante la pandemia. Nella stanza del paziente c’è una poltrona che può diventare un letto per accogliere i familiari. Al piano di sotto ci sono anche due stanze adibite al sollievo dei parenti: lì possono recarsi per staccare e recuperare le forze. C’è bisogno di un enorme dispendio di energie per soddisfare tutti i bisogni dei pazienti”.
L’équipe della struttura
La struttura dispone di dieci posti letto, tutti quasi sempre occupati. “La richiesta è superiore, ma per il momento la nostra possibilità è questa. In questo è fondamentale il lavoro di rete che svolgiamo insieme all’Hospice ‘Casa di Iris’ di Piacenza, per garantire le massime cure possibili alle persone che ne hanno bisogno”. L’équipe dell’Hospice di Borgonovo è formata da: Armand Dragoj, responsabile; Flavio Mazzocchi, direttore sanitario; Michela Tiozzo, psicologa; più una fisioterapista, sette infermieri, otto operatrici sociosanitarie, un’ausiliaria che si occupa della sanificazione e delle pulizie e un servizio di receptionist. “Siamo sempre aggiornati per utilizzare strategie più possibile mirate verso il paziente: seguiamo i suggerimenti della Sicp – Società italiana di cure palliative – attraverso corsi di formazione in collaborazione con altre realtà del territorio”.
L’associazione, Amici dell'Hospice
A sostegno e in stretta collaborazione con la struttura c’è l’associazione Amici dell’Hospice di Borgonovo, presieduta da Elisa Guasconi, nata nel 2005 con l’intento di sostenere la struttura, il personale e gli ospiti. Oggi l’associazione conta circa venti volontari. “Siamo parte integrante dell’hospice – afferma Elisa Guasconi – che negli anni abbiamo sostenuto in modi diversi: attualmente, alcune attività sono legate a raccolte fondi per progetti di formazione interna del personale, un punto in cui l’hospice crede fermamente. Così come il decoro e la manutenzione degli ambienti della struttura e delle aree esterne. Un’altra azione che portiamo avanti in sinergia con l’hospice è quella di sensibilizzazione dei cittadini: è importante, per noi, dare le giuste informazioni sia sulle cure palliative, e sul diritto a riceverle, sia sull’hospice e sui suoi servizi”.
Obiettivi principali: cura e sollievo
“La carezza è servita” è un progetto nato quando l’assistenza di persona, a causa del Covid, era impossibile. “In collaborazione con alcuni ristoratori locali cuciniamo alcuni piatti per i pazienti: è un modo per tendere la mano agli ospiti, il piatto diventa il pretesto per creare un contatto con loro”, spiega Guasconi. Sono tutte iniziative che rientrano nel progetto di cura e sollievo, principio base della mission dell’Hospice di Borgonovo. L’associazione ha contribuito, inoltre, al progetto di riqualificazione energetica della struttura e tuttora opera insieme al personale al fine di offrire una cura che sia sempre più di qualità. I volontari dell’hospice sono chiamati a una formazione continua. “Si è appena concluso un percorso di formazione – conclude Guasconi – adesso procederemo con il prossimi step che prevede un tirocinio”.
Serata elegante e partecipata al Castello di San Pietro in Cerro per il passaggio di consegne al vertice del Rotary Club Piacenza; nuovo presidente, a partire dal primo luglio, il viceprefetto Luigi Swich. Il Club più antico tra quelli piacentini, ha festeggiato questo importante momento dell’anno rotariano nel Castello messo a disposizione da Franco Spaggiari, con la partecipazione del Governatore del Distretto 2050 Carlo Conte e della DRFC Lorenza Dordoni, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico dell’Emilia Romagna Vincenzo Colla e che ha visto un gran numero di soci con i loro ospiti. Una serata caratterizzata da grande eleganza, in una incantevole location, condotta dal giornalista Carlandrea Triscornia e, piacevolmente scandita da un quartetto di giovani musicisti del Conservatorio Nicolini di Piacenza. Significativo il saluto del Governatore Carlo Conte che ha più volte rimarcato l’ottimo lavoro svolto quest’anno dalla Presidenza e dal Consiglio, sottolineando il rapporto di sincera amicizia creatosi con Struzzola e che lo ha visto più volte presente ad iniziative del Club. A seguire il saluto dell’assessore Colla che ha voluto rimarcare l’antica amicizia e stima che lo legano al Presidente Struzzola dai tempi del suo ruolo come sindacalista. Giovanni Struzzola, presidente uscente, ha tracciato il bilancio di un anno di attività al vertice del Club rotariano e lo ha fatto ricordando le attività svolte ma anche proponendo un video divertente ed ironico preparato da Triscornia. Tanti i service portati a termine, ma tante anche iniziative culturali e di convivialità. Un anno intenso nel quale il Rotary Piacenza ha confermato la sua compattezza, nello spirito di amicizia e condivisione che sta alla base del Rotary, e il suo valore come motore di solidarietà e sviluppo del territorio. Nel programma del presidente uscente Struzzola e della sua squadra non sono mancate occasioni di approfondimento dei temi di maggior attualità, ma ci sono state anche serate dedicate al buon cibo e al piacere di stare insieme. Al termine della cena, l’avvicendamento tra Struzzola e Swich, si è svolto con un po' di emozione per entrambi. Alla consegna del collare che porta con sé tutti i precedenti Presidenti e tutta la storia del Rotary Piacenza è seguito il saluto ed il ringraziamento del presidente Swich, con la presentazione della squadra Consiglio Direttivo e Commissioni, che lo affiancherà per il prossimo anno rotariano, al quale tutti i presenti hanno rivolto un caloroso applauso di augurio ed incoraggiamento.
Accogliere, ascoltare, orientare e accompagnare: sono alcune delle parole che possono raccontare l’esperienza innovativa del Punto di Comunità, al via anche nel distretto Valli Taro e Ceno dell’Azienda Usl di Parma. Lo scorso 15 giugno all’Ospedale di Borgotaro, è partito infatti il percorso di formazione rivolto alle associazioni di volontariato che gestiranno questo spazio, attivo dal prossimo autunno; si tratta di un luogo nel quale sarà possibile tessere una rete di sostegno e supporto alle persone, in particolare quelle con fragilità. Orientamento sui servizi sanitari e socio-sanitari, aiuto nelle piccole pratiche burocratiche, informazioni e funzione di ascolto, ma non solo: in questo spazio gratuito animato da volontari sarà possibile pianificare attività da fare insieme o piccole azioni solidali. Si chiama “empowerment di comunità”, ovvero un insieme di attività da parte di persone che agiscono per influenzare positivamente la qualità della vita nella propria comunità. Il progetto, che anche in Valtaro è stato organizzato dall’Ausl con la collaborazione di Csv Emilia, del Comitato consultivo misto del distretto ed il supporto dell’Unione dei comuni Valli Taro e Ceno, del Comune di Borgotaro e dell’Asp Rossi-Sidoli, prevede una fase iniziale in cui i rappresentanti delle associazioni di volontariato seguiranno un percorso di formazione, al termine del quale partirà ufficialmente l’esperienza del Punto di comunità, con un locale appositamente realizzato all’interno dei poliambulatori, al piano terra dell’ospedale valtarese.
“Il Punto di Comunità – ha spiegato il Direttore del distretto Ausl Valli Taro e Ceno Giuseppina Rossi - è innanzitutto una nuova opportunità di collaborazione con il mondo del volontariato, che nel nostro territorio è fortunatamente molto radicato e rappresentato. Il suo obbiettivo - ha continuato Rossi – è quello di ascoltare e fare emergere i principali bisogni e le necessità dei cittadini, in particolare nelle fasce di popolazione più fragili". “Partiamo anche in valtaro e valceno con questo importante progetto – ha invece commentato Simona Tedeschi di Csv Emilia – con l’obiettivo di rendere attivo entro pochi mesi questo punto di ascolto e orientamento, il secondo in provincia dopo quello dell’Ospedale di Vaio. Al momento abbiamo già raccolto l’adesione di tredici volontari, ma abbiamo ancora bisogno di aiuto. Invito tutti coloro che sono interessati – ha concluso – di entrare a far parte di questo progetto".
La presidente della Provincia Monica Patelli e la consigliera con delega alle Pari Opportunità Claudia Ferrari, presidente del Tavolo provinciale di confronto contro la violenza alle donne, hanno incontrato nel pomeriggio di mercoledì 14 giugno Donatella Scardi, presidente del Centro Antiviolenza di Piacenza Ass.ne “La Città delle Donne O.d.v.”, e alcune componenti del direttivo della realtà attiva dal 1996.
La visita è stata l’occasione per un confronto su passato, presente e futuro del Centro Antiviolenza (che ha valenza provinciale, essendo l’unico accreditato) e per una illustrazione delle sue attività di ascolto, accoglienza, sostegno e ospitalità protetta per donne vittime di violenza, minacciate o esposte a qualsiasi forma di maltrattamento, nonché per una disamina rispetto alle caratteristiche del fenomeno sul nostro territorio e agli strumenti che la legge mette a disposizione di chi subisce violenza.
“Dialogo e sinergia tra le istituzioni e le diverse realtà quotidianamente impegnate su questi difficili fronti - hanno commentato la presidente Patelli e la consigliera Ferrari - sono fondamentali per rafforzare la rete territoriale e le strategie operative in grado di realizzare sempre più efficaci interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza nei confronti delle donne. In questo senso va il Protocollo operativo interistituzionale che anche la Provincia ha sottoscritto lo scorso 17 marzo in Prefettura, e nella stessa direzione continueranno a procedere sia l’azione dell’Amministrazione provinciale sia le iniziative del Tavolo provinciale di confronto contro la violenza alle donne”.
“Combattiamo - ha osservato la presidente Scardi - un fenomeno che, per numeri e trasversalità, non consente distrazioni. Per questo motivo è fondamentale sentire la vicinanza e il sostegno delle istituzioni locali e continuare a lavorare in un’ottica di rete, puntando su percorsi di sostegno e di reinserimento sociale e lavorativo che mettano al centro della relazione d’aiuto la donna, rispettandone i tempi, le scelte e l’autodeterminazione”.
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