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Notizie Varie

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Alla Protezione della Giovane è arrivato Babbo Natale

natale

Babbo Natale, si sa, è nel mondo il più grande amico dell'infanzia. Papà buono di tutti i bambini, ogni anno piccoli e ragazzini attendono in fermento i suoi doni all'avvicinarsi del 25 dicembre: soprattutto per i più poveri e meno fortunati, un semplice regalo portato dal buon vecchio con la barba bianca significa grande festa.
Nella casa di Via Tempio, all'Istituto di solidarietà femminile Protezione della Giovane guidato da Giuseppina Schiavi, Babbo Natale è addirittura arrivato in anticipo e lo scorso sabato 16 dicembre ha portato una ventata di gioiosa allegria tra i piccoli ospiti della struttura e le loro mamme.
Nella casa piacentina dedicata ad accoglienza e integrazione di donne migranti con i loro figli, il pomeriggio scorre all'apparenza simile a tanti altri: bambini di varie nazionalità coinvolti in giochi  condivisi con i coetanei, voci, risate, corse, qualche capriccio, mamme attente, insieme alle ragazze volontarie della struttura, che i figli non si facciano male e alcune impegnate ad allattare e coccolare i più piccoli.

Un clima di colorata multiculturalità che alla Protezione della Giovane si respira quotidianamente, ma che quel pomeriggio si sa debba venire arricchito da una visita importante. Tutti gli ospiti della casa, compresi molti che lo sono stati ma che ormai hanno cominciato a condurre una vita autonoma, si sono infatti riuniti nel salotto di casa a giocare e aspettare, adornati da graziosi cerchietti e cappelli natalizi. Un'improvviso, famigliare scampanio fa calare per un attimo il silenzio tra i presenti, che poi entusiasti gridano in coro: “è arrivato Babbo Natale”! Il vecchio dalla veste rossa e la barba bianca, il viso rubizzo e lo sguardo bonario che si fa largo tra bambini e bambine carico di doni non è un Babbo Natale qualunque: si tratta di Oreste Guglielmetti della Croce Bianca di Piacenza, piccoli e mamme di via Tempio lo conosco bene. Sono sei anni infatti che Oreste veste i panni di Babbo Natale per la Protezione della Giovane. Da quando – ha spiegato Giuseppina Schiavi - ha fatto nascere in ambulanza il piccolo Oreste (diventato poi uno degli ospiti della struttura e per lui una sorta di figlio adottivo) durante il viaggio verso l'ospedale con la madre in procinto di partorire. È mancato il tempo di arrivare e Oreste è nato in barella”.
“È stata una grande emozione – ha poi raccontato lo stesso Guglielmetti -, soprattutto quando, alla richiesta dei medici ospedalieri di come volesse chiamare il bambino appena nato, la madre di Oreste non parlando italiano ha indicato il mio cartellino. Da allora mi sono sempre interessato a loro. Ho scoperto poco dopo che la notte in cui l'abbiamo soccorsa per il parto la ragazza stava scappando da un centro d'accoglienza. Ho quindi preso contatto con Giuseppina per includere madre e bambino alla Protezione della Giovane, rendendoli così protagonisti di un percorso di integrazione linguistica e sociale.
Da quando è con Giuseppina – continua - vengo regolarmente qui a trovare Oreste, qualche volta lo porto fuori a mangiare la pizza, mi informo sui suoi progressi e le sue necessità e sono anche il Babbo Natale di tutti i bambini della casa: un ruolo a cui tengo particolarmente.”

Un Babbo Natale molto speciale quindi quello di via Tempio, che anche in questo 2023 non si è dimenticato di svuotare i suoi sacchi dorati per consegnare un pacchetto a ciascun bambino. Ognuno, chiamato per nome e accompagnato dalla propria mamma, ha ordinatamente ritirato il proprio dono: bambole, barbie, o cavallini giocattolo da portare a spasso e pettinare per le bambine; camion, macchinine telecomandate o supereroi con cui cui giocare per maschi. Vestitini ai più piccoli. Qualche libro da leggere poi non guasta mai, soprattutto se a scuola si fatica un po' e l'italiano si conosce ancora poco. E, immancabili per tutti, cioccolatini e caramelle. Desiderosi di scartare e di scoprire il dono ricevuto, subito tutti i bambini cominciano a giocare senza sosta con i regali di Babbo Natale: quasi che dubitino che quei regali siano veramente per loro.

A spiegare il senso dell'iniziativa ci pensa Giuseppina Schiavi, responsabile della Protezione della Giovane: “Abbiamo scelto Babbo Natale per il significato universale del dono che lo rappresenta – ha detto -, più facile da comprendere rispetto a San Lucia per le differenze religiose delle persone che accogliamo e anche rispetto alla Befana, che potrebbe ricordare paure, violenze e feticci della cultura sud sahariana. Ora i nostri piccoli ospiti sono 9. Non avevano mai conosciuto la festa del Natale e tanto meno Babbo Natale.”
Gli adulti - prosegue- sono giovani donne arrivate con la rotta mediterranea o balcanica. Alcune senza figli e altre con i loro bambini: a volte portati durante il percorso migratorio, ma nella maggior parte dei casi nati qui. Oltre alle nostre ospiti attuali, oggi però ci sono anche tre nuclei arrivati da noi in precedenza. Donne sole che poi hanno avuto figli, e in uscita le abbiamo aiutate nel processo di ricongiungimento con i lor compagni e a sistemarsi in una nuova casa. Oggi continuiamo a seguire questi nuclei famigliari nel percorso di integrazione, nella compilazione dei documenti per il lavoro, nelle visite mediche, nell'iscrizione e nell'andamento scolastici. Alcune donne hanno invece in corso la pratica per far arrivare i figli in Italia e crescerli nella nuova famiglia che si sono costruite. Tunisia, Gambia Costa d'Avorio, Camerun, India i più frequenti Paesi di provenienza.
“Ci aiutano in questo impegnativo, ma bellissimo cammino di integrazione diversi volontari – precisa Giuseppina – , come Laura, due giovani scout della Sacra famiglia e del Preziosissimo Sangue, oltre che tre suore della Congregazione di S. Matadi del Congo. Loro si occupano di accoglienza, cura pastorale, assistenza e accompagnamenti, nel rispetto delle varie etnie e confessioni religiose. Sentirsi chiamare nonna dai bambini mi rende felice e ripaga di ogni fatica”.
Negli occhi dei piccoli ospiti di via Tempio brillano ancora lo stupore e la gratitudine di ricevere un dono. Abituati a difficoltà e precarietà di ogni tipo, capaci di vivere con poco o niente, non danno per scontato neppure un gesto d'affetto, un semplice regalo è per loro gioia pura. Per questo il loro Babbo Natale è stato speciale: un piccolo scampolo di felicità genuina, che noi, troppo spesso assuefatti all'eccesso, sembriamo aver perso.

Micaela Ghisoni

Pubblicato il 20 dicembre 2023

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Presentata la nuova App dei commercianti piacentini

Presentazione App Confcommercio 01

E’ stata presentata  la nuova App sviluppata da Confcommercio Piacenza per essere ancora più vicina ai propri associati.  L’idea di portare un carnet di servizi direttamente sugli smartphone dei commercianti piacentini è nata dalla costatazione che ormai i cellulari sono una parte integrante della quotidianità di tutti, in ogni fascia d’età e dunque sono il mezzo migliore per restare in contatto, anche nel fare impresa.

L’associazione di strada Bobbiese ha deciso di aprire un canale di comunicazione diretta con i propri iscritti, creando una comunità, che di virtuale ha solo il mezzo tecnico utilizzato ma che si traduce in opportunità reali e concrete per tutti.

Il cuore dell’App sarà quello dei servizi rivolti ai commercianti. Tramite l’applicazione i soci non solo riceveranno, in tempo reale, da parte di Confcommercio tutte le comunicazioni che li interessano ma potranno anche compilare ed inviare all’Unione moduli e documenti direttamente dallo smartphone, senza doverli scaricare, rendendo l’intero processo più celere e immediato. 

Verrà data visibilità alle tante manifestazioni ed agli eventi che l’Unione Commercianti organizza durante l’anno ed al contempo si veicoleranno le notizie che riguardano le specifiche categorie.

L’applicazione per i commercianti sarà disponibile per il download, a partire da gennaio, su Google Play Store e su Apple Store.

Di grande interesse è poi la partnership stretta con Confindustria grazie alla quale i soci di Confcommercio potranno entrare a far parte del circuito di Confindustria Card. Da un lato i possessori della tessera di Assindustria potranno usufruire di sconti e promozioni loro riservate, dall’altro i commercianti avranno l’opportunità di ampliare la propria clientela.

«L’applicazione – ha spiegato Raffaele Chiappa presidente di Confcommercio Piacenza – ci permette di essere presenti al fianco dei nostri associati con informazioni molto più rapide ed immediate, fornendogli un servizio sempre migliore. C’è poi un aspetto importante quello della promozione commerciale attraverso l’accordo con Confindustria: il nostro obiettivo è mettere a disposizione dei soci una rete di circa 11/12.000 potenziali clienti. I nostri iscritti potranno decidere di aderire alla App ed alla convenzione entrando così in questo circuito ed avendo un’opportunità molto interessante per promuoversi».

«Siamo partiti con la Confindustria Card circa 15 anni fa – ha detto il direttore di Confindustria Piacenza Luca Groppi – ed era uno strumento che aveva come obiettivo il  welfare dei dipendenti delle nostre imprese, un modo per dare loro una mano e per aumentarne il potere d'acquisto. Oggi è diventata anch’essa una applicazione e conta circa 11.000 iscritti che hanno la possibilità di accedere ad una scontistica con una serie di esercizi di Piacenza.  Molto volentieri aderiamo a questa partnership con Confcommercio, con l'obiettivo di allargare la rete di negozi che concedono sconti ai nostri dipendenti. Erano 88 ed ora, con questa collaborazione, contiamo di farli aumentare in maniera importante».

Nella foto, la presentazione della nuova App di Confcommercio Piacenza.

Pubblicato il 19 dicembre 2023

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Gragnano, Santa Lucia va a trovare oltre cinquanta famiglie

lucia

Anche quest’anno Santa Lucia ha fatto tappa nel comune di Gragnano per portare doni ai bambini che hanno voluto incontrarla. Accompagnata dal fido Castaldo e dai volontari di Anspi-Madonna del Pilastro, la Santa, durante la serata, ha fatto visita a oltre 50 famiglie che, tramite l’associazione, hanno scritto alla Santa del loro desiderio di incontrarla. Si possono immaginare la trepidazione dell’attesa e le emozioni dell’incontro sia da parte dei bambini che dei familiari. Si tratta di un ritorno: è questa infatti la terza volta in cui Santa Lucia ha bussato alle porte delle case di Gragnano. Precedentemente incontrava i bambini che lo desideravano, presso il salone don Bosco della Parrocchia del Pilastro, dove arrivava con calesse carico di doni e trainato da un asinello.

Quest'anno però la Santa ha voluto prevedere una tappa inconsueta: la Chioccetta a Tuna. “Si sa che invecchiando si ritorna bambini”, avrà pensato la Santa che così ha deciso di portare doni anche agli ospiti della struttura. L’iniziativa è possibile grazie alla disponibilità di Paola Molinari, Luigi ed Elisa Montanari e Fabio Maserati nonché alla disponibilità dei vari volontari del Circolo Anspi. Si ricorda che Santa Lucia è da sempre venerata presso il Santuario della Madonna del Pilastro dove tutti gli anni si celebra una messa a lei dedicata.

Pubblicato il 17 dicembre 2023

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In Cattolica il Graduation Day del Double Degree per 50 studenti

 campus Piacenza atrio

 

Si terrà mercoledì 20 dicembre, a partire dalle ore 10.30, nell’auditorium Mazzocchi del campus di Piacenza, il Graduation day del Double Degree, la cerimonia dal gusto anglosassone della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica.
Vestiti in toga e tocco, saranno 50 gli studenti che verranno proclamati dottori in Economia Aziendale, percorso International Management, che offre la possibilità di scegliere un percorso internazionale di studio e stage ottenendo contemporaneamente tre titoli: dall’Università Cattolica la laurea di primo livello in Economia Aziendale (percorso International Management) e il master di primo livello in Management Internazionale, e dal partner estero il titolo di studio universitario locale, a seconda della destinazione scelta tra le Business School di Reims, Francia; Reutlingen, Germania; Lancaster, Gran Bretagna; Puebla, Messico; Breda, Olanda; North Carolina State University, Stati Uniti; ELON University, Stati Uniti.
La cerimonia prevede, prima della proclamazione, i saluti della preside di facoltà professoressa Anna Maria Fellegara e della professoressa Laura Zoni, coordinatrice del Double Degree.
«Il programma accademicamente robusto e rigoroso - dice Zoni - non è la sola cosa che segnerà la vita e il percorso professionale di questi ragazzi. Ad oggi sono stati più di 350 gli studenti italiani che nel tempo hanno frequentato il Double Degree e questa esperienza ha dimostrato che la mobilità internazionale è l’elemento più forte e qualificante del loro percorso. In un mondo sempre più globale la mobilità internazionale è maestra di vita, aiuta ad accettare le diversità, a combattere i pregiudizi e a sviluppare il pensiero critico».
La cerimonia, come da tradizione, si concluderà con il lancio del tocco: «per aspera ad astra!»

Pubblicato il 19 dicembre 2023

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Groppi e Cova a Cives: «Come viene prodotta l’energia per le auto elettriche? Non demonizziamo il diesel»

giovannigroppi

“Le auto elettriche non sono la soluzione migliore per ridurre le emissioni”. Gli ingegneri Giovanni Groppi e Bruno Cova arrivano a questa conclusione dopo aver analizzato scientificamente l’intera filiera dell’elettrico, partendo dalla produzione dell’energia. In pratica, se l’energia elettrica è generata da fonti non sostenibili, il gioco non vale la candela. Se n’è parlato venerdì 15 dicembre al corso di formazione “Cives” all’Università Cattolica di Piacenza. Non solo l’energia in sé, ma anche i materiali e la questione dello smaltimento delle batterie deteriorate sono fattori che alimentano il dubbio sulla sostenibilità effettiva di un tipo di mobilità da molti considerata come “green”.

Emissioni inquinanti e climalteranti

Groppi, imprenditore, è docente all’istituto superiore di scienza dell’automobile di Modena; Cova vanta una lunga esperienza al Centro elettrotecnico sperimentale italiano (Cesi). Per introdurre il tema della serata, Groppi premette che “il tema della mobilità sta subendo un cambiamento mai visto prima. L’impostazione particolarmente attenta ai problemi ecologici – dice –, caratteristica delle politiche degli ultimi decenni, ha posto giustamente al centro dell’attenzione la cura dell'ambiente e la salute dell’uomo. In ogni campo, ma soprattutto in quello relativo alle emissioni in atmosfera, prevalgono e prevarranno sempre di più quelle soluzioni tali da assicurare il miglior compromesso tra le esigenze dell’ambiente e quelle del mercato, e l’evoluzione della mobilità sarà sempre più influenzata, se non determinata, da scelte ecologiche”. L’incontro parte da una distinzione fra le emissioni, inevitabili, dei motori termici. “Esistono emissioni inquinanti – spiega Groppi – dannose per la salute dell’uomo in modo diretto e locale, come l’ossido di carbonio, gli idrocarburi incombusti, gli ossidi di azoto NOx e il particolato PM, ed emissioni climalteranti, come l’anidride carbonica, che di per sé non è un inquinante. Quando espiriamo, tutti emettiamo CO2, che è presente sul pianeta nella crosta terrestre, negli oceani, nella biosfera. Un perfetto equilibrio ha permesso l'ambiente vivibile che conosciamo. L’anidride carbonica è un gas serra il cui accumulo in atmosfera causa il riscaldamento del pianeta dovuto all’effetto serra. Questo accumulo, che altera l’equilibrio che da millenni consentito la vita sulla terra, è causato dall’uomo e dalle sue attività, dalla rivoluzione industriale in poi. Le emissioni di CO2 hanno quindi un effetto indiretto e globale sulle condizioni di vita del pianeta: se l’Europa azzera le emissioni di CO2 non si risolve il problema, tutto il pianeta dovrebbe farlo”.

“La criminalizzazione del diesel non ha fondamento scientifico”

La legislazione in merito di inquinamento “stradale” negli anni ha raggiunto diversi traguardi, il 1991 segna un punto importante: da quel momento le norme europee sono vincolanti per l’omologazione dei veicoli e la loro vendita nel territorio dell’Unione Europea. “In 40 anni in Europa – continua Groppi – tra gli organi legislativi e di controllo e i costruttori si è sviluppato un rapporto virtuoso che ha portato a grandi risultati, di cui hanno beneficiato tutti i cittadini europei. L’abbattimento delle emissioni inquinanti è stato progressivo e rispettoso dei tempi tecnici di realizzazione, ma continuo e ambizioso. I costruttori hanno fatto grandi sforzi, ma è sempre stato garantito il rispetto della «neutralità tecnologica»: il legislatore fissa gli obiettivi, ai costruttori le modalità del raggiungimento di tali obiettivi”. Come siamo messi oggi? Un grafico mostra come, dalla classe di emissione Euro 0 all’Euro 6, sono stati raggiunti risultati importantissimi sul piano delle emissioni. “Vinta la battaglia contro le emissioni inquinanti – dice ancora – ci si è trovati a combattere contro un nuovo nemico: le emissioni di CO2. Nel 2016 tutti gli Stati europei hanno firmato l’accordo di Parigi (COP21), il primo vincolante in modo stringente sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica”. Ma Groppi, sulla base delle evidenze scientifiche elaborate, sostiene che “mercato e produttori in questi anni si sono comportati male, si sono fatte delle scelte controproducenti” che sarebbero “l’irrefrenabile ascesa dei suv, che emettono più degli altri segmenti di veicoli” e “la criminalizzazione del diesel”. “I motori diesel – osserva Groppi – sono notoriamente più efficienti di quelli a benzina e hanno un miglior rendimento. La criminalizzazione del diesel, senza motivi tecnici, ha spostato gli acquisti verso le motorizzazioni benzina, che hanno maggiori consumi e quindi maggiori emissioni di CO2. Quando si ragiona bisogna sempre tenere presente l’obiettivo finale: ridurre le emissioni di CO2 nel modo più rapido ed efficace”.

Se produrre energia inquina, l’auto elettrica non è “green”

Bruno Cova si concentra sull’origine dell’energia, un aspetto spesso trascurato quando si parla di mobilità. “Le riviste specializzate parlano di elettrico con emissioni zero, ma in realtà è un messaggio fasullo – afferma – perché si pensa solo dal serbatoio alla ruota. Ma, se si va a monte, si scopre che i processi di produzione dell’energia elettrica e di fabbricazione delle batterie generano emissioni”. Le cattive abitudini sarebbero altre. “In vent’anni il parco macchine italiano sta invecchiando: siamo passati da un’età media di 8,8 anni a 12,2 anni con 0,72 veicoli pro capite”. Questione ambientale a parte, la transizione all’elettrico comporterebbe ricadute anche su altri piani: “Avrebbe un grosso impatto sociale, in quanto si rischierebbe di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro. E poi, in termini di convenienza, si rischia il mobility divide, perché le auto elettriche costano ancora molto di più rispetto a quelle a motore termico”. Al Cesi, Cova si occupa anche delle colonnine che erogano energia per le auto, che “dovrebbero avere a monte una rete adeguata”. Oggi “si sta puntando su colonnine sempre più potenti, perché ad esempio da fredde le batterie si caricano molto più lentamente”. Altre due questioni da tenere sotto controllo sono l’autonomia dell’elettrico, che permette di percorrere relativamente pochi chilometri con un “pieno”, e la reperibilità dei materiali, che avrebbe peraltro risvolti geopolitici, in quanto “la Cina detiene praticamente il monopolio su litio, cobalto e nichel”.

Le emissioni dipendono dal sistema di produzione dei singoli Stati

Due scenari ipotizzati. “Il futuro dell’auto non sarà elettrico, ma eclettico”, sostiene Groppi, che nel primo caso immagina che tutte le auto circolanti diventino da subito elettriche e l’infrastruttura risulti adeguata. “Il sogno dei commissari europei”, dice. Ad avallare la sua tesi è la piattaforma interattiva En-roads, che simula l’aumento della temperatura media globale nel 2100 a fronte di cambiamenti impostati dall’utente. Il sistema, aumentando al massimo l’elettrificazione del trasporto lasciando inalterate le altre componenti, restituisce il medesimo aumento di temperatura: 3,3 gradi centigradi. “L’auto elettrica ha punti di forza e di debolezza – afferma Groppi - non esiste l’auto a zero emissione. Ogni stazione di ricarica ha un mix energetico fra fossili e rinnovabili”. Quest’ultimo aspetto dipende dallo Stato in cui si effettua la ricarica. “In Italia, per ogni chilowattora di energia prodotto, si emettono 371 grammi di CO2. Con una Tesla model S, ricaricando in Italia si avrebbero 56 g/km di emissioni, in Francia – con il nucleare – 10, in Polonia – con centrali quasi esclusivamente a carbone – 136, ossia più del termico. Il paradosso è che, se quella Tesla che circola in Polonia fosse a motore termico, non potrebbe circolare in Europa perché non rispetterebbe i parametri”.

Combustibili di nuova generazione

Il secondo scenario prende in esame e-fuels e biocombustibili. I primi sono prodotti a partire da energia rinnovabile, con un elaborato processo che cattura anche la CO2 dall’atmosfera. Gli altri originano dalla combustione di materiali vegetali di scarto come oli e grassi. “I vegetali hanno già assorbito anidride carbonica con la fotosintesi; quindi, l’emissione va a pareggiare il vantaggio ottenuto senza emettere ulteriormente”. Lo scenario futuro sarà costituito dalla “coesistenza fra veicoli elettrici, e-fuels e bio-fuels”, sostiene Groppi, che avverte: “Il benessere dell’uomo viene anche da un equilibrio con sé stessi”. Infine, Cova riflette sul carico contemporaneo del sistema. “Se si ottimizzassero le abitudini di utilizzo – pendolari, utenti residenziali, flotte aziendali e trasporti pubblici – delle colonnine, il sistema ne beneficerebbe”.

Francesco Petronzio

Nella foto, da sinistra Giovanni Groppi e Bruno Cova.

Pubblicato il 16 dicembre 2023

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