“Non c’è salute senza salute mentale”: la Regione Emilia-Romagna fa sue le parole dell’Organizzazione mondiale della sanità inserendo un altro tassello nel più complessivo riordino della rete dei servizi in corso. Sono state approvate dalla Giunta regionale le linee di indirizzo per l’implementazione della psicologia nelle Case della comunità, realizzate con il contributo degli esperti delle Aziende sanitarie e dell’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna. Il testo è uno dei primi a essere realizzati in Italia e ha suscitato l’interesse di altre Regioni e gruppi di lavoro nazionali degli psicologi, da tempo impegnati per ottenere dal Parlamento una normativa nazionale. Per l’Emilia-Romagna si tratta di un ulteriore passo verso l’attivazione di un servizio di supporto psicologico pubblico in tutte le Case della comunità, anche attraverso l’assunzione di nuovi professionisti. E grazie all’approvazione del documento, le Aziende sanitarie della Regione saranno in grado di partire con il nuovo servizio entro la fine del 2024. Intanto è stata avviata, con 25mila euro di risorse, la formazione di parte del personale che sarà coinvolto. Le linee di indirizzo rappresentano una sintesi degli interventi che si chiederanno ai professionisti per fornire supporto psicologico a una fascia della popolazione sempre più ampia: non solo anziani, la cui condizione psicologica sia messa alla prova da altre malattie, ma anche chi si prende cura di loro (i cosiddetti caregiver), adolescenti con le loro famiglie, neogenitori, persone che mostrino primi segnali di ansia o depressione. Obiettivo che sarà reso possibile anche grazie a strumenti tecnologici quali la telemedicina e la cartella elettronica. La consapevolezza sulla necessità di curare la salute mentale è cresciuta a livello mondiale con la pandemia di Covid-19, poi, in Emilia-Romagna, con le drammatiche conseguenze dell’alluvione del maggio scorso, quando fu allestita subito dalla Regione una rete di oltre 170 psicologi per fornire supporto alla popolazione. La stesura delle linee di indirizzo deve molto a queste esperienze sul campo e alle sperimentazioni avviate nelle Ausl già a partire dal 2015.
Sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2024-2025 del Quarto Anno Rondine. Fino al 31 gennaio anche gli studenti piacentini potranno candidarsi ad accedere a un’opportunità educativa e formativa riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito come percorso di sperimentazione per l’innovazione didattica. La Fondazione di Piacenza e Vigevano è partner di Rondine dal 2021 e sta attualmente contribuendo alla frequenza di una studentessa del liceo Colombini di Piacenza, che ha raccolto il testimone ideale da un’altra studentessa - la prima piacentina a partecipare - dell’anno scolastico trascorso. Rondine si rivolge a giovani dei Licei classico, linguistico, scientifico e delle scienze umane. Un’occasione irripetibile per allargare i propri orizzonti, mettersi alla prova come persona oltre che come studente, scommettere sulla didattica delle relazioni e iniziare a costruirsi il futuro. Una proposta formativa internazionale e interculturale unica che combina l’esperienza consolidata in quasi 25 anni di formazione di Rondine con il mondo della scuola italiana, attraverso il Metodo Rondine, accreditato come un modello di riferimento per la didattica innovativa. Recentemente il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha sottoscritto un nuovo protocollo per impegnarsi nella sua diffusione nella scuola riconoscendolo un valido strumento per promuovere “i valori del dialogo, dell’inclusione, della convivenza pacifica, della cittadinanza attiva e digitale e agevolare la lotta al bullismo e alla violenza nelle scuole”. «Da due anni ormai la Fondazione di Piacenza e Vigevano supporta con entusiasmo questo progetto, mettendo a disposizione una borsa di studio destinata a coprire in larga parte le spese di partecipazione di un giovane del territorio - sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e VigevanoRoberto Reggi -. Il tema del superamento dei conflitti è sempre più di attualità, e lo dimostrano, purtroppo, le vicende internazionali a cui assistiamo afflitti da un senso di impotenza. Appare sempre più importante privilegiare una formazione che affianca un percorso di studio d’eccellenzanelle discipline curriculari a modalità innovative di crescita e consapevolezza di sé, che supportano miglioramento personale, sviluppo di abilitàtrasversali e cultura relazionale»
Il Quarto Anno Rondine significa trascorrere un anno di scuola nella Cittadella della Pace (Arezzo), un ambiente capace di mettere in comunicazione Paesi e culture diverse grazie all’interazione con la World House di Rondine, lo Studentato internazionale che accoglie giovani laureati provenienti da luoghi di conflitto di tutto il mondo che hanno scelto di convivere per un periodo e di impegnarsi per la costruzione della pace. Un’opportunità unica in Italia per aprirsi al mondo e sviluppare un senso critico capace di abbracciare una visione globale. Il programma, inoltre, integra un percorso per mettere a fuoco il proprio talento, la vocazione professionale e una formazione alla progettazione sociale. Strumenti concreti per realizzare i propri sogni al servizio del bene comune. Non solo. Il Quarto Anno Rondine non finisce a giugno: la formazione continua a distanza anche nell’anno successivo, con il supporto di docenti e mentori di diversi ambiti professionali, accompagnando i giovani nella realizzazione concreta dei propri progetti.
Il progetto Quarto Anno Rondine è realizzato con il contributo di: Fondazione di Sardegna, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Deloitte, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Fondazione Andrea Biondo Istituto di Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Gecofin, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione ONLUS Niccolò Galli, Banca del Valdarno Credito Cooperativo – “Borsa di studio in memoria di BANI GIOVANNI”, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Mike Bongiorno, Fondazione Vincenzo Casillo, Associazione Patrizia Funes, 2MV, Fondo di solidarietà Quarto Anno Amici e Sostenitori e con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana ai sensi della L.R. 10/2021.
Per accedere alla selezione per l’a.s. 2024/25 e ai contributi a sostegno degli studenti è possibile inviare la propria candidatura online entro il 31 gennaio 2024 dal sito https://quartoanno.rondine.org/. Per informazioni scrivere a
Rinnovato il cda dell’ente Destinazione Turistica Emilia delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, dopo tre anni presieduti da Cristiano Casa. È Simone Fornasari il nuovo presidente di Visit Emilia, l’ente per la promo-commercializzazione turistica del territorio delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Durante l’assemblea, che si è svolta il 20 dicembre 2023 nella sede della Provincia di Parma, è stato eletto il nuovo consiglio di amministrazione, che ha incoronato neopresidente l’assessore al commercio e al marketing territoriale del Comune di Piacenza. «È una grande responsabilità – ha sottolineato Simone Fornasari - nonché un grande motivo di orgoglio dare continuità all’eccellente lavoro fatto in questi anni da Cristiano Casa, che ha saputo dimostrare visione, concretezza e risultati tangibili ad un territorio che ha tanto da offrire grazie alle sue eccellenze enogastronomiche, al patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico davvero unico. Tutto questo rappresenta un mix di eccellenze all’insegna del turismo lento ed esperienziale di cui la Destinazione Emilia può essere vera interprete e protagonista. Confronto e condivisione saranno il denominatore comune di questo mandato che dovrà mettere da parte ogni campanilismo controproducente al prezioso e sinergico lavoro di squadra, utile a promuovere questo bellissimo territorio».
Sono stati nominati sette membri del CDA, che è composto da Simone Fornasari e Gianluca Argellati per Piacenza; Ivano Pavesi, Annalisa Rabitti ed Enrico Ferretti per Reggio Emilia; Lorenzo Lavagetto e Francesco Mariani per Parma. Gli ultimi due membri verranno nominati a metà gennaio.
Il presidente uscente Cristiano Casa, nel fare gli auguri e le congratulazioni al nuovo ha illustrato un resoconto del lavoro svolto negli ultimi tre anni, un lavoro di squadra che ha coinvolto enti istituzionali, operatori turistici e rinforzato le reti di prodotto di Visit Emilia (Food & Wine, Cultura & Castelli, Terme & Outdoor). Un’attività poliedrica, che ha prodotto importanti risultati in termini di promozione turistica, con ritorni economici e l’aumento delle presenze sul territorio. «Oggi si chiude il mio mandato triennale di presidente e la mia esperienza in Visit Emilia – ha commentato Cristiano Casa -. Ho lavorato nel 2016 alla sua nascita quando fu varata la legge regionale che istituì le destinazioni turistiche. Allora era impensabile che Parma, Piacenza e Reggio Emilia potessero lavorare insieme per creare una destinazione turistica comune, ma ci siamo riusciti e in questi anni da presidente ho spinto tanto perché si parlasse di Emilia, dimenticando i confini amministrativi delle tre province. Un viaggiatore che sia italiano o che arrivi dall’altra parte del mondo cerca luoghi straordinari in cui la gente li accolga con professionalità e passione. Questa è l’Emilia: luoghi e persone straordinarie.
Oggi Visit Emilia è come una tavola apparecchiata con sopra piatti squisiti da far gustare agli ospiti che vi siederanno. Nel 2016 non c’era neppure la tavola. Sono certo che nei prossimi anni ci sarà modo di farla crescere ulteriormente, anche perché il nuovo presidente, Simone Fornasari, è un professionista serio e competente che ama la nostra terra come la amo io. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a far crescere il turismo in Emilia in questi anni». Tante le azioni portate avanti, dal rinnovamento del logo di Visit Emilia – la Terra dello Slow Mix, che esprime il senso di una destinazione in cui vivere un mix di esperienze tra cultura, natura ed enogastronomia, alle campagne di comunicazione, alla formazione attiva degli operatori delle reti sui temi dell’accoglienza turistica, del marketing, gli strumenti social e le best practice. Cristiano Casa ha evidenziato anche l’individuazione di 6 prodotti turistici, nell’ambito del Piano Turistico di Promozione Locale (PTPL), per ottimizzare l’impiego delle risorse a disposizione, con il coinvolgimento dei comuni di Emilia: Wonder Castles, dedicato all’Emilia fantastica da vivere nei castelli; Emilia Po River Experience per conoscere il Grande Fiume e i suoi territori; Golf Experience sulle vacanze per gli amanti del golf; Bike Experience con molteplici itinerari ed esperienze da fare in bicicletta; Wine Experience per valorizzare i vini e i prodotti enogastronomici anche con un calendario di eventi unico; Hikes & Paths sui cammini storici emiliani.
Numerose le attività di promo commercializzazione, dalla realizzazione del portale web dedicato all’Appennino emiliano, in condivisione con i GAL locali, alla collaborazione con Trenitalia per agevolare gli arrivi in treno nelle città dell’Emilia, fino alla partecipazione di importanti fiere nazionali ed internazionali. Particolare attenzione è stata rivolta al mercato turistico svizzero, in quanto mercato “alto spendente”, alla ricerca di proposte di qualità, che apprezza la buona enogastronomia ed è favorito da buoni collegamenti tramite gomma e ferrovia (treno diretto Zurigo-Bologna con fermate a Piacenza, Parma e Reggio Emilia). Iniziative di promozione che hanno visto l’Emilia protagonista dell’Assemblea generale della Federazione svizzera di viaggi, che si è svolta a Parma ed un incremento dei turisti svizzeri sul territorio: da gennaio a ottobre 2023 ne sono arrivati circa 51mila (+10,8% rispetto al 2022 e + 24,3% rispetto al 2019). La crescita del turismo con Visit Emilia è testimoniata anche dai dati estrapolati dal web e dai social.
Negli ultimi tre anni, il sito www.visitemilia.com ha registrato un +550% di nuovi utenti (quasi 205.000), registra più di 2.200 iscritti alla newsletter, che nel 2020 non esisteva. La pagina Facebook di Visit Emilia ha visto raggiungere i 25.600 followers (+528% rispetto al 2020) e la pagina Instagram 18.100 followers (+1098% rispetto al 2020). Importante anche il riscontro in termini di ufficio stampa, con la realizzazione di circa 200 comunicati che hanno prodotto in media 600 pubblicazioni l’anno sulle principali testate e siti web italiani. Il lavoro di Visit Emilia trova conferma anche nei dati sulle presenze turistiche (2.437.097) che quest’anno sono aumentate del 3,9% rispetto al 2022.
Nella foto, da sinistra Simone Fornasari nuovo presidente di Visit Emilia e Cristiano Casa presidente uscente.
L’obiettivo è aggiungere ogni anno al presepe delle figure che ci parlino del presente ma anche del futuro, diffondendo la straordinaria attualità e forza di questa narrazione gentile.
Alla consegna al vescovo monsignor Adriano Cevolotto erano presenti Roberto Gallizioli, direttore della Coldiretti di Piacenza, la responsabile di Coldiretti Donne Impresa Federica Oddi, il delegato di Coldiretti Giovani Impresa Marco Bosini, il presidente di Coldiretti Senior Maurizio Ziliani e per Upa Federimpresa di Confartigianato il vicepresidente Giancarlo Gerosa.
La consegna è stata anche l’occasione per riflettere insieme sul cambiamento del modo di occuparsi della comunità e dell’ambiente, presentando agricoltori e artigiani come protagonisti di un modello di economia integrale e di sostenibilità sociale. E’ stata analizzata insieme al Vescovo la situazione di agricoltori e artigiani e le loro necessità tra cui proprio l’incentivo al ricambio generazionale, tema della statuina.
L’iniziativa, avviata a livello nazionale in tutte le diocesi, è promossa sotto l’egida del Manifesto di Assisi da Fondazione Symbola, Confartigianato e Coldiretti e vuole portare un importante contributo alla diffusione della forza, straordinariamente attuale, di questa narrazione gentile.
Il Presepe è infatti la rappresentazione della nascita di Gesù e il racconto della vita di tutti i giorni e della multiforme dimensione del Creato attraverso i suoi personaggi.
La statuina viene consegnata ai Vescovi su tutto il territorio nazionale ed è già stata donata a papa Francesco e al presidente della CEI cardinal Matteo Zuppi.
Nella foto, da sinistra Marco Bosini, Giancarlo Gerosa, mons. Adriano Cevolotto, Roberto Gallizioli, Maurizio Ziliani e Fedrica Oddi.
Babbo Natale, si sa, è nel mondo il più grande amico dell'infanzia. Papà buono di tutti i bambini, ogni anno piccoli e ragazzini attendono in fermento i suoi doni all'avvicinarsi del 25 dicembre: soprattutto per i più poveri e meno fortunati, un semplice regalo portato dal buon vecchio con la barba bianca significa grande festa. Nella casa di Via Tempio, all'Istituto di solidarietà femminile Protezione della Giovane guidato da Giuseppina Schiavi, Babbo Natale è addirittura arrivato in anticipo e lo scorso sabato 16 dicembre ha portato una ventata di gioiosa allegria tra i piccoli ospiti della struttura e le loro mamme. Nella casa piacentina dedicata ad accoglienza e integrazione di donne migranti con i loro figli, il pomeriggio scorre all'apparenza simile a tanti altri: bambini di varie nazionalità coinvolti in giochi condivisi con i coetanei, voci, risate, corse, qualche capriccio, mamme attente, insieme alle ragazze volontarie della struttura, che i figli non si facciano male e alcune impegnate ad allattare e coccolare i più piccoli.
Un clima di colorata multiculturalità che alla Protezione della Giovane si respira quotidianamente, ma che quel pomeriggio si sa debba venire arricchito da una visita importante. Tutti gli ospiti della casa, compresi molti che lo sono stati ma che ormai hanno cominciato a condurre una vita autonoma, si sono infatti riuniti nel salotto di casa a giocare e aspettare, adornati da graziosi cerchietti e cappelli natalizi. Un'improvviso, famigliare scampanio fa calare per un attimo il silenzio tra i presenti, che poi entusiasti gridano in coro: “è arrivato Babbo Natale”! Il vecchio dalla veste rossa e la barba bianca, il viso rubizzo e lo sguardo bonario che si fa largo tra bambini e bambine carico di doni non è un Babbo Natale qualunque: si tratta di Oreste Guglielmetti della Croce Bianca di Piacenza, piccoli e mamme di via Tempio lo conosco bene. Sono sei anni infatti che Oreste veste i panni di Babbo Natale per la Protezione della Giovane. Da quando – ha spiegato Giuseppina Schiavi - ha fatto nascere in ambulanza il piccolo Oreste (diventato poi uno degli ospiti della struttura e per lui una sorta di figlio adottivo) durante il viaggio verso l'ospedale con la madre in procinto di partorire. È mancato il tempo di arrivare e Oreste è nato in barella”. “È stata una grande emozione – ha poi raccontato lo stesso Guglielmetti -, soprattutto quando, alla richiesta dei medici ospedalieri di come volesse chiamare il bambino appena nato, la madre di Oreste non parlando italiano ha indicato il mio cartellino. Da allora mi sono sempre interessato a loro. Ho scoperto poco dopo che la notte in cui l'abbiamo soccorsa per il parto la ragazza stava scappando da un centro d'accoglienza. Ho quindi preso contatto con Giuseppina per includere madre e bambino alla Protezione della Giovane, rendendoli così protagonisti di un percorso di integrazione linguistica e sociale. Da quando è con Giuseppina – continua - vengo regolarmente qui a trovare Oreste, qualche volta lo porto fuori a mangiare la pizza, mi informo sui suoi progressi e le sue necessità e sono anche il Babbo Natale di tutti i bambini della casa: un ruolo a cui tengo particolarmente.”
Un Babbo Natale molto speciale quindi quello di via Tempio, che anche in questo 2023 non si è dimenticato di svuotare i suoi sacchi dorati per consegnare un pacchetto a ciascun bambino. Ognuno, chiamato per nome e accompagnato dalla propria mamma, ha ordinatamente ritirato il proprio dono: bambole, barbie, o cavallini giocattolo da portare a spasso e pettinare per le bambine; camion, macchinine telecomandate o supereroi con cui cui giocare per maschi. Vestitini ai più piccoli. Qualche libro da leggere poi non guasta mai, soprattutto se a scuola si fatica un po' e l'italiano si conosce ancora poco. E, immancabili per tutti, cioccolatini e caramelle. Desiderosi di scartare e di scoprire il dono ricevuto, subito tutti i bambini cominciano a giocare senza sosta con i regali di Babbo Natale: quasi che dubitino che quei regali siano veramente per loro.
A spiegare il senso dell'iniziativa ci pensa Giuseppina Schiavi, responsabile della Protezione della Giovane: “Abbiamo scelto Babbo Natale per il significato universale del dono che lo rappresenta – ha detto -, più facile da comprendere rispetto a San Lucia per le differenze religiose delle persone che accogliamo e anche rispetto alla Befana, che potrebbe ricordare paure, violenze e feticci della cultura sud sahariana. Ora i nostri piccoli ospiti sono 9. Non avevano mai conosciuto la festa del Natale e tanto meno Babbo Natale.” Gli adulti - prosegue- sono giovani donne arrivate con la rotta mediterranea o balcanica. Alcune senza figli e altre con i loro bambini: a volte portati durante il percorso migratorio, ma nella maggior parte dei casi nati qui. Oltre alle nostre ospiti attuali, oggi però ci sono anche tre nuclei arrivati da noi in precedenza. Donne sole che poi hanno avuto figli, e in uscita le abbiamo aiutate nel processo di ricongiungimento con i lor compagni e a sistemarsi in una nuova casa. Oggi continuiamo a seguire questi nuclei famigliari nel percorso di integrazione, nella compilazione dei documenti per il lavoro, nelle visite mediche, nell'iscrizione e nell'andamento scolastici. Alcune donne hanno invece in corso la pratica per far arrivare i figli in Italia e crescerli nella nuova famiglia che si sono costruite. Tunisia, Gambia Costa d'Avorio, Camerun, India i più frequenti Paesi di provenienza. “Ci aiutano in questo impegnativo, ma bellissimo cammino di integrazione diversi volontari – precisa Giuseppina – , come Laura, due giovani scout della Sacra famiglia e del Preziosissimo Sangue, oltre che tre suore della Congregazione di S. Matadi del Congo. Loro si occupano di accoglienza, cura pastorale, assistenza e accompagnamenti, nel rispetto delle varie etnie e confessioni religiose. Sentirsi chiamare nonna dai bambini mi rende felice e ripaga di ogni fatica”. Negli occhi dei piccoli ospiti di via Tempio brillano ancora lo stupore e la gratitudine di ricevere un dono. Abituati a difficoltà e precarietà di ogni tipo, capaci di vivere con poco o niente, non danno per scontato neppure un gesto d'affetto, un semplice regalo è per loro gioia pura. Per questo il loro Babbo Natale è stato speciale: un piccolo scampolo di felicità genuina, che noi, troppo spesso assuefatti all'eccesso, sembriamo aver perso.
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