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Notizie Varie

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Fondazione e Banca di Piacenza insieme per il Fondo sociale dello sport

Robert e Pietro Fondo Sport

Promuovere la pratica sportiva tra i minori che appartengono alle famiglie meno abbienti del territorio. È lo scopo del Fondo sociale per lo sport, un bando da 25mila euro annui che Fondazione di Piacenza e Vigevano e Banca di Piacenza stanziano per pagare le quote di iscrizione al posto delle famiglie. Sono le associazioni dilettantistiche a richiedere l’adesione al Fondo, segnalando particolari situazioni di fragilità Le domande, aperte da martedì 12 settembre a venerdì 29 settembre, si possono inoltrare utilizzando la procedura “ROL Richiesta on-line” disponibile sul sito della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’iniziativa è stata presentata martedì mattina, 12 settembre, in conferenza stampa da Robert Gionelli, consigliere di amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, e Pietro Boselli, vicedirettore generale della Banca di Piacenza.

A chi è rivolto il bando

Il sostegno è previsto per ragazzi e ragazze di età non superiore ai 18 anni che desiderino praticare sport presso una delle associazioni sportive dilettantistiche iscritte al Coni che hanno sede legale e operativa in provincia di Piacenza o nel Comune di Vigevano. La domanda non può essere compilata dal singolo ragazzo, ma solo dall’associazione.

Le finalità

Dopo il positivo avvio dello scorso anno, Fondazione e Banca hanno deciso di riproporre il bando per garantire il diritto allo sport ai ragazzi appartenenti a famiglie in condizioni disagiate che, diversamente, sarebbero costretti a rinunciare alla pratica sportiva. La cifra stanziata è la stessa dello scorso anno: 25mila euro.

Lo sport come strumento di inclusione sociale

“Riconosciamo la fondamentale valenza sociale, educativa e culturale dello sport – commenta il consigliere della Fondazione (e delegato provinciale Coni) Robert Gionelli –, perciò abbiamo deciso di riproporre anche quest’anno, in collaborazione con la Banca di Piacenza, il Fondo Sociale per lo Sport. L’attività sportiva contribuisce a diffondere tra le nuove generazioni sani stili di vita ma anche valori come il rispetto delle regole, la lealtà, la correttezza, lo spirito di sacrificio e la capacità di accettare il verdetto del campo. È un fondamentale strumento di inclusione sociale che aiuta anche a combattere il disagio tra i più giovani. Il Fondo permetterà a tanti ragazzi che non hanno possibilità economiche di praticare sport, e fornirà anche un importante aiuto alle Associazioni sportive piacentine e vigevanesi che svolgono attività giovanile”.

Superare le difficoltà

“Riproporre questa iniziativa – sottolinea il vicedirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Boselli – ha un duplice significato: per prima cosa si spingono i ragazzi verso la pratica dell’attività sportiva; inoltre, si fornisce alle società uno strumento concreto per far partecipare i ragazzi alle varie discipline, superando quelle situazioni di difficoltà economiche delle famiglie, in questo momento particolare sempre più percepite”.

Come partecipare

Il bando, attivo da martedì 12 settembre, sarà aperto fino alle ore 18 di venerdì 29 settembre. Per presentare la candidatura è necessario utilizzare la procedura “ROL richiesta on-line”, sul sito della Fondazione di Piacenza e Vigevano, accedendo all’apposita modulistica. La valutazione qualitativa e quantitativa sarà effettuata da un’apposita commissione costituita dai promotori. L’assegnazione dei contributi sarà deliberata in modo condiviso dal consiglio di amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano e dagli organi deliberanti della Banca di Piacenza, sulla base delle valutazioni della commissione. Esigenze di chiarimento, domande tecniche sulla procedura di compilazione on-line e ogni altra richiesta relativa al Bando – pubblicato sul sito www.lafondazione.com e www.bancadipiacenza.it – possono essere comunicate via mail a o al numero 0523 311111.

La prima edizione

Il bando fu istituito per la prima volta il 30 agosto 2022. Il sostegno ha permesso di aiutare 51 giovani a svolgere la pratica sportiva in varie discipline, dal calcio alla pallavolo, dal basket al ciclismo, fino alla pallamano. I progetti presentati furono 13, provenienti da 12 realtà della provincia di Piacenza e una del comune di Vigevano. “Per il pagamento della quota – calcolano Fondazione e Banca – le famiglie spendono mediamente dai 300 ai 500 euro l’anno: un costo troppo alto da sostenere per i nuclei familiari in difficoltà”.

Francesco Petronzio

Nella foto, da sinistra Robert Gionelli e Pietro Boselli.

Pubblicato il 13 settembre 2023

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Università Cattolica, al via i Welcome days per le matricole

Professoressa Anna Maria Fellegara

Al nastro di partenza i Welcome days dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con il benvenuto alle matricole del corso di Laurea Doppia Laurea in Giurisprudenza ed Economia (5+1). Dopo i saluti della Preside di Facoltà Anna Maria Fellegara, del prof. Marco Allena, Presidente del Corso di Laurea, e di Angelo Manfredini, direttore della Sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la mattinata di accoglienza è proseguita con gli interventi pensati per fornire ai nuovi arrivati tutte le informazioni utili alla gestione ideale del loro ingresso in università.

Punta sul valore dell’aggregazione e del confronto la Preside Anna Maria Fellegara nel suo benvenuto alle matricole: «Già oggi vi sarà evidente la differenza con le aule dei licei: siete in una classe di 100 persone, con percorsi di vita molto autonomi; vi invitiamo a relazionarvi prima di tutto tra di voi, sfruttando i numerosi spazi di aggregazione presenti nel campus: piazzetta, aule studio, postazioni di lavoro; abbiamo attrezzato anche spazi esterni per poter studiare».

«È importante avere fin da subito dei punti di riferimento, non “perdersi”: per questo la parola chiave è organizzazione, fondamentale per trasmettervi la serenità utile per affrontare un corso di studi lungo e impegnativo, ma che saprà darvi molte soddisfazioni», prosegue Fellegara che suggerisce alle matricole di mettere a punto subito i mezzi di navigazione per compiere il loro “viaggio”: «Aver chiare le procedure della facoltà è fondamentale: in caso di dubbio, andate alla fonte, venite da noi, non abbiate paura di chiedere. Il nostro Ateneo è al servizio degli studenti, c’è un rapporto molto trasparente: noi pretendiamo da voi impegno (e per questo inostri laureati sono eccellenti), ma ci mettiamo a vostra disposizione per ogni necessità, affinché il vostro percorso individuale vi dia la giusta soddisfazione. Devono essere anni in cui studiate laureate ma vivete anche: possiamo tenere insieme tutto, con equilibrio».

Professor Marco Allena

Nella foto, il professor Marco Allena.

«Siete nelle aule della più grande Università Cattolica d’Europa, una delle più importanti università private del mondo, in un Ateneo che da poco ha festeggiato i propri Cento Anni - ha introdotto Prof. Marco Allena -; gli studi giuridici hanno in Cattolica una lunga, storica e prestigiosa tradizione, e qui, nel campus di Piacenza, avete la fortuna di intraprendere un percorso che coniuga appunto tradizione e innovazione, unendo al consueto rigore giuridico della Cattolica una serie di esami economico-finanziari che si pongono in perfetta linea con le esigenze del mercato e del mondo che evolve; dopo il quinquennio, e dopo la laurea in Giurisprudenza (connotata da forti innesti economici), potrete con un solo anno aggiuntivo conseguire la laurea magistrale in Economia, profilo generale o finanza. Un percorso non facile, impegnativo, ma che evidentemente non vi ha spaventati, essendo oggi qui così numerosi».
Il direttore di sede Angelo Manfredini ha ribadito la disponibilità di tutto il personale tecnico amministrativo a rendere questi anni positivi e proficui, grazie alla totale disponibilità all’ascolto e ai numerosi servizi destinati agli studenti messi a disposizione dal campus.

Nella foto in alto, la professoressa Anna Maria Fellegara.

Pubblicato il 13 settembre 2023

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Don Tosetti: «La festa di Pievetta mette insieme tutte le generazioni»

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Si passa con l’auto lungo l’argine, accompagnati dal lento corso del Po sulla sinistra, e lo sguardo trova innanzitutto le torri della centrale elettrica a dominare il paesaggio; poi vede la distesa dei capannoni del polo logistico, si immerge nei campi di mais e infine trova un gruppo di case, tutte allineate, ognuna con il proprio orto di fronte, e la chiesa in mezzo: è Pievetta, l’ultima frazione di Castel San Giovanni prima della Lombardia. Ogni anno, il primo fine settimana di settembre, la comunità si riunisce per festeggiare la patrona, Santa Maria Nascente, con tre giorni di festa e cibo tipico.
“La Festa dell’anatra, che poi è la parte più culinaria e conviviale della festa patronale di Santa Maria Nascente, è bellissima perché mette insieme tutte le generazioni – spiega don Simone Tosetti, da quest’anno parroco di Pievetta –. Anziani, giovani: tutti collaborano, ognuno a suo modo, per tenere salda e alimentare questa tradizione”.

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Nella foto, don Simone Tosetti con Luigina Tosca.


Più di mille persone alla festa

Quest’anno, tra venerdì 8 e domenica 10 settembre, la festa ha accolto complessivamente più di mille persone. “Questa festa è la nostra tradizione e la parola che la riassume è una sola: l’affetto, la voglia che tutti abbiamo di metterci in gioco per il nostro paese – racconta Luigina Tosca, da sempre coinvolta nell’organizzazione –. Nei primi anni, quando ero piccola io, si faceva solo il banco di beneficenza, poi è nato un comitato che ha reso la festa grandissima”. “Abbiamo cominciato nel 1983 con il CRAO, Comitato Ritorno Alle Origini, formato da 9 persone – aggiunge Elio Santinelli, suo marito –. Poi, per alcune difficoltà, l’abbiamo chiuso. Ma mia moglie Luigina non ha voluto rinunciare e ha ricominciato dal nulla, distribuendo panini con un tavolino nel cortile dietro la chiesa, poi abbiamo aggiunto qualche gazebo e ci siamo allargati”. “Negli anni Duemila è arrivato don Paolo Cignatta – prosegue Luigina – che ci ha aiutato a espanderci e poi don Paolo Capra, l’altro grande promotore dell’organizzazione”. “Qualcuno è rimasto, altri si sono ritirati, qualcuno è mancato. La festa fa parte della mia vita – commenta Elio –. Ogni volta passi attraverso le difficoltà e le discussioni, pensi di essere stanco e di non volerne più sapere nulla, ma l’anno dopo ci ripensi e ti rimetti all’opera. Se non puoi esserci, ti manca: è questo che ci spinge ogni anno a organizzare la festa cercando di migliorarla”.

La grande collabrazione dei giovani

È fondamentale poi l’aiuto dei ragazzi dell’Oratorio San Filippo Neri di Castel San Giovanni, che da anni aiutano a montare le strutture e garantiscono il servizio al tavolo durante i pasti: “A loro dobbiamo tantissimo – concordano Luigina ed Elio –: senza di loro la festa non sarebbe quello che è. A Pievetta la gente viene sempre molto volentieri: siamo un gruppo piccolo di parrocchiani, ma sentiamo questa festa in modo molto forte. Per noi sono giornate bellissime, è una gioia enorme: i preparativi nei mesi precedenti sono un tempo veramente bello. È un’attesa importante che ci riempie di felicità”. Questa passione, radicata nel passato ma con un piede nel futuro, si riflette e si trasmette con forza ai ragazzi che, dalla terza media in poi, vengono a servire alla festa: “Mi piace vivere questi momenti in questo gruppo – commenta Arianna, 17 anni –: si riesce a stare insieme e fare qualcosa di bello. Non siamo colleghi, persone che lavorano insieme perché sono assunte nello stesso posto: là si lavora perché ne hai bisogno, qui perché scegli di farlo”.
“Soprattutto senti di essere utile – dice Francesca, 16 anni –: sia per la persona che servi sia per tutto il gruppo. Alla fine è anche un modo per passare del tempo insieme tra di noi”. La festa di Pievetta arriva infatti alla fine di un’estate intensa per i giovani, costellata di iniziative come il Grest e i turni di vacanze parrocchiali: è l’ultimo fuoco dell’estate in oratorio. “Si chiude un tempo, ne inizia un altro – dice Irene, 16 anni –: quello del percorso Giovanissimi in autunno. Durante l’anno frequentiamo l’oratorio e ci conosciamo tutti più o meno: la festa è un modo per rafforzare i rapporti tra di noi e sostenere questa piccola comunità”.
“In un certo senso – dice Klaudia, 17 anni –, aiutiamo a sfatare il mito che i giovani non hanno voglia di fare niente”. “È un aiutare e un aiutarsi reciproco tra di noi – commenta Lorenzo, 15 anni –. Quando siamo in coda per riuscire a consegnare tutto ai tavoli in tempo, si creano dei bei legami: ci sosteniamo a vicenda”. “Ogni anno si aggiungono ragazzi nuovi, più giovani – racconta Emma, 15 anni –: ci sono sempre persone che hanno voglia di fare, di stare insieme in questo modo e per lo stesso motivo. Persone che, come noi, in questi momenti e in queste relazioni, stanno bene”.

Paolo Prazzoli

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Nelle foto, sopra e in altro, i giovani impegnati nella festa a Pievetta di Castel San Giovanni.

Pubblicato il 12 settembre 2023

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Fidenza, Casa Lodesana compie 40 anni di vita

 fidenza

 

Nata dalla passione educativa di un sacerdote, don Enrico Tincati, e dall’impegno generoso della parrocchia di Santa Maria Annunziata, affidata alla sua guida pastorale, ha cominciato a muovere i primi passi come casa-famiglia grazie alla disponibilità di due giovani coniugi, Cristina e Vincenzo, nell’accogliere giovani con gravi problemi di disagio ospitandoli all’interno di un luogo di proprietà della diocesi di Fidenza ubicato sulla strada collinare che collega il Borgo con Salsomaggiore Terme. L’ opera di recupero è fondata sul “Progetto Uomo” del CEIS fondato da don Mario Picchi: al centro non c’è la sostanza, ma la persona con la sua storia, il suo ambiente familiare, la sua fragilità e una domanda sul senso del vivere rimasta senza risposta. La comunità è il luogo dove far emergere le risorse, piccole o grandi, che ognuno porta dentro di sé per avviare un percorso attraverso il quale uscire dal tunnel della droga (come pure delle altre dipendenze) e compiere scelte per il futuro riconsegnato alla vita e non più preda della morte. E’ l’abbandono, doloroso ma necessario, dell’io nutrito di individualismo e di narcisismo per riscoprire nelle relazioni con gli altri la bellezza del dono: e presso Casa Lodesana nel corso degli anni si sono così realizzati tanti piccoli “miracoli” dove gli ospiti sono stati restituiti alla loro dignità di persone. Ma questo non sarebbe stato possibile senza il coinvolgimento costante dei volontari che con la loro presenza, 24 ore su 24, si sono rivelati un supporto insostituibile nel generare intorno amicizia, solidarietà e condivisione. Questa è stata la linfa vitale che ha permesso alla comunità di crescere nel corso degli anni, malgrado le inevitabili difficoltà economiche e la perdita gravissima dei fondatori: don Tincati, Cristina, Vincenzo insieme a tanti altri il cui ricordo rimane incancellabile.

Un nuovo modello di comunità terapeutica

Oggi, a 40 anni di distanza, le dipendenze si sono moltiplicate con nuovi stili di consumo e problemi comportamentali di carattere psichiatrico sempre più estesi. Ciò ha reso necessaria la nascita di realtà diversificate di piccole dimensioni in collegamento con Casa Lodesana (s. Giuliano P.no, Castione Marchesi, Parma, Salsomaggiore) con target d’intervento specifici. Tutto questo in un’ottica di rete dove la collaborazione con i servizi pubblici presenti sul territorio (SERT, ASP, etc.) si è rivelata decisiva per l’affermarsi di un nuovo modello di comunità terapeutica: diffuso, reticolare, multicentrico. Come pure è stato fondamentale investire in direzione della formazione e della supervisione, come viene attestato da due volumi pubblicati di recente che offrono un quadro sistematico delle dipendenze unitamente alla qualità e al valore della cura.

Il programma di domenica 17 settembre

Ma torniamo alla festa di domenica 17 settembre che già nel titolo (“Oggi ho visto il deserto rifiorire”) vuole inviare un grande messaggio di speranza a tutti.

Questo il programma:

Ore 16 – Marco Begarani, direttore di Casa Lodesana, introduce la festa delineando il percorso compiuto dalla comunità nel corso degli anni: seguono alcune testimonianze di ospiti, familiari, volontari, operatori e amici, insieme agli interventi di rappresentanti delle istituzioni locali e territoriali.

Ore 18 – Celebrazione eucaristica dove, nel Vangelo, Gesù sottolinea la centralità del perdono nel cammino della fede. E’ la messa soprattutto dei giovani, accompagnata dai canti e dal coro, con la presenza amichevole del “Gen” Davide di Piacenza.

Ore 19,30 – Per concludere, un momento conviviale dove gli ospiti della Casa prepareranno il buffet e intratterranno i presenti, con l’accompagnamento musicale di Seba Pezzani e della sua band “RAB 4”.

Nella foto, Casa Lodesana.

Pubblicato il 12 settembre 2023

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YouthBank, ultimi giorni per gli under 25 che vogliono diventare «banchieri»

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Ha imboccato lo sprint finale la fase di selezione di YouthBank, la banca” formata da ragazze e ragazzi dai 16 ai 25 anni che andranno a gestire le risorse economiche della Fondazione di Piacenza e Vigevano, per sostenere progetti sociali ideati e gestiti da loro coetanei. I giovani che vogliono fare parte dell’iniziativa possono rispondere al bando e inviare una candidatura entro il 22 settembre.
Dalla presentazione del progetto, nel giugno scorso, sono arrivate agli organizzatori numerose candidature.
«Nonostante sia una novità assoluta per il nostro territorio, i giovani hanno reagito con grande interesse - sottolinea il consigliere d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano Luca Groppi -. Un segnale molto incoraggiante, tanto più che nel luglio scorso il progetto YouthBank Piacenza è entrato a far parte della rete YouthBank International acquisendo una connotazione glocal”: porta sul nostro territorio un’esperienza internazionale, adattandola all’ambito piacentino».
Tra i giovani che invieranno la candidatura, la Fondazione selezionerà il gruppo degli YouthBanker, che, dopo una formazione gratuita, avranno a disposizione un fondo di circa 30mila euro per iniziare un percorso scandito da vari passaggi: mappare i bisogni del territorio e dei coetanei in ambito sociale, definire una strategia di intervento, elaborare un bando che intercetti i progetti di altri giovani (gli YouthPlanner), scegliere i progetti più meritevoli, decidere quali finanziare e, infine, monitorarne la realizzazione.
«Affidiamo ai giovani soldi veri e autonomia decisionale - sottolinea Edoardo Favari, consigliere generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, referente e coordinatore del progetto -. Vogliamo contribuire alla formazione di nuovi decisori per la comunità della Piacenza di domani: crediamo che questo progetto possa effettivamente cambiare le cose perché dà il bastone del comando nelle mani di giovani, che potranno dedicare i fondi ai bisogni della loro generazione senza doverli prima chiedere a degli adulti. Il numero elevato di candidature dimostra che i giovani che vivono nel nostro territorio hanno perfettamente colto limportanza di questa opportunità che la Fondazione vuole offrir loro».

Come partecipare

Gli under 25 che per motivi di residenza, studio o lavoro frequentano il territorio di Piacenza e desiderano impegnarsi per risolvere problemi sociali, culturali e ambientali della comunità, possono candidarsi e, qualora selezionati, frequentare un percorso di formazione residenziale gratuito della durata di due giorni e mezzo (analisi dei bisogni locali, elementi di progettazione, project management, comunicazione, raccolta fondi), entrando nella squadra di coetanei che costituisce la YouthBank. Per maggiori dettagli e per candidarsi occorre collegarsi al sito youthbank.lafondazione.com.

Pubblicato il 12 settembre 2023

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